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Autore: Goran Zukic    01/03/2015    1 recensioni
Qualcosa sta cambiando…si sente nell’aria, si respira nella vita di tutti i giorni, ma nessuno se ne rende conto. La vita va avanti come sempre, ma sta per arrivare qualcosa, qualcosa che cambierà tutto, che renderà ogni cosa diversa e che porterà Equestria in una dimensione quasi dimenticata, sepolta da tempo nei peggiori ricordi della storia. L’armonia che regna su Equestria sta per essere disintegrata, preparatevi ad un viaggio nel mondo di Twilight e le sue amiche, nella più grande e pericolosa avventura della loro vita e che segnerà l’alba o la fine di tutto ciò che noi conosciamo.
Genere: Avventura, Drammatico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Discord, Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Princess Celestia, Twilight Sparkle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Basilisco

Il sole entrò dalla finestra e le illuminò la faccia, quasi accecandola.
Strizzò gli occhi e, con uno sbadiglio, si sforzò di alzarsi.
I suoi capelli erano spettinati, era sudata, gli occhi erano circondati da occhiaie, ma non le faceva più male la testa e nonostante la stanchezza si sentiva bene.
Si guardò intorno, era seduta nel suo letto, nella sua stanza illuminata dalla luce del sole, dalla finestra si vedeva il castello di Canterlot, maestoso e splendente sulla collina.
Twilight gettò uno sguardo ai suoi pinnacoli e le sue torri e arricciò leggermente il naso.
Fu allora che si accorse del cerotto sulla fronte.
Se la tastò e si ricordò tutto quello che era successo quella notte: l’incubo, Discord, Spike, la febbre, la botta sulla fronte.
Doveva andare da Celestia, doveva raccontarle quello che aveva sognato.
Non che si fosse mai troppo preoccupata dei sogni o degli incubi, ma se c’era qualcuno di cui non si fidava quello era Discord e quel sogno non la convinceva e la preoccupava.
“E se non fosse solo un sogno? Se stesse davvero succedendo qualcosa?” pensò lei e si alzò dal letto con qualche fitta di dolore.
Fece due passi in avanti e notò che si sentiva bene.
Scese le scale e nel salone circondato da libri vide Spike che dormiva con delle uova strapazzate sugli occhi e dei pancakes con sciroppo d’acero che gli colava dal collo e sotto le ascelle.
A Twilight scappò un risolino che sfociò in una forte risata.
Spike, udendola ridere, saltò in aria dallo spavento, ma scivolò sullo sciroppo e cadde faccia a terra sul pavimento di legno.
Twilight continuò a ridere e arrivò proprio di fronte a Spike.
“Dev’essere stato sveglio per tutta la notte” pensò lei.
“Ciao Twilight” disse lui sbadigliando “Perché ti sei alzata? Devi riposare? Hai la febbre”
“Spike, sto bene. Tu piuttosto, perché non ti riposi un po’?” chiese Twilight.
“No” rispose lui, ma un altro sbadiglio lo fermò “Ti ho preparato la colazione…o almeno, avevo preparato” disse lui guardando sconsolato e deluso le uova che giacevano per terra e i pancakes.
“Sei molto caro Spike e sei stato gentile a badare a me, ma ora devi riposare, altrimenti…” ma si bloccò.
Spike era crollato di nuovo a terra e aveva cominciato a russare.
Twilight sorrise di nuovo e si incamminò, cercando di non far rumore verso la porta.
“Ci vediamo dopo Spike, devi riposare, andrò da sola dalla principessa Celestia” pensò lei guardando il suo assistente e chiudendosi la porta alle spalle.
La città si era già alzata da qualche ora, i pony stavano già esercitando le loro mansioni e le vie del paese erano già invase di pony.
Twilight doveva raggiungere la stazione per andare a Canterlot e così iniziò a camminare perle vie della città.
Tutti la salutavano sorridendo, mostrando però una certa attenzione per la sua ferita che lei non faceva nulla per nascondere.
Passò davanti alla casa di Rarity, ma le luci erano ancora spente, continuò a camminare lungo la strada principale fino a quando non sentì una voce acuta che la chiamava.
“Twiiiiiiliiight!”
“Oh mio dio…Pinkie Pie” esclamò Twilight sconsolata.
Non aveva proprio voglia di incontrare Pinkie, proprio ora che doveva andare da Celestia.
“Twiiiiiiiiiiliiiight!” esclamò ancora Pinkie, la cui voce si faceva sempre più vicina e acuta.
Twilight si girò e vide saltellare verso di lei Pinkie con in testa uno stranissimo cappello di piume.
“E adesso che cosa sta combinando?” si chiese Twilight tra sé confusa, ma non troppo, ormai si era fatta l’abitudine della stranezza di Pinkie Pie.
