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Autore: ClairllMayne    03/03/2015    0 recensioni
Un cerchio imperfetto, incompleto.
L'uno vicino all'altro, Come se il contatto fisico potesse rafforzare quel legame già indissolubile.
Rimangono così distesi a lungo sul freddo pavimento di una stanza d'ospedale, in silenzio.
Solo i loro respiri, quasi in sincrono, riempiono quel silenzio assordante.
Genere: Erotico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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"APRI QUESTA CAZZO DI PORTA" 
 
 
Le grida ed i cazzotti contro la porta del bagno sono attutiti dalla musica troppo alta.
Zayn all'improvviso si blocca, rendendosi conto di quello che sta succedendo, le mani sui fianchi di Louis, la faccia affondata nei suoi capelli.
Rimane immobile, stordito dall'alcool, incapace di dire qualsiasi cosa mentre qualcuno da fuori continua a sbattare pugni contro la porta.
Louis rimane impietrito, il respiro affannato, i palmi delle mani contro la parete fredda.
La musica continua a rimbombare nelle loro teste e la tequila sembra non voler lasciarli ragionare ma qualcosa è cambiato.
Qualcosa nello stomaco di Louis si sta ritorgendo e rapidamente si fa strada a ritroso lungo il suo stomaco fin nella sua bocca ed il sapore acido dell'alcool gli brucia la gola e si lascia cadere a gattoni sul wc scosso da una serie di conati di vomito.
 Zayn cerca di aiutarlo tenendogli i capelli sulla fronte cercando di non fare la stessa fine dell'amico.
 
"Lou respira."
 "Ti sembra facile." e un altro conato di vomito lo piega in due.
 
Ancora colpi alla porta.
 
"VAI IN UN ALTRO BAGNO COGLIONE." gli grida Zayn esasperato, la voglia improvvisa di spaccare la faccia al tizio che continua a battere pugni alla porta.
 
Cerca di rimanere dritto sulle gambe mentre aiuta Louis ad alzarsi da terra, la maglietta sporca di vomito e gli occhi umidi per lo sforzo.
Zayn apre la porta con tutta la sua forza sperando di colpire lo stronzo che continua a battere pugni e gridare.
 
"HAI FINITO DI ROMPERE IL CAZZO COGLIONE?" grida Zayn cercando di mettere a fuoco lo sconosciuto davanti a lui mentre Louis barcolla sulle gambe aggrappato alla sua maglietta, la testa che gli scoppia.
 
Zayn viene colpito in piena faccia da un cazzotto che gli annebbia ancora di più la vista, il sangue caldo gli cola da sopracciglio spaccato mentre vola dentro il bagno sbattendo la testa al pavimento e Louis cade con lui.
Zayn cerca di rialzarsi ma Louis è più veloce, si lancia letteralmente addosso al tizio colpendo ogni centimetro del suo corpo che riesce a intravedere.
E Louis scarica su di lui tutta la sua rabbia, e colpisce e pensa a Harry, colpisce e pensa a quella fottuta macchina nera che non riesce a ricordare, colpisce forte e si sente meglio, e colpisce ancora, anche quando lo sconosciuto cade a terra e cerca di pararsi la faccia con le mani sotto quella furia, ma Louis non vuole smettere, non ora che il peso che ha sullo stomaco si sta alleviando, pervaso da un piacere perverso.
 
"LOUIS COSÌ L'AMMAZZI!" grida Zayn prendendo l'amico per le spalle e sollevandolo da terra, quello sorprendentemente si arrende alla sua presa e si lascia trascinare fuori dal bagno nella sala sovraffollata della discoteca.
 
Zayn spinge Louis contro il muro appena fuori la porta.
 
"Rimani fermo qui." gli ordina e rientra nel bagno degli uomini.
 
Il tizio si sta tirando su aiutandosi con le mani e alza lo sguardo cattivo su Zayn quando lo vede entrare.
 Zayn si avvicina e lo guarda dall'alto in basso, gli occhi scuri non sembrano appartenergli adesso, privi della loro solita luce amorevole.
 
"CHE CAZZO HAI DA GUARDARE FROCIO?" gli grida in faccia il tizio che è riuscito a rimettersi in piedi, tenendosi in equilibrio con una mano puntata contro la parete.
 
