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Autore: Bbpeki    28/02/2015    2 recensioni
Dal Prologo:
"Aveva riflettuto a lungo su questa decisione, solo e insieme alla Madre. I Venus erano la famiglia più antica e potente del mondo, dopo i Dracula. Unirsi a loro significava essere sotto la loro protezione, essere nel lato vincente. Ma sapeva che, essendo una dinastia così antica, aveva un nome da difendere, al primo passo falso lo avrebbero ucciso."
Frerard vampire!AU: che volete di più dalla vita?
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Jamia Nestor | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 1

Frank Iero-Venus

Frank camminava sul sentiero erboso nei pressi del cimitero di Alexandria, Romania. La luna piena splendeva chiara nel cielo color inchiostro, punteggiato di stelle.

Scostò il cancello in stile gotico e arrugginito, rilucente sotto i raggi d’argento della luna ed entrò nel cimitero per lui perfettamente visibile, ma ad altri occhi impenetrabile senza una torcia. 

Camminò indisturbato tra le tombe silenziose, coperte di muschio e fiori, abbandonati in vari stati di decadimento, fino a quella di Denisa Blaga. Intorno a quella lapide, vegliata da un angelo piangente in marmo bianco, c’era un gruppo di cinque persone: due donne e tre uomini. Erano tutti incappucciati in un mantello di velluto rosso cupo, l’unico lo tratto visibile erano i lunghi capelli, biondi e rosso intenso, delle due donne, quella rossa fu la prima a parlare

“Sei arrivato” Frank notò che la sua tunica aveva i bordi argentati, dedusse che fosse lei la Matrigna, la vampira potentissima di cui le aveva parlato la Madre “Ti stavamo aspettando” La sua voce non era dolce, ma il suono duro e il tono quasi quasi divertito, faceva si che fosse musicale, almeno quanto il suo nome: Veresetra. “Tua Madre ci ha parlato molto bene di te, mi fido di lei, immagino saprai che è mia Figlia, fin ora non mi ha ancora delusa e dubito tu voglia scoprire che succederebbe se ciò accadesse” Frank sentì un brivido percorrerlo, non avrebbe permesso a nulla di ferire sua Madre, anche uccidere quella vampira, per quanto potente fosse. Sollevò appena il capo, incontrando nient’altro che lo scintillio degli occhi di Veresetra. Le parve di vedere un sorriso in quel volto avvolto dalla penombra, quel sorriso era tutto fuorché rassicurante. Frank cercò di ingoiare il timore, ma quasi saltò dallo spavento quando Veresetra rise, era un suono freddo e dissonante, di metallo contro metallo. “Molto bene, per quanto tu possa essere intimidito, non avresti paura lottare contro di me se anche solo ipotizzassi di ferire tua Madre, se verserai questa fede per la nostra Protettrice sarai molto utile alla Famiglia, ma se persisterai nell’ossessione morirai, di nuovo. So che conosci il mio nome e quello dei miei Figli, ma lascia che te li presenti: Elevur, Sassior, Gerard e Michael” Disse. A mano a mano che sentivano il loro nome i vampiri si toglievano il cappuccio: prima la ragazza coi capelli color del grano, che le incorniciavano perfettamente il viso ovale e leggerete allungato. Occhi scuri, di un nero profondo, che non lasciavano trapelare quali misteri si celassero dietro quei pozzi traboccanti di segreti. Una bocca sottile, di un rosa delicato e zigomi poco pronunciati. Poi l’uomo alla destra dell’angelo, alto e muscoloso, coi capelli biondo scuro e due zaffiri al posto degli occhi, duri e freddi come quelle pietre. Il volto in generale comunicava, dalla piega crudele delle labbra sottilissime all’atteggiamento sicuro del corpo, una ferocia goduriosa, di chi ama fare male, insieme a una superbia sicura, di una forza più volte confermata. Quello alla sinistra, a confronto mingherlino, con capelli scuri e ribelli che gli sfioravano il collo. Un nasino piccolo e delicato, all’insù. La bocca a forma di cuore, del colore dei boccioli delle roselline selvatiche. I tratti morbidi, quasi da ragazza, gli avrebbero dato un aria dolce e innocente, se non fosse stato per il ghigno che costantemente gli distorceva le labbra, sadico e cattivo. Gli occhi erano di un colore indefinibile: oro, qualsiasi tonalità di verde e castano si fondevano e si armonizzavano come i vari suoni degli strumenti si fondono per formare la musica, quegli occhi erano la musica per sguardo, per quanto scintillassero lussuriosamente. Sembrava una sirena, bella e malvagia, affascinante e mortale, gli stava già iniziando a provocare strani pensieri. Da quando era rinato, Frank aveva notato che le sue fantasie erotiche erano aumentate quanto la ferocia e l’aggressività. Naturalmente l’aveva comunicato alla Madre. Lei gli aveva sorriso, gioiosa, e gli aveva detto che era fiera di lui. Da quel giorno gli aveva iniziato a raccontare tutto dei Venus, la sua Famiglia d’origine, e di Veresetra.

