Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Vanilla_91    01/03/2015    7 recensioni
Potrebbe essere il solito cliché, ma di scontato e ripetitivo non c'è nulla quando si parla di lui, InuYasha Von Taisho.
Poco più di vent'anni e una vita perfetta: una famiglia solida e benestante, un gruppo di amici, quelli di sempre, con cui condividere ogni esperienza e una ragazza popolare, che sembra essere uscita da uno di quei film per teenager americani che InuYasha tanto detesta.
Anche la natura è stata generosa con InuYasha, che da più di un anno è diventato l'idolo di centinaia di ragazze, grazie alla sua carriera di modello.
La vita di Kagome è diametralmente opposta. La sua famiglia cade a pezzi, può contare sul sostegno della sua unica vera amica, ma non ha tempo per l'amore.
InuYasha sogna la fama, il successo, la gloria, l'unica cosa che Kagome desidera dalla vita è un attimo di tranquillità.
Perchè due destini così diversi dovrebbero mai incrociarsi?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Kikyo, Miroku, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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La vita era stata estremamente generosa con lui e non aveva mai provato vergogna nell'ammetterlo.

Quella sensazione d'orgoglio smisurato che provava per il suo mondo perfetto si acuì quando i suoi occhi si posarono sulla figura slanciata della sua fidanzata.

Stava con Kikyo da ormai due anni e lei era la compagna perfetta, ne era sicuro.

Era un po' gelosa, ma riusciva facilmente a comprenderla visto il tipo di vita che conduceva.

Il ticchettio pesante della vecchia sveglia, posta sul comodino alla sua destra, lo portò a spostare lo sguardo.

Era notte fonda, ma lui non riusciva a dormire. Qualcosa lo inquietava, una sensazione strisciante e appena accennata,ma che portava i nervi a tendersi.

Sbuffò, spazientito dai suoi stessi pensieri.

Il giorno successivo sarebbe stato faticoso, la conferenza stampa alla quale doveva partecipare era molto importante.

Si rigirò nel letto, cinse la vita della fidanzata e attirò quel corpo caldo e perfetto più vicino al suo, nella speranza di ritrovare un po' di quiete e cedere al sonno.

Non funzionò, l'indomani mattina sarebbe arrivato lento, dopo una notte resa inquieta da mille pensieri.

 

 

 

 

-Dici davvero, Kagome? Sapessi come ti invidio.-esordì Sango, entusiasta.

-Invidiarmi? Tu devi avere qualche rotella fuori posto, amica mia.-

-Su, Ka-chan, sai perfettamente cosa intendo. Avrai la possibilità di incontrare InuYasha Von Taisho. È l'idolo del momento.-

-Sai che non ho tempo da perdere dietro a queste cose.- replicò, sostenuta.

Sango la fissò, accigliata e divertita al tempo stesso.

-Ma non eri tu che fino a pochi giorni fa lo lodavi e veneravi?-

Kagome arrossì, colta in fallo.

-V..veneravo? Io non venero nessuno!-

-Oh, si vede che è un ragazzo gentile. Uno dei pochi a cui la notorietà non ha dato alla testa. E poi è sempre così gentile con le sue fan.- la imitò, con tono isterico, l'amica.

-Sì, è vero, lo apprezzo come persona e non si può negare che sia un bellissimo ragazzo, ma questo non significa che andrò in delirio ogni volta che sento il suo nome.-

-Non si tratta di questo,ma pensa che avrai la possibilità di incontrarlo questa sera.-

-No, Sango, il fatto che la sua conferenza stampa si tenga proprio nell'hotel dove lavoro non significa nulla. Mentre lui sarà vestito con i suoi abiti migliori e intento a sorridere a questa o a quella telecamera, io sarò affaccendata a rassettare camere.- borbottò.

Aveva 19 anni e non si vergognava del suo lavoro. I soldi che guadagnava le servivano per la sua famiglia e per realizzare il suo sogno di iscriversi all'università.

Trovare un'occupazione non era stato semplice per una ragazza senza alcuna esperienza o referenza, ma alla fine, gentilmente, il direttore del hotel, l'aveva assunta come cameriera.

Era faticoso. L'ambiente di lavoro era competitivo e stressante. Il direttore pretendeva la perfezione e non le era lasciato nessun margine d'errore.

Tuttavia, era grata per quel lavoro, anche perché le permetteva di trascorrere non poche ore lontana da casa.

Posò l'occhio sul suo vecchio orologio da polso e una smorfia corrucciata le si disegnò in volto.

-Devo andare, il direttore ci ha chiesto di arrivare a lavoro con qualche ora d'anticipo per organizzarci al meglio. Vuole che tutto sia perfetto.- dichiarò, lasciando qualche yen sul tavolo per pagare la loro consumazione.

