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Autore: _windowsgirls    28/02/2015    0 recensioni
Già durante la celebrazione del suo matrimonio, Zayn si rende conto che tutto sta cambiando. Il suo segreto più intimo gli pesa ancora di più sulle spalle, e non può fare a meno di pensare che, a volte, il passato torna con una potenza superiore ad una tempesta improvvisa.
Dalla storia:
La macchina era lontana solo cinque metri, ma prima che potesse raggiungerla, una mano lo tirò per la camicia e lo fece sbattere contro il muro. Venne placcato dal gomito dell’aggressore sotto il collo e incominciò a sudare freddo.
« E’ questo l’unico modo in cui possiamo parlare? »
« Cosa volete? » A Zayn era stato difficile fare uscire quelle poche parole, paralizzato dal terrore. Sapeva che sarebbero arrivati, che l'avrebbero cercato, altrimenti non avrebbero fatto irruzione al matrimonio. Era giunto il momento.
« Cosa vogliamo? Ma parli sul serio? Vogliamo vendetta, mi sembra più che ovvio. »
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pieces of past


I giorni seguenti passarono rapidi e impassibili, giorni in cui Johanna non era ancora riuscita a togliersi di dosso la sensazione che avesse sbagliato, che avrebbe dovuto aspettare prima di rimanere incinta. L'esperienza con Doniya l'aveva traumatizzata, e non poco, e le avevano fatto crollare qualsiasi certezza che aveva pensato in quei primi giorni dopo la visita della dottoressa. L'indomani sarebbe andata dalla ginecologa per il secondo controllo e Zayn aveva promesso che l'avrebbe accompagnata, in qualsiasi visita a venire. Ma il più grande pensiero che le attanagliava la mente era la possibilità di non riuscire in quel compito, di non esserne all'altezza, e non c'era cosa che la spaventasse di più. Non era riuscita a tenere in braccio un bambino per farlo smettere di piangere, come avrebbe fatto quando avrebbe dovuto convivere con quella situazione? Si passò le mani nei capelli e poi si prese la tazza di camomilla che si era preparata, soffiandoci sopra. Nessun calmante l'avrebbe rilassata, quello era poco ma sicuro, ma intanto preferiva prendere quella roba piuttosto che pensare al suo 'problema'.
«Sono a casa!» disse Zayn, aprendo la porta d'ingresso e chiudendola con un calcio. Passò rapidamente alla sua stanza, togliendosi il gilet giallo fosforescente di dosso e i jeans sporchi di pennarello nero. Quando tornò in cucina, indossava ancora la maglietta, ma si era messo il pantolone del pigiama, con tutti i capelli schiacciati dal berretto e che gli davano un'aria da bambino. «Ancora camomille, Jo?» disse, sedendosi di fronte alla moglie e prendendole la mano libera. «Giuro che dirò a Doniya di non venire più.»
«No.» disse la ragazza, lasciando la tazza ancora piena. «Non è colpa sua, ma mia. Mi sto facendo troppi problemi. Sono successe un po' di cose e mi è difficile stare dietro a tutte..»
«Cosa? Dai, parlamene, ti aiuto a smaltire il peso della situazione.» disse Zayn, appoggiando il mento sulla mano.
La ragazza prese a gesticolare con le mani, spostando lo sguardo da sinistra a destra come persa nei suoi pensieri, e non era propriamente sbagliato. «La questione del bambino, tutti i parenti che mi continuano a ripetere le stesse cose, le valanghe di regali, l'incidente di un pò di tempo fa... è un po' un casino totale.»
«Ferma ferma ferma.» disse Zayn, chiudendo gli occhi e facendo un segno come a voler riavvolgere il nastro. «Che incidente?»
«Oh.» Johanna si alzò appoggiando la tazza di camomilla nel lavabo. «Quando ho scoperto di essere incinta, ho quasi investito un ragazzo.» si girò bloccando Zayn prima che potesse parlare, in quanto si era già alzato con sguardo minaccioso. «Aspetta. Fammi finire.» Diede un rapido sguardo all'orologio, incominciando a mettere l'acqua della pasta. «Non è successo niente, il ragazzo si è solo spaventato. Tutto a posto, sono stata via sola una mezz'oretta all'ospedale.»
«Ma sei scema? Perchè non me ne hai parlato!?» sbottò lui, raggiungendola ai fornelli.
«Zayn, dovevo dirti del bambino e non avevo idea di come avresti potuto prenderla. Aveva appena affrontato Lucie e i miei genitori.. Ho pensato ad altro, accantonando il pensiero.» disse, alzando la fiamma. «Te ne avrei parlato successivamente.»
«Non è questo il punto!» disse lui, prendendola per le braccia e girandosela di fronte. «Sono felice che quel tizio stia bene, ma non avrei saputo che fare se fosse successo qualcosa a te!» disse, piantando gli occhi in quelli chiari di Johanna, che li guardavano comprensivi.
 «Lo so.»
«No, non lo sai! Se fosse successo qualcos'altro, se avessi urtato il ragazzo o, peggio, avresti urtato tu contro qualcosa, sarebbe potuto succedere l'irreparabile. Devo ricordarti che sei incinta e che devi prestare molta attenzione in quello che fai?»
«Non c'è bisogno che tu me lo ricordi! Secondo te, perchè sto male in questi giorni? Mi sto pentendo di tantissime cose e-»
«No.» disse Zayn, lasciandole le spalle e appoggiandole le mani sulla pancia. «Non devi pentirti di questo.»
«Non puoi capire..»
«No, forse non posso capire cosa passa in quella testa, ma ricordati che di questo bambino non devi pentirti. Non devi avere nessun motivo di dubitare. Ci sono io qui, accanto a te, e sappi che non ti abbandonerò mai. Se hai dei problemi, parlamene, non ti lascerò mai a fronteggiare tutto da sola.»
«E'..difficile.» disse lei, con la gola sbarrata dalle lacrime che premeva per uscire. «Forse sono gli ormoni, ma.. Zayn. Io ho paura di non essere pronta a tutto questo, di non esserlo mai. Non so neanche prendere un bambino in braccio, come posso fare la mamma?»
Zayn abbassò lo sguardo e strinse sua moglie in un abbraccio, mentre l'acqua nella pentola incominciava a bollire. «Sono paure normali, capita che tu le possa pensare. Ma fidati, qualsiasi problema, io ci sarò sempre. Non sai prendere un bimbo in braccio? Lo farò io, anche se non ho esperienza al riguardo.» Le accarezzò la testa, mentre le lacrime le scendevano lungo le guance arrossate. «Siamo qui dentro insieme, e ti sosterrò comunque vadano le cose.»




