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Autore: Hypnotic Poison    28/02/2015    6 recensioni
Kisshu e la vita da adulti responsabili sulla Terra.
«Se vuoi indulgere nei vizi, trovati un lavoro e pagati le tue cose come tutte le persone adulte!”»
Tanti auguri Ria nee-san
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Mint Aizawa/Mina
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Responsible adult

 

 

 

 

 

“Amore mio dolce, unico passerottino del mio cuore? ♫”
Minto alzò gli occhi al cielo, sbuffando: “Cosa vuoi, Ikisatashi?”
Kisshu l’afferrò dolcemente per la vita, lasciandole dei morbidi baci sul collo intanto che la voltava verso di sé: “Ti ho per caso detto quanto tu sia magnifica e perfetta ed assolutamente bellissima?”
Lei piantò i pugni sui fianchi: “Non farmi ripetere la domanda.”
L’alieno strofinò il naso contro al suo prima di schioccarle un bacio sulla punta, tirandola ancora più vicina: “Be’, vedi,” iniziò, con un sorrisino che cercava di essere accattivante “Ho trovato questo nuovo videogioco, ma servirebbe un’altra console, e…”
Minto strinse gli occhi, ripromettendosi di calciare Shirogane negli stinchi per aver avviato il suo ragazzo a quel “passatempo”, e puntò un dito contro il petto di lui: “Assolutamente no! Non sborserò più un soldo per le tue cretinate! Solo in queste due settimane ho dovuto ripagare a Ryo il tuo debito per il poker, e hai triplicato il conto al Caffè! Se vuoi indulgere nei vizi, trovati un lavoro e pagati le tue cose come tutte le persone adulte!”
 
 
Ed ecco perché ora si trovava infilato in quegli scomodi vestiti umani inamidati, in una classe che piano piano si stava riempiendo. Il primo giorno di scuola. Quasi letteralmente.
Non sapeva esattamente come fossero riusciti a costruirgli un curriculum tale da permettergli di diventare il professor Ikisatashi, di astronomia. Quando Minto si metteva in testa una cosa, pochi erano i metodi per fermarla; quando poi anche Shirogane e Pai si coalizzavano con lei, allora diventava quasi inarrestabile.
Ora, eccolo lì, a torturarsi il nodo alla camicia e a sudare leggermente sotto gli sguardi vaghi e poco interessati degli alunni che con molta calma prendevano posto tra i banchi.
La sua unica fortuna era che la materia non fosse obbligatoria, ma solo elettiva per i pochi che cercavano qualche credito in più per l’università, e quindi non avrebbe dovuto né presentarsi tutti i giorni, né avere a che fare con troppi teenager tutti in una volta.
Due studentesse entrarono bisbigliando e guardandolo di sottecchi, facendogli aumentare il nervosismo che per qualche strano motivo lo pervadeva. Tossicchiò, decisamente a disagio per tutti quegli occhi che lo fissavano – era la cornacchietta che amava essere al centro dell’attenzione, lui preferiva godersi gli spettacoli in disparte.
Il rumore stridulo della campanella lo riportò con i piedi per terra (ed anche quello era un dettaglio che si sarebbe dovuto ricordare, in effetti). Si schiarì la gola, si aggiustò la cravatta, maledisse mentalmente ancora un paio di volte la sua ragazza e suo fratello (tanto poi si sarebbe fatto perdonare, almeno con Minto), e aggirò la cattedra per portarsi in fronte ad essa ed affrontare i dieci studenti che lo osservavano curiosi e insistenti.
“Ahem. Buon pomeriggio, il mio nome è Ikisatashi Kisshu, e sarò il vostro insegnante di astronomia per il prossimo semestre,” le due ragazze che erano entrate parlottando si erano sedute in terza fila, e lo stavano occhieggiando con una certa intensità, le schiene dritte e le gambe accavallate “Uhm… allora… qualcuno saprebbe dirmi in quale costellazione si trova la stella più luminosa del nostro cielo?”
 
