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Autore: KathR    02/03/2015    2 recensioni
Dal testo:
"Mi hai ferita Scorpius, ho solo avuto la conferma di quello che pensavo." Ero amareggiata, gli avevo confessato quello che mi ero tenuta dentro per tutto quel tempo. Mi sentivo come liberata da un peso, ma in questo non c’era niente di dolce.
Una piccola One Shot sulla mia coppia preferita, spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sei tutto ciò che voglio..


Mi piaceva Villa Conchiglia. Fin da bambina, quella grande casa in riva al mare aveva sempre esercitato su di me un fascino particolare. Era il mio rifugio, il mio angolo fuori dal mondo, il mio luogo ameno. Un po’ per la mancanza di abitazioni vicine, forse, o magari per la sua bizzarra struttura, ma non l’avevo mai considerata come una vera e propria “casa”, più come una specie di castello. Ero solita passarvi l’estate da anni, con i miei nonni e i miei cugini. Mamma era una salutista, era convinta che, per almeno un mese all’anno, io e mio fratello Hugo dovessimo respirare l’aria salmastra, in previsione delle allergie che ci avrebbero potuto colpire durante l’anno. Non ho mai creduto a queste “profezie” babbane, ma ero più che felice di passare tutto quel tempo in quel posto meraviglioso. L’aria che si respirava in quella calda mattina di luglio, però, era tutt’altro che calma e rilassante! Il mese precedente, io e mio cugino Albus, avevamo brillantemente concluso il nostro ultimo anno ad Hogwarts e adesso eravamo attivi nella preparazione della nostra festa d’estate. Dire che era stato facile ottenere quel permesso era un eufemismo.. Quando vogliono papà e zio Harry sanno essere davvero cocciuti, ma grazie all’intervento di mia madre (già, chi l’avrebbe mai detto eh?!), supportata da zia Ginny, la lunga battaglia era stata vinta. Ancora stentavo a credere che ci eravamo riusciti, ma i preparativi erano iniziati e l’eccitazione aveva già cominciato a scorrermi nelle vene, doveva essere tutto perfetto! Io e Lily adoravamo i film babbani, le feste che facevano erano pazzesche. Ecco, la nostra doveva essere così, certo, non avevamo la piscina, ma il mare era davvero un’ottima alternativa!
-Rose, dove lo mettiamo il tavolo delle bevande?- la voce di Al richiamò la mia attenzione. Feci un rapido conto approssimato su quante persone sarebbero venute.. Avevamo invitato tutti i nostri compagni di casa dell’ultimo anno, non avevo pensato che di li a qualche ora il mio adorato giardino sarebbe stato invaso da un branco di viscidi Serpeverde, ma erano amici di Albus, non avevo potuto dire niente al riguardo, comunque non era quello il punto. Allora, ultimo anno di Serpeverde e Grifondoro, Lily e Hugo avevano invitato qualche loro amico, una decina in tutto, ma bisognava contare che sarebbe venuto anche James, di ritorno dal suo anno in giro per l’Europa,  e con lui non si sapeva quante persone sarebbero potute arrivare.. magari zero, magari trenta.
