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Autore: Regina mills    03/03/2015    3 recensioni
Outlaw queen. Regina ha fatto la cosa giusta e ha lasciato andare via Robin insieme alla sua famiglia, ma ora si sente distrutta e non sa se riuscirà ancora ad essere forte come lo è sempre stata. Lei vuole solamente essere felice.
Dal primo capitolo:"Osservava l’unica persona che l’avesse mai amata fin dal primo istante, senza giudicarla per il suo passato, prepararsi per andare via e lasciala da sola, di nuovo. Ma d’altronde era quello che avevano fatto tutti, no? Tutte le persone che lei amava l’avevano abbandonata, ferita, distrutta…"
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Regina era sola nella sua macchina, circondata da un alone di tristezza e malinconia. Osservava l’unica persona che l’avesse mai amata fin dal primo istante, senza giudicarla per il suo passato, prepararsi per andare via e lasciala da sola, di nuovo. Ma d’altronde era quello che avevano fatto tutti, no?  Tutte le persone che lei amava l’avevano abbandonata, ferita, distrutta… L’unico che le era rimasto accanto era Henry, ma forse un giorno l’avrebbe lasciata anche lui, perchè lei era la regina cattiva e qualunque cosa facesse per redimersi il ricordo di tutti gli errori che caratterizzavano il suo passato sarebbero rimasti sempre impressi nella mente di quelle persone, che non avrebbero mai smesso di giudicarla.
I suoi occhi si posarono su Marion: le labbra ricoperte di brina, il corpo tremante che stringeva a sé il piccolo Roland. Avrebbe potuto ucciderla in quello stesso istante, liberarsi di lei e avere il suo lieto fine con Robin, avrebbe potuto avere tutto. Chiuse gli occhi immaginando come sarebbe stato essere felice e sentirsi amata da lui senza più ostacoli, senza più problemi. Ma il vento che muoveva le foglie al di fuori di quella macchina costosa sembrò penetrarle anche la mente, scacciando via quei pensieri che la facevano sentire ancora la regina cattiva. No, lei non era più così, l’aveva promesso ad Henry, a Robin e soprattutto a sé stessa. Prese un grande respiro e uscì dall’auto. Il sole nascosto da poche nubi le illuminò il volto mentre una brezza leggere le scompigliava i capelli. Si fece forza, non avrebbe pianto, non era da lei. Lei che era sempre stata così forte e non si era mai mostrata fragile di fronte al dolore, che aveva imparato durante quegli anni di sofferenze a nascondere i suoi sentimenti  di fronte a tutti quelli che la volevano solo veder cadere al tappeto; sarebbe stata forte anche adesso, come aveva sempre fatto.
Si avvicinò a Robin con il sorriso più convincente che riuscisse a trovare in quel momento e gli diede alcune indicazioni per il viaggio. Cercava di non pensare che quella era l’ultima volta che lo avrebbe visto e si asteneva dal guardarlo direttamente negli occhi. Lui invece non smetteva di osservala, come se tutto ciò non potesse essere vero; le parole di lei gli scivolavano addosso come pioggia, voleva solo stringerla a sé e non lasciarla mai più e la consapevolezza di non poterlo fare gli spezzava il cuore.
Marion, che fino a quel momento era rimasta in disparte, perse l’equilibrio per via del sortilegio che le stava gelando il cuore.
-Deve attraversare il confine, ora!- disse Regina.
-Vai, arrivo subito- disse l’uomo rivolto alla moglie.
Marion attraversò quella sottile linea rossa che aveva causato così tanto dolore, specialmente a Regina, e si sentì rinascere. Robin la guardava dall’altra parte e dovette arrendersi al fatto che tutto questo stesse realmente accadendo e che lui doveva fare la cosa giusta e andare via con la sua famiglia. Ma era veramente la cosa giusta da fare? Soffrire così tanto e far soffrire la persona che più di tutte l’aveva fatto sentire felice era la giusta strada da prendere? Non poteva essere vero tutto ciò, non poteva lasciarla ancora perché era certo che questa volta sarebbe stato lui a non riuscire più a vivere senza di lei. Non voleva accettarlo, ma doveva. Si voltò di scatto e la guardò intensamente: per la prima volta stava abbassando lo sguardo di fronte a qualcuno, ma era più che certo che non fosse per vergona, lei non si era mai vergognata di nulla nella sua vita. Stava soffrendo glielo leggeva sul volto ma cercava comunque di resistere: un altro dei miliardi di motivi per cui la amava. Le si avvicinò velocemente senza darle e darsi il tempo di pensare o reagire e la baciò donandole ogni briciolo del suo cuore attraverso quel bacio. Le loro labbra si incontrarono come era già successo molte volte ma in questo momento era diverso: era un bacio pieno d’amore, sofferenza e che esprimeva tutto il vitale bisogno che avevano l’uno dell’altra. Regina avrebbe voluto morire in quel bacio perché almeno sarebbe morta felice tra le sue braccia e avendo la consapevolezza che in quel mondo che le aveva portato solo dolore c’era qualcuno che l’amava. Ma purtroppo non poteva farlo, doveva prendersi cura di Henry e lasciar andare lui. Staccò la bocca dalla sua perché altrimenti non sarebbe più riuscita ad allontanarsi;  sentì un vuoto che non le attanagliava solo il cuore ma tutto il corpo: si sentiva male, sola senza più una ragione per vivere, si sentiva fredda. Robin ed Henry erano stati gli unici in grado di sciogliere il suo cuore di ghiaccio e ora che lo stava perdendo sentiva che il vuoto che solo lui era riuscito a colmare si stava di nuovo impossessando di lei.
-Io…- Cominciò lui.
-Lo so…- Lo interruppe perché in quel momento non aveva bisogno di sentire promesse che non sarebbe stato in grado di mantenere, non aveva nemmeno bisogno di sentirsi dire quanto l’amasse perché lo sapeva già, aveva solo bisogno di lui ma sapeva di non poterlo avere. Tolse quelle mani che l’avevano accarezzata così tante volte dal suo volto e scostò leggermente la testa: non voleva guardarlo negli occhi, quegli occhi che le ricordavano così tanto l’oceano in cui si perdeva ogni volta che li osservava e in cui in quel momento avrebbe voluto annegare.
-La tua famiglia ti sta aspettando… vai- La sua voce tremava mentre gli occhi si riempivano di lacrime che ormai non aveva più nemmeno la forza di lasciar cadere. Le loro mani si tennero strette quasi inconsapevolmente fino al confine dove dovettero lasciarsi. “Non era così che doveva andare” pensò Robin mentre osservava quella sottile linea rossa che lo stava separando da quella pittoresca città dove aveva lasciato il suo cuore, tra le braccia della donna più bella e straordinaria che avesse mai conosciuto.
Dall’altra parte Regina prese tra le mani la pagina di quello stupido libro che ritraeva un’altra versione della sua storia. Quella doveva rappresentare la speranza per il suo lieto fine, eh? Ma chi voleva prendere in giro? Lei non lo avrebbe mai avuto un lieto fine. Iniziò a strappare quel foglio tanto fragile quanto lo era lei in quel momento e con esso andò in frantumi anche ciò che restava del suo cuore. 

 

   
 
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