Beh…in realtà di questa fanfic non so proprio che dire.
Mi è venuta all’ improvviso, per questa ragione non
sono affatto sicura che mi sia uscita bene.
L’ unica cosa che posso dire, è che parla del mio
personaggio preferito di questo manga ovvero il terribile capo della mafia
russa…o meglio del futuro capo della mafia russa, dato che questa fanfic
si svolge quando è ancora nell’ esercito.
Per questa ragione non sarà chiamata con il nome che
utilizza nella serie, ma con quello che si presuppone sia il suo vero nome
ovvero Vladilena.
Spero solo che non faccia tanto schifo
come penso…se siete proprio sicuri di continuare, allora buona
lettura!!!^^
L’
esplosioni proseguivano senza sosta, proprio al pari delle grida di dolore di
coloro che venivano feriti da esse.
L’
odore del sangue era in ogni luogo, seguito solo dalla puzza di sudore e di
quella dei vari brandelli di membra che erano stati separati magari a causa di
una delle tante esplosioni dal resto del corpo del loro proprietario.
-
Allora…quante munizioni abbiamo ancora? – il capitano Vladilena se ne
stava con la schiena appoggiata al muro, i suoi capelli di solito biondi ora erano
macchiati di sangue – Beh…rispondete, è un’ ordine!
– di solito quella era una domanda che nelle situazioni terribili come
quella nessuno osava mai fare, però lei voleva sapere…sapere se
possedevano abbastanza munizioni per fare quello che lei aveva in mente.
-
Abbiamo ancora quasi tutti i proiettili delle pistole, però le sia le
munizioni dei fucili che quelle di tutte le armi in nostro possesso sono quasi
finiti – era stato il sergente Boris a rispondere, il sangue li scivolava
lungo la profonda ferita che aveva sul volto e li macchiava la divisa.
In
seguito a quella risposta si levò un gemito solitario dalla bocca di uno
dei uomini, ma subito dopo a quello venne il silenzio.
-
Ironico… - si disse lei, fissando i suoi uomini – La notizia di un
possibile decesso gli ha resi differenti dal solito -.
Fissò
un’ uomo dai folti baffi scuri e con un grosso sfregio che gli solcava
una guancia, i suoi occhi di solito freddi e insensibili adesso erano velati
dalle lacrime – Lui è sempre stato un violento, e adesso sta per
iniziare a piangere proprio al pari di un moccioso -.
Poi
fissò l’ uomo che stava di fianco al primo, era basso e pelato con
gli occhi spavaldi – Lui invece è sempre stato un vigliacco, e
adesso ha gli occhi di chi non teme più nulla -.
Si
chiese che tipo di occhi aveva lei in quell’ istante, fu tentata di raccogliere
da terra il pezzo di quello che un tempo era stato uno specchio per poter
vedere il riflesso della sua stessa espressione poi però le venne in
mente un pensiero che le fece del tutto dimenticare dal suo intento –
Boris…chissà lui che genere di occhi ha adesso -.
I
fieri occhi della donna si mossero in direzione del suo sottoposto, ma non
appena vide gli occhi di solito distaccati dell’ uomo si stupì non
poco.
Si
era aspettata di vedere negli occhi di Boris la sua solita espressione fredda e
indifferente, invece in quell’ istante i suoi occhi bruciavano come
fuoco.
L’
uomo fissava con quei suoi occhi neri come la pece le esplosioni che stavano
devastando il campo di battaglia, come se volesse intervenire in quel massacro
per poter spaccare un po’ il culo ai loro nemici.
La
voglia di prendere parte alla battaglia era improvvisamente nata in Vladilena,
che si alzò tutto ad un tratto facendo sobbalzare i suoi sottoposti
– Noi siamo i migliori soldati di tutto l’esercito, non possiamo
permettere che la nostra vita finisca in questo modo…se dobbiamo morire
le faremo battendoci fino alla fine. Uomini, chi è con me? – si
levò un grido esultante dalla bocca di ogni soldato, il loro capitano
aveva ragione…dato che tanto stavano per morire lo stesso, tanto valeva
che le loro vite finissero con un fucile in mano tentando di portare il maggior
numero di uomini nemici agli inferi insieme a loro.
La
donna annuì fissando i suoi uomini con orgoglio, poi si rivolse a Boris
– Allora…è pronto a morire per la causa compagno sergente?
– l’ uomo però scosse la testa, e rispose – No,
capitano…io sono pronto a combattere per la causa -.
La
donna ridacchiò, poi fissò di nuovo i suoi uomini –
Beh…sappiate solo che per me è stato un vero onore battermi a
vostro fianco, siete i militari migliori che io abbia mai visto. E
ora…spacchiamo un po’ il culo a quei pezzi di merda – tutti i
soldati presero in mano i loro fucili gridando, poi tra di loro scese di nuovo
il silenzio aspettando gli ordini del loro capitano.