La mattina dopo Zayn era euforico e svegliò di soprassalto Johanna saltellando sul letto. La ragazza si alzò a fatica, grattandosi un lato della testa. «E’ già ora?» disse, sbadigliando e infilando i piedi nelle pantofole.
«Sì.» urlò Zayn prendendola per entrambe le mani e portandola in cucina, «Adesso fatti una bella tazza di latte e poi usciamo, non sto più nella pelle!»
La moglie sorrise e fece quanto detto, con quanta più calma possibile, poi andò a vestirsi comoda così da essere pronta per la visita che avrebbe fatto mezz’ora dopo.
Il tragitto in macchina fu rapido, e Zayn fischiettava sonorosamente, sporgendosi verso la pancia di Johanna. «Piccolo, fatti sentire dopo, eh?»
La ragazza sorrise e gli diede uno schiaffo affettuoso sulla guancia, mentre Zayn parcheggiava. La dottoressa Mary li stava aspettando fuori dalla porta, con le mani unite dietro la schiena. «Ben arrivati, signori Malik. Zayn,» disse stiracchiandogli la mano davanti, «è un piacere conoscere il marito della mia paziente preferita.»
«Il piacere è tutto mio, dottoressa.» disse lui, prendendo Johanna sottobraccio ed entrando nello studio. Dopo aver compilato alcune carte, li fece entrare in una porta secondaria – la stessa che Johanna aveva attraversato da sola un mese prima – e fece accomodare la ragazza sul lettino e Zayn su una sedia di plastica azzurra accanto a lei, mentre lui le teneva la mano, resa appiccosa per la tensione. Johanna gliela strinse, sorridendogli, mentre lui inghiottiva vedendo l’attrezzo per l’ecografia. «Sai come funziona, vero?»
«Sì.» disse Johanna. «Venivo spesso quando la mamma era incinta di Marcel.»
«Meglio così.» A quel punto, Mary alzò la maglietta di Johanna e prese a spalmarle una crema trasparente. Zayn seguiva attento tutti i suoi movimenti, fin quando la dottoressa non attaccò il telecomando al computer e accese lo schermo. «Forse sarà un po’ freddo..» disse la dottoressa mentre l’appoggiava sul ventre della ragazza che sussultò un secondo brevissimo, prima che venisse catturata dall’immagine in bianco e nero sullo schermo. C’era una figura bianca che si muoveva, piano, ma era in movimento, ma non avrebbe saputo dire cosa fosse precisamente. Zayn la guardava rapito e seguiva qualsiasi mossa facesse quella creaturina minuscola e quasi invisibile, fin quando la dottoressa non li guardò entrambi e sorrise loro. «Lo volete sentire?»
Zayn e Johanna si guardarono emozionati e annuirono insieme, poi la dottoressa pigiò un pulsante verde e nella stanza non ci fu più alcun suono che avrebbe potuto ostacolare il suono del battito del cuore del bambino. Zayn e Johanna continuavano a guardarsi, mentre il suono suscitato dal battito cardiaco riempiva la stanza e rimbalzava sulla mura e nelle loro orecchie ben tese a non perdersi alcun particolare. In quel momento, giurarono di non aver mai sentito nulla di più bello, mentre la dottoressa continuava a muovere il telecomando sulla pancia umida di Johanna, sorridendo ad entrambi i ragazzi.
Zayn guardava sua moglie con gli occhi lucidi e un sorriso bellissimi sul suo volto che aveva appena riacquistato colore, mentre Johanna non si fece alcun problema a mostrare la sua emozione. Zayn rise e si accovacciò su di lei, baciandole le guance solcate dalla lacrime e accarezzandole delicatamente, mentre i loro occhi lucidi esprimevano tutto quello che non avrebbero saputo dirsi a voce. «Il bambino..» sussurrò Jo contro le sue labbra, continuando a perdersi in quegli occhi scuri e accoglienti.
«Il bambino.» confermò Zayn ridendo mentre si baciavano e la dottoressa staccava il macchinario, interrompendo quel suono melodioso che li aveva riscaldato il cuore.
Sarebbe stato un compito difficile, avrebbe avuto molti problemi, crisi frequenti, problemi nel gestire la situazione, ma Johanna si ripropose di farcela. Doveva farlo, e non avrebbe potuto tirarsi indietro a quel punto. Zayn aveva ragione, erano dentro e non potevano uscirci. Ma Johanna in quel momento, abbracciata a suo marito e la vita che avevano deciso di creare che si sviluppava piano dentro di lei, non fu più felice di non vederne l’uscita.