-Non conosco questo tipo, m direi che mi sta già antipatico. Il solo modo in cui ne parli è sufficiente a farmi rabbrividire, Kagome.- dichiarò Sango, seria.

-Non ti sbagli, amica mia. Il signor Naraku è un uomo che dà i brividi. È sempre così serio, preciso, autoritario. Per lui esiste solo la perfezione, sbagliare è da stupidi, da inefficienti quindi non è ammesso.-sussurrò, pensierosa.

Scambiò qualche altra parola con Sango, prima di congedarsi.

 

 

Corse lungo le vie di Tokyo, fortunatamente l'albergo non era lontano, appena a pochi isolati di distanza.

Entrò dall'entrata posteriore, come sempre. Il Mandarin Oriental Hotel era il più lussuoso di tutta la capitale. Conosciuto per l'élite che lo frequentava, per il buon nome del suo direttore e per la serietà del suo personale.

Gli ambienti erano ricercati, curati nei minimi dettagli dai più rinomati stilyst per interni. Il marmo levigato donava ampia luce alla hall, i preziosi lampadari creavano con il loro bagliore un'atmosfera confortevole e gli arredi di classe conferivano personalità ed eleganza ad ogni ambiente, concordando il tutto in un perfetto e delicato equilibrio.

La palestra, il centro benessere, le ampie sale, le numerose piscine, i campi da golf e tanto altro offrivano ogni genere di svago agli ospiti; Ma la cosa che maggiormente Kagome adorava, era la spettacolare vista che offrivano le suite situate agli ultimi piani.

Le ampie vetrate si aprivano su Tokyo, incorniciando quella magnifica e frenetica città e sullo sfondo il monte Fuji faceva la sua maestosa figura.

Si recò in fretta,nonostante fosse in netto anticipo, nelle camere riservate al personale. Si cambiò,

indossando la sua uniforme blu.

A differenza di altri alberghi della capitale che proponevano divise più anonime, il direttore aveva scelto per il personale di servizio uniformi classiche.

Le donne di servizio, tutte giovani e di bella presenza,indossavano un abito blu, con la gonna leggermente svasata. La gonna, per parere di Kagome, era corta, non troppo da risultare volgare, ma sicuramente sufficiente ad attirare gli sguardi di alcuni uomini.

Sistemò i capelli in una coda alta, in modo che non le creassero disturbo e attese l'arrivo degli altri colleghi.

Quando giunse il responsabile del personale, il signor Hamamura, si disposero tutti di fronte a lui, per l'assegnazione dei compiti.

-Noto con piacere che siete tutti presenti. Oggi, signori, il lavoro sarà diverso. La conferenza stampa che ospiteremo è molto importante, ma non per questo gli altri ospiti del nostro complesso devono sentirsi trascurati o mal serviti. Il nostro buon nome ne risentirebbe e noi non vogliamo questo. A tal proposito sarete divisi in gruppi di lavoro attentamente studiati, affinchè tutto si svolga in un clima di serenità e senza intoppi.

Le vostre incombenze sono dettagliatamente descritte nei prospetti, per qualsiasi chiarimento, resto a vostra disposizione. Fate del vostro meglio, signori.- dichiarò, prima di congedarsi.

Un foglio con le direttive e le mansioni ben specificate venne consegnato ad ogni membro dello staff e Kagome tirò un sospiro di sollievo quando apprese che a lei sarebbero toccati i piani intermedi.

Non avrebbe avuto nulla a che fare con il disordine della conferenza e neanche con i clienti più facoltosi, di solito i più arroganti.

Sentì, accanto a sé, Ayame, sospirare pesantemente.

-Cosa succede?- le domandò.

-Mi toccano i piani superiori e oggi ho la testa altrove.-le rispose la ragazza.

Ayame aveva all'incirca la sua età, ed era una delle poche ragazze con cui era riuscita a socializzare. Aveva sempre mostrato un carattere allegro, ma da quando al suo compagno avevano diagnosticato una terribile malattia, il suo viso appariva scavato e tirato.

-C'è qualcosa che posso fare?-

-No,ti ringrazio, Kagome, sei sempre molto gentile.- sussurrò, sforzandosi di sorridere. -Questo lavoro mi serve, ora più che mai, ma conciliare tutto è un gran casino. Koga ha cominciato le terapie, ma rifiuta di restare in ospedale e questo mi costringe a fare avanti e indietro. In più temo di non riuscire ad assisterlo nel migliore dei modi. È sempre stato un uomo forte, ma quello che gli sta accadendo l'ha cambiato. C'è molta tensione tra di noi e ho sempre paura di sbagliare,di dire qualcosa che potrebbe ferirlo.- sospirò.

