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Autore: Persefone3    01/03/2015    4 recensioni
Aderisco con piacere all'iniziativa. Buona Lettura!
Nuova iniziativa : 12 Months Captainswan
Raccolta mensile di fanfiction dedicate ai Captainswan.
Per ogni mese 3 elementi come prompt, ognuno potrà scegliere quale gli sembra più congeniale alla propria storia,( anche più di uno) che naturalmente dovrà contenere anche il nome del mese corrente.
Gennaio: neve,camino, pattini
Febbraio: maschera, san Valentino, Super Bowl
Marzo: donne , risveglio, altalena
Aprile: scherzo, Cioccolato, pigiama
Maggio: fiori, pick nick, barca
Giugno:Estate, ciliegie, doccia
Luglio : spiaggia,temporale, gelato
Agosto: stelle, calore, mare
Settembre:vino, viaggio, passeggiata.
Ottobre: Compleanno ( Emma), coperta, zucca
Novembre: Ringraziamento, famiglia, nebbia
Dicembre: candele, vischio, anello
Abbiamo tanta voglia di leggervi!
Ideata da CSGroup
(Alexies, Alexandra_Potter, Clohy, CSLover, Lely_1324, Manu'sPirate e Pandina.)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Marzo: Seesaw Lullaby
 
Seduta sull’altalena del parco giochi di Storybrooke, Emma strinse ancora di più a sé la piccola Ginevra. Era metà marzo e finalmente c’era stata la prima vera giornata di sole. E poi quello era davvero un giorno speciale: la piccola compiva il suo primo mese di vita. La bambina si stava stropicciando i vispi occhi blu, eredità paterna, così Emma decise di cullarla aiutandosi con il dondolio dell’altalena. Era un vero vulcano quel fagottino: nonostante fosse così piccola, era già molto vivace e aveva conquistato facilmente i cuori di tutti.

- Sapevo di trovarvi qui – disse una voce maschile sedendosi nell’altalena vicina.

Emma spostò gli occhi dalla sua bambina al suo uomo: Killian stava accarezzando la testa della sua creatura.

- Beh, possiamo dire che è qui che è cominciato tutto quasi un mese fa, proprio su queste altalene. Mi sembrava carino tornarci con lei. – disse Emma.
- Lo so. E da quel giorno io ho finalmente capito che sapore ha il Paradiso.

Killian avvicinò il suo viso a quello della Salvatrice facendo sfregare i loro nasi. Dio era incredibile quanto potesse amare quella donna e il frutto del loro amore.
Da quando Emma era andata in maternità, Killian era più sollevato: saperla in casa a riposo e non nel suo ufficio rendeva le cose più semplici. Nel pieno dell’ottavo mese di gravidanza, non poteva pretendere di lavorare agli stessi ritmi di prima. Da due mesi a questa parte la pancia era lievitata a vista d’occhio, rendendo i movimenti della Salvatrice molto più lenti e goffi. Per rendere più dolci gli impacciati risvegli, Killian aveva preso l’abitudine di farle trovare, tutte le mattine, un mazzo di fiori nel vassoio con il caffè che le portava a letto, mentre lei ancora dormiva. Lo lasciava sul comodino prima di uscire per andare a lavorare: Emma era riuscita a convincerlo a dirigere il porto non senza fatica.

- Killian, il vecchio Jim va in pensione. Ci serve qualcuno che diriga il porto.
- Perché non lo chiedete a Eric?
- Perché lui fa il pescatore e poi non è bravo quanto te …
- No Swan, non saranno le tue lusinghe a convincermi e poi io sono un pirata!
- Ma eri anche un ufficiale di marina!
- Che ha studiato su codici di secoli fa!
- E dai Tenente, fallo per me.
- Capitano! Sono sempre capitano, cara Swan!
- Ti prego, se non nominiamo un sostituto, dovrò occuparmene io finché non troviamo una soluzione. E non credo che tua figlia – disse Emma sfiorandosi la pancia – e la mia povera schiena ne saranno felici.