-Dobbiamo usare quello più grande, perciò direi di metterlo laggiù, proprio sotto il ciliegio.- gli feci segno con la mano, invitandolo  a voltarsi. Annuì, e con un incantesimo non verbale spostò velocemente il tavolo dove gli avevo indicato, e ci mise sopra una tovaglia a quadri. Intanto Lily stava armeggiando con i festoni mentre Hugo cercava di incantare il vecchio giradischi di nonno Arthur. La festa sarebbe cominciata verso le due ed era già mezzogiorno, dovevo sbrigarmi ad aiutare Al con le ultime cose e poi andare a cambiarmi. Quando fu tutto pronto, verso le due meno un quarto, decisi che era ora di andarmi a preparare. Mi fiondai sotto la doccia, dovevo muovermi, non è educato far tardi alla propria festa, no? Uscì dal bagno tamponandomi i capelli con l’asciugamano, non mi importava granchè di acconciarli, dal momento che di lì a poco lì avrei sicuramente bagnati di nuovo e i miei sforzi sarebbero stati inutili. Così li asciugai con un semplice colpo di bacchetta, lasciando che i ricci selvaggi mi scendessero ribelli sulla schiena. Cominciai a sentire dal giardino un vociare misto a un leggero ma sostenuto sottofondo.. la festa era cominciata! Un brivido mi attraversò la schiena e un sorrisetto eccitato mi si formò sulle labbra. Recuperai in fretta il bikini blu nel mio cassetto, mi ci volle una vita a districarmi con tutti quei laccetti, ma alla fine ebbi la meglio. Indossai velocemente gli shorts di jeans e una t-shirt oversize bianca che mi calava su una spalla lasciandola nuda, calzai le infradito e mi precipitai giù per le scale. Prima di uscire in giardino buttai un occhio all’orologio.. le tre??? Ma quanto cavolo ci avevo messo?? Stupita, decisi che era ora che la MIA festa incominciasse, così aprì la zanzariera dietro la porta spalancata. La musica di sottofondo era abbastanza forte da permettere a chi volesse di ballare, c’erano ragazzi ovunque che bevevano, chiacchieravano e ridevano. L’atmosfera era perfetta, Lily aveva avuto la brillante idea di lasciare spalancato il cancelletto che dava sulla spiaggia, in modo da estendere anche lì la festa. C’era un continuo via vai, era fantastico. Salutai qualcuno con la mano, destreggiandomi tra convenevoli e complimenti vari, fino a raggiungere il gruppetto che mi interessava.
-Ma guardate un po’ chi si mostra dopo più di un’ora!- ridacchiò Alice, abbracciandomi.
-Sei sempre l’ultima, Rose!- scosse il capo Cami, dandomi una leggera spintarella.
-A parte il fatto che sei una pessima padrona di casa, questa festa è favolosa Rose!-
-Ti ringrazio Hanna, siamo stai bravi eh?!- Sorrisi, ero contenta che fossero venute, la festa non sarebbe stata la stessa senza di loro. Erano state le mie compagne i stanza per tutti quegli anni, avevamo condiviso tutto, erano diventate più che semplici amiche, erano le mie sorelle! Cominciammo a ridacchiare, prendendo in giro Cami sulla cotta secolare per mio cugino Albus.
-E’ così.. Affascinante!- esclamò in tono sognante, scatenando così l’ilarità generale. Inconsapevolmente buttai un’occhiata distratta al cancello di ingresso e subito la risata mi morì in gola. Lo stomaco mi si attorcigliò quando vidi Scorpius Malfoy entrare nel MIO giardino, il passo deciso, il solito ghigno malizioso disegnato in volto, il braccio allacciato alla vita di una sventolona tutta gambe che non seppi riconoscere. Un leggero giramento di testa mi colpì, e fui subito invasa da una rabbia accecante, era venuto, era venuto ACCOMPAGNATO, ma con che coraggio, dopo tutto quello che avevamo passato..  

Si, lo ammetto, quando si trattava di Scorpius Malfoy, la mia fedina penale, non era del tutto pulita.. per niente, ad essere sinceri! Non ci eravamo mai calcolati molto in quegli anni, lui era l’amico di mio cugino e io ero la cugina del suo amico. Ci eravamo scambiati qualche parola durante le lezioni, ogni tanto avevamo fatto coppia durante l’ora di Pozioni, ma nulla di più. Non mi era mai interessato approfondire l’amicizia con lui, non approvavo affatto il suo stile di vita, il suo letto era come un porto di mare, ci erano passate praticamente tutte le ragazze del nostro anno, e la cosa mi faceva rabbrividire. Ma all’epoca ero ancora fidanzatissima con Joel, stavamo insieme dal