§§
 
“Allora,” Pai si sedette al tavolo della sala da pranzo, un accenno di sorriso dipinto sulle labbra “Retasu mi ha detto che le lezioni di astronomia vanno abbastanza bene.”
Kisshu, con già la bocca piena dell’ottima cena preparata dalla futura cognata, si strinse nelle spalle: “Non posso lamentarmi.”
“L’altro giorno, quando sono venuto a prendere Retasu, mi sembrava che tu fossi parecchio impegnato.”
Minto sollevò un sopracciglio a quell’insolito commento di Pai, e voltò appena il viso verso Kisshu, che stava già osservando il fratello con sguardo omicida.
“In che senso?” domandò curiosa.
Retasu, calciato il compagno nello stinco per il suo tentativo di distruggere quella cenetta “in famiglia” che da tempo aveva organizzato, lanciò un sorriso all’amica. “Kisshu-kun si è rivelato molto bravo e coinvolgente per gli studenti, Minto-chan,” spiegò in fretta “Tutto il corpo docente si è meravigliato di come quest’anno il corso di astronomia sia molto richiesto, ci farà bene per le presentazioni dei ragazzi alle università.”
La mora annuì, senza staccare gli occhi dal suo ragazzo, che continuava la gara di occhiate omicide con Pai. “Immagino. E dimmi, Reta-chan, invece la tua classe di biologia?”
Mentre le due ragazze ritornavano alle loro conversazioni, Kisshu dovette superare la tentazione di fulminare il suo caro fratellone – che, lo sapeva, si stava sicuramente vendicando per la scampagnata sua e di Taruto all’interno del laboratorio per provare qualche nuovo congegno, visto il bando che Minto gli aveva imposto sui videogiochi.
Ma scatenargli contro quel corvetto scatenato della sua ragazza con simili supposizioni era decisamente scorretto.
La curiosità di Minto, ovviamente, era stata irresistibilmente scatenata. Anche lei aveva notato un certo cambiamento in Kisshu, nelle due settimane passate da quando aveva iniziato a lavorare; non era sicuramente da lui prepararsi con così tanto anticipo argomenti e spiegazioni per gli studenti, né quasi aveva potuto credere a quanto era stato contento di ricevere i primi compiti da correggere. In più, l’ultimo commento di Pai le aveva decisamente messo la pulce nell’orecchio; e quando si trattava di quell’imbecille del suo ragazzo, non era proprio la sua sensazione preferita.
 