Killian era capitolato miseramente e da allora si recava tutte le mattine al porto: quel lavoro gli piaceva eccome. Alle 9:00, poi si incontrava con Emma da Granny per fare la seconda colazione insieme.
 
Quella mattina Emma si sentiva particolarmente rallentata nei movimenti, complice anche una notte passata in bianco. Mancavano ormai solo pochi giorni al termine della gravidanza. Non era di ottimo umore e neanche i fiori che Killian le aveva lasciato sul comodino erano riusciti a sollevarle il morale. Aveva avuto per tutta la notte delle piccole contrazioni, ma nessuna che presagisse l’apertura del parto. Si alzò con fatica ed entrò in doccia per poi prepararsi per andare da Granny.
Davanti allo specchio della toeletta, Emma si vedeva uno straccio. Aveva delle occhiaie profonde e i suoi capelli non volevano saperne di sistemarsi. Si sentiva in disordine e brutta, anche se Killian aveva cercato di convincerla in tutti i modi del contrario. E poi le tornò in mente quello che era accaduto il giorno prima proprio da Granny.  
 
Era seduta a un tavolo per pranzare e Dizy, la nuova cameriera, stava parlando con Ella.

- Accidenti quanto è carino il tipo nuovo che dirige il porto! Ella, sai chi è? – aveva esordito Dizy a un certo punto.
- Ma parli di Hook? – rispose Ella.
- Allora è così che si chiama? Quel tipo sarebbe in grado di farti resuscitare anche solo con lo sguardo!

Emma era seduta proprio dietro di loro. Non poté fare a meno di irrigidirsi alle parole di Dizy e, di tutta risposta, la piccola Ginevra, sferrò un forte calcio nella sua pancia.

- Piano piccola, - disse Emma massaggiandosi il ventre – lo so che sei gelosa di tuo padre come me, ma stai tranquilla …
- Sai che ti dico Ella, io mi butto tra le sue braccia e resto a vedere che succede! – disse Dizy
- Dizy! Ma cosa dici! Hook è impegnato con lo sceriffo Swan e aspettano un bambino!
- A maggior ragione! Avrà voglia di svagarsi prima di mettere definitivamente il guinzaglio.

Emma non riuscì a sopportare oltre le allusioni della cameriera. Si alzò rumorosamente e si rivolse a Dizy.

- Ehi tu, smettila di sbavare impunemente dietro al mio uomo, o se non riesci proprio a trattenerti, abbi almeno la decenza di assicurarti di non farlo in mia presenza. Chiaro? Ella ci vediamo in giro.

Dizy aveva taciuto immediatamente ed era diventata rossa in viso.
Quel pomeriggio Killian l’aveva trovata in lacrime nel bagno della loro casa. Emma le aveva raccontato l’inconveniente e lui non aveva potuto fare a meno di ridere, scatenando un’altra crisi di ormoni, cui era riuscito a sopravvivere solo grazie ad una dose extra di massaggi alla schiena della bionda.
Ripensare a quell’episodio non giovò all’umore di Emma, che decise di uscire per non dare tempo al suo cervello di ricamarci ancora sopra. Era arrivata davanti alla porta di Granny, quando si fermò improvvisamente. Killian era seduto al loro solito tavolo, ma non era solo. Dizy stava facendo di tutto per attirare la sua attenzione. Killian le stava sorridendo educatamente e le stava dicendo qualcosa. Emma vide la sua immagine riflessa nella vetrina della tavola calda: era brutta, stanca, le sue forme erano decisamente più burrose ed era tanto che non condivideva con il suo pirata un momento di intimità. Dizy, al contrario, era più giovane, più fresca e più disponibile. Sentì gli occhi inondarsi di lacrime. Non riuscì neanche a entrare per fare una scenata, anzi sfuriata, di gelosia. Con la velocità concessa dal suo pancione, si allontanò verso il parco giochi.
Killian guardò nervosamente l’orologio: Emma era in ritardo e la cosa cominciava a preoccuparlo. Di solito lo avvertiva sempre quando succedeva così e il fatto che non lo avesse chiamato cominciò a metterlo in ansia. Prese il cellulare e compose il numero di casa: nessuna risposta. Provò a chiamare il cellulare di Emma ma anche questa volta senza successo. E poi la sua mente fu attraversata da un pensiero: e se le era successo qualcosa e non avesse la possibilità di chiedere aiuto? Si precipitò fuori del locale con impeto. La prima cosa che vide fu il maggiolino giallo parcheggiato: almeno fin qui era arrivata, doveva capire sole dove. Lo raggiunse a grandi passi: era vuoto e lo sgomento finì di impossessarsi di lui completamente. Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato. Stava per chiamare David e affrontare una sua ramanzina sulla sua incapacità di prendersi cura di Emma, quando Killian vide la bionda seduta sull’altalena. Per un attimo sentì le gambe cedere per il sollievo. Come si fu ripreso si diresse verso la donna.

