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Autore: Crystal Wright    28/02/2015    0 recensioni
Dramione che vede i due giovani maghi immersi nella realtà dopo la guerra di Hogwarts. Tante cose sono cambiate, eppure i protagonisti cercano di aggrapparsi alla realtà che li circonda per non venire inghiottiti dai ricordi. Tante cose non possono essere dimenticate, ma possono essere chiuse in un cassetto e lasciate lì, cercando di fare spazio a questa nuova vita al di fuori della grande scuola.
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Questa è la mia prima Dramione. Adoro questa coppia, adoro il modo in cui due persone tanto diverse possono incontrarsi quasi per caso dopo tanto tempo e azzerare tutto ciò che c'è stato tra loro prima di allora; è la forza dell'amore che li spinge a stare sempre vicini, a conoscersi sempre meglio e a imparare che, in fin dei conti, non sono tanto diversi l'uno dall'altra.
Genere: Azione, Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Storia di un amore impossibile
Capitolo 10: Fine di un amore non corrisposto


-Expelliarmus!- gridò la voce di Hermione. In quel momento le bacchette di Harry, Ginny e Draco volarono lontane, fuori dalla portata del trio. Harry e Ginny tentavano di riprendere le proprie bacchette, anche se l’amica riccia li aveva incatenati a una delle tante colonne con un semplice incantesimo, mentre Draco era rimasto immobile, impotente, mentre vedeva il corpo della donna che amava in cui viveva una creatura diversa.
-Bene, bene, bene- disse Ronald, avvicinandosi a Draco e sorridendo, visibilmente divertito –Come ti senti ora, Malfoy? Riesci a capire ciò che si prova quando la donna che ami sta con un altro?-
-Hermione non sta con te, lurido ammasso di immondizia.- sibilò Draco, sputando a terra.
Ronald piegò la testa da un lato, fissando Draco. Poi fece avvicinare Hermione e le stampò un bacio sulla bocca. La ragazza sembrava un robot: non era cosciente delle sue azioni e il rosso la teneva sotto controllo attraverso la maledizione Imperius.
Draco la fissava allibito, mentre il rosso le circondava la vita con un braccio. Lei se ne stava lì, passivamente, mentre una lacrima solcava il viso del biondo. Non servivano catene o funi per legare Draco: era rimasto pietrificato sul posto, tentando di non far sgorgare una seconda lacrima.
Tutto il suo mondo si stava sbriciolando davanti a lui e si rese conto di aver appena perso la sua Hermione. Fece un profondo respiro, mentre il rosso rideva a crepapelle.
Poco dopo qualcosa in Draco si illuminò e il ragazzo fu colpito da un’idea geniale: la maledizione Imperius poteva essere contrastata con la forza di volontà. Al ragazzo sarebbe bastato entrare nei pensieri di Hermione e permetterle di tornare in sé. Tutto sommato, Draco era un ottimo Legilimens e un eccellente occlumante. Cercò, così, di schermare tutti i suoi pensieri, lasciando visibili solo il suo amore per la ragazza e il loro primo bacio, mentre tentava di scacciare dalla mente la risata oscena che Ronald continuava a fare, rasentando la follia.
Draco, concentrati.” Si impose mentalmente il biondo, cancellando ogni pensiero.
“Ce la puoi fare.” Ora Ronald stava guardando Draco con stupore, come se avesse intuito le sue intenzioni.
“Hermione è tutto per te: il tuo passato, presente e futuro.” Il rosso aveva ormai perso colorito, anche se ghignava ancora soddisfatto.
“Mantieni la calma.” La mano di Ronald sul fianco di Hermione non era affatto un buon espediente per calmarsi.
“Mannaggia a Morgana! Concentrati!” Anche se Draco tentava di concentrarsi, tutti i suoi sforzi sembravano vani: non riusciva a entrare nella mente di Hermione.
Alla fine, allo stremo delle forze, si accasciò a terra, cadendo in ginocchio. Non poteva accettare di stare per perdere la sua donna, né tantomeno che quel fantoccio con quattro capelli rossi fosse la causa di quella situazione.