L’ultimo ragazzo, Michael, capelli scuri e dolci occhi color nocciola. Era spaventosamente magro, con le guance incavate e la pelle bianca che si stirava per coprire le ossa. C’era qualcosa di diverso in lui, non era freddo, quegli occhi parlavano chiaramente, il suo animo non si era pietrificato nei secoli, vi ardeva ancora la morbida luce di una candela solitaria, costretta da una sofferenza tenace, che gli segnava il volto, nonostante fosse contratto in una maschera di indifferenza, faceva pensare a uno spirito forte.

Dopo che tutti si furo scoperti il capo la Matrigna ricominciò a parlare

“Questa è la Famiglia Venus, per sangue sei obbligato a legarti a noi e sei accettato dal mio giudizio.” A quel punto la vampira si tolse anche lei il cappuccio, rivelando un viso di una bellezza solenne e macabra. Fronte alta, zigomi pronunciati, labbra rosse e delineate. Ciò che più lo colpì furono gli occhi: l’iride era di un inspiegabile rosso scuro, contornata da ciglia nere con sotto pesanti occhiaie violacee, come nuvole prima della più temibile delle tempeste. “Io, Veresetra la Cassandra Venus, ritengo che tu possa essere strumento utile per prevenire la distruzione del Nido, per venerare il Tempio e lottare tra le fila dell’esercito di Venere, Lucifero, Stella del mattino, Portatore e Portatrice insieme della Prima Luce. Ti ordino di eseguire il giuramento e il rituale imposto dalle Chere nere, Figlie e strumento di Necessità inflessibile”  

Ogni Famiglia di vampiri venerava un dio pagano in base alla tradizione, al luogo d’origine e sopratutto ai Peccati dominanti dell’Origine, il fondatore della dinastia e dalla divinità la Famiglia prendeva nome. L’unica eccezione erano i Dracula, che avevano mantenuto il cognome del loro Padre: Vald Dracula, anche detto “L’Impalatore” per via del modo divertente in cui uccideva le sue vittime in vita. I Venus, la seconda Famiglia più antica, erano devoti alla Stella del Mattino, quindi Venere e Lucifero insieme, e i loro Peccati dominanti erano lussuria, violenza e superbia. Frank era stato incredibilmente fortunato, non solo per appartenere a quella Famiglia, ma sopratutto per esser rinato precisamente con tutti i requisiti necessari. Gli sarebbe bastato pronunciare quelle parole che la Madre gli aveva fatto imprimere nel cervello e sarebbe stato un Venus, avrebbe potuto cancellare definitivamente il bravo ragazzo che era stato, per dar sfogo al suo nuovo, crudele istinto.

“Necessità suprema, invoco ora le tue catene, dure e giuste che guidano il Caos, per sigillare e convalidare il giuramento di questo tuo umile anello, possa il tuo strumento Atropo spezzarmi se ne verrò meno. Giuro di dare corpo e la mia fedeltà a questa Famiglia, di consacrare la mia lussuria a Venere, giammai ad Eros, la mia forza a Lucifero, giammai a Marte e la mia mente alla Stella del mattino, mai ad Atena. Questa ora è la mia Matrigna, questi i miei Fratelli e le mie Sorelle, giuro di difenderli fino a che la mia esistenza, parallela a quella mortale, si manterrà su questa terra, nonostante tutti i rovesci e le disgrazie che la sorte possa riservare al mio sacro Nido. Io, Franklin Anthony Thomas Iero Junior III, giuro questo sotto i  tuoi occhi giusti e quelli dei tuoi strumenti Cloto, Lachesi e Atropo. Il Destino guida chi lo accetta e trascina chi è riluttante(*), e così è”

Veresetra si avvicinò a Frank, mantenendo il suo sguardo di sangue fisso nel suo hazel. Si sporse come per baciarlo sulle labbra, ma girò la testa verso sinistra e lui sentì i canini affilati conficcarsi nella giugulare. Faceva male ma non durò molto, la vampira drizzò il capo fissandolo sorridendo, coi canini non più nivei, ma rossi come il suo sguardo, quasi più spaventosi. La vampira rovesciò la testa all’indietro, esponendo la la giugulare sotto la pelle livida come un sudario. La morse a sua volta. Sentì il sapore ferroso ed eccitante del sangue scendergli in gola, caldo e un po’ denso. Era ancora molto giovane, il sangue di qualsiasi tipo lo eccitava, umano o vampiro che fosse.