Una volta tornati a casa, sistemarono le cartelle nel penultimo cassetto della cassettiera nuova, dopo aver visto per l’ultima volta le foto della visita. Non si vedeva molto, ma solo qualche macchiolina bianca qua e là che erano i primi organi in via di sviluppo, con il cuoricino che si contraeva incessantemente. «Non ci posso credere..» disse Zayn mentre riponeva nella cartella che la dottoressa li aveva dato il cd che riportava il battito cardiaco. «Non posso credere che questo suono l’abbiamo permesso noi.»
«Non immagini io.» Johanna si stese sul letto in camera da letto, con la maglietta ripiegata sulla pancia mentre si accarezzava piano la pelle pulita dalla crema usata precedentemente. «Solo a pensare che è qui dentro..»
Zayn si avvicinò a sua moglie e si buttò sul letto accanto a lei, appoggiando l’orecchio sul ventre. «Ehi, piccolo, mi senti? Sai che papà ti vuole già tanto bene?» rimase appoggiato in quella posizione sperando di ricevere una risposta.
«Amore, lo sai vero che non ti può rispondere né tantomeno farti qualche cenno? Qui dentro c’è ancora solo il cuore.»
«Beh» disse lui, appoggiandosi con i gomiti vicino alla testa di Johanna. «Appena nascerà, gli darò una bella lezione di educazione.»
«Usi già il ‘gli’?»
«Ovvio.» Zayn si mise steso, con lo sguardo puntato sul muro sopra di lui. Naturalmente, in quel momento, ritornarono i ricordi che gli permisero di rovinare quel momento prettamente famigliare. Gli ritornò addosso la sera in cui si imbattè in strada – insieme a Louis e Liam – con quel ragazzo ubriaco che prese a minacciarli; nemmeno loro erano tanto lucidi, però quello che accadde dopo non fu per nulla giustificabile. Mentre dentro di Jo si sviluppava una vita, quella sera loro la tolsero ad una persona, nascondendola proprio sotto la terra su cui la casa era stata costruita. Zayn si sentì come un pugno nello stomaco e fece in tempo ad alzarsi dal letto prima che vomitasse per terra. Johanna si mise seduta di scatto, una mano alla bocca, mentre girava intorno al materasso per raggiungere Zayn che si manteneva con una mano la fronte sudata, e con l’altra la pancia. Il sudore freddo gli colò lungo la nuca, e si sentì gli occhi pesanti. «Zayn, non è che sei incinto pure tu, no?» Lui cercò di abbozzarle un sorriso, ma l’unica cosa che pensò di fare era uscire di casa, al più presto. Scappò fuori sotto la sguardo preoccupato di Johanna che si aggiustava meglio la maglietta e andava in bagno per rimediare un secchio e del detersivo.


