"APRI
QUESTA CAZZO DI PORTA"
Le grida ed i cazzotti contro la porta del bagno sono attutiti dalla musica troppo alta.
Zayn
all'improvviso si blocca, rendendosi conto di quello che sta
succedendo, le mani sui fianchi di Louis, la faccia affondata nei suoi
capelli.
Rimane
immobile, stordito dall'alcool, incapace di dire qualsiasi cosa mentre
qualcuno da fuori continua a sbattare pugni contro la porta.
Louis
rimane impietrito, il respiro affannato, i palmi delle mani contro la
parete fredda.
La
musica continua a rimbombare nelle loro teste e la tequila sembra non
voler lasciarli ragionare ma qualcosa è cambiato.
Qualcosa
nello stomaco di Louis si sta ritorgendo e rapidamente si fa strada a
ritroso lungo il suo stomaco fin nella sua bocca ed il sapore acido
dell'alcool gli brucia la gola e si lascia cadere a gattoni sul wc
scosso da una serie di conati di vomito.
Zayn
cerca di aiutarlo tenendogli i capelli sulla fronte cercando di non
fare la stessa fine dell'amico.
"Lou
respira."
"Ti
sembra facile." e un altro conato di vomito lo piega in due.
Ancora
colpi alla porta.
"VAI
IN UN ALTRO BAGNO COGLIONE." gli grida Zayn esasperato, la voglia
improvvisa di spaccare la faccia al tizio che continua a battere pugni
alla porta.
Cerca
di rimanere dritto sulle gambe mentre aiuta Louis ad alzarsi da terra,
la maglietta sporca di vomito e gli occhi umidi per lo sforzo.
Zayn
apre la porta con tutta la sua forza sperando di colpire lo stronzo che
continua a battere pugni e gridare.
"HAI
FINITO DI ROMPERE IL CAZZO COGLIONE?" grida Zayn cercando di mettere a
fuoco lo sconosciuto davanti a lui mentre Louis barcolla sulle gambe
aggrappato alla sua maglietta, la testa che gli scoppia.
Zayn
viene colpito in piena faccia da un cazzotto che gli annebbia ancora di
più la vista, il sangue caldo gli cola da sopracciglio
spaccato mentre vola dentro il bagno sbattendo la testa al pavimento e
Louis cade con lui.
Zayn
cerca di rialzarsi ma Louis è più veloce, si
lancia letteralmente addosso al tizio colpendo ogni centimetro del suo
corpo che riesce a intravedere.
E
Louis scarica su di lui tutta la sua rabbia, e colpisce e pensa a
Harry, colpisce e pensa a quella fottuta macchina nera che non riesce a
ricordare, colpisce forte e si sente meglio, e colpisce ancora, anche
quando lo sconosciuto cade a terra e cerca di pararsi la faccia con le
mani sotto quella furia, ma Louis non vuole smettere, non ora che il
peso che ha sullo stomaco si sta alleviando, pervaso da un piacere
perverso.
"LOUIS
COSÌ L'AMMAZZI!" grida Zayn prendendo l'amico per le spalle
e sollevandolo da terra, quello sorprendentemente si arrende alla sua
presa e si lascia trascinare fuori dal bagno nella sala sovraffollata
della discoteca.
Zayn
spinge Louis contro il muro appena fuori la porta.
"Rimani
fermo qui." gli ordina e rientra nel bagno degli uomini.
Il
tizio si sta tirando su aiutandosi con le mani e alza lo sguardo
cattivo su Zayn quando lo vede entrare.
Zayn
si avvicina e lo guarda dall'alto in basso, gli occhi scuri non
sembrano appartenergli adesso, privi della loro solita luce amorevole.
"CHE
CAZZO HAI DA GUARDARE FROCIO?" gli grida in faccia il tizio che
è riuscito a rimettersi in piedi, tenendosi in equilibrio
con una mano puntata contro la parete.
Zayn
non gli risponde, continua a fissarlo, le labbra serrate, il sangue che
cola dal sopracciglio alla guancia.
"GUARDA
BENE LA MIA FACCIA COGLIONE, GUARDALA BENE E RICORDATI CHE È
GRAZIE A QUESTA FACCIA SE STANOTTE ESCI VIVO DA QUESTO BAGNO." sibila
Zayn velenoso, gli occhi in fiamme.
