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Autore: chapeauchinois    02/03/2015    2 recensioni
"..si sa, gli sguardi cadono a caso fino a un certo punto. Cadono a caso fino a quando una ragazza si sveglia al mattino e per tutto il tragitto Sala Comune-Sala Grande lo cerca, per tutta la colazione, durante gli spostamenti tra le lezioni, a pranzo, a cena, in biblioteca, nel parco, nel campo di Quidditch e anche nella Foresta Proibita, non si sa mai. E cadono a caso fino a quando lui non se ne accorge e decide di ricambiare perché si sa, le rosse hanno quel qualcosa in più che alla lunga fa crollare tutti ai loro piedi."
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Sguardi.
Era iniziata così, soli sguardi di fuoco che tutti in realtà, chi più chi meno, avevano notato. Solo che nessuno aveva avuto il coraggio di esplicitare la faccenda, per vari motivi: innanzitutto, il povero malcapitato che avesse avuto il coraggio di dire ad alta voce quello che tutti avevano visto, avrebbe dovuto scontrarsi con uno squadrone di ragazzoni alti e muscolosi dai capelli rossi, che avrebbero fatto a piccoli pezzettini il suo corpo pur di non accettare il fatto, per poi seppellirlo alle radici del Platano Picchiatore in modo che nessuno potesse scovare il cadavere.
Poi, dopo essere stato distrutto parte anatomica per parte anatomica, il sopracitato malcapitato avrebbe subito la furia di un certo biondo dallo sguardo misterioso e dall’andatura elegante, per aver messo sotto gli occhi di tutti la sua vergogna, o meglio, la vergogna di suo padre.
In seguito, i genitori, i nonni, tutti gli avi e via dicendo degli ignoti protagonisti avrebbero avuto da dire la loro, seppur più gentilmente e senza la foga degli adolescenti, sempre se si può considerare gentile il fatto di finire ad Azkaban per la vita.
Infine, dopo lo squadrone della morte, la furia del biondo e la condanna all’ergastolo, forse, e dico forse, anche lei avrebbe avuto qualcosa da obiettare. Dico forse perché in fondo si sa, gli sguardi cadono a caso fino a un certo punto. Cadono a caso fino a quando una ragazza si sveglia al mattino e per tutto il tragitto Sala Comune-Sala Grande lo cerca, per tutta la colazione, durante gli spostamenti tra le lezioni, a pranzo, a cena, in biblioteca, nel parco, nel campo di Quidditch e anche nella Foresta Proibita, non si sa mai. E cadono a caso fino a quando lui non se ne accorge e decide di ricambiare perché si sa, le rosse hanno quel qualcosa in più che alla lunga fa crollare tutti ai loro piedi. Se poi si aggiunge il fatto che la rossa in questione si chiama Ginny Weasley ed è la Cacciatrice più abile della squadra di Grifondoro, è bella, con quel fisico asciutto e slanciato da sedicenne e quegli occhi color cioccolato in cui si vede ribollire la sua anima ribelle, ed è tenuta d’occhio in ogni minuto da una quantità inconcepibile di fratelli gelosi e dal grande Harry Potter, che comincia a interessarsi a lei non più solo per le partitelle a Quidditch due contro due con i gemelli..beh, non c’è più niente da fare. Il proibito attrae sempre più del dovuto.
È per questo che in fondo, tutti quelli che avevano notato quegli sguardi, alla lunga si erano convinti di avere delle allucinazioni grandiose ed erano stati zitti a riguardo. Anche perché dopo cinque mesi i pettegoli di Hogwarts si erano dovuti rassegnare al fatto che non c’era nulla su cui spettegolare. Quale Malfoy poteva mai interessarsi veramente a una Weasley? Quale Weasley poteva soccombere agli occhi di ghiaccio di un Malfoy? Quale Weasley, potendo avere Potter, avrebbe preferito andare a impegolarsi in una relazione complicata non tanto per i soggetti, quanto a causa dell’ambiente ostile che li circonda?

