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Autore: Nemo Silvestrus    03/03/2015    3 recensioni
Dopo il ritorno di Elsa e Anna ad Arendelle, Henry, Regina ed Emma si sono messi alla ricerca di nuovi indizi sull'autore del libro delle fiabe. Passate alcune settimane però non hanno fatto progressi, ma un nuovo mistero terrà lo sceriffo e l'ex-sindaco impegnate.
E' comparsa una sconosciuta dentro i confini della città, in mano ha un biglietto con il nome di Emma. Tutto questo sembra impossibile, poiché Storybrooke è ancora sotto l'incantesimo di occultamento e le nostre protagoniste dovranno capire cosa stia succedendo.
Genere: Angst, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Riallacciare i rapporti
 

Tramite le ricerche sui siti dei giornali, sul database della polizia di stato e i suoi contatti, Emma non aveva scoperto nulla sul furto di una macchina dell'autonoleggio di Boston indicatole da Lilith. Emma si era momentaneamente arresa, l'unica cosa che rimaneva da fare era scoprire se Lily fosse stata drogata o se ci fosse qualche traccia magica su di lei.
“Nessuna novità?” David era alla sua scrivania che compilava alcune scartoffie e l'aveva sentita sbuffare.
“Niente di niente,” Emma si passò una mano tra i capelli “Io vado a fare un giro di pattuglia.”
“Perché non vai a casa? Hai bisogno di rilassarti.”
La bionda si alzò e mise la giacca di pelle, raccolse rapidamente le sue cose e uscì. L'aria era fredda nonostante il sole. Emma chiuse la cerniera della giacca e prese la propria macchina, David aveva ragione, aveva bisogno di rilassarsi. Il telefono vibrò e lo prese per rispondere.
“Swan mi stai evitando, di nuovo.” la voce inconfondibile di Uncino era stanca.
“Killian...”
“Lo so, c'è sempre qualcosa, succede sempre qualcosa di cui devi occuparti. Però è da due settimane che a malapena ci vediamo e tu raramente mi cerchi, non sono uno stupido.”
“Scusami, ma davvero ora non posso fare questa discussione. Una mia vecchia conoscenza è spuntata fuori dal nulla e forse c'è lo zampino di Gold.”
“Il vecchio coccodrillo è qui? In tal caso Emma lascia che stia con te, l'ultima volta ha cercato di intrappolarti in un cappello magico.”
“A te ha cercato di strappare il cuore. Comunque ora sto andando a casa, non preoccuparti.”
“Swan...”
“Ti cerco io, ok? A dopo.” Lanciò il telefono sul sedile accanto al suo, e poggiò la fronte sopra le braccia incrociate sul volante. Avrebbe voluto sparire in quel momento.

