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Autore: Layla    01/03/2015    1 recensioni
Jack guarda tutto quel ben di Dio con la bava alla bocca, credo che ormai si sia dimenticato completamente la gomitata.
Si getta sul cibo e mangia come un maiale, mio fratello mi lancia un’occhiata che significa: “Sei davvero certa di volerlo sposare?”, io annuisco con vigore.
Non mi importa niente del fatto che mangi come un maiale, lo voglio sposare con tutta me stessa.

I personaggi sono quelli di "Just around the corner", ma credo si possa leggere anche senza aver letto la storia precedente.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jack Barakat, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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It takes a fool to remain sane.

Io mi sposo.
Già questo suona strano alle mie orecchie. Avevo perso le speranze che qualcuno mi sposasse quando Jimmy è morto, ma da quando Jack è nella mia vita le sorprese sono aumentate in modo esponenziale.
Io sono Wendy O’Connor e sono una semplice tatuatrice, non avrei mai immaginato di essere  la prima ragazza per cui Jack Barakat si fosse preso una cotta e l’ultima.
Sì, esatto. Quella che ha fatto il miracolo di convincerlo che il matrimonio non fosse così terribile e che fosse un percorso che si potesse affrontare insieme. Adesso sono dall’impareggiabile Kaori e sto provando il mio abito da sposa. Come Holly ho scelto un abito con del nero.
Il mio ha una sola spallina nera, dei disegni floreali neri sul coperto, una gonna larga bianca e nera con un leggero strascico, la parte nera è sostenuta elegantemente da dei fiori bianchi.
È bellissimo e il matrimonio non è stato organizzato da May. Mia sorella ha urlato, ha bestemmiato, è stata trattenuta da Jordan per evitare che mi picchiasse, ma poi ho dovuto rassegnarsi all’inevitabile: il mio matrimonio non sarebbe stato organizzato da lei.
Io e Jack ci diremo di sì sulla spiaggia, in modo semplice, circondati dai suoi parenti e dalle band. Verranno i Pierce The Veil, i We Are The In Crowd, i Paramore, i Tonight Alive, gli You Me & Six, i Bring Me The Horizon, i blink, Gli Of Mice And Men, gli Sleeping with Sirens e i 5 Seconds of Summer.
Non conosco tutti i componenti di queste bands, ma non possono essere peggio dei miei parenti, in quanto ai parenti di Jack i suoi si sono rassegnati al fatto che lui sposerà una ragazza del ghetto.
Due settimane fa siamo volati a Baltimora per una cena con la sua famiglia, suo fratello e sua sorella mi hanno trattato abbastanza bene. Lei in particolare mi ha riempito di complimenti ironici su come sia riuscita a far mettere la testa a posto a Jacky.
In quanto ai suoi genitori sono stati freddi, ma gentili. Alla fine della cena sua madre mi ha preso in disparte e mi ha guardata negli occhi.
“Se devo essere onesta non sono ancora convinta che Jack faccia bene a sposare una ragazza con delle origini come le tue, ma lui sembra felice.
Hai lo strano potere di farlo felice e finché lui è felice, io sono felice. Vedi di non farlo soffrire e di non fare cose disoneste.”
“Io non faccio cose disoneste, il mio negozio di tatuaggi mi rende abbastanza.”
Avevo risposto piccata, lei aveva sorriso tirata.
“Va bene, allora limitati a farlo felice.”
