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Autore: Eridani    02/03/2015    2 recensioni
"Un umano molto importante poco prima di morire disse: “La vita è come un giardino. I momenti perfetti si possono avere, ma non mantenere, se non nella memoria”. È illogico sperare che questo duri per sempre; la natura stessa lo impedisce."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scusatemi. Ho bisogno di venire a patti con il dolore, e buttare giù poche righe ogni tanto sembra riuscire a distogliermi la mente in modo abbastanza efficace.
Vi prego di sopportare i miei deliri.

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Un momento prima le sue dita stavano accarezzando una pelle liscia e calda, un momento dopo affondavano nella carne molle. Un liquido verde si insinuava sotto le sue unghie e la carne si apriva sotto il loro tocco affilato.

Quando con i denti provò a mordicchiare il labbro inferiore, sulla sua lingua sentì il gusto salato e metallico del sangue; la carne così morbida da lacerarsi sotto la leggera pressione.
Si staccò immediatamente da quelle labbra fini che aveva baciato già molte volte, che aveva assaggiato e tormentato per lunghe notti e desiderato per lunghi giorni.
Arretrò alla vista di quel viso scarno e graffiato: gli occhi avevano perso il loro colore, il loro pallore il riflesso della morte; la carnagione pallida e i lineamenti malnutriti e scheletrici, i tagli, le ferite, i muscoli che si intravedevano al di sotto dell'epidermide e le ossa degli zigomi che spuntavano lattee tra il verde; i capelli grigi e radi.
Osservò le sue mani e si accorse dei ciuffi tra le sue dita, del sangue sui suoi polpastrelli, dei pezzi di carne marcia.
Tremò davanti a quella vista.
Allungò la mano per assicurarsi che tutto ciò fosse una visione, ma quando toccò la divisa vide il tessuto sbriciolarsi sotto il suo tocco, vide la sua mano affondare nel petto dell'Ufficiale e sentì le sue dita sfiorare lo scheletro duro e fragile.
Nella periferia dei suoi sensi giungeva l'odore putrido della decomposizione, della vita che lascia il corpo ospite.

Due mani forti stringevano le sue spalle e lo scuotevano con vigore.
Aprì gli occhi.
Due iridi profonde e marroni lo accolsero al suo risveglio; sotto la loro superficie scorreva la preoccupazione.
«Spock!» ansimò l'umano «Spock...» ripetè con un filo di voce.
Lo abbracciò con forza, lo strinse forte a sé e per minuti rimasero a bere l'uno del calore dell'altro.
«Jim,» parlò il vulcaniano, quando sentì qualcosa di umido scorrere sulla sua spalla nuda «calmati.»
«Non posso.» rispose a bassa voce.
Spock portò una mano a massaggiare i capelli biondi e a stringere ancora di più a sé quel viso bagnato dalle lacrime. Si girò sulla schiena e portò quel corpo stanco a coprire il suo, per far aderire i loro petti e permettere ad ogni muscolo di incontrare il proprio compagno.
«Qualcosa ti turba.» esclamò infine il vulcaniano.
Passarono interi minuti prima che Kirk riuscisse a parlare; nel mezzo, un silenzio rotto solo dal suo respiro affannoso e il rumore di baci leggeri e confortanti depositati tra i capelli biondi e sulla pelle fresca della fronte spaziosa, sulla tempia sinistra, sulla guancia ricoperta di strisce salate.
«È stato un incubo.» disse infine Kirk, appena ripresa la calma.
«Stavi tremando e pronunciando parole intelligibili. L'unica che sono riuscito a comprendere è stato il mio nome.»
Kirk si districò dall'abbraccio e fece leva sui gomiti, tanto da alzarsi di pochi centimetri e poter guardare nuovamente quel viso ora privo di imperfezioni e ricco nella sua vitalità. Con due dita sfiorò la guancia sinistra, nel punto in cui il sangue aveva trovato la sua uscita, e calò fino alle labbra, ora piene e solide.
«Cosa farò quando non ci sarai più?» chiese, mentre continuava a benedire quelle labbra.
«Non ho alcun motivo per lasciarti.» cercò di rassicurarlo.
«Tutti ci lasciano prima o poi.»
«Ti ho dato qualche motivo per dubitare di me?»
«No, certo che no.» disse Kirk sorridendo leggermente «Sei la persona più affidabile che io conosca.»
«Allora non comprendo la tua preoccupazione.» osservò Spock, alzando millimetricamente il sopracciglio quel tanto da far espandere quel sorriso fino a raggiungere gli occhi verdi.
Ma subito la gioia svanì ancora una volta dal volto roseo.
«Ti ho visto morto. Tra le mie braccia.» confessò il Capitano, abbassando lo sguardo e appoggiando nuovamente la testa sulla spalla del compagno.
«Era un sogno.» affermò semplicemente il vulcaniano.
«Sì. Ora che sono sveglio me ne rendo conto. Ma sembrava così reale... e un giorno lo sarà. È inevitabile.» mormorò contro il collo dell'Ufficiale.
«Le probabilità che io muoia prima di te sono molto basse. La vita media di un vulcaniano è di molto superiore a quella di un essere umano.»
«La nostra carriera è piena di imprevisti.»
«Ed entrambi abbiamo accettato i suoi pericoli.»
«Ho accettato la possibilità della mia morte. Non riesco ad accettare la tua.» si aprì l'umano, consapevole che le sue debolezze erano custodite al sicuro.
«Se ti da sollievo, anche per me la possibilità della tua morte è un peso difficile da sopportare.» ammise il vulcaniano, stringendo l'umano leggermente più forte per far meglio comprendere la sua posizione in materia.
«Non hai ancora risposto: cosa farò quando, o se, non ci sarai più?»
«Un umano molto importante poco prima di morire disse: “La vita è come un giardino. I momenti perfetti si possono avere, ma non mantenere, se non nella memoria”. È illogico sperare che questo duri per sempre; la natura stessa lo impedisce.» disse Spock mantenendo la testa appoggiata sul cuscino e guardando fisso il soffitto «Ma non dobbiamo permettere che la nostra mortalità rovini il poco tempo che ci è concesso.»
«Lo sto rovinando, parlando di argomenti così macabri?»
«Hai solo espresso il tuo turbamento, che è anche il mio.» rispose Spock, lasciando che le ciocche bionde si infiltrassero tra le sue dita.
«Non ho mai creduto in uno schema non vincente. Ed ora l'unica cosa che posso fare è stare a guardare...»
«La differenza sta nel modo in cui decidi di aspettare: nell'immobilità o sfruttando ogni attimo disponibile.»
«È un modo gentile per dire che parlo troppo e che dopo tutte queste chiacchiere hai bisogno di un po' di azione?» disse Kirk, con il suo solito ghigno ammaliante.
«Il mio era un consiglio.» puntualizzò innocentemente Spock.
«Solitamente preferisco fare di testa mia, ma credo che questa volta prenderò il tuo suggerimento alla lettera.» disse, avvicinando la bocca all'orecchio del compagno «Non sprecherò più nemmeno un secondo.» mormorò, appoggiando le labbra sulla sua punta «A partire da adesso.»

   
 
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