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Autore: Dedenputtis    04/03/2015    1 recensioni
Questa storia è ambientata in un ipotetico periodo posteriore a DB-GT. Re Pilaf, per la seconda volta, viene in possesso delle sfere del drago. Questa volta hanno delle stellette blu ed esprime erroneamente il desiderio di far tornare Goku bambino. Solo che, questa volta, con lui c'è anche Vegeta. I due tornano immediatamente ad essere piccoli sayan, con tanto di coda che gli garantisce la possibilità di diventare ssj4 solo in alcune 'occasioni'. Solo che la trasformazione può durare, ogni volta solo per due ore, dopodiché i due tornano piccoli e non ricordano cosa succeda loro quando sono adulti.
Buona lettura!
PS: I fatti raccontati NON sono frutto dell'invenzione dell'autore.
ATTENZIONE: lettura sconsigliata a tutti coloro che desiderano sapere come sarebbe la loro vita con un bambino in età prescolare...
Io vi ho avvisato.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Goku, Pan, Trunks, Vegeta | Coppie: Pan/Trunks
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il mattino seguente, nessuno ebbe la forza e soprattutto la voglia di alzarsi presto. In realtà non c’era nessun motivo per impostare una sveglia, dato che il nuovo pianeta segnalato dal radar sarebbe stato raggiunto solo il giorno successivo.
Verso le undici del mattino, Pan decise finalmente di aprire gli occhi su una nuova giornata che si preannunciava piena di attività divertenti con i bambini. Il giorno seguente infatti, sarebbe stato il compleanno di Trunks e bisognava preparare una torta, disegnare dei festoni e, sicuramente, sul nuovo pianeta dove sarebbero atterrati, avrebbero dovuto cercare un bel regalo.
Pan si stiracchiò nel letto, poi si voltò verso il suo amato e, dopo avergli dato una carezza e un bacio sulla guancia per tentare di svegliarlo dolcemente, aspettò che lui aprisse i due fanali azzurri che la facevano tanto impazzire e gli disse:
“Buongiorno, dormito bene?”
“Mhm mhm” fu la risposta.
“Vado a svegliare i bambini, oggi è una giornata impegnativa”
“Mhm mhm” fu di nuovo la risposta.
“Hai intenzione di stare a letto tutto il giorno?”
“Mhm mhm”
“Bene, tanto non ci servi” esclamò allegra la ragazza alzandosi repentinamente dal letto e infilandosi nel bagno.
Ne uscì poco dopo vestita con la sua tuta arancione, che riteneva l’indumento più comodo che potesse indossare durante tutta quella che si preannunciava come una lunga giornata e uscì di soppiatto dalla camera, lasciando il suo fidanzato riaddormentato nel letto.
Entrò in camera dei bambini e, non sapendo come svegliarli (di certo la sveglia che aveva dato a Trunks non si addiceva ai due piccoli sayan), pensò bene di dire soltanto:
“Chi viene a preparare una torta con me?”
Non ci fu nemmeno il tempo di ripeterlo due volte. Goku e Vegeta scattarono in piedi e si vestirono in tre nanosecondi. Poi si misero in piedi davanti a Pan dritti come dei piccoli buffi soldatini che aspettavano solo il comando del loro capitano per procedere con le operazioni. La cosa fece sorridere Pan che, per prenderli un po’ in giro, gli disse:
“Riiiiposo!”
“Ma come riposo, non dobbiamo fare la torta? Ci siamo appena alzati!” disse Goku con una faccia veramente perplessa.
“Ma no…è un ordine…per dire che…fa niente, lasciamo perdere…Forza, andate in bagno a lavarvi. Io preparo la colazione e poi facciamo la torta, ok?” disse Pan un po’ stranita.

La preparazione della torta fu un totale delirio.
Pan si rese presto conto che alcuni concetti ‘elementari’ non erano poi così ‘elementari’ per i due bambini.
Aggiungere tre uova, magari senza guscio, non era così difficile da capire.