Io avevo annuito, era quello più vicino a un benvenuto in famiglia che ci potesse essere. Sono stanca che le mie origini pregiudichino quello che sono, ecco perché mi sono trasferita qui. Qui sono solo la ragazza che viene da Baltimora.
“Wendy?”
La voce gentile dell’asiatica mi riscuote dai miei pensieri.
“Sì?”
“Cosa te ne pare del vestito?”
Io mi guardo nel grande specchio dell’atelier e vedo una ragazza dai capelli di un azzurro pallido che sfuma in un violetto che mi sorride un po’titubante. Il sorriso non è reso più largo dai piercing quasi sulle guance.
“Non ti piace il vestito?”
“No, è assolutamente perfetto. Sono io che non sono abituata a vedermi con dei vestiti del genere. Tutto qui.”
La sarta mi sorride comprensiva.
“Non ti devi preoccupare. Le spose devono essere belle nel giorno del matrimonio, come boccioli di sakura, ci si sposa una volta sola.”
Io annuisco, non riesco a immaginarmi con qualcuno diverso da Jack.
Mi tolgo il vestito aiutata da Holly e Kaori lo ripone via accuratamente, per far sì che il suo prezioso lavoro non si sciupi.
“Ci vediamo la settimana prossima.”
Io annuisco.
“Il tuo matrimonio va bene?”
Chiede gentilmente a Holly.
“Sì, va benissimo.”
Lei sorride e noi usciamo dall’atelier, arrivate  a casa ci faremo un bel the, poi io aspetterò il ritorno di Jack, oggi ho chiuso il negozio.
Attraverso il caos di Los Angeles e parcheggio finalmente nel garage, apro la porta che da lì porta alla cucina e seduta su una delle sedie trovo May sul piede di guerra.
“Ciao, May.”
“Ciao. Come sono andate le prove?”
“Oh, bene.”
“Senti, non vuoi che ti organizzi il matrimonio in chiesa ed è ok, ma lasciami organizzare almeno il ricevimento, addobbare la casa, etc.”
Io guardo mia cugina.
“Va bene, te lo concedo. Basta solo che non stressi troppo me e Jack, ti lascio carta bianca.”
Lei mi guarda per un attimo torva, poi annuisce.
“Davvero non vuoi partecipare di più all’organizzazione?”
“No, ho visto come è andata con Holly e Alex.
Troppo stress.”
“Sta bene, adesso vado.
Ciao.”
Io e Holly ci beviamo il sospirato the in silenzio, mi dispiace che May ci sia rimasta male, ma penso che la sincerità sia la politica migliore.
“Pensi che si sia offesa?”
“No, non credo.”
“Lo spero, vorrei vedere ancora Andy.”
Le appoggia la sua tazza sul tavolo.
“A proposito di Andy, tuo fratello verrà al matrimonio?”
Andrew è anche il nome di mio fratello, non solo di mio nipote.
“Sì, mi ha detto di sì. Ha detto che ha anche una sorpresa per me. Chissà cosa ha in mente, spero niente di pericoloso.”
Holly mi sorride rassicurante.
“Sono sicura che non sarà nulla di pericoloso. Adesso però devo andare, grazie del the.”
Mi lascia da sola nella grande casa, io mi fumo una sigaretta e poi mi butto a peso morto sul divano, decisa a godermi la giornata di riposo.
Solo quando Jack arriva a casa mi alzo dal divano e lo ringrazio per essere passato dal cinese e aver comprato la cena, oggi non avevo voglia di cucinare.
“Grazie mille, amore.
Oggi non avevo voglia di cucinare!”
Lui ridacchia.
“L’avevo intuito, oggi hai provato l’abito da sposa.”
“Già. Senti, ho permesso a May di organizzare il ricevimento, pranzo qui a casa. Ho fatto male?”
Lui si gratta il mento con un’ombra di barba.
“No, hai fatto bene. Io non ho nulla in contrario, spero solo che non sia stressante.”
“Le ho dato carta bianca.”
Lui sorride.
“E allora va bene.”
Si avvicina a me e mi bacia. Sì, va tutto bene.
Non c’è nulla di cui preoccuparsi.