Vedendolo in quello stato, Ronald scoppiò in una fragorosa risata, che lasciò spazio a uno sguardo stupefatto e sconvolto quando vide Draco sorridere, alzarsi lentamente da terra e portarsi alla bocca la collana che aveva al collo. Draco poggiò il ciondolo sulle sue labbra e chiuse gli occhi, pensando intensamente a Hermione e a quanto fosse forte l’amore nei suoi confronti. Quella era l’ultima possibilità di salvezza e non avrebbe permesso a nessuno di vanificare i suoi sforzi.
Quando Ronald intuì le intenzioni del biondo, era già troppo tardi: vide i ciondolo di Draco ed Hermione brillare della stessa luce, un misto di marrone e grigio, mentre tutto intorno a loro di sollevavano piccole nuvole dense che si infrangevano contro i due ragazzi.
Ronald chiuse e riaprì gli occhi più di una volta, desiderando ardentemente che tutto quello a cui stava assistendo fosse un sogno. O meglio, un incubo. Ma non fu così: dopo diversi minuti Draco cadde a terra primo di sensi, stremato dal lungo contatto con la mente della ragazza e dall’uso ininterrotto della magia, mentre Hermione sbatteva le palpebre confusa, come se si fosse appena svegliata da un lungo sonno.
Ronald urlò, scaricando la propria frustrazione contro una delle colonne vicine, finendo con il fratturarsi la caviglia destra. In quel momento Hermione riprese coscienza delle proprie azioni e liberò Harry e Ginny dall’incantesimo che li aveva tenuti legati; poi si fiondò letteralmente sul corpo di Draco, mentre i due amici bloccavano Ronald, evitando che fuggisse.
Dato che il rosso non smetteva di dimenarsi, Harry, colpito da un attacco di odio represso troppo a lungo, decise di ridurre il suo corpo in un ammasso di muscoli contratti, mentre decideva quale maledizione senza perdono utilizzare per prima; ma Ginny lo fermò in tempo, toccandogli il braccio. Solo allora Harry si rese conto di non voler affatto diventare come Ronald: per questo appellò un tubo che sporgeva da una parete e colpì con forza Ronald, che cadde a terra tramortito.
Mentre Harry e Ginny si complimentavano a vicenda del lavoro svolto, Hermione piangeva e stringeva con forza il corpo di Draco, desiderando disperatamente che il biondo si svegliasse. Notando l’amica in lacrime, Ginny le si avvicinò lentamente, poggiandole una mano sulla spalla. Anche Harry si fece avanti, ma si tenne a distanza: nessuno dei due sapeva come aiutare l’amica.
-È tutta colpa mia.- disse Hermione, tra un singhiozzo e l’altro –Se non fosse per me, ora Draco starebbe bene.-
Ginny la abbracciò, mentre Hermione nascondeva la testa nell’incavo del collo dell’amica, tenendo la mano di Draco con fare possessivo. Se mai si fosse svegliato, Draco avrebbe dovuto combattere con un polso slogato, nel migliore dei casi.
-Non è colpa tua.- tentò di spiegarle Ginny, profondamente preoccupata per la mano di Draco, a cui non confluiva più sangue –Ti ha protetta e questo fa di lui un eroe. Ora, però, lasciagli la mano: credo che tu gli abbia slogato un polso.-
-In realtà credo che dovranno amputarmi la mano. Non la sento più.- sibilò una voce appena percettibile ma notevolmente divertita, che fece accapponare la pelle di tutti i presenti.
Hermione si staccò immediatamente da Ginny, come se l’amica avesse appena preso fuoco, per concentrarsi su Draco, che stava lentamente provando a far circolare l’aria nei polmoni ma, soprattutto, sangue verso la sua mano.
-Come sei catastrofico!- lo canzonò Harry, sorridendo –Non te la amputeranno, Malfoy. Hermione non lo permetterebbe.-
Ginny scoppiò a ridere, mentre Hermione, paralizzata, verde in volto e con gli occhi sbarrati, tentava di svegliarsi da quel sogno.
