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Autore: Ella1412    01/03/2015    6 recensioni
In un’epoca remota e sconosciuta, in un pianeta isolato e lontano c’erano quattro regni collegati ai quattro elementi.
Questa è la storia di quattro ragazzi, nobili di sangue e di spirito, che sono stati messi a dura prova.
Un’antica leggenda narra di come gli elementi primari –acqua, terra, fuoco, aria- siano sempre stati collegati tra loro per compensarsi.
L’acqua serviva alla terra, la terra all’aria e questa al fuoco; un ciclo continuo e regolare. Se fosse stato interrotto o alterato ci sarebbe stato un grave cataclisma in grado di porre fine all’intero pianeta e con questo anche agli elementi.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Corri.
Corri più veloce del vento,
più veloce della pioggia che bagna il terreno del tuo Regno.
Corri come se non ci fosse un domani.

 
In un’epoca remota e sconosciuta, in un pianeta isolato e lontano c’erano quattro regni collegati ai quattro elementi.
Questa è la storia di quattro ragazzi, nobili di sangue e di spirito, che sono stati messi a dura prova.
 
Un’antica leggenda narra di come gli elementi primari –acqua, terra, fuoco, aria- siano sempre stati collegati tra loro per compensarsi.
L’acqua serviva alla terra, la terra all’aria e questa al fuoco; un ciclo continuo e regolare. Se fosse stato interrotto o alterato ci sarebbe stato un grave cataclisma in grado di porre fine all’intero pianeta e con questo anche agli elementi.
 
Dal principio gli abitanti di ogni Regno possedevano un potere speciale; quelli della Terra erano noti per le loro abilità curative.
Era solito distinguere i vari cittadini anche per l’aspetto; i Terrestri avevano una pelle chiara e luminosa, caratterizzata dalla sua elasticità. Gli occhi potevano essere marroni come il fusto di un albero o verde come l’erba stessa. I capelli erano spesso del colore del suolo appena arato  e il fisico era tipicamente atletico per il costante lavoro nei campi.
L’indole di ogni singolo cittadino era calma, l’unica eccezione era fatta da una ragazza dagli occhi verdi e spumeggianti: Kazuha.
Era figlia del re del Regno e amava stare all’aria aperta, come i suoi sudditi. Suo padre era conosciuto come un re severo ma giusto.
La ragazza, ormai diciassettenne, era pronta per maritarsi ma lei era restia a questa volontà del padre. Declinò più di una volta il tacito invito del re a prendere in considerazione l’ipotesi di dover lasciare quel palazzo.
Un giorno, precisamente il quindici aprile, si trovava nella libreria del palazzo, famosa per essere in una serra e di godere quindi di una forte luce e di un confortevole calore, dove si dilettava a trascorrere il tempo leggendo favole e miti riguardanti i vari Regni. Fu in quel momento che scorse un libro tra i tanti e lesse una favola particolare.
 
“Norita,” disse la principessa “ questa è una favola da ritenersi veritiera?”
“Sa meglio di me che ogni favola ha un fondamento reale.” Rispose quello scrutando la copertina del libro che Kazuha gli porgeva.
“Ti ho già pregato più volte di non darmi del lei.” Lo rimproverò la castana.
“Scusi, principessa, ma il galateo parla chiaro su questo e io non posso trasgredire le regole così amate da vostro padre.” Rispose lui guardandola con gentilezza.
La ragazza sorrise a tale sguardo e riaprì il libro alla pagina che le interessava di più.
“Vorrei sapere di più su questo mito.” Espresse lei desiderosa al suo giovane maestro.
La nobile non sapeva bene quanti anni potesse avere ma non superava i venticinque. Era un uomo della patria dell’Acqua, aveva quindi la saggezza e la tranquillità tipica di quel Regno. Gli occhi cristallini e i capelli ramati che gli incorniciavano il volto gli davano un’aria saggia e il suo portamento confermava questa impressione.
La leggenda dei cinque Regni? Conosco questa storia, molto intrigante e suggestiva ma non so quanto ci possa essere di veritiero in un testo del genere.” Spiegò lui alla tacita domanda della giovane.
Lei schioccò la lingua in segno di disappunto e scosse la testa decisa.
“Voglio saperne di più.” Esordì.
 