terzo anno, perciò ero considerata una delle poche paladine dell’amore romantico ed eterno, sono più che sicura che anche Malfoy schifasse il mio stile di vita. A questo si limitava il nostro rapporto: un rispetto/disprezzo silenzioso e reciproco, che non dava fastidio a nessuno. Ma i tempo cambiano, e le persone crescono. Durante il mio ultimo anno avevo cominciato ad essere pervasa da una noia esistenziale che non mi permetteva di godermi a pieno nulla. Tutta questa frustrazione non ebbe altro sfogo se non il povero Joel, al quale diedi la colpa della mia infelicità e, da un giorno all’altro lo lasciai. Fu una liberazione, ormai stavamo insieme per inerzia, più per abitudine che per reale interesse, così non mi sentì più di tanto in colpa. Cominciai a seguire le mie amiche ai festini clandestini che organizzavano gli studenti nelle varie sale comuni o nella Stanza delle Necessità, festini che fino a poco prima avevo denigrato e evitato, come un’idiota. Si rivelarono un ottimo passatempo e fu proprio ad uno di questi che accadde il misfatto.  Eravamo nella sala comune di Serpeverde, credo festeggiassero  la vittoria  a Quidditch contro Tassorosso, non che abbia importanza. Quella sera Al era su di giri e si era preso la briga di far divertire al massimo anche me e ogni dieci minuti mi metteva in mano un bicchiere colmo di Whisky Incendiario. Non ci avevo fatto molto caso, presa com’ero a divertirmi, ma il quarto cominciò a farsi sentire, così mi ritrovai a nascondermi da Albus, pur di evitarne un quinto. Mi sedetti in un angolo, vicino al bagno comune, lontano dal casino e dalla folla, distesi le gambe e poggiai la testa al muro, in attesa che mi passassero le vertigini. Dopo una decina di minuti, una voce mi aveva fatto sussultare. Era Scorpius che mi chiedeva se poteva usufruire del mio nascondiglio, a quanto pareva voleva sfuggire alle labbra mielose e appiccicose di Lizzie Finnigan. Ricordo che scoppiai in una risata fragorosa al pensiero che avesse così tante ragazze da dovere addirittura scappare da alcune di loro. Così cominciammo a chiacchierare e di lì a poco, complice l’alcool che avevo in corpo, mi ritrovai a rotolarmi con lui in quel suo letto tanto decantato. Mi ero svegliata con un terribile mal di testa, ma con la piena consapevolezza di ciò che avevo fatto, perciò al diavolo! Se potevano farlo le altre, perché io non potevo? Ero stanca della mia vena moralista, 18 anni, per Merlino!!! Così avevo recuperato le mie cose e, con grande sorpresa del mio “amante per una notte”, lo avevo ringraziato per la fantastica nottata (le sue doti erano note a tutta la scuola, ora capivo perché!) e me n’ero andata, senza aggiungere altro. Questo doveva aver  attirato particolarmente l’attenzione di Scorpius –non gli capitava spesso di essere liquidato dalle sue conquiste, prima che fosse lui a liquidare loro-  perché cominciò a ronzarmi intorno più del solito. Ci fu poco dopo un altro festino e, inutile dirlo, finì a letto con Malfoy di nuovo. E poi di nuovo al festino successivo, e così via. La nostra non era una  storia, ne niente del genere, era più un impellente bisogno fisico, non potevo farne a meno. Dopo anni passati a fare sesso con Joel, Scorpius era una boccata d’aria fresca. Era un amante eccellente, le mani esperte sapevano dove toccare, sotto di lui ero come uno strumento musicale, sapeva trovare le corde giuste e la musica che veniva fuori era senza paragoni. Fu un periodo inebriante, fatto di sotterfugi e piccoli intrighi. Non eravamo una coppia, non mi vergogno a dire che scopavamo e basta, e andava bene così. Non avevamo regole o obblighi l’una nei confronti dell’altro, il nostro rapporto fuori dal letto non era cambiato affatto, ci utilizzavamo a vicenda per il nostro piacere personale, e andava bene così. Nessuno sapeva della nostra tresca, il che rendeva il tutto ancora più eccitante. Ma la cosa era presto degenerata, mi ero ritrovata più di una volta ad osservarlo dormire, a contemplare il suo bel volto rilassato, le ciglia bionde che accarezzavano gli zigomi alti, le labbra carnose che emettevano leggeri sbuffi. Ogni volta, a quella vista, qualcosa a livello del petto mi si incendiava, riscaldando tutto il corpo e portandomi