Aggiungere il burro fuso, magari senza farlo letteralmente scoppiare nel microonde, non era così difficile da fare.
La panna montata fece in tempo a smontarsi giusto quella decina di volte e la crema pasticcera andò ovunque perché un ‘frullino a mano’, quello usato da Goku per amalgamare gli ingredienti, perde di significato in mano ad un sayan che lo fa girare ad una velocità doppia di quella ottenibile con un normale frullino elettrico.
Alla fine però il risultato non fu poi così catastrofico e, una volta infilata la base nel forno, i due bambini si misero pure ad aiutare Pan a ripulire tutto il pasticcio che erano riusciti a generare. Dopo più di un’ora, estrassero al torta dal forno e, mentre aspettavano che si raffreddasse, Goku, che dei due bambini era sempre quello più irrequieto, chiese:
“Cosa facciamo adesso? Io mi annoio…”
“Ma nonno! abbiamo appena finito la torta, un attimo di respiro, no?”
Goku in tutta risposta fece due o tre sospiri profondi, poi disse:
“Ho respirato, adesso cosa facciamo?”
Pan sgranò gli occhi, ma anche lei era così quando aveva sei anni? Decisamente non se lo ricordava, oppure non se lo voleva ricordare. Fece anche lei un sospiro e poi disse:
“Ok, ho capito. Vi va di fare un festone con la scritta ‘AUGURI TRUNKS’? Mi sembra una cosa carina…che dite?”
I due bambini la guardarono un po’ perplessi, poi Vegeta le disse un po’ scocciato:
“Io so scrivere solo in sayan e Kaaroth non credo sia in grado nemmeno di tenere in mano una matita”
“Non è vero, la matita la so tenere in mano…anche se non so scrivere…ancora…ma sono sicuro che quando divento grande sono capace!” rispose allegro il sayan più piccolo.
“Tsk, ci mancherebbe…
“Ok, ok, non litigate, per favore…Lo striscione lo scrivo io e voi lo colorate. Ok?” li interruppe Pan prima che si mettessero a litigare.
“Va bene, ma con i colori a dito” rispose Goku entusiasta di poter usare quei bellissimi colori che gli aveva regalato il suo figlio minore, probabilmente per prenderlo in giro per la sua età. Ai due piccoli sayan quei colori piacevano tanto. Erano profumati, belli da vedere e, soprattutto, anche se non sapevano spiegarsi il perché, erano una vera goduria da utilizzare. Affondare le piccole dita in quella pasta morbida e fresca era veramente una sensazione bellissima che i due bambini amavano in un modo incredibile.
“Ok, e colori a dita siano!” rispose felice Pan che non vedeva nulla di male in una richiesta tanto innocente.

Pan unì con della colla alcuni fogli bianchi per creare un’unica striscia di carta bianca su cui poi scrivere ciò che aveva precedentemente pensato. Poi distese il lungo striscione sul pavimento dove la sera prima erano tutti sdraiati a riposare dopo l’estenuante allenamento e, soddisfatta, disse:
“Forza! Ora tocca a voi! Mi raccomando, non uscite dai bordi, altrimenti le lettere diventano indistinguibili…Io vado a terminare la torta. Buon lavoro!”
“Va bene, ciao!” disse Goku afferrando la sua scatola dei colori e estraendo tutti i barattolini contenenti l’amata pasta.
“Vieni Vegeta. Adesso ci divertiamo!”
Pan in cucina, immersa nel suo lavoro di decorazione della torta per il suo amato e soprattutto presa dai felici pensieri che le passavano per la testa, non si rese minimamente conto di nulla. Non si rese conto di ciò che aveva approvato poco prima, concedendo ai bambini di poter utilizzare i colori a dito per terminare il festone. La povera ragazza non poteva sapere a cosa aveva detto sì con troppa facilità, troppo entusiasmo e, soprattutto, troppa fiducia nella buona riuscita del compito affidato ai due pargoli. Pan non poteva sapere che MAI e poi MAI si devono lasciare due bambini soli in una stanza con i COLORI A DITO. Eppure le sembrava una cosa tanto innocente. I termini COLORI A DITO non si avvicinano nemmeno lontanamente al nome di una arma micidiale o a qualcosa di pericoloso. Eppure sulle scatole dovrebbero scriverlo: “ATTENZIONE: nuoce gravemente alla salute mentale degli adulti”. Questo fu quello che Pan si trovò a pensare una volta che, terminata la torta e riposta amorevolmente in frigo, tornò dai bambini per vedere se avessero anche loro concluso la loro opera d’arte. Quando tornò nella sala comandi, ciò che vide fu come vivere un terribile incubo.