- Swan! Maledizione! Che fine hai fatto? Mi hai fatto prendere un colpo! Perché non rispondi al telefono? E perché non sei venuta da Granny?
- Non mi pare che ti stessi particolarmente preoccupando per la mia assenza, seduto a quel tavolo! - disse Emma asciugandosi le lacrime.
- Ma cosa stai dicendo? Non mi sono mai spaventato così negli ultimi centocinquant’anni!
- E questo quando? Prima, dopo o durante gli occhi dolci di Dizy? Vi ho visti! Ti stava mangiando con gli occhi e tu non ti stavi tirando indietro!
- Emma ma cosa diavolo dici? – disse Killian avvicinandosi ancora di più – lo sai che per me ci sei solo tu! Non mi sognerei mai di guardare un’altra! E poi Dizy sa perfettamente che amo solo te, la nostra bambina e la nostra famiglia.
- Non penserai che me la beva, vero? Lei è giovane, carina mentre io … beh guardami! Non entro più nei vestiti, sono sempre stanca e mi sento un catorcio!
- Emma calmati! Questi sono gli ormoni che parlano! Sei sempre bellissima, te lo vuoi mettere in testa una buona volta? Ammetto che mi manchi, ma è solo te che voglio! Che me ne faccio di una brutta copia dell’originale?

Killian le accarezzo la testa cercando di calmarla ulteriormente, di solito funzionava sempre.

- Vattene via! Torna a divertirti con la tua nuova e giovane amica!
- Emma sii ragionevole! Facciamo così, ti aspetto alla macchina. Quando ti senti più tranquilla, mi raggiungi lì.

Killian si girò per dirigersi verso il maggiolino nello stesso momento in cui Emma si alzò dall’altalena. Non appena fu in piedi, la donna capì subito che qualcosa non andava in lei. Sentì una contrazione particolarmente forte e poi si ritrovò i pantaloni completamente bagnati. Era alla sua seconda gravidanza e sapeva bene cosa ciò volesse dire: rottura delle acque e travaglio imminente. Alzò la testa in direzione del pirata e pronunciò il suo nome.   

- Killian!

Come il pirata si sentì chiamare, si voltò di scatto. Vide la paura e l’ansia sul volto di Emma e i suoi jeans bagnati. Corse immediatamente verso di lei.

- Tesoro, che succede? – disse prendendola tra le braccia.
- Mi si sono rotte le acque e comincio ad avere le contrazioni.

La donna si aggrappò alle braccia dell’uomo, il dolore cominciava a farsi insopportabile. Aveva dimenticato quanto erano dolorose le doglie.

- Amore, andrà tutto bene, ce la fai ad arrivare al maggiolino? Così posso chiamare tuo padre per andare in ospedale.