“Ciao Twily. Tutto bene? Oh per la principessa Luna! Che hai in testa?” chiese Pinkie con aria confusa e spaventata.
“Potrei farti la stessa domanda” rispose Twilight.
“Ahaha. Dici questo? Oggi è la festa dello struzzo e ho deciso di organizzare un party a casa mia. Vuoi venire? Ci saranno torte, cioccolato, regali, torte, palloncini, torte, caramelle, torte, gelato, torte, cioccolato e torte” esclamò allora Pinkie con gli occhi illuminati di gioia e un sorriso a 32 denti.
“Mi spiace Pinkie, sto andando da Celestia e non so quando tornerò” rispose Twilight.
“Oh! Ti accompagno se vuoi” le disse Pinkie.
“Ehm, non dovevi preparare una festa?” le chiese Twilight nervosamente, cercando di evitare che venisse con lei.
“Oh! Sì! Che stupida! Devo gonfiare i palloncini! Ciao Twily, devo andare, buon viaggio!” esclamò Pinkie e si allontanò saltellando e cantando: “I palloncini, adoro i palloncini, i palloncini che belli i palloncini”
Twilight alzò il sopracciglio con sguardo confuso, ma poi si mise a ridere e continuò a camminare verso la stazione.
Arrivò appena in tempo per prendere il primo treno per Canterlot e salire in carrozza.

Intanto Pinkie Pie continuava a saltellare e a sorridere, verso il negozio di articoli regalo.
“Sarà una festa da sballo! Magari copro anche quelle bibite gassate che mi piacciono tanto, così saremo completamente fuori e ci divertiremo come matti” pensò Pinkie ridendo e saltellando allegramente.
Era sempre così Pinkie Pie, sempre a metà tra la pazzia e la normalità, una vita all’insegna della gioia e del divertimento con feste, scherzi e a volte qualche vizio di troppo, ma da Pinkie Pie ci si poteva aspettare qualsiasi cosa, fuorché essere triste.
Saltellò verso il negozio che ormai si vedeva all’angolo tra la via dei negozi di giocattoli e quella dei dolci, quando d’un tratto venne toccata da qualcosa.
Pinkie si fermò e, girandosi, vide Fluttershy davanti a sé.
I suoi occhi erano spalancati, ogni centimetro del suo corpo tremava incontrollabilmente e si reggeva a malapena in piedi.
“Ciao! Flutter…Per tutto lo zucchero! Che è successo? Vuoi una tavoletta di cioccolato? Fa bene sai” chiese Pinkie preoccupata
. Fluttershy rimase immobile, gli occhi sgranati, le palpebre rigide e aperte.
“Fluttershy?” Pinkie le mise la zampa davanti alla faccia, ma non notò alcuna reazione.
“Fluttershy, mi stai spaventando. Ti prego…cosa c’è?”
Gli occhi della pony gialla si spostarono su quelli di Pinkie, le sopracciglia inclinate in segno di paura.
Fluttershy mormorò qualcosa che Pinkie non comprese.
“Busbico?”
Fluttershy scosse il capo, ma continuava a tremare ed era così spaventata che non riusciva a parlare.
Aprì la bocca, ma non riuscì a dire niente.
Pinkie le mise le zampe sulle spalle, la guardò negli occhi e le cacciò in bocca la barretta di cioccolato.
“Va meglio vero?” Fluttershy ingoiò quasi intera la barretta e poi disse con la sua solita voce timida e acuta: “C’è, c’è, c’è, c’è” “C’è?” “C’è, c’è…”balbettò lei.
“Cosa c’è? Ne vuoi un’altra?” chiese Pinkie.
All’improvviso si sentì un rumore sordo, le pony saltarono in aria dallo spavento e poco dopo, un crepa si formò nella strada proprio sotto i loro piedi.
Si sentì ancora lo stesso rumore e subito dopo le pony vennero scaraventate contro il muro della casa dietro di loro.
“Ahia!” esclamò Pinkie.
Davanti a loro si ergeva un immenso serpente, più alto delle case, che usciva da una voragine nella strada.
Era enorme, aveva una bocca immensa, con due canini affilati come lame, gli occhi rossi come un rubino, le scaglie bluastre e una piccola cresta ossea che partiva dalla testa e finiva nella coda.
“Era questo che volevo dirti” esclamò Fluttershy spaventata.
Pinkie aveva gli occhi spalancati, un taglietto sulla guancia, ma non aveva paura e disse: “Tranquilla Fluttershy, ci pensa Pinkie adesso”
Ma Fluttershy la trattenne per la zampa e le disse: “No, No! Se lo guardi diventi pietra”
“Cosa?”