 
Due giorni prima del matrimonio, mentre sono impegnatissima a controllare il menù con May prima di dare l’ok al catering, qualcuno suona al campanello.
“Vado io, tu controlla il menù.”
Sento la voce di mia sorella e una voce maschile, incuriosita lascio perdere quello che sto facendo e vedo mio fratello sulla porta. Urlando come una matta gli salto in braccio e lo stringo forte.
“Brutto stronzo, potevi dirmi che saresti tornato! Ti sarei venuta a prendere all’aeroporto!”
Lui ride.
“Volevo farti una sorpresa, ma non sarà l’unica.”
Io lo guardo curiosa, ha una luce gioiosa che danza negli occhi azzurri.
“Ho mollato l’esercito, ho abbastanza soldi per mettere su il ristorante che volevo.”
Lo abbraccio di nuovo, ululando di gioia. Niente più preoccupazioni o paura di ricevere una chiamata in piena notte che mi avvisava che il soldato Andrew O’Connor è caduto in azione.
Quando mi stacco da lui, noto che dietro di lui c’è una figuretta: una bambina di al massimo dieci anni dalla pelle abbronzata e grandi occhi verdi.
“E questa bambina chi è?”
“Oh, l’ho adottata. I suoi sono morti per un bombardamento e ha iniziato a girare intorno al nostro accampamento così mi sono informato su cosa si potesse fare per lei. L’ho tenuta in affidamento per un po’, poi finalmente mi hanno permesso di adottarla, sono molto rilassati su queste cose laggiù, gli orfanotrofi traboccano di bambini.”
Io le sorrido, lei mi restituisce un sorriso incerto. Io mi abbasso alla sua altezza.
“Io sono Wendy, la sorella di Andrew. Come ti chiami?”
“Amina.”
Mi risponde con una voce timida, poi si guarda intorno curiosa.
May si avvicina con un bel sorriso stampato in faccia.
“Io sono May, la sorellina di Andrew.”
“E quell’uomo chi è?”
Indica timidamente il tizio del catering.
“Oh, lui è un signore con cui sto concordando cosa mangiare al mio matrimonio. Mi sposo tra due giorni, lo sai?”
Guardo May, lo strascico del mio vestito è un problema perché rischia di sporcarsi in spiaggia, ma se Amina mi facesse da damigella… May capisce al volo e annuisce in modo impercettibile.
“Tanti auguri, devi dipingerti le mani però.”
“Lo farò.”
“Non con quelle cose, però.”
Indica i miei tatuaggi, io ridacchio.
“No, no. Ti piacerebbe essere la mia damigella? Potresti tenere lo strascico del mio vestito.”
I suoi occhi si illuminano.
“Sì, ma solo se mi lasci dipingere le tue mani.”
“Va bene.”
Mi alzo in piedi.
“Avete già una sistemazione?”
“No, per ora no.”
“Allora starete qui, non vi preoccupate, Jack è abituato alle invasioni dei miei parenti.
May, dà loro una mano e io finisco qui.”
Mia sorella annuisce e io rivolgo di nuovo la mia attenzione all’uomo del catering, un’ora dopo abbiamo finito e io mi siedo sul divano massaggiandomi la testa, Andrew mi raggiunge.
“Come ci si sente a sposarsi?”