E poi accadde tutto molto velocemente: David che si fiondò fuori da Granny non appena ricevette la telefonata di Hook; la corsa in ospedale con Mary Margaret e Henry; la gioia che era esplosa nel cuore dei neo-genitori al primo vagito della piccola Ginevra; l’incontro tra la piccola e il resto della famiglia che era nella sala d’attesa; la spossatezza dopo la grande fatica; la notte passata in ospedale nel letto di Emma, abbracciati, mentre si asciugavano a vicenda le lacrime di gioia; il ritorno a casa; la prima notte passata tutti insieme sotto lo stesso tetto; il ritorno delle appassionate carezze che erano mancate negli ultimi mesi.
Quando Emma fu certa che la bambina stesse dormendo, frenò con i piedi il dondolio dell’altalena. Killian non aveva staccato un momento gli occhi da loro due, come se fosse in trance. Quante notti lo aveva sorpreso a fissare, incantato, la culla della piccola e aveva sentito chiaramente la mano dell’uomo stringere la sua ancora più forte, come per accertarsi che fosse reale e non un’illusione. Da tempo, ormai, si era incondizionatamente arresa all’amore che provava per lui. Era stata una delle decisioni più sensate che aveva preso negli ultimi anni. Il filo dei suoi pensieri fu interrotto dall’improvviso vento che si era alzato.

- È meglio che torni a casa ora che il sole è calato. Non vorrei che la piccola prendesse troppo freddo. Ci raggiungi più tardi? Tua figlia si è talmente abituata a fare la poppata serale con te, che il biberon da me non lo vuole neanche per sbaglio.

Killian guardò l’orologio da polso. Se una sera staccava un po’ prima non avrebbero demolito il porto, a meno che Pisolo non fosse rimasto da solo con la gru.

- Amore, vengo a casa con voi. Ho troppa voglia di stare con le mie donne e con Henry.

Emma sorrise: anche se ora c’era Ginevra, Killian non aveva smesso di occuparsi di Henry neanche per un momento.

- Dai a me la piccola, tanto poi devi guidare e così ti riposi anche un po’ la schiena.

Emma tolse la copertina dal marsupio in cui Ginevra dormiva. Prese la bambina dal marsupio, la cullò un po’ per assicurarsi che continuasse a dormire, la avvolse nella copertina e la diede al pirata. Killian la prese con delicatezza e la sistemò in modo tale che la bimba fosse al caldo e protetta tra le sue braccia.

- La prima volta che me l’hai messa in braccio, ho avuto paura di non poterla stringere. Invece tu hai insistito e me l’hai affidata come se non avessi un uncino al posto di una mano. Ti devo ringraziare per questo Swan. Non riuscirò mai ad abituarmi alla grande emozione che provo quando la tengo. E senza di te non avrei mai saputo cosa volesse dire tutto questo. Grazie, per avermi permesso di essere un uomo migliore.
 
 
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE:
Et  voilà la shot che ha come tema Marzo. Spero di essere riuscita a usare i tre prompt nel modo corretto. Che dire, non vedo l’ora di buttarmi a capofitto in questa benedettissima 4b, la cui piega darkettona, per inciso, mi sta incuriosendo assai. Come promesso, sono tornata normale, più o meno. Come dite? Più meno che più? … Ehm sì, la normalità mi riesce davvero difficile a volte, ma che volete farci sono fatta così. Se mi hanno affogato nello zucchero quando era piccola? Nello zucchero non lo so per certo, ma annego nella cioccolata al latte da sempre, vale lo stesso? Lasciatemi ringraziare ancora chi ha speso così tante belle parole per la shot di Febbraio e permettetemi di ringraziare tutti per gli auguri che mi sono stati fatti. Grazie anche a te, che hai avuto la pazienza di leggere fin qui (;D), a chi ha inserito la storia nelle varie categoria e anche a chi legge silenzioso,  al prossimo mese.
Un abbraccio caloroso
Persefone   
  
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