“E’ un basilisco. Ed è cattivo”
IL serpente gigante le vide e si girò verso loro con le fauci spalancate.
Entrambe chiusero gli occhi, abbracciate e impaurite da quello che il mostro avesse potuto fare loro.
Sentirono il respiro puzzolente del basilisco sulle loro teste, ma poco dopo sentirono un fruscio di vento passare loro accanto e il serpente emettere un gemito di dolore.
“Prendi questo schifoso mostro strisciante!” esclamò qualcuno sopra le loro teste.
“Apro gli occhi?” chiese Pinkie a Fluttershy.
“Non ancora” rispose l’altra.
“Adesso?”
“No”
“Adesso?”
“Aspetta”
“Ora?”
“Aspetta”
“Vuoi una barretta di cioccolato?”
Fluttershy emise un lamento nervoso e aprì gli occhi.
Il basilisco era sopra di loro e sembrava mordere l’aria, o almeno, non si vedeva quello che stava cercando di cacciare
. Il serpente subì un colpo all’occhio e ruggì di rabbia cercando di addentare qualcosa.
Fu allora che Fluttershy vide Rainbow Dash che volava velocissima attorno a mostro, cercando di colpirlo quando possibile.
“Adesso posso aprire gli occhi?” chiese Pinkie, ma Fluttershy si era già alzata.
“Rainbow Dash, non guardarlo negli occhi” esclamò Fluttershy, ma la sua voce era troppo bassa e la pegasus pony non la sentì.
“Torna da dove sei venuto!” esclamò Rainbow Dash e colpì ancora il serpente sul mento.
Volava così veloce che molti non riuscivano neanche a vederla, si vedeva solo una scia arcobaleno che sfrecciava intorno al mostro.
D’un tratto però il serpente ebbe uno scatto fulmineo e con la coda colpì Rainbow Dash in pieno, facendola scaraventare contro il carretto dei gelati.
Le spire del basilisco si attorcigliarono attorno al suo corpo e i loro occhi si incrociarono.
Rainbow Dash da prima non provò nulla, ma poi si sentì irrigidire, prima non sentì le gambe, poi le ali, poi la faccia e infine, prima che potesse parlare, gli occhi si fermarono, bloccati come il ghiaccio.
Fluttershy emise un lamento di paura e pianto, il serpente se ne accorse e si girò verso di lei.
La pegasus pony chiuse gli occhi, ma sentiva già le spire del serpente che la stringevano sempre di più.
Fu allora che si sentì un suono simile ad un esplosione e il basilisco gemere di dolore, ruggendo e sventrando con la coda una casa intera.
Fluttershy sentì la presa allentarsi e poi cadde a terra.
Alzò lo sguardo, il basilisco si dimenava e gli faceva un po’ pena, perché stava provando un grande dolore.
Accanto a lui, c’era un pony, ma non un pony qualsiasi, volava, ma aveva anche un corno, era un alicorno.
Aveva il manto rosso, gli occhi azzurri, la criniera rossa con spruzzate di giallo e blu e dal corno spuntava un energia rossa e blu.
Approfittando della distrazione dell’animale, l’alicorno gli scagliò una potente scarica di energia con la quale lo stese a terra in un solo colpo.
Fluttershy corse subito verso Raimbow Dash.
Era immobile, gli occhi vuoti e fermi, anche leggermente fuori asse, la bocca aperta e le sopracciglia spaventate, il corpo freddo come il marmo e rigido come l’acciaio.
Le scese una lacrima.
“Sta tranquilla si rimetterà” le disse qualcuno alle sue spalle. Fluttershy saltò in aria dallo spaventò e si girò.
Davanti a sé aveva il misterioso alicorno, quello che aveva messo KO il basilisco e che ora se ne stava con le ali aperte nel mezzo della piazza, circondato da tutto il paese curioso.
“Tornerà come prima appena trovata un po’ di mandragola” le disse lui con voce sicura e protettiva.
Fluttershy lo guardò con grande ammirazione, ma non ebbe il coraggio di rispondere, anche perché aveva comunque fatto male al basilisco.
Intanto i Pony si affollavano attorno a lui, mormoravano, si facevano domande, si chiedevano chi fosse quel misterioso alicorno e da dove venisse.
Leggendo la curiosità generale, l’alicorno salì sul corpo inerte de basilisco e disse: “Io sono Justhought e sono qui come nuovo protettore della città di Ponyville. Oggi ho salvato le vostre vite, ma vi prometto questa non sarà l’ultima volta e sarò il garante della vostra salvaguardia fino alla fine”
Delle urla di giubilo e applausi si levarono dalla folla che inneggiava già il suo nome.
