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Autore: alex_clacethompson    03/03/2015    0 recensioni
Sarah e Alex sono cugine e per dimenticare i dolorosi ricordi si trasferiscono in un nuovo paese per iniziare una nuova vita. una volta arrivate faranno incontri particolari che gli cambieranno la vita per sempre...e il legame che si creerà con i nuovi vicini di casa le porterà in un mondo estraneo al nostro...
P.S. è la mia prima fanfiction quindi non criticate sul modo di scrivere. grazie
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Daemon, Nuovo personaggio
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5 – ALEX
 
 La macchina di Daemon, un grosso suv nero, è molto spaziosa al contrario di quella della zia. Nonostante il suo pessimo carattere il “coglione”, così lo chiama Sarah, non è poi così male. È simpatico e stronzo nelle giuste quantità. Non so come sia possibile ma lo definirei così.
Dee ha insistito affinché mi sedessi davanti anche se non mi sembrava il caso dato che è la loro macchina. Quindi eccomi seduta sul sedile del passeggero vicino a un bellissimo stereo e, facendo finta di niente, allungo una mano per alzare il volume poiché alla radio stanno mettendo una delle mie canzoni preferite. Non appena stacco la mano dalla manopola ne vedo un’altra avvicinarsi per abbassare. È Daemon. Su questo è identico a mia cugina che non sopporta la musica a tutto volume. << Ma sei matta?!? Il volume è altissimo mi farai diventare sordo!! >> mi dice lui con tono scocciato. Con un smorfia stampata sul viso come per dire mi dispiace mi appoggio al finestrino stando lontana dalla radio.
Dopo qualche minuto Dee mi chiede << Alex ma da dove venite? >> evidentemente voleva conoscermi un po’ di più << Dal New Jersey. >> << Ma perché vi siete trasferite? >> cavolo questa domanda non me l’aspettavo. Fa sempre male parlare dei miei ad altri, perché non possono capire cosa si prova a perdere un famigliare. Faccio un respiro profondo e dico << Qualche anno fa i miei genitori e il padre di Sarah erano andati a pesca e sulla via del ritorno un camion ha sbandato provocando così il ribaltamento della loro auto. Ed è così che sono morti. >> mentre racconto senza rendermene conto mi metto a piangere. Mi sento una stupida a piangere come una bambina davanti a loro. Mi giro e vedo i due fratelli Black tristi, chissà se anche loro hanno perso una persona cara. << Mi dispiace un sacco. >> mi dice Dee. Dopo un leggero momento di imbarazzo nessuno di noi tre aprì bocca e forse fu meglio così perché a volte è meglio stare zitti che parlare, si comunica meglio.
Dopo circa una decina di minuti arriviamo al locale: è grosso per una cittadina come questa ma secondo me è per questo che è pieno di gente … almeno ognuno può avere il proprio angolino dove rilassarsi.
Aspettiamo che arrivi anche la macchina di Andrew e quando finalmente ci siamo tutti mia cugina mi guarda con una smorfia stampata in viso che indicava che non era stato un bel viaggio. Entriamo nel locale e subito ci fanno sedere ad un tavolo rotondo con attorno un bellissimo divanetto, sicuramente sarà comodo!
Ora arriva la parte difficile. Come ci sediamo? Alla fine sono rimasta tra Andrew e mia cugina, che aveva come altro vicino Daemon. Dalla sua faccia non sembra contenta. Dopo circa una quindicina di minuti arriva una cameriera per prendere gli ordini. Io e mia cugina ci guardiamo e in stereofonia diciamo << Per noi pizza all’ananas!! >> mi giro verso il resto della compagnia e vedo che tutti ci guardano con una faccia schifata, come se non sapessero che la pizza all’ananas è la cosa più buona che esista. << Santo cielo, ragazze! >> esclama Dee << ma dovete avere uno stomaco di ferro per riuscire a mangiare quella cosa! E comunque io prendo due pizze e un litro di coca cola. Ah e anche del gelato!! >> e poi dovevamo essere noi quelle con uno stomaco di ferro … guardando meglio Dee mi chiedo come diavolo faccia a mangiare così tanto e non prendere nemmeno un grammo. Io pagherei per avere un fisico del genere.
La cameriera se ne va e cala un silenzio imbarazzante … d’altronde ci conosciamo appena quindi è comprensibile. Ci portano le bibite che rompono quel fastidioso silenzio. Ma dopo due minuti circa accade qualcosa di strano: il mio bicchiere e quello di Sarah sono sul tavolo fermi ma all’improvviso si rovesciano addosso a noi, marciandoci tutte. Ovviamente ( grazie karma ) una buona parte della bibita finisce sul mio telefono. Non so come ma riesco a prenderlo prima che si marci, e intanto cerco di capire come diavolo è successo: eravamo tutti fermi e nessuno si è mosso quindi come è possibile?
Mi volto e vedo Daemon che fulmina Ash con lo sguardo, chissà perché, e poi le si avvicina dicendole qualcosa a bassa voce, qualcosa che ha tutta l’aria di essere un rimprovero …
È una situazione molto imbarazzante. Nessuno dice niente.
Vedo mia cugina prendere il telefono in mano, ha appena ricevuto una telefonata. Ci guardiamo per un attimo negli occhi e vedo la sua espressione preoccupata. Deve essere la zia. << Mamma, stai calma. Cosa è successo? >> Sarah è in panico. La capisco, dopotutto lei è il suo unico genitore che le rimane al mondo. Al suo posto sarei preoccupata anche io.
Lei mette giù la chiamata e mi guarda. Io capisco che c’è qualcosa che non va.
<< Alex dobbiamo andare a casa. Subito. >> annuisco. Prendiamo le nostre cose, salutiamo gli altri e corriamo fuori. Solo appena uscite dal locale mi accorgo che non abbiamo la macchina. Dobbiamo andare a casa a piedi.
A malavoglia iniziamo a correre per arrivare il più in fretta possibile. Dopo circa dieci minuti di corsa intravediamo la via di casa e sento il fiatone di mia cugina sul collo: lei da sempre fa fatica a fare le attività fisiche, non come la sottoscritta che vive di sport.
Entriamo di corsa in casa e ci dirigiamo nella camera della zia. Appena entro non credo ai miei occhi: la zia è sdraiata sul letto con il MIO portatile in mano! Lei ci vede e dice << Meno male che siete qui. Ho un grosso problema. >> ci fa cenno di avvicinarsi  << Guarda! GUARDA! >> mantenendo a stento la calma guardo davanti a me, ho il suo dito praticamente sulla faccia e cosa vedo? Un’unghia rotta! Ci ha fatto venire qui di corsa solo perché si è rotta un’unghia?!? Non ci voglio credere. << Zia. Ti prego dimmi che non ci hai fatto venire qui di corsa solo perché ti sei rotta un’unghia. Perché se è solo per questo mi metto a urlare come una matta. >> mi guarda e mi dice << A dire il vero ho un problema più grave: non prende il Wi-Fi! Come faccio a cercare le mie ricette se non va internet? >>. Non reggo più. Ha superato ogni limite. << Cosa!?!?! E tu ci hai fatto venire fin qui, lasciando al locale i nostri “amici” che probabilmente non ci parleranno mai più, e tutto per colpa di un’unghia rotta e della rete Wi-Fi che non prende? >> ormai non mi trattiene più nessuno e vedo mia cugina sorridere, dopotutto sa come sono fatta, mi arrabbio per niente.
Dopo un po’ mi passa l’arrabbiatura, dopotutto le voglio bene.
Io e mia cugina andiamo a dormire, domani sarà il nostro primo giorno di scuola.
   
 
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