Zayn non gli risponde, continua a fissarlo, le labbra serrate, il sangue che cola dal sopracciglio alla guancia.
 
"GUARDA BENE LA MIA FACCIA COGLIONE, GUARDALA BENE E RICORDATI CHE È GRAZIE A QUESTA FACCIA SE STANOTTE ESCI VIVO DA QUESTO BAGNO." sibila Zayn velenoso, gli occhi in fiamme.
 
Volta le spalle al tizio e si catapulta fuori dal bagno prendendo Louis per un braccio, accerchiato da una folla di ragazzine urlanti in crisi da testosterone Tomlison, e trascinandolo fuori dal locale spintonando chiunque ostacoli il loro passaggio.
 
"Fottuto bastardo figlio di puttana." sibila mentre cammina a passo svelto verso la macchina parcheggiata fuori il ristorante, trascinandosi dietro un Louis barcollante.
 
 
 
 
 
Zayn guida piano fino sotto casa , lo sguardo fisso sulla strada cerando di rimanere concentrato sulla guida, Louis al suo fianco sta raggomitolato sul sedile, i piedi puntati sul cruscotto, i gomiti sulle ginocchia e la testa tra le mani. 
 Parcheggiano all'interno del giardino della villa di Zayn e rimangono in macchina, in silenzio, il fischio assordante per la musica troppo alta nelle orecchie, l'odore misto di vomito, tequila, sangue e senso di colpa aleggia come un inquietante presenza tra loro.
 
 
 "Mi dispiace." sussurra Louis spezzando il silenzio, la testa ancora tra le mani.
 
 Zayn distende il sedile cercando di riprendersi, gli occhi chiusi.
 
"Ti dispiace per che cosa?"
"Mi dispiace che tu ti sia preso un cazzotto in faccia da quello stronzo omofobo del cazzo." biascica Louis continuando a tenere la testa fra le mani, troppo pensante per tenerla su da sola.
"Direi che c'hai pensato tu a fargliela pagare." commenta Zayn strizzando le soppracciglia per la fitta alla testa.
"Cazzo mi esplode la testa."
"Sì anche a me."
"Dovremmo andare su prima di collassare in macchina." suggerisce saggiamente Louis aprendo gli occhi e cercando la maniglia della portiera con la mano destra, mentre con l'altra si riavvia i capelli indecenti cercando di darsi una dignità, invano. 
 Andiamo Zayn, alza quel culo." insiste ancora facendo scattare la maniglia per finire barcollante fuori dalla macchina e raggiungere Zayn dall'altro lato che si alza piano lasciando il sedile disteso aggrappandosi alla mano che Louis gli tende per vomitare tutto quando sulle vans bianche ai piedi di Louis.
 "Grazie amico." commenta in tono piatto Louis tirandolo su e mettendogli un braccio intorno alla vita, barcollano così abbracciati fino alla camera di Zayn.
 
 
 
Louis si scola mezza bottiglia d'acqua sul suo comodino e si butta vestito sul letto, la maglia e le scarpe sporche di vomito, mentre Zayn corre in bagno a finire il lavoro iniziato in giardino e tornare gattoni in camera e arrampicarsi sull'altro lettino.
 Il buio è rilassante ma le orecchie continuano a fischiare e la stanza sembra non voler smettere di girare.
 
 "Non è successo niente."
 "Cosa?" farfuglia Zayn aggrappandosi al lenzuolo per le sensazioni di vertigini.
 "Tra noi, in quel bagno, non è successo niente."
 "Non abbiamo scopato se è questo che intendi." lo rassicura Zayn.
 "Bene. Non che tu non mi piaccia ma è decisamente una buona notizia. Non so se avrei avuto il coraggio di guardarmi allo specchio domani."
 "Già. Basta tequila per un po' eh Tomlinson?" 
 "Non dire tequila."
 "Non dirlo a Harry. Di quella cosa nel bagno, qualunque cosa fosse." sussurra Zayn crollando in un sonno profondo, distrutto.
 
 
 Louis rimane sveglio ancora pochi minuti, gli brucia la gola e si sente sfinito, le ultime parole di Harry gli rimbombano nella testa mentre la stanza gira e vorrebbe solo dimenticare, ma questa volta non può, nessuna macchina nera si porterà via il ricordo del loro litigio, nè la paura di averlo perso per sempre questa volta.
 
