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Autore: Fe_    28/02/2015    2 recensioni
Rivoluzione.
Lei non era una guerriera, ma per la sua patria lo sarebbe diventata. Lui continuerà a proteggerla, per quanto gli sarà possibile in quella nuova guerra.
{Scritta per il Red Contest indetto dalla pagina Axis Power Hetalia- Italian Fans.
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Prussia/Fem!France
Possibile OOC per l'ambientazione storica.
Genere: Guerra, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Nyotalia, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Titolo: La Révolution
Personaggi: Prussia {Gilbert Beilschmidt}, Nyo!Francia {Marianne Bonnefoy}
Rating: Rosso
Note: nella Francia della Seconda Guerra Mondiale occupata dai tedeschi, Prussia si occupa di uno stato-fantoccio chiamato Repubblica di Vichy, o Ètat Français.
Questo però è nato sottraendo territori a Francia, che combatte per la resistenza col sogno di poter riavere il suo stato libero e intero alla fine della guerra.
La situazione precipita quando Francia viene sorpresa nel territorio occupato da alcuni soldati tedeschi.




Non riescono a crederci, i soldati.
Le sparano, lei cade. E sorride.
Ma non muore.
Semplicemente li guarda, e continua a ripetere poche parole in francese- un francese incredibilmente fluido e dolce per la sua situazione disperata.
-Io sono Francia. E voi non mi ucciderete mai.-
Non sanno cosa fare.
Forse sarà pazza- ed è incredibile come una pazza possa essere avvenente. Capelli castani raccolti in un elegante chignon che le lascia scoperto il collo sottile,vestiti curati. Profondi occhi ametista su un viso che non ha nulla da invidiare alla leggendaria bellezza francese.
Ma non è una bugiarda, visto che per tutto il tempo dell'interrogatorio ha mantenuto la promessa di non dire nulla, nemmeno il suo nome.


-Herr Beilschmidt. Abbiamo un problema.-
L'albino getta la sigaretta a terra, per postarla poi con il tacco del lucido stivale nero.
La sorveglianza sul territorio di Vichy lo rende estremamente nervoso- lasciargli uno stato senza rappresentante è ben lungi dall'essere uno stato.
Ma se il soldato è arrivato a chiamarlo, deve essere un problema serio.
E se non lo è... gli occhi scarlatti di Prussia si assottigliano.
È meglio sia un problema davvero serio.

Una donna.
I suoi soldati si fanno intimorire da una donna.
Aveva pensato fossero la vergogna del Reich, finché uno non aveva trovato il coraggio di riferirgli del passaporto evidentemente falso, che riportava solo il giorno e il mese di nascita, ma non l'anno.
Il nome della prigioniera è...

-Marianne.
Non credevo che una come te si sarebbe esposta tanto.- dice, come saluto.
Quel sorriso, aveva pregato di non vederlo mai. Mai in quella guerra, che combatteva contro suo fratello, contro tanti vecchi amici.
-Oui, Gilbert.-
Quella sola frase, quel viso scatena vecchi ricordi. Mani delicate che giocano con i suoi capelli, fruscii di gonne nei giardini di Versailles al tramonto, una risata femminile allegra e cristallina.
La donna che ricorda ha un profilo elegante e un sorriso delicato, ma la guerra ha impresso il suo stampo anche su di lei. È ancora bella, ma a sapere com'era prima pare sciupata, una copia sbiadita.
La francese parla, ma Gilbert è distratto dai suoi pensieri.
-Ehm-ehm.-
Si riscuote, e la donna ha le sopracciglia arcuate in un'espressione infastidita.
-Che méchant, Prusse.
Non mi presti più attenzione. È perché non sono abbastanza carina?-
-Nein... ma hai commesso un grave errore. Perché sei tornata?- si sforza di mantenere un tono serio e distaccato, ma è una vecchia amante, una cara amica quella che ora si trova davanti, dalla parte sbagliata.
-Che domande. Avevo finito il rossetto.-


Oh, come possono essere così crudeli?
È una settimana che non le fanno visita.
Nemmeno per portarle da mangiare.
Per la prima volta, Marianne ha paura: l'unico modo per far sparire una nazione è dimenticarsi di lei, e loro non tornano nemmeno per interrogarla.
Otto giorni passano prima che la porta della sua cella venga aperta. Meno male, iniziava a capire Angleterre e le sue fatine. La solitudine è orribile.
Si sforza di mostrarsi sicura di sé, quando vede entrare Prussia.
-Noir... n'est pas ton couleur, tu savais? E...-
-Ja, ja.Mi dona di più il blu.- dice, sbrigativo -Marianne, devi parlare. O ti spediranno a Berlino, e non potrò più proteggerti.-
Sta per rispondere con sarcasmo, la francese, ma scorge qualcosa nei suoi occhi rossi... vi scorge la preoccupazione.
È preoccupato per lei.
-Non mi proteggi. Vuoi solo manipolarmi.- dice, ma non ne è così sicura.
-Ti prego.
Parlami. Sei mia amica. Non voglio...-
-Vattene, Prusse. Io non...- la francese lo guarda, con fastidio, per poi sedersi dandogli le spalle.
Il tedesco la guarda, con le sopracciglia aggrottate.
-Non potrò aiutarti, così, Marianne...-

Doveva ascoltarlo.
Doveva credergli.
E ora la sta scortando, armato, ad un treno che la porterà lontana dalla sua bella ma sofferente Parigi, verso una più fredda ed inospitale Berlino.
Ma ecco che accade qualcosa di inaspettato.
Per una sola donna si è scomodato lui solo, e svelto l'attira in un bacio, per poi fondere il rosso dei suoi occhi nel viola di quelli della donna. Anche la mano svelta va ad insinuarsi nella sua, premendole sul palmo un pezzo di carta.
Quando lo guarda, Francia riconosce un documento.
-Cosa...?-
-Corri, Marianne. E non voltarti.-


Una fitta dolorosa al petto, dove il senso di colpa si annida e lo divora.
Non avrebbe dovuto permetterle di fuggire, figuriamoci favorirlo.
Un documento falso.
Tradimento.
Osserva qualche ciocca castana e un lembo di gonna sparire oltre un angolo del muro.
Lei combatte. E combatterà ancora. Lo sa, anche sei non glielo ha mai rivelato. La sua guerriera. Anche lui combatterebbe così per il suo paese.
E anche se lei è una guerriera, ha bisogno della sua protezione, e continuerà a proteggerla.




--> Angolo Autrice <--

Bene!
È una vita che non pubblico/aggiorno/scrivo/vivo.
E torno per un concorso, brava Fé. Ci sarà un secondo capitolo, ma non è una continuazione o un'approfondimento.
Solo un piccolo bonus.
Quindi nulla, se non capite qualcosa o se avete critiche, la me è qui.
  
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