d’istinto a sorridere stupidamente per qualcosa che non capivo. Di rimando, sempre più spesso mi ero risvegliata  nel letto di Scorpius, con lui completamente avvinghiato a me, e tutti, a scuola, sapevano che lui non era certo il tipo da “coccole”! Più il tempo passava e più la consapevolezza di un inevitabile mutamento del nostro.. qualsiasi cosa fosse, si era fatta strada dentro di me, diventando poco dopo una chiara certezza. Senza che ce fossimo resi conto, cominciavamo a provare qualcosa l’uno per l’altra. Questo mi aveva terrorizzato! La mia storia con Joel era finita neanche due mesi prima, non potevo provare già qualcosa per qualcun altro, ma dai! Così glielo avevo detto, una notte, quando, invece di accoccolarmi vicino a lui e sprofondare in un beato sonno tra le sue braccia, balzai fuori dal letto e cominciai a rivestirmi il più veloce che potevo. Lipperlì non aveva ben capito che cosa stesse succedendo, mi guardava, confuso, le spalle poggiate alla testiera del letto. Nei suoi occhi si leggeva sgomento, cercava in tutti modi di interpretare il mio improvviso modo di fare, senza successo. In quel momento capì che se non l’avessi chiusa subito, non avrei potuto controllare cosa sarebbe successo in seguito, così lo feci.  Gli dissi “Questa cosa è durata anche troppo, facciamola finita, ci siamo divertiti, è stata un..un’esperienza!” Non so neanche come mi uscirono di bocca quelle parole assurde, ma l’unica cosa che volevo fare era uscire da quella camera il prima possibile, mi sentivo soffocare. Vidi subito che la sua espressione era cambiata, si era scurito in volto, sguardo assente, mascella contratta. Rimase seduto in quella posizione per un tempo che mi sembrò infinito, ginocchia piegate, mani giunte. L’aria era diventata così tesa, non riuscivo a sopportare quel silenzio, così continuai “Voglio dire, non siamo una coppia, ci siamo divertiti e..” cominciai a balbettare, ma lui mi bloccò. “Tranquilla Weasley, è tutto a posto, felice di averti soddisfatta.. Sei stata una bella scopata!” mentre lo diceva aveva inclinato la testa e ridotto quei meravigliosi occhi grigi in una sottilissima fessura. Quelle parole mi colpirono peggio di un bolide in piena testa, era quello che volevo, certo, ma perché avevo solo voglia di piangere? Chissà perché, ma stupidamente avevo pensato che mi contraddisse, che mi dicesse che anche lui era spaventato per quello che ci stava capitando, ma che valeva la pena provarci.. Uscii velocemente dalla stanza.. quella era stata l’ultima volta che ci eravamo rivolti parola.
Era passato un mese, tra gli esami e l’inizio dell’estate, ero riuscita, bene o male, a tenere la mente occupata, ma la realtà mi era nemica e non potevo più far finta che non esistesse. Eccolo lì, Scorpius Malfoy, in tutto il suo odioso splendore, che si comportava… beh, da Scorpius Malfoy! Aveva raggiunto il gruppetto di Al, mentre la sua ragazza-del-momento si era fermata a squittire con un’altra oca bionda che riconobbi come “una delle tante Serpeverde”. Intanto il tempo intorno a me si era fermato, la festa che mi circondava era diventata un misto di rumori lontani e ovattati, riuscivo a concentrarmi solo su di LUI. Lo osservai attentamente, i capelli mossi dalla leggera brezza estiva, il sorrisetto beffardo e le labbra.. Dio, riuscivo solo a pensare a quanto mi fosse mancato. Improvvisamente, senza che me ne accorgessi, si voltò nella mia direzione. Era come se avesse sentito il peso straziante dei miei occhi su di lui, a me a volte succedeva, durante le lezioni, quando lo beccavo a fissarmi. Per un attimo i nostri sguardi si incatenarono e la sua espressione cambiò rapidamente. Le sopracciglia si aggrottarono appena, le labbra si strinsero, di colpo era diventato serio. Non volevo essere la prima ad abbassare la testa, non volevo che capisse che anche la sua sola vista mi avesse turbata, ma non ce la feci, era troppo per me.. Così scrollai il capo e tornai a rivolgere la mia attenzione alle ragazze. Ero così distratta che non mi ero resa conto del loro mutismo improvviso e delle facce contrite che lo accompagnavano. Ovviamente loro erano le uniche che conoscevano tutta la faccenda di Scorpius, come avrei fatto ad uscire di notte, altrimenti?