“Hey, sono a casa!”
“Emma, non eri di pattuglia?” Mary Margaret non era sola, stava prendendo un tè con Regina, che si era voltata verso la porta e fece un cenno di saluto.
“Gina,” Emma sorrise “E' profumo di torta di mela quello che sento?”
“Regina l'ha portato per Henry e ho insistito perché si fermasse.”
“Ce n'è abbastanza anche per te Emma,” Regina rise “Non volevo lasciassi deperire nostro figlio.”
“Ahah, molto divertente,” mentre lo diceva, la bionda si stava già servendo una fetta di dolce. Un attimo dopo la voce del piccolo Neal echeggiò nella stanza accanto, Mary Margaret si stava alzando, ma Emma la anticipò e andò lei a prendere il bambino. Tornò con il piccolo in braccio, lo teneva in alto e gli sorrideva.
“Chi si è appena svegliato?” la bionda fece qualche smorfia al piccolo, poi lo tenne stretto contro il suo fianco mentre andava a controllare la cioccolata; quella scena fece incantare sia la madre che Regina. Sarebbe stata una splendida madre, e lo sarebbe ancora. pensò la bruna, poi scosse la testa e prese tra le mani la propria tazza di tè, cercando di non fissare troppo la bionda.
Più tardi Mary Margaret uscì dicendo che sarebbe passata a portare il caffè a David per poi andare al proprio ufficio. Emma si propose di tenere Neal e Regina si trattenne per salutare Henry.
“Come vanno le indagini?” chiese la bruna mentre sistemava le tazze e i piatti.
“Un buco nell'acqua dopo l'altro," sospirò Emma "Regina lascia stare, ci penserò io dopo.”
“Pensa a non far cadere tuo fratello.” ridacchiò.
“Un membro della famiglia Azzurro in meno di cui preoccuparti.”
“Temo di dover ammettere che la mia vita stia diventando leggermente noiosa senza le schermate con tua madre o le strategie per far fuori te.”
“Fortuna che io riesco ancora a combinare qualche disastro, ti annoieresti senza si me.”
“Mmmh... sì, probabilmente hai ragione.” risero entrambe, poi Regina si voltò a guardarla. Neal stringeva con la sua manina l'indice di Emma, ma lei sembrava distratta “Stai bene?”
“Eh? Sì, solo...” diede un bacio sulle guance paffute di Neal, poi scrollò le spalle e sorrise “Sai, uomini. Meglio per te che non diventi come quelli che conosciamo noi, capito piccolo?”
“Lite con Capitan Eyeliner?” Regina sollevò un sopracciglio, le piaceva quel appellativo che aveva ideato, ed Emma ridacchiò, quindi era un buon risultato.
“Diciamo che non è un periodo in cui mi senta particolarmente affiatata con lui, ma vuole di più, quindi...” rimase un attimo in silenzio a chiedersi cosa stesse effettivamente facendo.
“Quindi lo allontani.” concluse la bruna per lei.
“Già. Non penso di voler stare con lui.” alzò lo sguardo e incontrò quello di Regina. Calò un silenzio imbarazzato tra di loro, in quei secondi sembrava che ci fossero solo loro, non riuscivano a staccare l'una gli occhi da quelli dell'altra.
“Regina...” la porta d'ingresso si aprì e le due donne sobbalzarono. Neal fece di nuovo sentire la sua voce, ed Emma lo cullò tra le braccia.
“Allora c'è qualcuno!” Henry entrò e si chiuse la porta alle spalle “Era tutto talmente silenzioso che pensavo foste tutti usciti. Ciao mamma e ma'.” si avvicinò alle due donne e diede loro un bacio sulla guancia.
“Ciao Henry,” Regina sorrise, e lo abbracciò “Ti ho portato del dolce.”
“Mitico, grazie,” andò subito al forno per prendere la torta di mele “Vedo che la mamma ha già gradito.” rise e se ne servì una fetta in un piatto.
“Infatti è buonissimo,” Emma annuì con convinzione “Dovremmo convincere tua nonna a lasciar perdere con la storia del non mangiare mele, i dolci di Regina sono troppo buoni per rinunciarci.”
“Sai che non lo farà mai.” disse la bruna.
“Hey, anche Henry è stato maledetto, ma continua a mangiarli.”
“E' il tuo modo di fare un complimento questo?” Regina sollevò un sopracciglio scetticamente.
“Non lo era per te?” Emma sorrise con aria innocente.
“Mamma, rischierei altre mille volte la maledizione del sonno pur di continuare a mangiare quello che prepari tu.” in realtà le parole di Henry andarono interpretate dato che aveva la bocca piena, ma tutti e tre risero.

Il giorno seguente Emma tornò all'ospedale, Lily era quasi completamente ristabilita. Si era alzata per fare due passi ed Emma le fece compagnia.
“Il dottor Whale mi ha detto che dagli esami non risultava la presenza di sostanza estranee nel sangue e che stai molto meglio.”
“Sì, sono molto sollevata,” Lilith annuì “Grazie di essere venuta.”
“Figurati.”
“Tutto bene con Regina? Insomma, la mia visita inaspettata non è un problema spero.”
“Come?” Questo davvero la prese in contropiede.
“Sì insomma, non state insieme?” Lilith la guardò perplessa.
“No! E'... Siamo... Insomma, è la madre di mio figlio, ma siamo solo amiche.” Lily la guardò sempre più confusa e poi si mise a ridere. “Cosa?” chiese Emma sempre più in imbarazzo
“E' la madre di tuo figlio, ma non state assieme? Sebbene sia cresciuta e diventata uno sceriffo, la tua vita continua ad essere un casino.”
“Sì, be'... è una lunga storia, non penso ci crederesti.” Emma sorrise.
“Mettimi alla prova.” Si sedettero sulle poltroncine di in una stanza per le visite ed Emma distolse lo sguardo da quello intenso della bruna.
“Allora, come mai sei venuta?”
“Te l'ho detto, ti cercavo. Quando ho visto il tuo nome in quel fascicolo ho ripensato a quando ci siamo conosciute, e a come ci eravamo lasciate. Volevo un'occasione per rivederti e sistemare le cose.”
“Lily è passato molto tempo. Mi è dispiaciuto essermi comportata così con te, ma non mi aspettavo nemmeno di vederti comparire dal nulla.”
“Lo so, è tantissimo tempo e tu ed io siamo cambiate forse, ma per me vale ancora quella promessa,” Lilith prese la mano di Emma e le alzo leggermente la manica accarezzandole il polso, poi notò il tatuaggio che la bionda aveva e sorrise “Anche tu la ricordi.”
La bionda rimase in silenzio, fissando la voglia sulla pelle di Lilith e il suo tatuaggio.
“Sì è vero, non posso dimenticarla.” ritrasse lentamente il braccio e tirò giù la manica della giacca. “Sarai sempre una persona importante per me, e dato che sei venuta fin qui per riallacciare i rapporti con me mi farebbe piacere farlo. Però ci vorrà un grande gesto di fiducia da parte tua.”
“Emma, tu hai la mia piena fiducia.”
“Vado a prendere due caffè, ok?” disse Emma, Lily annuì e rimase seduta ad aspettarla.

   
 
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