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Autore: midnight89    10/12/2008    1 recensioni
Una vicenda straziante ma con un dolce finale.Quando il silenzio non corrisponde alla morte.BanxGinji
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco il nuovo capitolo

Ed ecco il nuovo capitolo!Mi auguro che non ci siano più problemi con i dialoghi altrimenti segnalatelo e vedrò di risolvere la questione. Inutile dire che la situazione è ormai in stato di risoluzione, ma manca ancora un tassello che sarà proprio rivelato in questo capitolo dove abbiamo un Ban più dolce del solito e un Ginji molto innamorato. BUONA LETTURA!

 

Aprì poco a poco gli occhi e si accorse che già la piacevole compagnia che l’aveva allietato per tutta la notte era scomparsa.

Dilatò gli occhi. Vi passò una mano sopra e leccò dal dorso della mano quelle ultime lacrime di sangue.

Si alzò dirigendosi verso il soggiorno e incontrò a metà strada Ginji con un vassoio in mano e due tazze fumanti di caffèlatte.

-Ban-chan!Perché ti sei alzato?Stavo venendo io con la colazione...-esclamò preoccupato prendendogli una mano e conducendolo verso il divano. Appoggiò il vassoio e gli porse la tazza fumante.

-Allora come stai stamattina?- domandò mentre addentava un biscotto al cacao. Ban soffiò sulla tazza e poi sorrise -Meglio del solito...tu?-domandò bevendo in un solo colpo tutta la bevanda.

-Molto bene...-esclamò arrossendo. Come non negare che sapere che Ban ricambiasse i suoi timorosi sentimenti gli aveva impedito di dormire per tutta la notte?Espressi così semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia e naturale del mondo che loro si amassero, che fosse già programmato sin dal loro primo incontro. Mai avrebbe immaginato che tra due persone completamente diverse potesse nascere qualcosa di così intenso.

-Perché così pensieroso?-domandò rompendo quello strano silenzio che si era venuto a creare.

-Eh?Nulla, nulla...-rispose lui rapidamente sorseggiando il suo caffèlatte. Ban gli si avvicinò e senza la minima incertezza lo baciò dolcemente -Credevi di aver sognato ieri sera?-domandò scostandogli un ciuffo biondo dietro l’orecchio. Ginji sorrise -L’ho temuto per un momento...-.

Il moro gli diede un buffetto sul naso -Stupida torpedine...Piuttosto passami quel giornale che sono mesi che non so cosa accade in questo diavolo di paese...-esclamò stiracchiandosi le braccia e rimanendo in attesa. Ginji annuì e si alzò subito, prese il giornale, e solo in quell’istante la sua mente si bloccò.

Si voltò di scatto fissando Ban che lo stava osservando con la sua aria malandrina di sempre vagamente divertito -Stai boccheggiando come una carpa appena pescata...-esclamò ridendo alzandosi in piedi attendendo un abbraccio travolgente che difatti non tardò ad arrivare.

Il biondo lasciò perdere tutto, ogni cosa, ogni pensiero e si gettò tra le braccia di Ban, ancora incredulo di ciò che aveva compreso.

-Tu...tu ci vedi?-balbettò con gli occhioni lucidi alzando il volto e specchiandosi negli occhi blu di Ban.

-Se in questo momento ho davanti uno sguardo meraviglioso pronto a sciogliersi in lacrime per me, allora sì...-disse dolcemente. Ginji sorrise deglutendo pesantemente ma non riuscendo a frenare quelle lacrime che scesero su quelle guance candite.

-Sono felice di rivederti, perchè ora non ti voglio lasciare più sparire nel buio dei miei occhi...- esclamò asciugandogli con le dita gli occhi.

 

Quelle dolorose lacrime di sangue erano svanite per sempre, non gli avrebbero più rigato le guance e squarciato l’animo in ogni istante. Forse le preghiere così supplichevoli di Ginji avevano impietosito persino Dio, oppure qualche strano incantesimo guaritore era disceso su di lui, oppure era merito tutto della sua ottima forma fisica, infondo era pur sempre l’uomo più forte del mondo! Oppure...

Oppure più semplicemente il suo cuore, il suo animo, la sua mente si erano ripresi grazie a quelle carezze tanto dolci, quegli occhi che li curavano ad ogni istante e quella costante melodia di dolore che le avvolgeva in un abbraccio.

Stringendolo ora poteva solo avere l’opaca immagine della disperazione in cui aveva vissuto Ginji per quei mesi apparentemente lunghissimi.

-Via, via...si piange per i morti, non per i vivi...-esclamò staccandosi un poco da lui. Il biondino annuì con il capo nonostante i suoi occhi continuassero a lacrimare.

-Ehi, guarda che se non la smetti mi arrabbio!-esclamò con cipiglio, ma il tono era fittizio e mostrò un sorriso.

-Gomen, Ban-chan...-disse asciugandosi gli occhi e osservandolo con un radioso sorriso. Il moro annuì, ora andava sicuramente bene...

-Mi piaci di più quando sorridi...-esclamò prima di iniziare a baciarlo con passione sulle labbra e scendendo poi sul collo con tutte le intenzioni di andare oltre.

-Ban-chan...il medico...non...sforzi...-mugolò il biondino tra un bacio e l’altro. Ban sorrise e gli sussurrò nell’orecchio -Ieri era ieri, oggi è oggi...-esclamò con un solito tono malizioso.

 

Proprio in quella il telefono trillò e Ginji n’approfittò per divincolarsi e andare a rispondere. Sollevando la cornetta udì la chiara e calma voce di Kazuki.

