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Autore: DaisyBuch    02/03/2015    0 recensioni
Cosa fareste voi se una misteriosa voce vi ordinasse di mettervi un anello e vi trasportasse nell'antica Grecia? Questo è quello che è successo ad Athena, una ragazza di quindici anni che deve aiutare i personaggi dei miti a risolvere le storie a cui sono legati.
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DAL CAPITOLO 17:
Athena si lasciò sfuggire un gemito di paura, le guardie stavano aprendo il cancello e loro due si strinsero forte la mano, ancora una volta per infondersi coraggio. Li spinsero dentro e sentirono cigolare dietro di loro il cancello di legno che si chiudeva. Era un suono terribile. Athena si sentì in trappola, si sentì sola ed adesso come non mai voleva girare l’anello e tornarsene a casa.
Ci fu un suono assordante e metallico che rimbombò per molto tempo, era come se fosse il campanello che designava l’ora del pasto.. e forse era proprio quello.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Riapparvero dopo pochi secondi in una radura, Athena aprì gli occhi avvertendo il terreno duro sotto di lei, e capì di essere svenuta di nuovo. Iris era dietro di lei, sempre spaventata.
-Chi siete? E perché eravate nel mio regno essendo vive?- tuonò Ade, ma il suo potere non era forte quanto quando era negli Inferi. Athena si alzò ammirando lo spettacolo davanti a lei, una radura meravigliosa, e anche se stonava e non poco, Ade faceva parte di quel meraviglioso. Era un dio, e per quanto fosse il dio dei morti, era comunque una bellezza terribile, sublime, che fece rimanere Athena incantata. Persefone era appoggiata su una roccia e si guardava le unghie.
-Sono piena di cenere! Che orrore!- si lamentava.
Athena una volta in piedi, prese tutto il suo coraggio e si rivolse ad Ade, -Volevo salvare Persefone. Tu l’hai rapita ed io volevo riprenderla.- disse con un tono di voce che doveva essere quantomeno severo, ma non le riuscì alla perfezione. Ade si fece una macabra, isterica risata.
-Sciocca, non sei nient’altro che un’umana!- la rimproverò, e tutto il coraggio di Athena scomparve.
-Pensavi di prenderti gioco di me? Ade? Il dio dei morti?- adesso era molto arrabbiato.
“Stupida! Stupida! Ma che ti salta in mente?” Effettivamente l’idea suicida di Athena non era stata proprio una genialata.
-Tu, sei quell’umana che si è mezza in mezzo! Come ti permetti?!- disse ed apparve a meno di un metro di distanza da lei. L’emozione che provò la ragazza era indescrivibile, non era mai stata più spaventata di così, ogni parola che diceva suonava come una minaccia di morte, cosa che effettivamente era. Ma le sue parole.. nella testa di Athena queste seguivano un crescendo di inquietudine insopportabile, aveva il desiderio di scappare o tornare dai suoi genitori. Ma non lo fece, stette davanti a lui e si concentrò su qualcosa di migliore. Lei era scesa negli Inferi ed aveva affrontato il Cerbero per una ragazza che era stata rapita, lo avrebbe rifatto, ne era sicura, ed era fiera di questo.
-Era giusto.- la voce flebile dell’umana bastò appena perché Ade la sentisse.
-Non ha funzionato.- sorrise. – Ha mangiato della melagrana. Sei chicchi per l’esattezza, e se non fosse stato per voi due stupidi impiastri ne avrebbe mangiata di più, e sarebbe stata completamente mia.- spiegò.
 Persefone solo allora entrò nella conversazione.
–A cosa ti riferisci Ade?- chiese esausta, alzando lo sguardo dalle unghie.
-Sei mia.- i suoi occhi brillavano di follia. –Sei mia per sei mesi l’anno. Mia. Mia!- urlava e rideva insieme. Persefone lasciò cadere le braccia sui fianchi, come se fossero morte, e poi lo osservò con sguardo vano.
 –N..No, non è possibile, tu hai giurato, tu mi hai lasciata andare..- balbettava.
-No, cara moglie. Tu hai assaggiato la melagrana.- ribattè entusiasta. Athena ed Iris si guardarono sconfitte. Era comunque di gran lunga una sorte migliore di quella che aveva avuto Dafne.
Apparve Demetra, che corse verso la figlia e l’abbracciò. Questa aveva un’aria stanca, ma era comunque bella e perfetta. Madre e figlia si abbracciarono ma Ade non gli diede più che pochi secondi.
-Che spettacolo pietoso.- disse annoiato.
-Malfattore! Come hai potuto!- gli gridò contro Demetra.
-Attenta a come parli, non devi rivolgerti a me in questo modo, sei inferiore.- disse con uno sguardo di disgusto sul volto. –E non cantare vittoria.- l ammonì.
-Che accade?- chiese alla figlia, scompigliandole i capelli per guardarla bene in volto.
-Sono prigioniera, per sei mesi l’anno madre! Ho assaggiato della melagrana!- le spiegò col fiato corto.
-E’ così Ade? Per non star solo, ti prendi giuoco delle fanciulle? La tua disperazione è tale da arrivare a questi stratagemmi? Anche Cerbero ha una compagnia migliore della tua!- gli gridò furiosa, senza lasciare la figlia.
-Non puoi fare niente, lei è mia moglie adesso.-
-Perché lo decidi tu?-
-Esatto, mia cara.- sorrise. –Alla metà di Boedromione, lei sarà mia, e non potrai vederla.-rise a voce alta. *(mese attico che va da Settembre ad Ottobre)

E fu così, che vennero stabilite le stagioni. Demetra, che aveva sempre reso la terra fertile e rigogliosa in qualsiasi periodo dell’anno, nei sei mesi in cui la figlia non era presente con lei sulla Terra per la disperazione e la nostalgia faceva inaridire il suolo. Nei sei mesi in cui lei era con lei invece i fiori sbocciavano ed il sole tornava il protagonista della Terra. Da qui nacquero l’Autunno e l’Inverno, e di seguito la Primavera e L’estate.

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Prima di tornare a casa, distrutta ancora una volta emotivamente da quell’esperienza una nuvola violacea le apparve davanti, ma stavolta era lei che ne aveva bisogno.
-Oh Fato, qual è il mio compito se non posso fare niente per cambiare le cose? Dafne è morta, Persefone è costretta a stare sei mesi l’anno con il dio dei morti. A cosa servo? – la sua angoscia crebbe. La nuvola scura aveva lo stesso tono della volta precedente, non cambiava.
-Alla fine ti sembrerà tutto più chiaro. Devi avere pazienza, le risposte alle tue domande le troverai verso la fine del tuo viaggio.- le rispose. Ma la ragazza non sembrava trovare pace.
-Dafne non è morta, Dafne è un Alloro, è un bellissimo albero sacro al dio Apollo. Persefone avrà il piacere di stare con sua madre la metà del tempo che ha a disposizione. Non posso dire altro per confortare le tue pene, ma devi avere speranza.- disse e ritornò nella sua tana di pietra.
   
 
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