 Harry, Niall, Liam e Giuls sono tutti e quattro stesi a terra nel salotto di Liam, osservano l'albero dal basso verso l'alto, le lucine intermittenti gli illuminano i loro volti di azzurro e rosso. 
 
"Acqua."
"Mare."
"Oceano."
"Bottiglia."
"Bottiglia??" Giuls volta la testa verso Niall sdraiato al suo fianco.
"Che c'entra la bottiglia con l'oceano?" 
"Non lo so?" risponde Niall come se fosse una domanda.
"Ma è possibile che tu non abbia ancora capito come funziona? Devi scegliere una cosa che sia coerente con le altre!"
 
Dice lei dandogli un colpetto sulla fronte e infilandogli per sbaglio un dito nell'occhio.
 Niall porta d'istinto le mani alla faccia rotolandosi su stesso e lamentandosi in modo esagerato.
 
"Aaaaaahhhiaaaa." 
 
Lei ride di gusto abbracciandolo e riempiendoli la faccia di bacetti.
 
"Scusa, scusa, scusa..." ripete ridendo.
 
 
Liam sembra stare molto meglio adesso, i lividi sono scomparsi e il naso è quasi sistemato, un'altro paio di giorni e potrà togliere la fasciatura. 
 Anche il suo umore a fatto passi da gigante negli ultimi giorni, e l'abero di Natale sembra avergli particolarmente migliorato l'umore.
 
"Pensavo saresti rimasto a casa tua stanotte." si rivolge a Harry sdraiato accanto a lui sul pavimento vicino al camino acceso.
"Ho cambiato idea, non mi andava di restare in quella casa da solo." risponde Harry in tono piatto senza distogliere lo sguardo dalle lucette natalizie.
"Uhm, domani tornano. Dovresti essere felice di vedere Louis, ma non mi pare tu stia saltando di gioia." insiste Liam ora che sono rimasti soli, Niall e Giuls sono spariti in camera tra un risolino e l'altro.
 
 
 
"A proposito di questo, non è che ti dispiace se rimango da te qualche altro giorno?" chiede Harry quasi in un sussurro.
 
Non gli era mai piaciuto mostrarsi debole davanti agli altri, non che non lo fosse, ma preferiva esserlo da solo, nella sua stanza, senza nessuno a compatirlo. 
 
"Certo" risponde Liam.

Nessuna domanda, sarebbe stato Harry a spiegarsi se gli andava, Liam lo conosceva bene e non voleva fargli pressioni, come Harry non ne aveva fatte a lui. 
 
 "Grazie Lì." lo ringraziò posandogli un bacio sulla guancia e tornando immediatamente a fissare l'albero, gli occhi di mille sfumature sotto le luci intermittenti.
 
Rimangono a lungo sdraiati a terra, vicini e silenziosi, ognuno il sostegno dell'altro, ognuno perso nei suoi pensieri.
Quel pomeriggio Giuls e Niall avevano portato delle scatole di decorazioni natalizie dalle loro casa e Harry l'albero che tenevano in soffitta a casa sua e di Louis. 
Per questo si trovava a casa, quando Louis l'aveva chiamato.
Quando Tomlinson gli aveva confessato di non ricordare della loro promessa, del momento in cui avevano deciso di dichiararsi amore eterno e renderlo finalmente ufficiale. 
Stava seduto sul pavimento del loro appartamento silenzioso e non riusciva a pensare a niente, se non che al fatto che li avesse mentito. 
 
'Non vedo l'ora.' gli aveva detto. 
 
E non sapeva di cosa. Ed era un bugiardo. Sapeva benissimo che non era colpa sua se l'aveva dimenticato, che probabilmente era stato troppo duro con lui e che di certo Louis non se lo meritava dopo quello che aveva passato, ma anche Harry era stato male vedendolo inerme in quel letto per 30 fottuti giorni. 740 ore. 44540 fottutissimo minuti senza respirare, spezzato a metà, pregando di potersi specchiare ancora una volta nei suoi meravigliosi occhi di ghiaccio e lui gli aveva mentito come se fosse la cosa più semplice del mondo, e per quando volesse perdonarlo e scusarsi per essere stato troppo aggressivo non poteva far altro che avercela con lui. 
 