Bussarono alla porta della serra ed entrò una giovane ancella con i tratti tipici del Regno della Terra e annunciò che era arrivata l’ora di andare a cenare.  
 
“Padre, lei conosce La leggenda dei cinque Regni?” chiese la principessa.
Il re, avendo ascoltato l’insolita domanda postagli dalla figlia, dapprima la guardò sconcertato, poi diede voce ai suoi pensieri.
“Si narra che quando il pianeta fu creato ci fossero cinque divinità e che solo una di queste fosse la madre delle altre quattro. Ci sono stati molti conflitti a causa di ciò e solo in questi ultimi secoli sembra che ogni Regno abbia trovato un equilibrio.”
“Ma esistono solo quattro Regni, la quinta divinità dov’è ora?” chiese ancora più curiosa la ragazza.
“La stessa leggenda narra che è scomparsa in uno di questi quattro Regni ma c’è anche un’altra conclusione altrettanto valida.” Spiegò l’uomo.
“Questo spirito si sia diviso in quattro per poter stare vicino alle quattro divinità figlie e che possa tornare in vita solo una volta che queste parti si saranno ricongiunte; questo è quello che si crede.” Concluse il maestro della principessa.
 
 
 
*-_-*-_-*
 
 
Nel Regno del Fuoco le persone erano tipicamente scontrose e poco socievoli con gli estranei.
Il principe di questo Regno ne è sempre stato consapevole, avendo un buon spirito d’osservazione. Ricorda che da bambino gli altri coetanei giocavano con lui solo perché era nobile, non per quello che era realmente. Odiava essere reputato il figlio di , voleva che qualcuno conoscesse il suo vero io.
Fu questo ad indurlo ad uscire camuffato dal castello per dirigersi nel cuore del Regno, tra il popolo.
Le persone che incontrava erano molto simili tra loro: carnagione olivastra, occhi generalmente color pece come i capelli. Corporatura robusta e carattere irascibile.
Lui però si distingueva facilmente da loro perché aveva degli occhi color azzurro oceano e il suo portamento era tutt’altro che rozzo, la corporatura non era eccessivamente robusta e molti reputavano che fosse sottopeso.
Nelle vie del mercato era solito sentire il profumo delle spezie usate in quantità eccessiva nei piatti tipici del posto e lui amava quello che lo circondava. Il vociferare della gente, i colori che davano vita al posto e la temperatura tipica del suo Regno gli permetteva di essere appagato da ciò che doveva sopportare ogni giorno a corte.
Il carattere fin troppo protettivo della madre e quello chiuso del padre non gli permettevano di aprirsi del tutto con loro; non perché non volessero il bene del figlio –tutt’altro! – ma perché non dosavano bene le sue necessità.
Durante i pasti erano soliti parlare di ciò che accadeva nel Regno e lui non poteva chiedere di meglio.
 
Durante la notte invece si racchiudeva in un mondo completamente suo e passava le ore a rimuginare su quello che gli avrebbe spettato il destino, conscio che quello che viveva quotidianamente sarebbe cambiato fin troppo presto.
 
 
 
*-_-*-_-*
 
 
 