Volta
le spalle al tizio e si catapulta fuori dal bagno prendendo Louis per
un braccio, accerchiato da una folla di ragazzine urlanti in crisi da
testosterone Tomlison, e trascinandolo fuori dal locale spintonando
chiunque ostacoli il loro passaggio.
"Fottuto
bastardo figlio di puttana." sibila mentre cammina a passo svelto verso
la macchina parcheggiata fuori il ristorante, trascinandosi dietro un
Louis barcollante.
Zayn
guida piano fino sotto casa , lo sguardo fisso sulla strada cerando di
rimanere concentrato sulla guida, Louis al suo fianco sta raggomitolato
sul sedile, i piedi puntati sul cruscotto, i gomiti sulle ginocchia e
la testa tra le mani.
Parcheggiano
all'interno del giardino della villa di Zayn e rimangono in macchina,
in silenzio, il fischio assordante per la musica troppo alta nelle
orecchie, l'odore misto di vomito, tequila, sangue e senso di colpa
aleggia come un inquietante presenza tra loro.
"Mi
dispiace." sussurra Louis spezzando il silenzio, la testa ancora tra le
mani.
Zayn
distende il sedile cercando di riprendersi, gli occhi chiusi.
"Ti
dispiace per che cosa?"
"Mi dispiace che tu ti sia preso un cazzotto in faccia da quello stronzo omofobo del cazzo." biascica Louis continuando a tenere la testa fra le mani, troppo pensante per tenerla su da sola.
"Mi dispiace che tu ti sia preso un cazzotto in faccia da quello stronzo omofobo del cazzo." biascica Louis continuando a tenere la testa fra le mani, troppo pensante per tenerla su da sola.
"Direi
che c'hai pensato tu a fargliela pagare." commenta Zayn strizzando le
soppracciglia per la fitta alla testa.
"Cazzo
mi esplode la testa."
"Sì
anche a me."
"Dovremmo
andare su prima di collassare in macchina." suggerisce saggiamente
Louis aprendo gli occhi e cercando la maniglia della portiera con la
mano destra, mentre con l'altra si riavvia i capelli indecenti cercando
di darsi una dignità, invano.
Andiamo
Zayn, alza quel culo." insiste ancora facendo scattare la maniglia per
finire barcollante fuori dalla macchina e raggiungere Zayn dall'altro
lato che si alza piano lasciando il sedile disteso aggrappandosi alla
mano che Louis gli tende per vomitare tutto quando sulle vans bianche
ai piedi di Louis.
"Grazie
amico." commenta in tono piatto Louis tirandolo su e mettendogli un
braccio intorno alla vita, barcollano così abbracciati fino
alla camera di Zayn.
Louis
si scola mezza bottiglia d'acqua sul suo comodino e si butta vestito
sul letto, la maglia e le scarpe sporche di vomito, mentre Zayn corre
in bagno a finire il lavoro iniziato in giardino e tornare gattoni in
camera e arrampicarsi sull'altro lettino.
Il
buio è rilassante ma le orecchie continuano a fischiare e la
stanza sembra non voler smettere di girare.
"Non
è successo niente."
"Cosa?"
farfuglia Zayn aggrappandosi al lenzuolo per le sensazioni di vertigini.
"Tra
noi, in quel bagno, non è successo niente."
"Non
abbiamo scopato se è questo che intendi." lo rassicura Zayn.
"Bene.
Non che tu non mi piaccia ma è decisamente una buona
notizia. Non so se avrei avuto il coraggio di guardarmi allo specchio
domani."
"Già.
Basta tequila per un po' eh Tomlinson?"
"Non
dire tequila."
"Non
dirlo a Harry. Di quella cosa nel bagno, qualunque cosa fosse."
sussurra Zayn crollando in un sonno profondo, distrutto.
Louis
rimane sveglio ancora pochi minuti, gli brucia la gola e si sente
sfinito, le ultime parole di Harry gli rimbombano nella testa mentre la
stanza gira e vorrebbe solo dimenticare, ma questa volta non
può, nessuna macchina nera si porterà via il
ricordo del loro litigio, nè la paura di averlo perso per
sempre questa volta.
