Era buio,non c'era uno spiraglio di luce che entrava in quel posto a me sconosciuto. Giravo la testa da destra a sinistra mettendo a fuoco le immagini che mi circondavano. Avevo la testa piena di pensieri, ma non riuscivo a pensare. Le mani erano lungo i miei fianchi e non c'era nessun comando diretto al cervello che riuscisse a farle muovere. I miei occhi grigi erano fissi su quell'ombra di fronte a me. Era completamente nera.  Io mi ripetevo che era qualcuno di familiare. Avevo spalancato la bocca per urlare, ma non uscii alcun suono. "Forse dovresti accendere la luce." L'ombra davanti a me aveva parlato, aveva un suono troppo gradevole la sua voce, un suono che mi fece sorridere senza pensare. Era come se quella voce l'avevo aspettata per tanto tempo, era come se quella voce mi avesse già salvato molte volte. "Sai, devi aprire gli occhi." Parlò di nuovo. Io ero sicura che avevo tenuto gli occhi aperti. Mi sforzai di vedere, cercando di spalancarli ma non vedevo altro che nero, solo nero. Sentivo il respiro di quell'ombra sempre più vicino, era come se fosse così irraggiungibile, eppure così vicino...Avevo teso la mano verso di lui e lui aveva fatto lo stesso. Le nostre dita si erano toccate e avevano camminato lungo il palmo della mia mano fino a che era riuscito ad afferrarla completamente. Aveva la mano calda, sicura. E poi in un secondo, si era illuminato il suo volto. Si erano illuminati dei capelli ricci che si arruffavano sul suo collo. Gli occhi verdi che si erano fusi con i miei. La sua mano stretta nella mia. Le sue labbra semichiuse. "Sono in un sogno?" Avevo chiesto al ragazzo. "No sei in paradiso." Mi aveva risposto lui. E in quel momento avevo sbattuto più volte le palpebre. Ero in uno stadio, circondata dal mondo. Avevo davanti ai miei occhi il sogno di molte ragazze. Avevo davanti i miei cinque desideri che avevo espresso al mio ultimo compleanno. E sì, ero in paradiso.