Sala Comune Serpeverde

“Perché diavolo la scuola deve finire proprio a giugno?” borbottò Draco Malfoy, stravaccato su un divanetto di pelle nera, al fresco nella sua Sala Comune, solo, in quella notte di giugno.
Quasi gli prese un infarto quando sentì una voce rispondere alle sue elucubrazioni mentali.
“Perché anche le istituzioni hanno deciso di assecondare la codardia del più codardo Serpeverde della scuola”, rispose Blaise Zabini, che rientrava proprio in quel momento dal suo giro notturno  nel parco della scuola, in compagnia di quella bella Corvonero del quinto anno di identità sconosciuta, di cui si era invaghito la settimana prima.
“Dì un po’, Draco, la tua domanda si riferiva al fatto che tra tre settimane ti tocca rivedere tuo padre e tua madre, o al fatto che tra tre settimane non potrai più ingravidare con lo sguardo la Weasley?” domandò il moro con uno sguardo tra l’impietosito e il divertito. Il biondo gli scoccò un’occhiataccia. “è da dicembre che quella ti mangia con gli occhi, e viceversa. Cosa ne pensi di fare l’uomo e di farti avanti una volta per tutte?”, continuò Blaise imperterrito, ripetendo forse per l’ottocentesima volta la stessa frase. Adorava sfiancare il suo migliore amico, aveva un gusto sadico per queste cose.
Draco rise, soppresse l’istinto di tirargli addosso un tavolino, si alzò di scatto e volgendosi verso la finestra che dava sulle acque scure del Lago Nero disse:”Certo, ora che ci penso farmi mangiare vivo da un branco di straccioni con della paglia masticata al posto dei capelli, rientra esattamente tra le mie priorità. Per non parlare della festa che mia aspetta a casa con mio padre, non appena sentirà la notizia”. La sua voce aveva un tono rassegnato e spento che Blaise non sentiva da quando Pansy l’aveva dovuto lasciare per fidanzarsi ufficialmente con Theodore Nott, il suo promesso da quando avevano cinque anni.
Blaise si accomodò sul divano e lo guardò, assorto nei suoi pensieri. “Cosa ne dici di provare almeno a parlarle? Magari poi scopri, che ne so, che ha una voce fastidiosa, o che ha abitudini che tu non sopporti. Magari ti sta sulle palle profondamente perché è troppo..troppo..Grifondoro” e pronunciò queste parole con scherno, perché sapeva bene quanto fosse Serpeverde il suo migliore amico, e che per quanto potesse provocarlo e dirne di ogni sulla Weasley, sapeva quanto fosse poco probabile un atto di coraggio da parte sua.
“Non credo che succederà, ma potrei rischiare”. Blaise si strozzò con la sua saliva e cominciò a tossire convulsamente, sconvolto. Quando riprese il controllo delle sue vie aeree superiori lo guardò con gli occhi lucidi. “Scherzavo Draco, tuo padre ti fa fuori sul serio”, sussurrò. Le sue parole caddero nel silenzio.
“Come puoi esserti innamorato di lei…non mi guardare così, tu sei innamorato, altrimenti non ne staremmo nemmeno discutendo! Come puoi innamorarti di qualcuno a cui non hai mai rivolto la parola?”. Draco lo guardò negli occhi, ed erano color ghiaccio fuso. “Ma io le ho rivolto la parola. Più volte. Il suo sguardo mi parla Blaise, e io rispondo”. Distolse lo sguardo e uscì dalla Sala Comune.
No, lui non avrebbe mai parlato con Ginevra, avrebbe fatto in modo di andarsene dal paese dopo la scuola, così da lasciarsi alle spalle gli strascichi della guerra, i suoi genitori e lei.