“Strani, ma in senso positivo. Come ci si sente a essere padre.”
“Bene.”
“Dov’è la piccola?”
“Dorme, non è abituata a voli del genere.”
Chiacchieriamo ancora un po’ fino all’arrivo di Jack, lui e mio fratello si salutano e io scatto in piedi come se il divano mi avesse dato la scossa.
“Non ho preparato niente da mangiare!”
“Ho preso due pizze giganti, dovrebbero bastare per tre.”
“Quattro.”
Lo correggo automaticamente io.
“Sei incinta, Wen?”
“No, vedrai presto.”
Jack mette i cartoni delle pizze sul tavolo e mio fratello sale al piano di sopra per tornare con Amina. Lei guarda curiosa Jack, i suoi occhi saettano dalla sua faccia ai suoi capelli.
“Lui è Jack, il mio futuro marito.”
“Io sono Amina, ciao. Papà Andrew mi ha adottato.”
“Oh, piacere di conoscerti.”
Ci sediamo a tavola e iniziamo a mangiare, Amina gradisce molto la pizza, fa concorrenza a Jack per l’appetito con cui la mangia.
Finita la cena lei e Andrew vanno a letto, io e Jack ci sdraiamo sul divano.
“Altra invasione in corso?”
Mi chiede divertito.
“Sarà breve, deve trovare una casa per lui e per la figlia e “Future Hearts” come va?”
“Benissimo, anche se mi dispiace partire subito dopo il matrimonio e lasciarti da sola.”
“Chi ti dice che sarò da sola? Ho parlato con Holly e Bryan, possono trovare un sostituto temporaneo.”
“Cosa stai cercando di dirmi?”
Mi chiede con gli occhi che brillano.
“Doveva essere una sorpresa, ma ormai… Verrò in tour con voi!”
Lui mi abbraccia e mi bacia.
“Amore, è bellissimo! Sono felicissimo, non vedo l’ora di sposarti!”
Io sorrido, anche io penso la stessa cosa: non vedo l’ora di avere la mia fede al dito.
Chiacchieriamo un po’, poi finiamo per addormentarci sul divano e venire svegliati da Amina la mattina dopo.
“Papà ha fatto la colazione.”
“Se voglio mangiarla? Non mi perderei una colazione preparata da mio fratello per niente al mondo!”
Do una gomitata a Jack che grugnisce e si massaggia una costola.
“Jack, sveglia! Andrew ci ha fatto la colazione!”
“Spero che da sposati non mi rifilerai più certe gomitate, sono fatto di ossa anche io.”
Io gli massaggio il petto.
“Scusa, Jack! Solo che la colazione preparata da mio fratello è davvero buona!”
Ci alziamo dal divano e lo raggiungiamo nella grande cucina di villa Barakat, sul tavolo ci sono waffles, muffins, pancakes e una torta.
“A che ora ti sei svegliato?”
“Alle cinque, ho problemi con il jet-lag e ho deciso di utilizzarli in modo produttivo.”
Jack guarda tutto quel ben di Dio con la bava alla bocca, credo che ormai si sia dimenticato completamente la gomitata.
Si getta sul cibo e mangia come un maiale, mio fratello mi lancia un’occhiata che significa: “Sei davvero certa di volerlo sposare?”, io annuisco con vigore.
Non mi importa niente del fatto che mangi come un maiale, lo voglio sposare con tutta me stessa.