Justhought fece segno di tacere e continuò: “Una di voi oggi si è battuta coraggiosamente e sarò in prima linea per impegnarmi affinché possa ritornare quella che era”
Altri applausi si alzarono.
“Posso aprire gli occhi ora?” chiese Pinkie ancora seduta contro il muro con gli occhi chiusi.
Fluttershy corse da lei e la portò, piangendo da Raimbow Dash.
“Ahah. Assomigli a Derpy con quegli occhi” disse Pinkie a Rainbow Dash, ma non ricevette risposta.
“Non c’è niente da ridere. E’ stata pietrificata” replicò Fluttershy con un leggero tono di rabbia, inusuale per lei.
Pinkie rimase impassibile e sorpresa difronte al cambio di carattere dell’amica e si sentì dispiaciuta per avere preso in giro Rainbow Dash.
“Barretta?” chiese lei porgendo il dolce all’amica, cercando di farsi perdonare.
All’improvviso però si sentì fermento tra la folla.
“Fate passare, permesso, grazie, uffa, ahia, grazie, per favore, sono amiche mie”
Rarity si stava facendo largo tra la folla per raggiungere le amiche e quando la ebbe superata si guardò sconsolata la criniera e disse: “Messa in piega…rovinata”
Poi corse verso le amiche e chiese: “Oh! Per gli elementi dell’armonia! Che è successo?”
Ma prima che potessero risponderle ecco che vide il mostro e i suoi occhi si spalancarono di paura e iniziò a sbattere i denti.
“E…e…quel..llo?” chiese lei.
“E’ un basilisco, ha attaccato la città” rispose Pinkie.
Poi Rarity spostò lo sguardo su Rainbow Dash e disse: “Per tutti i draghi! Che è successo a Rainbow Dash? Mio dio…con quegli occhi sembra Derpy”
“Vero?” esclamò Pinkie.
“Cosa?” si accinse a chiedere di nuovo Rarity, ma Justhought era arrivato accanto a loro e disse con il suo tono deciso e forte: “E’ stata pietrificata dal mostro, ma non è in pericolo, andrò personalmente a cercare il rimedio per curarla”
“Oh…mio…santissimo…stallone volante. La tua bellezza è pari a quella dell’ambrosia degli dei, della stella più luminosa, ti prego sposami ora e io sarò tua moglie e insieme avremo tanti puledrini” pensò Rarity sognando ad occhi aperti.
I suoi occhi erano fissi sull’alicorno, la bocca aperta e non riusciva a parlare.
“Ti senti bene?” le chiese Justhought.
“Cosa? Io?...Sì…benone, una meraviglia, ti ringrazio, grazie a te e alla tua forza, hai sconfitto il mostro e aiutato tutte noi, ti mostro la mia più gradita e sincera riconoscenza” rispose Rarity arrossendo.
L’alicorno sorrise e ringraziò a sua volta.
“Invitalo a cena” pensò Rarity parlando con il suo subconscio interiore “E’ bellissimo, è forte, è gentile. L’essere più meraviglioso che abbia mai visto, invitalo a cena”
“Senti…” si accinse a parlare, ma venne interrotta da Pinkie Pie che chiese a Justhought: “Questa sera tengo una festa a casa mia, mi chiedevo se potesse diventare una festa di benvenuto per il nostro salvatore? Se tu non fossi contrario…vuoi venire?
“Ne sarei onorato” rispose lui.
Pinkie allora corse verso il centro della piazza ed esclamò: “Gente! Amici! Stasera ci sarà un party di benvenuto a casa mia, per il nostro nuovo protettore Justhought! Chiunque voglia venire è libero di farlo”
Rarity gelò Pinkie Pie con lo sguardo e pensò tra sé: “Quella guastafeste adesso mi vuole rubare anche il fidanzato. Eh no! Questo no!”
Solo Fluttershy non sembrava essere felice, guardava Rainbow Dash che se ne stava immobile appoggiata a terra sospirava affannosamente, non si spiegava come le amiche non fossero tristi come lei.
Mentre la folla iniziava ad allontanarsi Justhought si mise vicino a lei e le disse: “Non preoccuparti. E’ forte, saprà aspettare fino a quando non troverò la mandragola. Ma fino a quel momento voglio vederti sorridere”
Fluttershy si girò verso di lui, le lacrime le rigavano il viso, ma poi sorrise e arrossì, prima di farsi aiutare a portare Rainbow Dash dentro la casa di Pinkie, per tenerlo al caldo.
Intanto, proprio mentre il serpente iniziava ad alzarsi ecco che Justhought creò un alone di energia attorno ad esso e con una potente telecinesi lo trasportò oltre i confini di Ponyville, nel mezzo della Evertree forest.
   
 
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