Non solo i bambini avevano stampato le loro manine colorate di tempera ovunque (dove ‘ovunque’ per un sayan si intende anche soffitto e pareti), ma anche i loro adorabili piedini. Essendo i colori otto e avendo loro solo quattro mani a disposizione, avevano pensato bene di infilare anche le loro ditina dei piedi per poi passeggiare allegramente per tutta la sala comandi lasciando impronte ovunque. Inoltre, non contenti dei lunghi tempi di asciugatura della tempera, avevano pensato di accelerare il processo di essiccamento con delle micro sfere energetiche che erano riuscite ad imprimere, probabilmente per sempre, quelli che loro consideravano ‘capolavori d’arte’ su tutte le superfici esposte dell’enorme sala.
Pan aveva gli occhi fuori dalle orbite.
Com’era possibile che in così poco tempo quei due avessero trasformato quella grigia sala comandi in quello che ora sembrava il villaggio di little pony?
La ragazza chiuse gli occhi, fece un enorme sospiro e, scuotendo la testa chiese solo:
“Perché?”
“Mamamamama…Pannina…non…non ti piace? Prima era così buio e triste. Guarda adesso come è tutto più allegro. Trunks sarà contentissimo di festeggiare il suo compleanno in un posto così bello. Vero Vegeta?” disse Goku allegro.
“Anche a me il grigio non piace. Mi fa venire il voltastomaco” rispose secco il principe dei sayan.
“V-vegeta…s-scusa, non è per contraddirti…ma il TE adulto aveva chiesto esplicitamente a Bulma di fare tutto grigio perché, durante gli allenamenti, non volevi distrazioni” spiegò Pan timidamente.
“Beh, adesso mi va così. E poi il piacere di mettere anche le dita dei piedi dentro quei colori è una cosa indescrivibile, ricordamelo quando sono adulto, ok?” le rispose il principe stupendosi da solo del fatto di aver espresso un piacere personale proprio alla nipote di Kaaroth.
“Sì…sì, va bene…come vuoi tu…Ora è il caso che vi andiate a lavare, bambini” concluse la giovane sayan ancora un po’ frastornata. Poi invece, guardando lo striscione che avevano fatto, non potè fare a meno di notare che era venuto molto bene, molto meglio di come se lo era lei stesso immaginato. Guardò le due piccole creature che aveva davanti a sé e gli disse:
“E’ molto bello! Siete stati bravi! Vi meritate un bel pranzetto!”
“WOW! finalmente! Avevo una fame!” esclamò Goku allegro.
“Tsk, io molto più di te, Kaaroth!” gli fece eco Vegeta con il solito tono acido.
Pan diede loro due stracci per pulirsi almeno i piedi per non lasciare impronte per tutto il corridoio che li avrebbe condotti nel bagno.
Dopo essersi lavati, asciugati e rivestiti, i due sayan erano come nuovi e pronti ad affrontare famelici il pasto che Pan gli aveva amorevolmente preparato.
Nel pomeriggio i tre si dedicarono alla preparazione della sala per festeggiare, il giorno dopo, il compleanno di Trunks. Appesero lo striscione e posizionarono delle luci speciali e delle casse per la musica. Vegeta e Goku si preoccuparono di installare una mega postazione per video-giocare in quattro a tutti i giochi con marchio Capsule Corp che avevano a disposizione e, solo nel tardo pomeriggio, terminati tutti i preparativi, i tre si andarono a sdraiare esausti sull’enorme letto matrimoniale dove Trunks aveva poltrito tutto il giorno. Quando se li vide arrivare in camera, ancora mezzo addormentato, chiese:
“Che ore sono?”