 

E alla fine il giorno è arrivato. 
Amina mi ha dipinto le mani con l'henne come promesso e sono uscite benissimo. Me le guardo nervosamente.
Adesso sono sola in casa con Andrew e conto i minuti che mi separano dall’uscire dalla porta e andare finalmente in spiaggia. Ieri mio fratello ha conosciuto l’altro Andrew ed è andato in brodo di giuggiole, non finiva più di spupazzarselo, anche Amina è rimasta entusiasta del suo neo acquisito nipote.
“Va tutto bene, Wen?”
Mi chiede mio fratello.
“Sì, solo non vedo l’ora di essere in spiaggia a sposarlo.”
“Lo ami proprio.”
“Più della mia vita. Lo so che può sembrare un coglione, ma a volte serve un’idiota per rimanere sani.”
“Oddio, se citi i testi dei The Ark sei proprio innamorata persa.”
Ride lui.
“Sì, Cristo. Non vedo l’ora che quella dannata lancetta raggiunga l’ora giusta, e tu?”
“Io? Sono appena arrivato a Los Angeles.”
“Sì, ma c’è qualcuno che ti interessa, te lo leggo in faccia.”
“C’era una ragazza marine che mi interessava parecchio, ma è caduta in azione. Ci eravamo sposati per far sì che ci dessero Amina.”
Io rischio di cadere per terra dallo shock.
“E quando contavi di dirmi una cosa del genere?”
“Quando l’avrei superata, fa male parlarne. Tenevo molto a Zoya.”
All’improvviso riesco a capire un po’ meglio il suo dolore, se mi togliessero Jack impazzirei.
“Beh, il giorno che ne vorrai parlare la porta di casa mia è aperta e tu sei il benvenuto.”
“Grazie, per me significa molto.”
Dà un’occhiata all’orologio.
“Forza, tesoro! È arrivata l’ora.”
Mi prende per mano – come faceva da piccolo per uscire con me a giocare nelle giornate di sole – e mi porta alla macchina che ho noleggiato. L’autista ci sorride, io ricambio con una specie di smorfia e poi entro.
Le strade di Los Angeles mi sembrano strane oggi, come se mi trovassi in un video in technicolor in cui i colori sono più accesi del solito.
Arriviamo alla spiaggia e salgo i gradini che mi separano dal lungomare, la gente mi guarda curiosa – non capita tutti i giorni di vedere una sposa vestita di bianco e nero che si dirige verso il mare – io non li considero nemmeno.
I miei occhi sono calamitati dalla piccola folla che vedo vicino alla battigia, ordinatamente organizzati in due file, sicuramente dietro ordine di May. È minuta, ma forte, un generale in gonnella.
Il fatto che Tony si metta a suonare qualcosa che somiglia alla marcia nuziale va voltare tutti verso di noi, compresi il mio futuro sposo e i testimoni: Alex e Holly.
Il sorriso smagliante sul volto di Jack mi fa saltare parecchi battiti, non l’ho mai visto così felice e sapere di essere io la causa mi rende felice di riflesso.
Con passo lento e solenne tra le due file con un sorriso che mi va dall’orecchio all’altro e finalmente arrivo al fianco di Jack.
Il prete inizia la cerimonia, ma io ho occhi solo per lui, sono solo vagamente consapevole di quello che c’è attorno a me.
Il mio sogno si sta realizzando, non sto sognando.
“Vuoi tu Gwendolen Phoebe O’Connor sposare il qui presente Jack Bassam Barakat e giurare di stargli accanto nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia?”
“Sì.”
Gli infilo l’anello al dito, la mia mano trema un po’.
“Vuoi tu Jack Bassam Barakat sposare la qui presente Gwendolen Phoebe O’Connor e giurare di starle accanto nella buona e nella cattiva sorte, in salute e in malattia?”
“Sì.”
Lui mi infila l’anello al dito, quello sbagliato, poi si corregge e lo mette su quello giusto con un sorriso di scuse.
“Con l’autorità conferitami dallo stato della California vi dichiaro marito e moglie, ora lo sposo può baciare la sposa.”
Jack alza il velo che mi copre parzialmente il volto e mi bacia con passione, suscitando una risatina divertita da parte di Alex. Quando si stacca ripassiamo tra le due file accompagnati dalle note di Tony. Le due file si sciolgono e ci lanciano tutti del riso, io invece mi volto e sento che la folla dietro di me trattiene il respiro. Con un movimento fluido lancio il mio bouquet e poi mi volto per vedere chi l’abbia preso: è Sophie che se lo rigira tra le mani, incredula.
Guarda Vic per un attimo e poi sorride senza motivo, spero che il mio mazzo di fiori le porti bene.
Eseguito anche questo rito ci dirigiamo verso il buffet in spiaggia, ho deciso di organizzarne uno qui prima del pranzo vero e proprio in villa.
Mi fanno tutti le congratulazioni, io le accetto, ma poi il mio occhio cade su Andy che sta giocando con Willow – la figlia di Ronnie Radke , Bliss – quella di Jeremy Davis e Copeland, quella di Kellin Quinn. Willow e Andy sembrano andare particolarmente d’accordo tanto che Copeland finisce per sentirsi esclusa e giocare solo con Bliss.
Mi sa che tra qualche anno quei si sposeranno!
Non sono l’unica a essersene accorta, anche Ronnie sta guardando il gruppo di bambini.
“Andy e Willow vanno molto d’accordo, vero?”
“Sì, forse questa volta una Radke ce la farà a conquistare un O’Connor.”
Dice a bassa voce per non farsi sentire da Vic, io sorrido.
“Chi lo sa.”
Jack si avvicina a noi e mi abbraccia da dietro, guarda anche lui i bambini.
“Presto ne avremo uno nostro.”
Mi sussurra in un orecchio, io rischio di sciogliermi in lacrima davanti a tutti.
“Sì.”
Dico semplicemente.
“Ti amo, Jack Barakat.”
“Ti amo anche io, Wendy O’Connor.”
Tra le sue braccia, in compagnia delle mie sorelle, di mio fratello e dei miei amici mi sento finalmente davvero al sicuro.
Meglio, mi sento la donna più fortunata del mondo.
Cenerentola e le altre principesse delle fiabe mi fanno un baffo, io le batto tutte.
Io ho il mio principe libanese.



Questa è Wendy.

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Questo è il vestito

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Questo è Andrew

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Questa è Amina.

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