-Mi spiace molto, Ayame. Purtroppo riesco a capire perfettamente la situazione che stai vivendo.

Porta pazienza, sono sicura che i medici riusciranno ad aiutarlo e le cose andranno meglio.

Dopo la tempesta, c'è sempre il sereno.- la rincuorò.

-Grazie, Kagome, sei una bella persona. Ora sarà meglio metterci a lavoro, altrimenti grande capo ci sbatterà fuori.- scherzò, facendo sorridere l'amica.

 

Fu un pomeriggio faticoso. La presenza di InuYasha Von Taisho aveva portato ad un picco delle prenotazioni, le fan avevano circondato l'hotel nella speranza anche solo di incrociarlo e i giornalisti avevano riempito la sala d'ingresso.

Kagome svolse i suoi compiti con solerzia, controllando più volte che tutto fosse perfetto e solo allora raggiunse nuovamente i piani inferiori, riservati al personale, per concedersi qualche minuto di meritato riposo.

Si accomodò su una delle sedie, sorseggiando un thè caldo. Si guardò intorno, ma di Ayame non c'era traccia e la cosa la preoccupò.

Quando la rossa entrò nella stanza, trafelata, la sua agitazione si acuì.

-Ayame, cosa succede?- le domandò, andandole in contro.

-Kagome, sono nei pasticci.- balbettò l'altra, guardandosi freneticamente intorno.

-Calmati e dimmi cosa ti è successo!-

-Stavo rassettando la camera di Von Taisho, ma avevo la testa altrove. Quando il facchino ha consegnato la sua valigia mi è stato raccomandato di riporre gli abiti nell'armadio. Ce n'erano alcuni da donna, tra cui uno bellissimo interamente di seta. Ti giuro che non l'ho provato, ho semplicemente immaginato di indossarlo guardandomi allo specchio, ma mentre mi voltavo per posarlo sono inciampata nella stoffa, strappandola.- sussurrò, disperata.

Lacrime di agitazione e paura le rigarono il viso pallido.

-Sapevo che sarebbe stato meglio non venire oggi, ma i soldi mi servono. Mi licenzieranno e Koga morirà perché non potremo più permetterci le cure.- latrò, disperata.

Kagome avvertì una profonda pena per l'amica. Sapeva che la sua idea l'avrebbe messa nei casini, ma non riuscì a tacere.

-Calmati, Ayame, possiamo tentare di aggiustare le cose.-

-No, Kagome, non c'è più nulla che si possa fare.-

-Invece sì.- esclamò risoluta, costringendo l'amica a risollevare il volto. -Dimmi, lo strappo è molto accentuato?- si informò.

-Non molto, lo strascico non è di seta.-

-Bene, questo ci aiuterà e renderà il tutto meno evidente!-

-Che cosa pensi di fare?-

-Namida, una delle addette alla sartoria, ci aiuterà, o almeno spero. È sola con tre bambini, qualche soldo in più le farà comodo. Dobbiamo solo sperare che possa provvedere a tutto subito perché ormai manca poco al termine della riunione.-

-E' un'idea folle.- piagnucolò la rossa.

-Lo so,ma è l'unica cosa che può salvarci.- sospirò. -Dovrai tenere d'occhio il signor Von Taisho, mentre io mi occuperò di portare l'abito dalla sarta e poi nella camera che hanno prenotato. Con l'aiuto dei Kami riusciremo a toglierci da questo pasticcio.-

 

 

 

La conferenza stampa era andata meravigliosamente e Miroku, il suo agente, non aveva smesso neanche per un attimo di complimentarsi con lui. Le domande dei giornalisti, come sempre, erano state mirate, invadenti, volte a scavare nel suo presente e nel suo passato, ma lui era riuscito a gestirle con facilità e mantenendo il sorriso.

Una pioggia di nuove offerte lo aveva colto impreparato, ma aveva lasciato che fosse Miroku ad occuparsene. Gestiva i suoi affari egregiamente e l'amicizia che li univa, lo portava a fidarsi completamente di lui.

La presenza di Kikyo lo rilassò.

-Tesoro, devo ammettere che questo hotel è fantastico. Migliore di tutti quelli in cui abbiamo soggiornato finora.- constatò, guardandosi intorno.

-Sì, è vero.- asserì, tentando di chiudere il discorso.

Non era mai stato un uomo di molte parole. Aveva temuto che quel lato scostante del suo carattere avesse potuto intralciare la sua carriera, ma al contrario le sue fans impazzivano per quello che definivano un uomo misterioso e altero.

-Sono curiosissima di vedere la nostra suite.- esclamò, allegra la donna.