“Le cinque” rispose Pan con un tono di voce che lasciava trapelare quanto fosse sfinita.
“E che fate qui a letto?” chiese lui come se fosse scocciato di essere stato disturbato.
“Riposiamo, che altro?” gli rispose Pan senza avere la forza nemmeno di voltarsi verso di lui.
“E loro devono stare qui? Non hanno la loro cameretta per riposare?” insistette il ragazzo dai capelli lilla riferendosi ai bambini.
“Brief?”
“Sì?”
“Non rompere” concluse Pan allo stremo delle forze.
“Beh, io mi alzo, ho fame, vado a vedere che c’è nel frigo”
“NOOOOOOOO!” sentenziarono Pan e i due bambini all’unanimità scattando in piedi per bloccarlo.
“Perché? Io ho fame…” insistette il giovane mettendo il broncio.
“No e poi no! Ti porto io da mangiare, ma assolutamente non puoi andare di là. Ci abbiamo messo tutto il giorno a prepararti una sorpresa. Non ce la vuoi rovinare, vero Trunks?” gli disse la sua ragazza avvicinandosi come una gattina che vuole fare le fusa al padrone per ottenere qualcosa.
“N-no…” rispose Trunks deglutendo per cercare di bloccare i brividi che si propagavano per tutto il suo corpo a causa della voce sensuale con cui gli era stata rivolta la domanda.
“Bravo. Ora te ne stai qui buono buonino a giocare con i bambini e io vado di là e preparo uno spuntino per tutti. Va bene?”
“Va bene…Panny…”

Anche quella sera passò in un modo estremamente piacevole per tutti. I quattro giocarono a carte, con grande soddisfazione di Goku che, non si sa per quale oscuro motivo, non perdeva mai. Poi passarono al Risiko, con grande soddisfazione di Vegeta che, in fatto di conquista di nuovi territori, non aveva rivali e, infine, a Monopoli. Quest’ultimo gioco si prolungò un po’ troppo e i quattro, stanchissimi, decisero di metterlo da parte prima di cadere addormentati, tutti nello stesso letto, come una bellissima e dolcissima famiglia felice.

Il mattino dopo, la navicella atterrò con molta poca grazia sul pianeta impostato sul pilota automatico. I quattro si ritrovarono uno addosso all’altro nel grande letto matrimoniale. Trunks si ritrovò la coda di Goku praticamente avvolta attorno al collo, quasi a strozzarlo e, cosa ancora più inquietante, Vegeta si ritrovò letteralmente sopra Pan. Quando la ragazza aprì gli occhi e vide il sorrisino compiaciuto del bambino che la guardava da poco sopra il suo seno, istintivamente non potè fare a meno di diventare tutta rossa e, con tutta la forza che aveva in corpo, di scaraventarlo dall’altra parte della stanza. Il bambino atterrò senza problemi e fortunatamente senza un graffio sul morbido pavimento della camera. Poi, riavvicinandosi al letto, la guardò e le disse:
“Che maniere…perché mi hai mandato via? Eri così morbida…”
“Papà?!?” intervenne Trunks allibito.
“Che c’è? Anche la mia mamma era così, come lei” rispose il piccolo principe lasciando tutti allibiti, tranne Goku che, ancora seduto sul letto, in tutta la sua infantile curiosità non fece altro che appoggiare una manina sul seno destro di Pan premendolo leggermente e dicendo:
“E’ vero…è morbida…posso appoggiare anche io la testa come Vegeta?”
Pan era incredula. Non voleva fare una scenata per ciò che era appena successo. Si immaginò che per i due bambini non fosse una cosa brutta da fare, né tantomeno che loro avessero nessuna intenzione maliziosa. Diamine, erano bambini, no? La ragazza vide Trunks che, esterrefatto, stava per intervenire e fu solo allora che decise di fargli un cenno con la mano per fermarlo. Pan fece un leggero sorriso e, molto dolcemente, disse:
“Dai nonno, mi fai il solletico! Smettila!”