Harry,
Niall, Liam e Giuls sono tutti e quattro stesi a terra nel salotto di
Liam, osservano l'albero dal basso verso l'alto, le lucine
intermittenti gli illuminano i loro volti di azzurro e rosso.
"Acqua."
"Mare."
"Oceano."
"Bottiglia."
"Bottiglia??"
Giuls volta la testa verso Niall sdraiato al suo fianco.
"Che c'entra la bottiglia con l'oceano?"
"Che c'entra la bottiglia con l'oceano?"
"Non
lo so?" risponde Niall come se fosse una domanda.
"Ma
è possibile che tu non abbia ancora capito come funziona?
Devi scegliere una cosa che sia coerente con le altre!"
Dice
lei dandogli un colpetto sulla fronte e infilandogli per sbaglio un
dito nell'occhio.
Niall
porta d'istinto le mani alla faccia rotolandosi su stesso e
lamentandosi in modo esagerato.
"Aaaaaahhhiaaaa."
Lei
ride di gusto abbracciandolo e riempiendoli la faccia di bacetti.
"Scusa,
scusa, scusa..." ripete ridendo.
Liam
sembra stare molto meglio adesso, i lividi sono scomparsi e il naso
è quasi sistemato, un'altro paio di giorni e
potrà togliere la fasciatura.
Anche
il suo umore a fatto passi da gigante negli ultimi giorni, e l'abero di
Natale sembra avergli particolarmente migliorato l'umore.
"Pensavo saresti rimasto a casa tua stanotte." si rivolge a Harry sdraiato accanto a lui sul pavimento vicino al camino acceso.
"Ho
cambiato idea, non mi andava di restare in quella casa da solo."
risponde Harry in tono piatto senza distogliere lo sguardo dalle
lucette natalizie.
"Uhm,
domani tornano. Dovresti essere felice di vedere Louis, ma non mi pare
tu stia saltando di gioia." insiste Liam ora che sono rimasti soli,
Niall e Giuls sono spariti in camera tra un risolino e l'altro.
"A
proposito di questo, non è che ti dispiace se rimango da te
qualche altro giorno?" chiede Harry quasi in un sussurro.
Non
gli era mai piaciuto mostrarsi debole davanti agli altri, non che non
lo fosse, ma preferiva esserlo da solo, nella sua stanza, senza nessuno
a compatirlo.
"Certo" risponde Liam.
Nessuna domanda, sarebbe stato Harry a spiegarsi se gli andava, Liam lo conosceva bene e non voleva fargli pressioni, come Harry non ne aveva fatte a lui.
"Grazie
Lì." lo ringraziò posandogli un bacio sulla
guancia e tornando immediatamente a fissare l'albero, gli occhi di
mille sfumature sotto le luci intermittenti.
Rimangono
a lungo sdraiati a terra, vicini e silenziosi, ognuno il sostegno
dell'altro, ognuno perso nei suoi pensieri.
Quel
pomeriggio Giuls e Niall avevano portato delle scatole di decorazioni
natalizie dalle loro casa e Harry l'albero che tenevano in soffitta a
casa sua e di Louis.
Per
questo si trovava a casa, quando Louis l'aveva chiamato.
Quando
Tomlinson gli aveva confessato di non ricordare della loro promessa,
del momento in cui avevano deciso di dichiararsi amore eterno e
renderlo finalmente ufficiale.
Stava
seduto sul pavimento del loro appartamento silenzioso e non riusciva a
pensare a niente, se non che al fatto che li avesse mentito.
'Non vedo l'ora.'
gli aveva detto.
E
non sapeva di cosa. Ed era un bugiardo. Sapeva benissimo che non era
colpa sua se l'aveva dimenticato, che probabilmente era stato troppo
duro con lui e che di certo Louis non se lo meritava dopo quello che
aveva passato, ma anche Harry era stato male vedendolo inerme in quel
letto per 30 fottuti giorni. 740 ore. 44540 fottutissimo minuti senza
respirare, spezzato a metà, pregando di potersi specchiare
ancora una volta nei suoi meravigliosi occhi di ghiaccio e lui gli
aveva mentito come se fosse la cosa più semplice del mondo,
e per quando volesse perdonarlo e scusarsi per essere stato troppo
aggressivo non poteva far altro che avercela con lui.