-E io di testarla.- replicò, il ragazzo, malizioso, cingendo la vita della propria compagna.

 

 

Kagome stentava a credere che tutto fosse filato liscio. Namida aveva preteso una cifra assurda, ma lei non aveva potuto rifiutare. Il danno, fortunatamente, era di piccola entità e la riparazione praticamente invisibile ad occhio nudo.

Con il pass consegnatole da Ayame entrò silenziosamente nell'elegante camera e in fretta ripose il prezioso abito nella spaziosa cabina armadio.

Diede un'occhiata intorno, per assicurarsi che tutto fosse perfetto, nel timore che l'amica, presa dall'agitazione, avesse potuto dimenticare qualcosa.

Era pronta ad uscire, quando sentì la scheda per l'apertura strisciare nell'apposito supporto e la porta spalancarsi.

Il cuore le balzò in petto e commettendo il più grande dei suoi errori corse a ripararsi in bagno.

 

 

InuYasha non diede il tempo alla sua compagna di guardarsi intorno. Le loro labbra erano già incollate e le sue mani la stavano spogliando, impazienti, vogliose.

Kikyo gemette quando le dita dell'uomo si chiusero sulla rotondità del suo seno, ma ridacchiando l'allontanò da sé.

-InuYasha,non essere frettoloso. Abbiamo tempo per questo, ma prima ho fame.-

-Cosa? Vuoi mangiare, ora? Non potresti farlo dopo? Io ho fame di te.- si lamentò, infastidito.

-Nulla da fare. Questo posto mi affascina e ho intenzione di vederlo tutto visto che domani mattina dovremo andare via.-

-E questo che significa?-

-Che adesso tu andrai a farti una doccia, mentre io me ne andrò un po' in giro. Visiterò il centro benessere,quindi tu fa con comodo. Ah, dimenticavo, ho già prenotato un tavolo per noi due.-

-Ma, Kikyo..- tentò,di ribellarsi lui.

-Niente ma, quando torneremo stasera avrai ciò che vuoi. Nel frattempo, tesoro mio, pensa a come sarà bello.- gli sussurrò, maliziosa, prima di scoccargli un sonoro bacio e andare via.

-Vedi un po' tu questa.-si lamentò il ragazzo.

Si guardò in giro e la tentazione di chiamare una delle tante amichette di Miroku fu forte, ma decise di lasciar perdere.

Seppur ogni tanto si concedeva una discreta avventura, non voleva rovinare le cose con Kikyo.

Si spogliò, lasciando cadere gli indumenti sul pavimento della camera. E con solo i boxer addosso si recò verso il bagno, deciso a concedersi un idromassaggio rilassante.

Spalancò la porta, ma sobbalzò quando si trovò di fronte una delle donne del personale.

-E tu chi cazzo saresti? Che ci fai nascosta nel mio bagno?- sibilò.

 

 

Kagome sentì le gambe tremare, udendo il tono nervoso di quella voce. Si era messa in un grosso guaio, un gigantesco guaio.

Fissò l'uomo che aveva davanti e arrossì per lo spettacolo che lui le stava offrendo.

L'aveva visto su numerose copertine e tabelloni pubblicitari, ma da vicino la sua bellezza era ancor più disarmante. I capelli neri erano corti e volutamente spettinati. I tratti del volto magnetici, lineari e virili. Gli occhi,scuri come la notte, profondi e intensi. E le labbra, carnose e tremendamente sensuali. La carnagione olivastra, forse frutto di qualche abbronzante, rendeva più esotica la sua amenità.

Era alto, con un corpo perfettamente proporzionato. Le spalle ampie, le braccia muscolose e erculee, con bicipiti arrotondati. Il petto glabro era disegnato da una serie perfetta di addominali.

Sì, la carriera di modello era quella che maggiormente avrebbe potuto valorizzare il suo aspetto estetico.

-Io..ecco..posso spiegarle, signor Von Taisho.- sussurrò.

 

NOTE DELL'AUTRICE:
Salve :D
Sì, sono qui con un nuovo prologo, ma prima che mi prendiatea bastonate premetto che sarà davvero molto breve quindi non interferirà in nessun modo con le altre che ho in corso..e poi almeno due posso considerarle già concluse :)
Questa pazzia ronzava da un pò nel mio cervello e alla fine, come accade sempre, ho deciso di cedere alla tentazione..non ho resistito!
Ringrazio tutti voi che siete giunti a leggere fin qui e sarei davvero felice di conoscere il vostro parere, visto che ultimamente siete diventati molto silenziosi xD
Un bacio a tutti voi e buona domenica:D
P.S. Lascio il link del nostro gruppo per chi avesse voglia di aggregarsi: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/

   
 
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