Goku tolse subito la manina e, ricordandosi di quanto aveva sofferto la sera prima lui stesso per il solletico che loro gli avevano fatto, tanto da indurlo a trasformarsi in ssj4, abbassò lo sguardo e disse:
“Scusa, non lo sapevo…”
“No, non fa niente…però…c’è un’altra cosa, bambini…” continuò dolcemente Pan.
“E cosa?” chiese Vegeta assumendo un’aria seria.
A quel punto Pan avrebbe voluto dir loro che ciò che aveva appena fatto Goku non si fa, se non alla propria mamma o, nel caso, alla propria fidanzata, ma guardando Trunks che le faceva cenno di no con la testa, decise di non dir loro nulla e semplicemente concluse:
“L’altra cosa èèèè…che oggi è il compleanno di Trunks e il solletico lo dobbiamo fare a lui! Prendetelo!”
“COSA? No, No, aiutooooo!!” disse il ragazzo prima di venire completamente sommerso dai tre che lo massacrarono di solletico per più di dieci minuti. Il divertimento finì quando il povero ragazzo, per riuscire a liberarsi, si trasformò in ssj sotto lo sguardo un po’ deluso dei suoi tre torturatori che avrebbero voluto continuare a divertirsi ancora un po’.
“Ho detto basta! Per favore….” esclamò infine il ragazzo saltando giù dal letto per liberarsi delle grinfie dei suoi assalitori.
L’attentato alla pazienza di Trunks e i primi festeggiamenti della giornata si conclusero poco dopo quando i quattro, prendendo coscienza del fatto di essere atterrati sul nuovo pianeta,  si alzarono tutti per andare a guardare fuori dall’oblò della camera. Goku, non vedendo nulla di interessante, almeno da quel lato della navicella, disse:
“Hey, andiamo a vedere com’è questo nuovo pianeta!?”
“Io ho un brutto presentimento” disse Vegeta avvicinandosi stranamente a Pan, come per cercare protezione dietro di lei.
La ragazza si stupì molto del gesto del bambino e, accovacciandosi per poterlo guardare meglio negli occhi, alla sua stessa altezza, gli disse:
“Hey, Vegeta, cosa c’è che non va? Sei strano stamattina, cosa ti succede?”
“N-non…non lo so...” fece un sospiro e continuò “Per favore, posso rimanere qui? Non farmi scendere Pan…c’è qualcosa che non va su questo pianeta…non…non me la sento di venire. P-posso stare qui? Stai qui con me?” disse il bambino in stato di evidente preoccupazione.
“COSA? Ma papà, che ti succede? Non ti ho mai visto impaurito davanti a niente se non…Aspetta un attimo” disse Trunks con un tono misto tra allibito e preoccupato. Poi,  prima di uscire dalla camera disse:
“Goku, vieni con me. Voi due rimanete qui” concluse rivolgendosi a Pan che, nel contempo, aveva abbracciato un Vegeta tremante di paura e pallido come un cencio.
“Sì. State attenti” rispose semplicemente Pan prima di vederli sparire dietro la porta della camera.
Trunks e Goku percorsero il corridoio che li divideva dal portellone di ingresso dell’astronave in uno stato di grande apprensione per il ragazzo e di estrema curiosità per il bambino. Quando la grande porta si aprì, i due capirono subito cosa aveva tanto turbato Vegeta. Il pianeta era popolato da enormi, verdognoli, morbidi, disgustosi, striscianti, viscidi e totalmente innocui vermi giganti che passavano probabilmente le loro giornate a crogiolarsi sotto il sole tiepido che scaldava quel pianeta e a degustare altrettanto enormi foglie di insalata, unica vegetazione presente sull’intero pianeta.
