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Autore: wearesotogether    01/03/2015    4 recensioni
Nonostante il calore di Darren così vicino a sé, le sue mani roventi sulla pelle, le dita intrecciate alle sue, Chris rabbrividisce quando il vento soffia più forte attorno a loro. Il riccio se ne accorge all’istante. “Hai freddo?” chiede preoccupato. E senza neanche aspettare una risposta, si sfila la giacca bianca che gli copre elegantemente il busto e la poggia con delicatezza sulle spalle un po’ troppo larghe di Chris, stringendogliela sulle braccia e tirandoselo vicino, in modo che la sua guancia sia poggiata sulla sua spalla. Chris respira il suo profumo intenso, che è un po’ un miscuglio indefinito di muschio bianco – il suo bagnoschiuma, dopobarba alla menta e – Darren. Sorride sul tessuto della sua camicia.
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[ispirato al family equality council's awards dinner 2015]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Escono foto di un evento in cui Lea ha sulle spalle la giacca di Darren, ed è subito "Non preoccupatevi. Prima o poi sarà Chris, ad avere la giacca di Darren sulle spalle". E vabbé.
 
 






A Roberta, che mi ha obbligata a scriverla.
Con amore. Ovviamente.
 




   
 
Chris chiude gli occhi nell’aria gelida della notte, le guance rosse e le dita fredde strette intorno alle braccia. Si stringe il labbro inferiore tra i denti finché non sente il sapore del sangue sulla lingua.
 
“Smettila”
 
Qualcuno arriva all’improvviso alle sue spalle, il passo leggero e pacato di chi è finalmente in pace con se stesso. Chris si volta lentamente, gli occhi di nuovo spalancati nel buio.
 
“Di fare cosa?” chiede a bassa voce, infilando le mani nelle tasche dei suoi pantaloni neri.
 
Darren lo affianca, senza guardarlo negli occhi, fissando un punto indefinito davanti a loro. Sono spalla contro spalla, ora, respiro contro respiro. “Di morderti il labbro in quel modo. Ti farai male sul serio prima o poi” dice piano, e di riflesso si morde il labbro anche lui.
 
Chris si volta verso il punto in cui Darren ha gli occhi aperti nella notte, le labbra spalancate. “Come sai–”
 
“Ti conosco. Anche se non lo dici, so che quando sei agitato cerchi di rimanere da solo, ti mordi il labbro finché non sanguina e ti passi la mano destra  tra i capelli”
 
Darren si volta verso di lui proprio nel momento in cui Chris ha le dita strette intorno alle ciocche perfettamente ordinate dei suoi capelli, e scoppia in una risata leggera, che sa così tanto di – te l’avevo detto.
 
E Chris, suo malgrado, ride con lui. Perché niente, al mondo, è più bello della sua risata.
 
“Andrà tutto bene, lo sai?”
 
Darren si volta verso di lui, mentre lo dice. Lo guarda con i suoi occhi troppo chiari e lucidi, spalancati come finestre sull’infinito. Alza lentamente una mano e accarezza con le dita tremanti il suo braccio. Chris rabbrividisce appena, un po’ per il freddo che gli sferza la pelle, un po’ per il contatto caldo della pelle di Darren anche attraverso la stoffa della giacca.
 
“Lo so” sospira, chiudendo gli occhi.
 
Stringe i pugni nelle tasche, e sta per mordersi di nuovo il labbro, ma prima che possa farlo due mani fredde afferrano il suo viso con decisione, e all’improvviso la sua bocca è coperta dalle labbra calde e morbide di Darren, che si posano sulle sue con delicatezza.
 
Chris trattiene il respiro per qualche secondo, gli occhi ancora chiusi, il cuore che batte troppo forte incastrato nel petto. Ma nel momento esatto in cui la lingua di Darren accarezza le sue labbra e chiede il permesso di approfondire il bacio, le membra di Chris si rilassano istantaneamente e le sue labbra si aprono in automatico, come se fossero abituate ad accoglierlo.
 
Darren fa scivolare le mani fredde verso il basso e le appoggia sui suoi fianchi, attirandolo delicatamente a sé. Chris respira forte sulle sue labbra e, anche se attraverso il tessuto della camicia, percepisce il brivido di piacere che attraversa la sua schiena al solo contatto della pelle dei polpastrelli di Darren.
 
Sfila le mani strette a pugni dalle tasche dei pantaloni e getta le braccia attorno al collo di Darren. Appoggia le mani fredde sulle sue spalle e preme delicatamente i palmi, accarezzando il punto in cui le sue vertebre incontrano la schiena.
 