"Mi
manca." Liam fu il primo ad interrompere il silenzio, parlando per la
prima volta di Zayn da quando erano andati al pronto soccorso quella
notte.
"Manca
anche a me." confesso Harry, risvegliato dai suoi pensieri.
"Ma
non posso vederlo, non domani almeno, ho bisogno di tempo."
"Per?"
'Possiamo
farlo Harry? Possiamo fare un passo indietro e rivivere quel momento
ancora una volta? Puoi fare questo per me?'
"Per
cercare di capire se posso fare quello che mi ha
chiesto."
"Dev'essere
una richiesta piuttosto impegnativa se ti mette così sotto
pressione."
"Lo
è in effetti. Mi ha chiesto di chiedergli di sposarlo."
"Ma
che dici Harry! Questo è già successo!" esclama
Liam confuso.
"Già.
Eppure lui non sembra ricordarselo, a quanto pare dopo il coma ha
dimenticato quello che è successo poco prima l'incidente."
"Oh.
Mi dispiace Harry, immagino che queste sono cose che vorremo non poter
dimenticare mai. Anche per lui dev'essere triste non credi?"
"Non
lo so Liam. Lui ha fatto finta di niente per tutto questo tempo, non
sai quante volte gli ho accennato a quella promessa e lui ha sempre
fatto finta di sapere di cosa stessi parlando, fino a oggi, che a
quanto pare ha avuto l'illuminazione e si è reso conto che
forse era il caso di farmelo sapere."
"Non
dev'essere stato semplice neanche per lui far finta di niente,
chissà quanto si è odiato per non riuscire a
ricordare, si sarà sentito in colpa, per questo non voleva
dirtelo. Louis non ti mentirebbe mai, dimmi la verità Harry,
quale è il vero problema?" chiede Liam guardandolo negli
occhi adesso.
"La
verità è che non lo so. Sono arrabbiato
perché mi ha mentito e non me lo aspettavo, sono arrabbiato
perché mi sento deluso. Credevo che tra noi non ci fossero
segreti. Mi sale il sangue al cervello quando penso a tutte le volte
che mi ha guardato dritto negli occhi fingendo di sapere di cosa stessi
parlando.
E
poi sono arrabbiato perché quel ricordo doveva essere nostro
per sempre ed invece è solo mio.
Lui
non ricorderà mai il momento in cui gli ho detto 'sposami',
non ricorderà mai la sensazione di panico che ci ha accolti
per un istante e quella di immensa gioia un attimo dopo. Non
è mai stato il nostro ricordo e si è degnato di
dirmelo solo adesso. E poi ho paura, ho paura perché non
pensavo di doverlo fare un'altra volta, non pensavo di avere la
possibilità di ripensarci e valutare la cosa ancora una
volta, credevo fosse una domanda che si fa una volta nella vita, alle
persone normali succede così. Ma non a me, e adesso ho paura
perché non so se posso farlo ancora, non so se posso fare
quello che mi ha chiesto." si ascolta dire Harry, come se quelle parole
provenissero da un'altra persona, incapace di controllarsi, calde
lacrime gli rigano le guance cadendo sul pavimento attratte verso il
basso dalla forza di gravità.
Liam
rimane per un po' in silenzio, contemplando il volto stanco dell'amico,
rispettando la sua sofferenza, la sua mano stretta in quella di Harry.
Payne
non fa ulteriori domande al suo amico, si alza da terra e gli tende una
mano che Harry prende senza esitazioni e insieme si buttano sul divano,
mettendo un film che non avrebbero guardato, la testa ai lati opposti
del divano, solo la luce della tv e dell'albero ad illuminare la
stanza, il fuoco ormai spento.
"Buonanotte
Harry."
"Buonanotte
Liam."
"Harry?"
"Si?"
"Non
devi farlo per forza, di chiederglielo ancora una volta intendo.
Aspetta, prenditi il tuo tempo per perdonare ma poi torna da lui. Voi
siete nati per amarvi, anche se macchine nere vi rubano i ricordi.
Potete sempre costruirne di più belli, sempre."
"Ti
voglio bene Liam." dice Harry sincero, asciugando una lacrima
silenziosa.
"Lo
so. Te ne voglio anche io."