Draco, notando la sua espressione, tornò serio e si mise a sedere, accennando una smorfia di dolore. Neanche la maledizione Cruciatus era paragonabile al dolore che stava provando in quel momento.
-Hermione,- disse il biondo, accarezzandole il viso timidamente –come ti senti?-
A quelle parole Hermione scattò, serrando i pugni e cercando di colpire Draco, anche se Harry la teneva lontana dal suo bersaglio, trascinandola lontano dal biondo traumatizzato.
-Come mi sento!?- urlò la ragazza, in preda a un’evidente crisi isterica –COME MI SENTO!? Vediamo… Sono stata trasformata in un guscio vuoto con l’inclinazione all’omicidio, i miei migliori amici hanno messo in pericolo la propria vita senza apparente motivo, il ragazzo che amo è appena praticamente morto e poi si è risvegliato sputando fuori una battuta oscena. Come mi sento, mi chiedi!?-
Hermione respirava velocemente, mentre Draco abbassava lo sguardo sulle sue mani, impotente, notando che il polso gli si era gonfiato notevolmente, anche se il dolore era diminuito molto. Di sicuro Draco non di aspettava che Hermione potesse capire il suo gesto, anche perché lui stesso l’aveva inizialmente etichettato come il “perfetto piano suicida”, ma non si sarebbe mai aspettato una sfuriata del genere.
Mentre rimuginava ancora sui suoi pensieri, due labbra morbide, caldi e tremanti si poggiarono sulle sue, coinvolgendolo in un bacio travolgente. Draco, inizialmente stupefatto, chiuse gli occhi, in attesa del calore crescente, e socchiuse le labbra, cercando di approfondire il bacio. In quel momento Hermione si staccò da lui e lo guardò negli occhi, sotto due allibiti Harry e Ginny, che poco prima avevano assistito in diretta a un imminente sgozzamento alla maniera babbana che si era poi tramutato in un plateale gesto d’affetto.
-Mi sento abbastanza bene, comunque.- sentenziò Hermione, poggiando la fronte contro quella di Draco.
Il biondo sorrise, improvvisamente stanco. Pensò a qualcosa di intelligente da dire, qualsiasi frase che avrebbe potuto dichiarare tutto il suo amore a Hermione, ma l’illuminazione che gli impulsi del suo cervello mandarono fu molto simile a un “Bene.”
Mentre Draco si malediva mentalmente per la scelta inappropriata, Hermione lo baciò di nuovo, stavolta con più passione, e i due ragazzi divennero uno solo, sotto gli sguardi decisamente sconvolto di Harry e divertito di Ginny.
-Bene, piccioncini.- dichiarò Harry, ottenendo l’attenzione della coppia, che si staccò a malincuore –Direi che per oggi è tutto. Possiamo tornarcene a casa. Sapete, queste missioni segrete mi sfiancano.-
Tutti e quattro scoppiarono a ridere, rilassandosi.
Poco dopo Hermione aiutò Draco ad alzarsi da terra, mentre il biondo sfoggiava uno dei suoi migliori gesti di plateale dimostrazione di falso dolore stile Malfoy, e Harry e Ginny legavano stretto il salame rosso che era ancora adagiato a terra senza sensi.
-A mamma prenderà un infarto appena saprà cosa ha fatto Ronald.- disse Ginny, in modo atono.
Tutti i presenti erano al corrente di ciò che aveva fatto il rosso, ma sapevano anche che la madre l’avrebbe ucciso: Molly sarebbe stata in grado di far mangiare le sue verdure a Chuck Norris, se avesse voluto.
-Sarà peggio del bacio di un dissennatore.- replicò Hermione, rabbrividendo. La signora Weasley era conosciuta e temuta per il suo autocontrollo decisamente poco “controllato”.
-Peggio di Ginny quando si impunta.- dichiarò Harry, mentre la rossa lasciava passare la frecciatina lanciata.

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Ciao a tutti! Bene, siamo arrivati al penultimo capitolo della mia fanfiction e spero che la storia vi abbia per lo meno intrigato. A presto e buona lettura,
Crystal :)
  
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