L’occasione giusta, dopotutto, le si presentò il martedì successivo. Annullate all’improvviso delle lezioni in teatro per l’influenza del coreografo, Minto decise di andare a controllare di persona queste grandi doti oratorie, se così si potevano chiamare, di Kisshu.
Sapeva che la sua aula si trovasse al terzo piano, poco distante da quella di Retasu, e percorse il corridoio con estrema calma, mancava ormai poco al trillo della campanella di fine lezione; le venne da sorridere nel sentire già dal fondo la voce dell’alieno, che non falliva mai di dimenticarsi le porte aperte.
Una volta giunta di fronte alla classe, al mezzo sorrisetto si aggiunse il suo tipico sopracciglio inarcato.
Kisshu, infatti, era seduto a gambe incrociate sulla cattedra, con la cravatta allentata e i capelli, resi quasi neri dai congegni di copertura di Pai, sparati in mille direzioni diverse per l’averci passato una mano in mezzo molte volte; il suo tipico ghignetto gli era stampato sul volto mentre parlava in modo esagitato, raccontando dell’esplosione di una stella che Minto era quasi certa non fosse esattamente nel Sistema Solare così conosciuto dai terrestri.
Davanti a lui, a penzolare a bocca aperta dalle sue labbra, uno stuolo di ragazzine dall’aria sognante, che superavano decisamente in numero i ragazzi; quei pochi rimasti erano ammassati in tre o quattro banchetti doppi in fondo all’aula, con espressioni quasi rassegnate sotto l’attenzione ed il tentativo di prendere dei seri appunti.
Ora Minto capiva a cosa si riferisse Pai quando aveva commentato l’affluenza di studenti a quella materia, ed era sicura che non fosse soltanto per l’improvviso interesse suscitato dall’universo.
Contrariamente a tutte le regole di brava ed elegante signorina che le erano state inculcate e che le avrebbero imposto di aspettare almeno fino alla fine dell’ora, si lasciò scappare un piccolo tossicchio, che bastò ad attirare l’alieno, e il suo “piccolo” fanclub.
Kisshu sorrise nel vederla lì, saltando giù dalla cattedra in un agile movimento che fece sussultare le dieci ragazze in prima fila.
Bonjour, ma chérie,” l’accolse strafottente “Que faites-vous ici?
Minto incrociò le braccia al petto, cercando di ignorare l’ondata di bisbigli eccitati che si erano sollevati e che echeggiavano tutti oooh, ma sa anche il francese, kami-sama, quant’è romantico.
“Cosa stai facendo tu, piuttosto.”
Il sorrisetto sprezzante che lei aveva imparato ad apprezzare, in qualche contorto modo, si allargò, ma invece di risponderle, Kisshu si rivolse alla classe: “Per oggi basta così, ragazzi, finiamo cinque minuti prima. Mi raccomando, voglio quel tema sulle supernove entro venerdì.”
Un mormorio di scontento si levò per la classe, e Minto irrigidì la schiena ed alzò il mento all’insù nella sua solita posa quando notò le occhiatacce che alcune delle alunne le rivolsero mentre marciavano cupe verso l’uscita.
“Seriamente?” si voltò poi verso il suo ragazzo “Ti sembra questo il modo corretto di insegnare?”
“Ehi, nessuno fino ad ora si è lamentato, e loro imparano qualcosa,” le prese una mano e le fece l’occhiolino “Lo sai che sei davvero sexy quando sei gelosa, vero?”
Le fu svelta a toglierla prima che lui riuscisse a farle il baciamano. “Ci sono certe cose che dovresti prendere sul serio!”
“Ma io lo prendo sul serio!” Kisshu allargò le braccia e rise “Semplicemente, trovo che a volte tutta quell’atmosfera di terrore e serietà sia un po’ tropo eccessiva. È molto più piacevole imparare certe cose difficili in maniera interattiva e divertente. Andiamo, lo sai che sei tu la sola pollastrella del mio cuore.”
Minto si lasciò prendere tra le braccia, tenendo però le sue incrociate ed un certo broncio: “Tu sei sicuramente il gallo di tutto questo pollaio.”
“Facciamo così,” le schioccò un bacio sul naso, già le mani che scendevano pericolosamente lungo la curva della sua schiena “Stasera, con i miei primi soldi da persona adulta e responsabile, ti porto a cena in quel posto elegante che ti piace tanto,” le lasciò un altro bacio appena sotto l’orecchio, sfiorandole la pelle con le labbra “E poi, più tardi, sarò bravissimo a far vedere le stelle anche a te.”

 

 

 

 

 

 

 

Buonasera, e buon sabato a tutti :D Kishinto veloce veloce (e se vede) perché *rullo di tamburi*............... è il compleanno della nee-chan Ria!! :3 Quindi ovviamente la fic è dedicata a lei come regalo, anche perché abbiamo passato diversi pomeriggi, insieme a Danya, a ponderare su quale tipo di lavoro potesse mai fare Kisshu una volta tornato sulla Terra. Quindi eccovi la mia personale interpretazione, liberamente ispirata da un gran fregno di professore che ho questo semestre ;)
Buon weekend e fatemi sapere, e mi raccomando fate gli auguri a quella squinternata! :D <3
Baci baci!

 

 

 

 

 

   
 
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