-Beh, era piuttosto chiaro che sarebbe venuto, giusto?- parlai, cercando un tono leggero e distaccato, quello che uscì fu però una stridula richiesta di indifferenza. Buttai giù  tutto il contenuto del mio bicchiere non sapendo bene cosa fosse, ma appena sentii il familiare bruciore allo stomaco ringraziai mentalmente Albus per essersi personalmente occupato dei drink.
-Io vado a prenderne un altro!- sorrisi malamente alle mie amiche che annuirono comprensive, offrendomi qualche carezza di conforto. Annuii vigorosamente e mi diressi verso il tavolo delle bevande, sarebbe diventato il mio posto preferito della giornata, ne ero certa!
 
Ne avevo buttati giù tre e tenevo il quarto in mano, ma quei dolcissimi drink a base di non so quale porcheria babbana non avevano avuto su di me l’effetto sperato. Non si può dire che fossi completamente lucida, ma invece di sentire la testa più leggera, quell’apporto di alcool aveva solo contributo a peggiorare il mio umore.  Tutti intorno a me si stavano divertendo come pazzi, ridevano, ballavano, facevano il bagno, mentre riuscivo solo a tenere il muso in un angolo. Mi voltai verso il contenitore del ghiaccio e mi accorsi che era vuoto, così decisi di rientrare per procurarne dell’altro, era un modo come un altro per passare il tempo, giusto?
Appena fui in cucina, tirai un gran sospiro e cercai in tutti i modi di calmarmi. La sua presenza non poteva scombussolarmi così tanto, Dio non avevo mica 12 anni! Non mi aveva neanche rivolto la parola, il che poteva essere solo considerato un bene, perciò perché me la prendevo tanto?! Dovevo solo fare come lui, fare finta di niente e probabilmente tutta questa ansia che inspiegabilmente mi aveva sopraffatta, sarebbe sparita. L’auto convincimento mi era sempre stato molto utile, così presi il sacco del ghiaccio e cominciai a svuotarlo nel contenitore.
-Ehi..- ero così presa dai miei pensieri, che non mi ero resa conto che qualcuno mi aveva raggiunta, per questo sobbalzai e mi voltai di scatto.
-Faccio così paura?!- sghignazzò con un sorrisetto beffardo, l’ultima persona che avrei volto trovarmi davanti in quel momento. Auto convincimento un cavolo, dovevo far leva su ogni minima parte di me stessa per rimanere lucida e limitare ogni possibile danno che si potesse causare nei minuti successivi. Lo guardai, ipnotizzata da quegli imperscrutabili occhioni grigi.. Perché mi aveva seguita? Che cosa voleva??
Mi accorsi che erano passati troppi secondi dalla sua domanda, così mi riscossi dal mio stato di coma momentaneo
-Ah.. No, è solo che, non ti ho sentito entrare.-  da dove usciva quel tono tremante? Che fine aveva fatto la Rose seria e piena di se? Possibile che un bel biondino qualunque mi mandasse così fuori di testa? Scioccata e in collera più che mai con me stessa, ripresi finì di armeggiare con il ghiaccio. Quando ebbi finito, presi il contenitore in mano e mi voltai, ma mi accorsi che Scorpius era ancora lì, appoggiato al lavabo della cucina, che mi fissava.
-Ti serve qualcosa?- chiesi scocciata. Lui scossa il capo con non curanza, cosa che mi irritò terribilmente, odiavo quel suo modo di fare. Sbuffai e feci per uscire, ma quando gli passai accanto, Scorpius si raddrizzò e con una mano fece una leggera pressione sul contenitore, costringendomi a bloccarmi.
-Devo portare il ghiaccio…-
-Perché, Rose?- Prima che potessi inventarmi la migliore delle scuse, Scorpius mi aveva interrotto, mi aveva tolto di mano quel maledettissimo contenitore  e si stava avvicinando. Non riuscivo a capire che cosa mi stava chiedendo, mi limitavo solo ad indietreggiare ad ogni suo, sebben minimo, movimento.
-Cosa?- chiesi in un sussurro.