Quando si richiuse la porta alle spalle, il sole era nel suo punto più alto e gli picchiava sopra la testa. Nonostante fosse ottobre inoltrato, faceva davvero caldo, ma Zayn tremava comunque, come se fuori ci fossero stati 15 gradi. Camminò lungo il viottolo, allontanandosi di casa il più possibile. Aveva cercato di tenere il ricordo nascosto dietro una barriera della sua mente, per vivere quanto più serenamente possibile, ma quel peso sulla coscienza non l’avrebbe mai abbandonato, fin quando tutto non sarebbe finito. Arrivò sul ciglio della strada, mentre le macchine incominciavano a diradarsi per poter tornare a casa per il pranzo, e Zayn attraversò rapido, sbucando in una piccola via delimitata da due palazzi altissimi. Aveva freddo e si stringeva nelle spalle, fin quando non sbucò sulla piazza del mercato. C’erano le ultime bancarelle che si affaccendavano per chiudere i battenti, e gli ultimi acquirenti che prendevano le cose utili per il pranzo. Zayn stava camminando a testa bassa, attento a non schiacciare niente, poi però quando rialzò lo sguardo vide due ragazzi che conosceva bene con le borse della spesa strette nelle mani callose e i loro occhi puntati su di lui, mentre alcune vecchiette li passavano accanto con i carrelli. «Ehi amico» disse Louis sorridendogli sadicamente. «Qualcosa non va? Sembra che tu abbia visto un fantasma..»
«No.» disse Zayn, fermandosi a debita distanza e le braccia lasciate rigide contro i fianchi. «I fantasmi li lascio passeggiare ad Halloween.»
«No, perché hai una faccia..» disse Liam avvicinandosi pericolosamente. «Dovresti tornare a casa, forse puoi tranquillizarti, stando in un posto più sereno…ah no, aspetta.» Raddrizzò le spalle e gli sorrise, come se stessero facendo una normale conversazione tra amici. «E’ proprio quello da cui stai scappando..»
«Lasciami stare.»
«No, amicone» Louis affiancò Liam. «Non potremo mai lasciarti stare, stanne certo.»
Zayn avrebbe tanto voluto che qualcuno lo chiamasse, lo allontanasse da lì; nonostante cercasse di non darlo a vedere, aveva una paura terribile.
«Ah, abbiamo sentito che Johanna è incinta..la voce si diffonde rapidamente.» Louis diede una borsa della spesa a Liam mentre un tizio gli passava accanto trasportando un palo in legno. A parte i rumori degli smontamenti intorno, non si sentiva nessuno e Zayn si sentì più solo che mai. Quando Louis gli appoggiò la mano libera sulla spalla, sentì chiaramente il sangue gelare nelle vene e il respiro venirgli meno. «Auguri neopapà.» Dopodichè si riprese la busta e si allontanò con calma con Liam, dandogli le spalle dopo avergli rivolto un sorriso che di buono aveva ben poco. Zayn incominciò a fare retromarcia sentendosi il cuore battere nelle orecchie e prese a correre, rimettendosi sulla strada di casa.



Spazio autrice
Ciao a tutti, come va? ecco il capitolo 12 e voglio dirvi che siamo giunti a metà di Tell me something :)
Allora...in questo capitolo succede una cosa importantissima e credo che l'abbiate notata anche voi.......
Sì, Zayn, Liam e Louis hanno fatto qualcosa di veramente cattivo, un danno irreparabile. Non vi preoccupate perché d'ora in poi la storia si farà molto più seria e si scoprirà davvero tutto perchè i personaggi lasceranno trapelare tantissimi indizi :)
Ah, piccolo inciso: Zayn viene a sapere dell'incidente ed è felice che il tizio non si sia fatto male....aaaah, l'ironia della sorte.
E poi.... la scena del battito cardiaco del piccolo/a Malik non è bellissima!? akcjdib ok, vado ad eclissarmi.
Mi dispiace un mondo che questa fan fiction abbia perso lettori...davvero.
Mi piacerebbe che quei pochi rimasti mi diano qualche segno di vita, please.
AAAAAH, COSA ANCORA PIU' IMPORTANTE.
Ho iniziato a pubblicare l'ennesima long sugli One Direction. Si intitola 'Nothing is like it used to be' e vi amerei se ci faceste un salto : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3042004 , preceduta dalla raccolta di os 'Behind the scenes' : http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3013545&i=1 
A sabato prossimo.
Love you,
Eli. 
P.s no okay AHAHAHAHHAHA la foto è il top 

 
  
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