Darren trema letteralmente tra le sue braccia, il cuore che impazzisce nella cassa toracica e il respiro incastrato in gola. Si stringe forte al corpo di Chris, come se fosse il suo unico appiglio, la sua unica salvezza. La sua ancora in mezzo all’oceano.
 
E rimangono lì, aggrappati l’uno all’altro come anime gemelle appena ritrovate, nel gelo di una notte un po’ speciale, le labbra rosse che si cercano e le mani fredde che si toccano.
 
Solo quando la necessità di ossigeno diventa realmente indispensabile per entrambi, le loro bocche si separano con uno schiocco e aspirano quanta più aria possibile, i polmoni che bruciano e i cuori che battono all’unisono.
 
Darren incatena i suoi occhi color del tramonto, che bruciano come fuoco, in quelli lucidi e azzurri d’oceano di Chris.
 
Oceano e tramonto. 
 
Acqua e fuoco.
 
Una fiamma può amare un fiocco di neve, 
ma non potranno mai stare insieme senza ferirsi a vicenda.

 
E Chris ci pensa giusto un secondo, prima di aprirsi in un sorriso che riscalda il cuore di Darren con la potenza di mille soli. Perché forse ferirsi va bene, quando ne vale così tanto la pena.
 
“Sì, andrà tutto bene”
 
Chris lo dice piano, quasi in un sussurro, ma lo pensa davvero, perché le dita di Darren scivolano piano tra le sue, e i loro palmi coincidono alla perfezione, e le loro mani si stringono come se si fossero ritrovate dopo anni di separazione forzata.
 
Nonostante il calore di Darren così vicino a sé, e le sue mani roventi sulla pelle, e le dita intrecciate alle sue, Chris rabbrividisce quando il vento soffia più forte attorno a loro.
 
Il riccio se ne accorge all’istante. “Hai freddo?” chiede preoccupato.
 
E senza neanche aspettare una risposta, si sfila la giacca bianca che gli copre elegantemente il busto e la poggia con delicatezza sulle spalle un po’ troppo larghe di Chris, stringendogliela sulle braccia e tirandoselo vicino, in modo che la sua guancia sia poggiata sulla sua spalla.
 
Chris respira il suo profumo intenso, che è un po’ un miscuglio indefinito di muschio bianco – il suo bagnoschiuma, dopobarba alla menta e – Darren. Sorride sul tessuto della sua camicia.
 
“Così morirai tu di freddo” bisbiglia nel suo orecchio, il fiato caldo che solletica il collo di Darren.
 
Il più grande rabbrividisce appena, un po’ per il freddo, un po’ perché Chris è davvero troppo vicino, ma sorride. “Per te questo ed altro” dice piano, e lo pensa davvero.
 
Perché non importa quanto grande sembrino gli avvenimenti della sua vita, e non importa quanto piccoli in realtà siano rispetto all’enorme ordine delle cose: Chris verrà sempre prima, un passo avanti rispetto a tutto il resto. Un po’ troppo importante, un po’ troppo speciale.
 
Chris si allontana giusto il necessario per guardare Darren negli occhi, il respiro sospeso sulle labbra gonfie per i suoi baci e le guance rosse per l’emozione.
 
Si stringe la giacca di Darren sulle spalle e gli accarezza il viso con le nocche fredde, piano, con delicatezza. Darren chiude gli occhi e si lascia trasportare alla deriva, da tutte quelle sensazioni che lo colpiscono con violenza ogni volta che il ragazzo dagli occhi di ghiaccio lo sfiora.
 
“Torniamo dentro dagli altri? Si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto”
 
Chris storce il naso, annuisce, suo malgrado, senza togliere la mano dal suo viso. Guarda la bocca di Darren dischiusa davanti a lui, prima di avvicinarsi ancora e lasciargli sulle labbra un dolcissimo bacio sfuggente, che il riccio accoglie con un mugolio trattenuto.
 
Chris sorride. “Devo ridarti la giacca?”
 
Darren lo guarda un’ultima volta, prima che Chris si volti, le dita ancora intrecciate alle sue, e si incammini verso l’entrata dell’edificio. La giacca ricade perfettamente sulle sue spalle larghe, e il bianco, in contrasto con la sua pelle eterea, lo fa somigliare, ancora di più di quanto già non sembri, ad un angelo.
 
Darren scuote la testa, un sorriso sereno dipinto sulle labbra. “No, tienila. Tanto sta comunque meglio a te”
 
 
  
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