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Autore: The Writer Of The Stars    02/03/2015    8 recensioni
“Allora?” si riscosse immediatamente da quei pensieri, sentendosi richiamare.
“Allora cosa?” chiese alle spalle della sua amica, intenta a rimirarsi poco convinta allo specchio.
“Come ti sembra?” chiese, facendo riferimento all’abito. Heiji deglutì rumorosamente, osservando il vestito. Su di lei sarebbe stato bene qualunque cosa, anche un sacco della spazzatura, ma quell’abito … il problema era proprio quel orribile vestito.
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Non uccidetemi per questa "cosa". Chiedo umilmente perdono, ma non ho resistito e l'ho scritta. ;)
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Heiji Hattori, Kazuha Toyama | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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That damn dress …
Kazuha Toyama non era una ragazza amante dello shopping. Kazuha prediligeva la semplicità e il risparmio, ed Heiji lo sapeva. Kazuha era una bellezza diafana acqua e sapone, che con la sua semplicità lo aveva conquistato. Erano rare le volte in cui si faceva abbindolare dal dio della moda, ed Heiji si chiese perché proprio quel giorno era dovuto accadere e soprattutto, cosa aveva fatto lui di male per essere presente. Erano in quel negozio da ore ormai, e la pazienza di Heiji aveva dovuto subire un’iniezione di antidolorifico per non dover divenire incontrollabile. Heiji sbuffò pesantemente, blandamente abbandonato su uno dei divanetti di pelle della boutique nel quale si trovava da ore ormai. Si guardò intorno, scoprendo poco distante un uomo nelle sue stesse condizioni, il cui viso era una maschera di depressione incredibile. Per un attimo l’uomo voltò lo sguardo in direzione di Heiji, e il Detective si accorse che il suo viso diceva chiaramente in una muta supplica; “Aiutatemi”. Stava quasi per pronunciare una qualche parola di consolazione al pover uomo quando udì le tendine del camerino dinanzi a lui aprirsi di scatto e subito volse il capo in direzione della sua migliore amica. Kazuha uscì dal camerino con lentezza. Mosse piano piccoli passi su quelle scarpe dal tacco nemmeno eccessivamente alto, ma che per lei erano una dolorosa scalata, andando a posizionarsi dinanzi allo specchio. Alle sue spalle, Heiji cercò di trattenere un sorriso, nel vedere la sua amata Kazuha soffrire così in silenzio su quei “trampoli”. “È per la cerimonia in onore della centrale di Osaka” aveva detto. “Sono la figlia del capitano, devo pur essere elegante e farmi notare” Heiji in quel momento fu fortemente tentato dal chiederle se volesse farsi notare per la sua eleganza o per il fantastico volo che avrebbe fatto scendendo dalle scale e inciampando rovinosamente dinanzi a tutti i presenti. Immaginò la scena e, suo malgrado, sorrise intenerito, pregustando già l’imbarazzante momento in cui lui l’avrebbe aiutata a rimettersi in piedi e Kazuha avrebbe cercato di trattenere stoicamente le lacrime, mostrando un tremolante sorriso e occhi decisi ai presenti.

“Allora?”  si riscosse immediatamente da quei pensieri, sentendosi richiamare.

“Allora cosa?” chiese alle spalle della sua amica, intenta a rimirarsi poco convinta allo specchio.

“Come ti sembra?” chiese, facendo riferimento all’abito. Heiji deglutì rumorosamente, osservando il vestito. Su di lei sarebbe stato bene qualunque cosa, anche un sacco della spazzatura, ma quell’abito … il problema era proprio quel orribile vestito. Heiji si chiese come fosse possibile mettere in commercio una roba del genere ed inoltre, si chiese ancora più stupito come Kazuha avesse anche solo pensato di provarlo indosso. Non poteva certo dirle quanto quel vestito fosse brutto, ma notando di sfuggita una smorfia di Kazuha intenta a rimirarsi egocentricamente allo specchio, pensò sollevato che forse nemmeno a lei piaceva così tanto.

“A – a dire la verità …” cominciò nervoso, sentendo gli occhi di Kazuha fissarlo dallo specchio. Era ancora più inquietante così, averla di spalle ma vedere comunque i suoi occhi.

“Non è che sia proprio il massimo … e poi non offenderti, Kazuha, ma il blu e il nero non ti stanno molto bene …” disse, serrando immediatamente gli occhi,pronto alla sfuriata in arrivo. Kazuha si voltò di scatto, ed Heiji percependo lo spostamento d’aria, aprì gli occhi, trovandosi faccia a faccia con la sua adorabile amica d’infanzia, corrucciata in una posa battagliera e dagli occhi infuocati. Adesso avrebbe urlato, e metà negozio si sarebbe girato verso di loro, se lo sentiva. Infatti …

“Che cosa?! Il blu e il nero non mi stanno bene?! Ma dico, sei impazzito?! Hai le allucinazioni? Dove guardi?! Non vedi che questo vestito è bianco e oro?!”
 
Nota autrice:
No okay, potete tranquillamente linciarmi subito. So cosa state pensando: “No, ancora con questo maledetto vestito!” Ebbene si, purtroppo il dilemma abito (abito, tra parentesi, a dir poco orribile) ha colpito anche TWOTS. Una persona sana di mente non avrebbe scritto una storia del genere, specialmente su una cosa così assurda, ma dovete comprendermi, l’otite e il raffreddore mi stanno dando alla testa e le mie sinapsi mal collegate hanno deciso di partorire questo obrobrio … vi chiedo già da ora perdono per questa assurdità e se qualcuno arrivando a fine lettura avesse imprecato un “vaf******o” non devono preoccuparsi, io avrei avuto la stessa reazione. ;) Bene, vi saluto. Alla prossima (sperando più seria) storia.
Un bacio
TWOTS
PS: io la vedo come Heiji, per me il vestito è blu e nero. ;)
   
 
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