-Perché sei scappata? Perché sei stata tanto codarda? Perché, Rose?- Ed eccola lì, spiattellata in piena faccia, la domanda che anche io mi ero posta ogni giorno, tutti i giorni da quando me n’ero andata quella notte. Magari sarei tornata indietro, ma lui mi aveva liquidata con quel “sei stata una bella scopata.” Quel ricordo mi fece infuriare più che mai.
-Ma dai, te la prendi tanto per una bella scopata? Devo proprio aver sconvolto il tuo mondo!- il tono che mi uscì era aspro e distaccato. Fissai i miei occhi nei suoi mentre lo dicevo, e notai la sua espressione cambiare. L’avevo colpito, non si aspettava che potessi essere così velenosa, ma evidentemente non mi conosceva affatto. Mi aveva ferita quella sera, non gli avrei permesso di farlo di nuovo.
Ci guardammo per un tempo che sembrò infinito, quando capì che non avremmo risolto niente, lo spinsi via e feci per andarmene.
-Mi hai preso alla sprovvista, ok?- Mi fermai di colpo, che stava dicendo?
-Stavamo bene, ci divertivamo, non avevamo bisogno di definire ciò che stavamo facendo perché andava bene così, ma tu hai rovinato tutto! Perché te ne sei andata?-  mi voltai, scioccata.
- Beh, scusami tanto se mi sono spaventata! Non capivo come fosse possibile, ma avevo cominciato a provare qualcosa per te, brutto idiota che non sei altro! Si, sono scappata è vero, ma forse l’unica cosa di cui avevo bisogno era che tu mi dicessi che era tutto ok, che mi trattenessi in qualche modo. Mi hai ferita Scorpius, ho solo avuto la conferma di quello che pensavo.- ero amareggiata, gli avevo confessato quello che mi ero tenuta dentro per tutto quel tempo. Mi sentivo come liberata da un peso, ma in questo non c’era niente di dolce.
-Anche io mi sentivo allo stesso modo..- la sua voce era appena udibile, ma eravamo abbastanza vicini perché riuscissi a distinguere ogni singola parola. Inclinai la testa, come per invitarlo a continuare.
-Si, non fare finta di non averlo capito. Certo che anche io avevo cominciato a sentire qualcosa per te, sarebbe stato impossibile il contrario, insomma sei TU! Sei intelligente, bella, travolgente.. Mi hai ubriacato il cervello dalla prima volta che siamo stati insieme. Non riuscivo a pensare ad altro e devo ammettere che, anche se non ci capivo molto, la cosa cominciava a piacermi. Poi tu di punto in bianco decidi di mollarmi così, mentre ero ancora nudo, tra parentesi! Mi sono arrabbiato e ho detto la prima cosa che mi passava per la testa.-
Quelle parole furono come un arcobaleno dopo un temporale durato settimane. Come potevo essere stata così cieca, avevo pensato solo per me, senza curarmi dei suoi sentimenti. La mia espressione si addolcì e gli offrì l’accenno di un sorriso. Lui lo interpretò come una sorta di via libera, perché si avvicinò e fece per baciarmi. La mia parte razionale, però, non tardò a presentarsi.
-Sei qui con una ragazza!- esclamai schifata, spostando il volto e incrociando le braccia al petto.
Lui lasciò le sue mani sulle mie guance, i pollici che mi carezzavano gli zigomi.
-Potrei essere venuto con 12 ragazze, eppure avrei in mente solo te. Sei l’unica per me Rose!-
E fu allora che le mie difese crollarono definitivamente, appoggiai le mani sui fianchi di Scorpius e chiusi le mie labbra sulle sue. Quel bacio mi diede la sensazione di tornare a respirare dopo settimane di apnea. Era inutile mentire a me stessa, perché mi era mancato, solo adesso sentivo di essere dove dovevo stare. Dimenticai tutto, le paure, le ansie, c’eravamo solo io e lui. Ovviamente ero consapevole che non sarebbe stato facile, ma avevo comunque una certezza: qualunque cosa l’avremmo affrontata insieme e, per adesso, mi bastava!





Kath's Corner:
Ciao a tutti! So di avere una storia in elaborazione, ma per il momento è ferma, perciò ho deciso di pubblicare questa pillola che avevo da parte, spero che vi piaccia! Kiss
Kath <3
  
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