"Mi manca." Liam fu il primo ad interrompere il silenzio, parlando per la prima volta di Zayn da quando erano andati al pronto soccorso quella notte.
"Manca anche a me." confesso Harry, risvegliato dai suoi pensieri.
"Ma non posso vederlo, non domani almeno, ho bisogno di tempo."
"Per?"
 
'Possiamo farlo Harry? Possiamo fare un passo indietro e rivivere quel momento ancora una volta? Puoi fare questo per me?'
 "Per cercare di capire se posso fare quello che mi ha chiesto."  
"Dev'essere una richiesta piuttosto impegnativa se ti mette così sotto pressione."
"Lo è in effetti. Mi ha chiesto di chiedergli di sposarlo."
"Ma che dici Harry! Questo è già successo!" esclama Liam confuso.
"Già. Eppure lui non sembra ricordarselo, a quanto pare dopo il coma ha dimenticato quello che è successo poco prima l'incidente."
"Oh. Mi dispiace Harry, immagino che queste sono cose che vorremo non poter dimenticare mai. Anche per lui dev'essere triste non credi?"
"Non lo so Liam. Lui ha fatto finta di niente per tutto questo tempo, non sai quante volte gli ho accennato a quella promessa e lui ha sempre fatto finta di sapere di cosa stessi parlando, fino a oggi, che a quanto pare ha avuto l'illuminazione e si è reso conto che forse era il caso di farmelo sapere."
"Non dev'essere stato semplice neanche per lui far finta di niente, chissà quanto si è odiato per non riuscire a ricordare, si sarà sentito in colpa, per questo non voleva dirtelo. Louis non ti mentirebbe mai, dimmi la verità Harry, quale è il vero problema?" chiede Liam guardandolo negli occhi adesso.
"La verità è che non lo so. Sono arrabbiato perché mi ha mentito e non me lo aspettavo, sono arrabbiato perché mi sento deluso. Credevo che tra noi non ci fossero segreti. Mi sale il sangue al cervello quando penso a tutte le volte che mi ha guardato dritto negli occhi fingendo di sapere di cosa stessi parlando.
E poi sono arrabbiato perché quel ricordo doveva essere nostro per sempre ed invece è solo mio.
Lui non ricorderà mai il momento in cui gli ho detto 'sposami', non ricorderà mai la sensazione di panico che ci ha accolti per un istante e quella di immensa gioia un attimo dopo. Non è mai stato il nostro ricordo e si è degnato di dirmelo solo adesso. E poi ho paura, ho paura perché non pensavo di doverlo fare un'altra volta, non pensavo di avere la possibilità di ripensarci e valutare la cosa ancora una volta, credevo fosse una domanda che si fa una volta nella vita, alle persone normali succede così. Ma non a me, e adesso ho paura perché non so se posso farlo ancora, non so se posso fare quello che mi ha chiesto." si ascolta dire Harry, come se quelle parole provenissero da un'altra persona, incapace di controllarsi, calde lacrime gli rigano le guance cadendo sul pavimento attratte verso il basso dalla forza di gravità.
 
Liam rimane per un po' in silenzio, contemplando il volto stanco dell'amico, rispettando la sua sofferenza, la sua mano stretta in quella di Harry.
Payne non fa ulteriori domande al suo amico, si alza da terra e gli tende una mano che Harry prende senza esitazioni e insieme si buttano sul divano, mettendo un film che non avrebbero guardato, la testa ai lati opposti del divano, solo la luce della tv e dell'albero ad illuminare la stanza, il fuoco ormai spento.
 
"Buonanotte Harry."
"Buonanotte Liam."
 "Harry?"
"Si?"
"Non devi farlo per forza, di chiederglielo ancora una volta intendo. Aspetta, prenditi il tuo tempo per perdonare ma poi torna da lui. Voi siete nati per amarvi, anche se macchine nere vi rubano i ricordi. Potete sempre costruirne di più belli, sempre."
"Ti voglio bene Liam." dice Harry sincero, asciugando una lacrima silenziosa.
 "Lo so. Te ne voglio anche io." 
 
 
 
 
   
 
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