-
Allora…soldati Menshov e Abram, voi siete gli unici che possiedono ancora
un fucile decente per questa ragione restate qui a coprici le spalle. Lei
invece caporale Dorian vada con i soldati Dan, Viktor, Ivan e Denis a vedere se
qualche soldato Russo delle differenti divisioni è sopravvissuto e si
vuole unire a noi per la strage. E poi…tutti voi a cui non ho dato
ordini, venite con me. -.
-
Si, signore - si levò dalle bocche ogni soldato, e poi tutti fecero il
possibile per svolgere quello che gli era stato detto.
La
donna uscì senza esitare nel campo di battaglia, seguita da un gruppo
piuttosto fitto di militari tutti con la pistola in mano.
I
loro rivali non appena li videro iniziarono a sparare nella loro direzione,
però i due soldati che possedevano i fucili di precisione li fecero
fuori uno a uno.
Lei
e il suo gruppo poterono proseguire senza troppi problemi, anche se adesso
erano troppo lontani dai due soldati con i fucili i per questa ragione loro
adesso non li potevano più proteggere.
Un
proiettile apparso come dal nulla colpì in testa uno dei soldati di
Vladilena uccidendolo immediatamente, lei però non fece neppure in tempo
a intuire da dove provenisse che anche altri due uomini dei suoi vennero uccisi
dal proiettile di quello stesso pistolero fantasma. – Tutti a terra!!!
– disse lei, buttandosi sul suolo bagnato di sangue seguita da tutti i
suoi sottoposti.
Vide
con la coda dell’ occhio Boris che puntava la sua pistola in direzione di
qualcosa, e poi premeva il grilletto.
Si
udì un gemito, e poi il tonfo di un’ oggetto caduto a terra
– L’ ha beccato? – domandò la donna a Boris, lui
annuì e indicò il cadavere di un uomo proprio alle loro spalle
– Non lo vedevamo perché era dietro di noi -.
In
seguito Vladilena e i suoi soldati proseguirono uccidendo tutti i nemici che
sbarravano la loro strada. Si battevano senza sosta, dopo il decesso dei tre
soldati iniziali non era più stato ucciso nessuno dei suoi.
L’
esplosioni adesso avvenivano più, e questo li faceva avanzare molto più
spediti.
-
Attenti…vedo un uomo che sta venendo verso di noi – disse
Vladilena, facendo un vago cenno alle loro spalle per indicare un uomo che
avanzava a fatica in mezzo ai cadaveri.
-
Non aprite il fuoco…sono io, il soldato Menshov – disse l’
uomo, facendo vedere che era davvero lui – Soldato…che fai qui? Ti
avevo dato un’ ordine ben preciso! – sbottò Vladilena,
vagamente seccata per la disobbedienza dell’ uomo – Ha ragione
signora, ma…siamo stati attaccati. Sia il signor Dorian che alcuni membri
del suo gruppo sono stati uccisi, sono ancora in vita solo i soldati Dan e Ivan
che adesso si stanno battendo con il nemico però hanno urgente bisogno
di rinforzi -.
Non
appena l’ uomo ebbe detto questa breve frase, il suo superiore
esclamò – Avete sentito, uomini? I nemici hanno appena ucciso i
nostri compagni, per questa ragione noi adesso ammazzeremo loro!!! – I
soldati ansiosi di vendicare i loro fratelli d’ armi, tennero il passo
del soldato sopravvissuto che gli stava guidando nel punto in cui erano stati
attaccati.
Non
appena arrivarono nel luogo esatto fecero fuoco per uccidere tutti i nemici
– Chi è vivo dei miei? – chiese Vladilena, intanto che sparava
alla testa di uno dei rivali – Io, capitano. Sono il soldato
Dan…anche il soldato Ivan è vivo, però è ferito in
modo abbastanza grave – rispose l’ unico del gruppo di Dorian
ancora del tutto integro – Ottimo…soldati Menshov e Sakharov
sollevate il compagno Ivan che lo teniamo con noi… -. Si sentì il
botto di un’ esplosione, Vladilena fissò il punto da cui proveniva
il suono – Dannazione, le esplosioni sono riniziate…ascoltate
soldati, è meglio se andiamo via da qui!!! -.
Insieme
ai suoi fedeli soldati si allontanò da quel punto, tuttavia sentì
all’ improvviso in terribile botto di un’ esplosione molto più
vicina di tutte quelle che l’ avevano preceduta.
Si
voltò e vide l’esplosione che la inghiottiva, poi non vide
più nulla…solo il buio.
Non
lo sapeva ancora, ma con quell’ esplosione Vladilena era deceduta.
Al
suo posto però, era nata…Balalaika.