I due sayan spalancarono la bocca davanti a quella visione, poi, cercando di escogitare un piano Trunks disse:
“Goku, mio padre NON deve vedere tutto questo. Ha paura di queste creature quando è ssj4, se le dovesse vedere da bambino temo possa morire di terrore. Ti prego, non dirgli cosa c’è qui fuori. Diciamogli che dobbiamo andare io e Pan a cercare la sfera e tu e lui state qui e…e….
“Finiamo di organizzare la festa di stasera?” gli suggerì Goku tirandolo fuori dall’imbarazzo di trovare un’attività per sé e per il suo piccolo amico principe.
“Ok, ottima idea. E mi raccomando: non dovete uscire, per nessun motivo al mondo, promettimelo Goku!” lo supplicò il ragazzo preoccupato per l’eventuale reazione del piccolo padre.
“Promesso! Parola di sayan!” rispose allegro Goku.
“Bene. Vieni, andiamo a chiamare Pan. Prima partiamo e prima possiamo andarcene da questo assurdo pianeta” concluse Trunks richiudendo il portellone.
Tornati in camera trovarono Pan che stava leggendo una storia di draghi, dame e cavalieri a Vegeta che non perdeva occasione per commentare ogni singola frase facendola impazzire a dare continue spiegazioni.
“Allora?” chiese la ragazza vedendo il compagno rientrare insieme al nonno.
“Pan, dobbiamo andare io e te a cercare la sfera. Goku e mio padre rimarranno qui per finire i preparativi della festa. Andiamo?” disse Trunks preparando uno zainetto con il radar e qualche cosa da sgranocchiare per strada.
“Cosa c’è là fuori Trunks?” chiese Vegeta impaurito dall’idea di dover lasciare andare la sua protettrice.
“Oh, niente di speciale, solo che c’è molta puzza e a te darebbe molto fastidio. State qui, ok? E non aprite il portellone per nessun motivo, la navicella si riempirebbe subito di quel cattivo odore…” disse Trunks mentendo spudoratamente al padre.
“Sono pronta, andiamo!” esclamò allegra Pan contenta dell’idea di poter passare un po’ di tempo con il suo amore, anche se su un pianeta così inospitale.
“Ciao bambini, non combinate qualche guaio, ok? Finite di sistemare tutto per stasera! A più tardi!” disse Pan prima di sparire con il fidanzato dietro la porta.
“Ciao!” risposero all’unanimità i due bambini rimasti soli.
“Cheffacciamo Vegeta?”
“Kaaroth, ha detto la verità Trunks? C’è puzza là fuori?” chiese il principe che non era per nulla convinto della spiegazione fornitagli dal figlio.
“Sì, una puzza terribile…cosa facciamo?” insistette Goku non raccontando l’intera verità.
“Mhm…andiamo a vedere com’è messa la torta che ha  fatto Pan…”
“Ottima idea! Così gli diamo anche un’assaggiatina…” esclamò Goku entusiasta.
I due bambini entrarono di soppiatto in cucina, aprirono il frigo e tirarono fuori la meraviglia di torta panna e fragole che Pan aveva magistralmente ornato.
Goku e Vegeta non resistettero nemmeno dieci secondi e si misero a mangiare tutte le fragole e gran parte della panna montata che ricopriva la torta. Quando poco dopo capirono di aver combinato un guaio e di aver rovinato il magnifico lavoro fatto da Pan, i due si guardarono ed esclamarono:
“O no…e adesso?”
Si misero a pensare e ripensare a come fare per porre rimedio a quel terribile disastro e, ad un tratto, Vegeta disse:
“Kaaroth, vai a prendere la panna montata che usa Trunks alla mattina per farsi la barba”
“Ah già!!!! Vegeta sei un genio! E per le fragole come facciamo?”
“Ora ci penso, inizia a prendere la panna” gli rispose secco il principe.
Goku corse in camera di Pan e Trunks e nel bagno trovò subito la bomboletta che cercava, nell’armadietto sopra al lavandino. Poi, prima di tornare da Vegeta, vide una scatoletta con disegnate sopra delle fragole e pensò che forse dentro ci fosse la soluzione ai loro problemi.