Sala Comune Grifondoro

Ginny Weasley passeggiava avanti e indietro davanti al camino spento della sua Sala Comune. I suoi pensieri erano fili aggrovigliati, quel biondo l’aveva messa a tappeto. K.O. Andata completamente.
Erano giorni che non dormiva in camera perché aveva paura di svegliare le sue compagne con parole poco caste urlate ai quattro venti inconsciamente. Per questo aveva creato un accampamento di cuscini sulla poltrona più comoda della Sala Comune, e saliva in camera solo per cambiarsi e lavarsi. Era ridicola. Suo fratello Ron stava uscendo di testa, continuava a domandarle cosa le prendesse, perché era così nervosa e così dedita allo studio, come non lo era mai stata in cinque anni. Ginny non poteva certo rispondergli che era così nervosa perché doveva evitare lo sguardo di Harry, che la fissava sempre, ma che era troppo cavaliere per dirle qualcosa, dal momento che aveva capito che lei non lo vedeva neppure. Non in quell’ottica, almeno. Contemporaneamente doveva tenere d’occhio una chioma bionda, all’altro lato della Sala Grande, o in corridoio, o allo stadio, e doveva badare a che nessuno se ne accorgesse, soprattutto suo fratello. Ed era così dedita allo studio perché studiare riusciva a distrarla e a non farle pensare a quanto sarebbe stato bello abbracciarlo, e baciarlo, e..
”basta Ginny! Non puoi andare avanti a pensare in quel modo a lui! Se proprio devi pensarci, abbi almeno il coraggio di fare qualcosa, agisci, vai a dirglielo! Tuo padre e tua madre morirebbero di infarto se lo sapessero..per non parlare di Ron, e di Harry..”, si sgridò silenziosamente, per poi lasciarsi cadere sulla sua poltrona.
Era da cinque mesi, o meglio, da quando si era accorta che lui ricambiava i suoi sguardi e l’aveva sorpreso più volte a guardarla con quello sguardo tenebroso che le provocava strane reazioni al basso ventre, che si lasciava andare a riflessioni contorte e senza senso, e si chiedeva sempre di più se il Cappello Parlante non fosse stato per caso ubriaco mentre la smistava a Grifondoro, visto che non aveva il coraggio di rivolgere neanche mezza parola a Malfoy, sfidando anche solo in segreto le loro famiglie, per provare a conoscerlo. Si limitava a osservarlo, a incrociare il suo sguardo, a arrossire quando si guardavano troppo a lungo.
“Magari poi scopri che ti sta antipatico, che è fastidioso, presuntuoso e pieno di idee marce come quelle di suo padre. Magari poi parlandoci mi rendo conto che è terribilmente..Serpeverde, e io non potrei nemmeno sopportarne la vista!”, andò avanti a pensare.
Ma era bello, con quei lineamenti eleganti, i fini capelli biondi che gli ricadevano spettinati sul volto, gli occhi grigi e il fisico alto e forte. E quell’espressione di eterno tormento, di una persona che era nata dalla parte sbagliata e amava troppo chi ce l’aveva portato per poterlo tradire. Tutto questo l’aveva intuito vedendolo vivere e stare sempre e solo con quei suoi amici che condividevano lo stesso fardello, ma che non erano come lui oppressi da un padre che era stato per molti anni il braccio destro del Signore Oscuro.
No, lei non avrebbe mai potuto rivolgere la parola a chi come lui non poteva fare altro che stare dall’altra parte. Cose impossibili da fare, cose impossibili da pensare.
Ginevra guardò fuori dalla finestra il parco della scuola e improvvisamente lo stare tra quattro mura le divenne insopportabile. Corse in camera, afferrò la sua scopa nuova e si lanciò verso il quadro della Signora Grassa, per andare a farsi un volo notturno, e lasciare a terra tutti i suoi pensieri, compresi quelli su Draco Malfoy.


pronta al lancio di pomodori tra 3..2..1....
Ciao a tutti! Questa non è la prima storia che scrivo, ma è la prima che ho il coraggio di pubblicare perchè beh, la fortuna aiuta gli audaci, si dice dalle mie parti! Ho iniziato con una Draco-Ginny perchè è forse la coppia che preferisco e che in assoluto ho letto di più, mi appassiona! Fatemi sapere cosa ne pensate, anche con tre parole striminzite, e se vale la pena che io pubblichi il resto. Spero che qualcuno riesca ad arrivare in fondo a questo prima capitolo senza che gli sanguinino troppo gli occhi! :) fatevi sentire! 
Baci,
Chapeauchinois

 
  
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