Nel Regno dell’Acqua una giovane principessa, accompagnata dalla sua ancella, si preparava per andare a letto.
I lunghi capelli della giovane nobile erano insoliti per un’abitante di tale Regno ma era sempre stata benvoluta dal popolo. Gli occhi lilla e grandi erano invece tipici di quella gente e ricordavano le acque calme di un lago che rispecchiava le luci dell’aurora.
La carnagione di un bianco fin troppo pallido era in linea con quello degli altri abitanti.
La nobile si stava togliendo quindi un ingombrante abito azzurro e celeste -ricco di merletti e nastrini- e lo stava passando alla ragazza che le faceva compagnia.
“Principessa Ran, sa bene che ammiro la sua eleganza ma sa anche quanto amo il ben vestire e se lei tratta come degli stracci queste vesti non potrà più andare in giro ad ostentare la sua bellezza!” esordì sconsolata l’ancella.
La principessa, stanca per la giornata impegnativa e per le continue lamentele del padre, rispose:
“Sonoko sai meglio di me che io non ostento nulla che non sia costretta a fare. Questo abito, per quanto possa essere bello e complicato, non è nel mio stile e preferirei regalarlo a qualcuno invece che indossarlo nuovamente! Per di più non ho bisogno di vesti nuove, preferisco quindi regalartelo.”
Lesse negli occhi verdi dell’altra una grande riconoscenza e le sorrise complice.
Dalla stanza occupata dalle due c’era una grande vetrata che dava sul mare. La mattina la principessa veniva spesso svegliata dai raggi solari che entravano dal vetro e la sera ammirava lo stesso sole spegnersi nelle acque tranquille del suo Regno.
Dalla stessa finestra poteva ben vedere il Regno confinante con lui ad est: il Regno dell’Aria.
 
 
 
*-_-*-_-*
 
 
 
“Mio sovrano, i forti venti oggi hanno portato un’abbondante riserva di acqua. Il pericolo della siccità è passato.”
 
La voce del ciambellano di corte arrivava flebile alle orecchie del principe del Regno.
I genitori erano spesso occupati con siccità e carestie a causa dei venti e, nonostante sapessero gestire al meglio tutte le situazioni, questo toglieva tempo per stare con il figlio.
Lui aveva ormai imparato a cavarsi d’impiccio ogni volta che fosse stato necessario e non aveva grandi problemi.
Tranne quello di sentirsi isolato, a volte.
 
Anche lui, la sera, si dilettava a scrutare l’orizzonte.
Gli abitanti del Regno dell’Aria erano conosciuti per la loro forza d’animo e per la loro astuzia; il fisico tonico e snello era una caratteristica comune e i capelli corvini come il manto di un’aquila erano rari.
Gli occhi blu e profondi li aveva ereditati dal padre e gli conferivano un’aria più saggia e rispettosa.
“Sa cosa penso, Maestro Agasa?” chiese di punto in bianco il nobile.
“No, signorino.” Rispose quello cercando di mettere in ordine la vasta libreria del ragazzo.
“Dovremmo andarcene di qui e riuscire a trovare la Quinta divinità.”
“La divinità madre?” chiese l’uomo sconcertato. “Perché?”
“Ho bisogno di passare il tempo e poi-“ iniziò lui iniziando ad arrossire. “Sono curioso di vedere gli altri Regni.”
“Potremmo prendere una delle mongolfiere del palazzo e guardarle dall’alto, potremmo tornare in un giorno.” Ragionò il vecchio ad alta voce.
“Oh, no. Io voglio esplorare gli altri Regni, non guardarli da lontano. I libri non dicono abbastanza e io voglio saperne di più.” Spiegò il principe.
“Ma, signorino Shinichi… potrebbe essere pericoloso.” Tento di fargli cambiare idea Agasa.
“Non si preoccupi, se ha paura lei potrà restare qui al castello.” Gli sorrise il giovane.
L’altro non rispose, grato della proposta del principe.   









 
Angolo autrice:
Ebbene, questo è il prologo della mia nuova storia! :D
Non so nemmeno io che cosa sta succedendo ma spero vi sia piaciuto come intro ^^
Ho ipotizzato un pianeta diverso, lontano anni luce da noi ed è uscito fuori questo.
Sono dei nobili, come avrete ben capito immagino :P (l'ho scritto ovunque! ) con i loro problemi, dubbi e perplessità.
Avete un'idea di chi potrebbe essere la Quinta divinità? La divinità madre?
Io un'ideuzza ce l'avrei ma non spoilero nulla per ora ^^
Spero di avervi incuriosito con questo testo, quindi a presto!
Una recensione anche per migliorare lo stile di scrittura è più che gradito!
Gabriella1412

P.S. Spero che la scelta di scrivere ed usare termini un po' meno usati abbia dato l'idea che ora stanno tutti quanti ancora in gabbia, nel castello del proprio Regno!
 
 
  
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