Quando tornò in cucina, vide che sopra la torta c’era uno strato di strani frutti rossi e subito chiese:
“Vegeta, hai trovato altre fragole per caso?”
“No, ma questi sono i pomodori ciliegini…ciliege, fragole, che differenza vuoi che faccia? Non se ne accorgeranno nemmeno. Tu cosa hai trovato?” chiese il principe osservando cosa l’amico stringeva nelle mani.
“Ah, sì, dunque…ecco la panna montata e poi…ho trovato questa scatoletta che ha disegnate sopra delle fragole e altri frutti e…
“Dammi qua, fa’ vedere” disse acido il principe scendendo dall’alto sgabello su cui era seduto e portandogliela via di mano.
“Mhm…interessante” concluse aprendola.
Ciò che tirò fuori però fu una completa delusione per entrambi. Non c’era niente dentro che avesse nemmeno la forma di una fragola, ma solo una serie di pacchettini quadrati, colorati e leggermente rigonfi.
“Uffa, pensavo di aver trovato qualcosa di interessante…” esclamò Goku un po’ demoralizzato.
“Già…ma cosa diavolo saranno questi? Apriamo quello rosso con disegnate le fragole, vediamo cosa c’è dentro” esclamò Vegeta incuriosito dagli strani pacchettini.
I due piccoli sayan ne presero uno e lo aprirono per poi rimanere per qualche secondo ad osservarne il gommoso, trasparente, profumato e parzialmente viscido contenuto.
“Cos’è, Vegeta?”
Il bambino più grande alzò un sopracciglio e, per non far vedere di non avere assolutamente idea di che cosa fosse, disse la cosa più scontata che gli venne in mente:
“I palloncini per la festa, ovvio!”
“Giàààà, perché non ci ho pensato prima? Ma allora li dobbiamo gonfiare e sistemare di là nella sala comandi e in fretta anche, prima che tornino Pan e Trunks!” disse allegro Goku.
“Già, tu comincia a gonfiarli, io metto la panna sulla torta e poi ti aiuto” disse Vegeta ri-ornando alla bella e meglio la torta con la schiuma da barba di Trunks per poi rimettere il dolce modificato nel frigo e la bomboletta, praticamente vuota, nell’armadietto del bagno del figlio.
Quando tornò in cucina, trovò Goku tutto rosso intento a gonfiare ancora il primo ‘palloncino’ che aveva raggiunto ormai dimensioni allucinanti.
“Kaaroth! Ma quanto grande lo vuoi fare? Così non esce nemmeno dalla porta della cucina! Dai sgonfialo e dammene un po’ che ti aiuto” lo sgridò Vegeta.
“Dici? Ma come fa a gonfiarsi così tanto senza scoppiare?” chiese Goku un po’ stupito della resistenza della gomma che, a poco a poco, stava facendo lentamente sgonfiare.
“E cosa vuoi che ne sappia io? Saranno speciali…” rispose secco il principe afferrandone una decina e aprendo il primo pacchettino.
“Certo che avranno anche la frutta disegnata sopra, ma per me puzzano lo stesso troppo ‘sti affari…” disse scocciato Vegeta prima di mettersi a gonfiare un ‘palloncino’ alla banana.
Quando i due bambini finirono erano quasi esausti per la fatica che l’intera operazione aveva richiesto loro. Andarono ad ornare la sala della festa mettendo ‘palloncini’ sparsi un po’ qua e un po’ là, appendendoli anche con molta cura ai lati dello striscione con la scritta “auguri Trunks”.
Alla fine, esausti, si sedettero sulle poltrone della postazione di comando e, di lì a poco, si addormentarono contenti del lavoro che avevano svolto.
Poco più di un’ora dopo, Pan e Trunks fecero ritorno all’astronave. Entrarono in fretta richiudendosi il portellone alle loro spalle.
“Bambini? Siamo tornati” chiamò Pan.
I due piccoli sayan si svegliarono all’istante e gli corsero incontro per salutarli. Il loro entusiasmo fu smorzato a più di due metri di distanza da loro, dato l’odore che i due emanavano.