-Salve Ginji-san, disturbo?-domandò gentile e confortante come sempre. Ginji stava per rispondere al massimo dell’allegria, ma solo in quella comprese che nessuno sapeva del risveglio improvviso e miracoloso del compagno, così decise di rispondergli più afflitto del solito. Avrebbe fatto una grande sorpresa a tutti quanti.

-Beh...no, no...-rispose insicuro mentre strizzava l’occhio a Ban che lo osservava dubbioso su cosa avesse in mente il compagno.

Kazuki comprendendo subito che qualcosa non andava si affrettò a chiedere spiegazioni, non poco preoccupato.

-Beh, il dottore...-finto singhiozzo -...il dottore ha detto che Ban-chan...che Ban-chan non sarà più come prima!-esclamò con tono disperato. Il moro sembrò finalmente capire ma proprio non gli piaceva di aspettare seduto sul divano così che sorridendo gli si avvicinò approfittando del fatto che l’amico fosse di spalle.

-Che intendi?-domandò ansioso Kazuki iniziando seriamente a preoccuparsi. Ginji sospirò, doveva inventarsi qualcosa.

-Beh, ecco...lui non potrà...ah!...-si voltò e si vide Ban a pochi centimetri di distanza che sembrava divertirsi molto con il bottone dei suoi pantaloni beige. Gli lanciò un’occhiata ammonitiva e gli spostò gentilmente la mano badando però di non lasciargliela.

-Ginji-san, è successo qualcosa?-domandò sorpreso.

-No, no...dicevo che beh, è difficile da spiegare perchè...-Ban era tutto intento a baciargli la schiena nuda, sollevata la t-shirt, incurante di quali sensazioni potesse provocare con la sua azione -perchè è complicata...-continuò Ginji tentando di sopprimere al meglio i suoi sensi.

-Ma è qualcosa di così grave?-continuò allarmato l’amico tentando di avere più informazioni possibili.

Ginji tentò di rispondere al meglio a quelle domande pressanti ma proprio sembrò al limite quando Ban l’aveva voltato e sollevatagli la maglietta aveva iniziato a torturagli i capezzoli con la lingua  e sbottonargli i pantaloni.

-Kazu...kii...stasera...stasera vieni qui...con tutti!Ciao!-e riattaccò violentemente la cornetta,rivolgendosi poi verso Ban.

-Sei un disgraziato!-esclamò con cipiglio. Il moro lo osservò divertito mentre finiva di levargli i pantaloni. -Ma mi piaci troppo così...-esclamò baciandolo poi ardentemente.

Ban ricambiò da subito e mentre lo lasciava sbottonare la giacca del pigiama,lo guidò verso la camera da letto dove senza troppi complimenti lo spinse sul letto ancora in disordine.

-Il dottore se la prenderà con me...-esclamò beandosi di quelle attenzioni che stava ricevendo dal moro.

-Potresti dirgli che ti ho obbligato...-gli sussurrò all’orecchio mentre con le dita percorreva il corpo longilineo del biondino.

-Ma sarebbe una bugia...-esclamò Ginji sorridendo, accarezzandogli la guancia e scendendo poi sulla spalla per poi arrivare sino al petto.

Ban sorrise e tornò su quelle labbra tanto invitanti percependo le braccia di Ginji intorno a lui.

Abbandonati poi anche gli ultimi vestiti si fissarono l’uno negli occhi dell’altro, volendo quasi assorbirsi a vicenda.

 

Blu...Castani...

Maledetti...Angelici...         

 

-Mi mancava tanto questo tuo sguardo...-sussurrò il moro sfiorandogli il volto, baciandoglielo poi e iniziando a scendere con quei baci infuocati tempestando quel corpo candido di una passione racchiusa per troppo tempo, nascosta, celata a tutti, perfino a stesso.

Offuscata da quelle finte attenzioni verso i bei corpi femminili, ridendo nel ricevere un sonoro schiaffo da Hevn dopo averle palpato il seno, oppure distinguersi con battute smaliziate e idee che avevano fatto arrossire più volte il compagno.

Quante bugie pur di non svelare quel sentimento che aveva iniziato a sedurlo da tempo;a mostrargli quanto fossero dolci quegli occhi castani, passionali quelle labbra rosee, e quel corpo sottile che mostrava tanta grazia quanto sensualità nello svestirsi o nel lavarsi tra la candida schiuma.

Quante volte si era svegliato di soprassalto nel mezzo di un sogno non del tutto puro e casto e voltandosi osservare il riposo tranquillo del compagno nel letto vicino, beandosi e torturandosi allo stesso tempo per non poterlo nemmeno sfiorare con quella passione che ardeva in lui. Limitarsi ad abbracci amichevoli e rimpiangere quei rari momenti di massima vicinanza, quando si nascondevano in uno sgabuzzino o le notti fredde passate uno vicino all’altro nella vecchia subaru.

Quanti pensieri, frasi, azioni rimangiate o stravolte purché lui non capisse, che non si allontanasse, che non lo temesse...

Ma Ginji non solo provava i medesimi bramosi desideri, ma anch’egli soffriva quando dopo essersi stretto affettuosamente all’amico veniva bruscamente allontanato,o quando doveva sopportare il flirtare del compagno con formose ragazze e al suo maledetto vizio di palpare Hevn!

Invidiare Shido e Madoka, invidiare Jubei e Kazuki, invidiare chiunque avesse qualcuno accanto che lo proteggesse e lo amasse.

Ma ora finalmente ritrovarsi a sorridere a quei lontani ricordi e abbracciare il presente, unica loro certezza,con quanta forza avevano,temendo che potesse svanire in un istante.

-D’ora in poi non ti lascerò più, lo prometto...-esclamò piano per poi scendere sempre più lasciando che la risposta del compagno si perdesse in un gemito.

 

  
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