Dopo poco lasciò la presa, col sangue che gli scendeva giù fino al mento e gocciolava sull’erba, luccicando alla luna. 

Veresetra tirò fuori un coltello, d’argento, notò che portava guanti neri di seta. Si sfilò un guanto e si fece un taglio sul palmo della mano. Intanto anche gli altri componenti della famiglia si erano avvicinati. Veresetra passò il coltello a Sassior che ripeté la stessa operazione, egli poi lo passo a Elevur, e quindi a Gerard, e poi a Michael, che gli passo a sua volta il coltello. Tirando la manica della felpa per coprirsi la mano perse a sua volta il pugnale, un oggettino semplice ma con una lama affilata come i denti di un vampiro. 

“Ebbene, in nome della Stella Del Mattino, io, Versetra la Cassandra Venus, ti accolgo nel nostra Famiglia per il resto dell’eternità” Il rituale era concluso, Frank poteva abbandonare il suo nome da umano e accogliere una nuova identità come vampiro

“Io, rinato Frank Iero-Venus, ringrazio la mia Matrigna per la grazia concessami” Veresetra incurvò le labbra in un sorriso soddisfatto

“Qualcuno allora le insegna ancora le buone maniere, mi ricordo di quando ho accolto quei due” E così dicendo guardò Gerard e Michael, che pareva in imbarazzo, mentre l’altro sembrava un bambino cattivo mentre ripensa a qualche passata marachella “A momenti non si ricordavano il giuramento e una volta concluso il rituale altro che ringraziamenti, subito a chiedere se ci fosse una cena fresca a casa!”

Per la prima volta sentì parlare qualcuno che non fosse Veresetra

“Avanti Matrigna, così il cucciolo si farà un idea sbaglia di me e di Fratellino!” Era stato Gerard a parlare, con un sorriso sghembo e canzonatorio. Quelle parole, insieme alla prima impressione che aveva avuto di Gerard, gli fecero subito venire il sospetto che quello l’avrebbe fatto dannare, non andava bene affatto bene che costui lo attraesse tanto, avrebbe sicuramente scoperto il modo di ritorcerglielo contro

“Affrettiamoci a rincasare, è mezzanotte e Frank si deve riposare” Seguirono la Matrigna vampira per vie e strade secondarie, fino ai sobborghi della città. Nonostante l’abbigliamento stravagante della compagnia, nessuno li degnò della minima attenzione, per quanto la molti degli umani che incontrarono fossero ubriachi. Si inoltrano in un bosco, che si rivelò essere una foresta che si inerpicava lungo il fianco di una piccola montagna. Dopo almeno tre ore di cammino, giunsero in una piccola, quasi inaccessibile radura, occupata in gran parte da un piccolo  castello di pietra, stile medievale, con tanto di feritoie e ponte levatoio. In quel momento Franck non lo poteva vedere, ma dietro c’era un parco grande più o meno come un campo da calcio. 

“Questa è la tua nuova casa, per sempre” disse Gerard, col suo solito, fastidioso, sorriso, quasi a dire: ‘ora non puoi più scappare’

 

*citazione a “Filosofia greca” di ZonaMC, artista molto interessante che consiglio a tutti

Bene! Incredibilmente dopo anni mi è tornata la voglia di continuare a gingillarmi con questa storiella. Al momento sto revisionando i capitoli e sto cercando di vincere la pigriza cercando di andare avanti. Non ho beta quindi se c’è qualche orrore vi prego di segnalarlo! Grazie in anticipo perché tanto errori ci saranno. 

Non posso promettere aggiornamenti regolari, visto che vado molto a ispirazione/voglia, scusatemi in anticipo, ma potrebbero passare mesi tra un aggiornamento e l’altro.

Se vi va lasciatemi un piccolo parere, che è sempre utile e fa piacere.

B

  
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