Immediatamente Goku e il suo compagno di avventure si chiusero il naso con indice e pollice e fecero il gesto con la mano libera di allontanarsi dai due appena tornati.
“Che accoglienza!” disse Pan indispettita.
“Che puzza!” controbatte Vegeta ancora più scocciato.
“Ok, andiamo a farci una doccia e poi diamo il via ai festeggiamenti!” disse Trunks per finire la discussione fin da subito.
“Sì, dai, che bello! Abbiamo anche una sorpresa per voi!” disse allegro Goku.

Poco più tardi, i due bambini aspettarono i due adulti fuori dalla porta della loro camera per poterli bendare e portare così fino alla stanza della festa.
Trunks e Pan stettero al gioco e si fecero condurre per mano fino alla sala comandi. Quando furono davanti all’ingresso, i due bambini si alzarono leggermente in volo per poter togliere loro la benda dagli occhi e, entusiasti, gridarono:
“Uno, due, tre: SORPRESA!!!”
Quando gli tolsero i due pezzi di stoffa dagli occhi, gli stessi per poco non cadevano dalle orbite in cui solitamente alloggiavano. I due ragazzi spalancarono la bocca in un’espressione quantomeno sconcertata e, senza riuscire a guardare il suo compagno, Pan balbettò:
“T-T-T-Truunks?”
“NON-DIRE-UNA-SOLA-PAROLA” rispose Trunks scandendo ogni singola sillaba per accentuare il suo sconcerto.
“Bello eh?” disse Goku con gli occhi che gli brillavano dall’entusiasmo.
“Li abbiamo trovati nella vostra camera e abbiamo pensato che fosse una buona occasione per usarli!” continuò il nonno di Pan  sempre più eccitato.
“Usarli…” si limitarono a ripetere sottovoce Pan e Trunks.
“Che c’è? Non siete felici? Non è bello? Sentite? C’è anche un bel profumino di frutta!” continuò Goku non capendo lo stato di catalessi in cui erano finiti i due.
“Felici…” ripeterono loro come macchinette rotte.
Poi, dopo qualche secondo di silenzio imbarazzante, Pan, riprendendosi in parte dallo shock disse:
“Eheh (risatina nervosa) siete stati bravissimi! Allora diamo il via ai festeggiamenti? Vado a prendere la torta! TRUNKS! Vieni…ad aiutarmi, eheh”
Mentre percorrevano il breve corridoio che li portava alla cucina la ragazza gli chiese con aria supplicante:
“Truunk?”
“No, Pan. La risposta è no. E non ne voglio più parlare, intesi?” rispose il ragazzo intuendo quale sarebbe stata la domanda della sua fidanzata.
Quella purtroppo non era la sola sconcertante notizia della giornata. Quando Pan aprì il frigo e vide la torta, un unico urlo echeggiò in tutta la navicella e in tutto lo spazio che la circondava:
“BAMBINIIIIIII!!!!!! COSA DIAVOLO AVETE COMBINATOOOOOO!!!!”

La torta di compleanno fu sostituita con dei buffissimi, bruciacchiatissimi e leggermente amarognoli muffin al cioccolato, preparati da Goku e Vegeta sotto la supervisione del festeggiato e della sua compagna. Per il resto, la serata fu comunque molto piacevole e divertente. Con la consapevolezza che purtroppo, o per fortuna, quella specie di lungo viaggio stava quasi per volgere al termine, i quattro se ne andarono a dormire felici e contenti del fatto che solo una sfera mancava all’appello e al loro tanto desiderato ritorno a casa.
Quella notte, Pan e Trunks, nonostante la grave perdita forzata dei loro ‘effetti personali’ avuta nel pomeriggio, decisero di recuperare tutto l’amore che si erano persi in quei lunghissimi sei giorni, disinteressandosi completamente del resto del mondo, o meglio, dello spazio, che li circondava e li cullava dolcemente, fino alla loro nuova meta. 









 

   
 
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