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Autore: The_BlackRose    04/03/2015    3 recensioni
Una raccolta di racconti sul giorno di San Valentino dei nostri amati amici ambientati poco dopo gli avvenimenti di Città del Fuoco Celeste. Ogni capitolo sarà dedicato ad una coppia diversa.
#1: JacexClary
#2: MagnusxAlec
#3: SimonxIsabelle
#4: JemxTessa
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Izzy Lightwood, Jace Lightwood, James Carstairs, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Si svegliò con il corpo schiacciato da qualcosa di pesante. In un primo momento non riuscì a capire cosa fosse, si rese conto però di trovarsi nella sua stanza a casa di Luke. Un raggio di sole penetrava dalla finestra socchiusa, il vento che entrava faceva ondeggiare leggermente le tendine bianche.
Quando il sonno che le annebbiava la mente cominciò a dissiparsi, si accorse che ciò che la schiacciava le stava respirando sul collo e accarezzando i capelli. Capì subito cosa, o meglio, chi fosse dal modo in cui i suoi polpastrelli le sfioravano la nuca.
"Jace," mormorò con la faccia spiaccicata sul cuscino. "Mi stai schiacciando."
Il ragazzo non le diede retta e si chinò a sussurrarle all'orecchio. "Buon San Valentino," dopodiché rotolò via dal suo corpo e si distese accanto a lei.
Finalmente Clary riuscì a muoversi e si stiracchiò. "Come hai fatto ad entrare?"
Lui ridacchiò guardandola mentre si allungava sul materasso come un gatto. "Tua madre mi ha fatto entrare. A proposito, mi ha detto di dirti che lei e Luke sono dovuti uscire. Qualcosa che riguarda il Conclave penso." Si alzò dal letto e si mise in piedi guardandola dalla cima del suo metro e ottanta.
"Alzati, la colazione è pronta." Le rivolse un sorriso tenero tendendole la mano.
Solo in quel momento Clary si ricordò di indossare un pigiama rosa con le pecorelle e di avere i capelli tutti scombinati. Aveva di fronte a sé un ragazzo mozzafiato in giacca di pelle e jeans neri e di certo non voleva farsi vedere in quelle condizioni. Si nascose sotto le lenzuola fino al collo.
"Andiamo, si raffredda tutto." Si sporse su di lei strappandole le lenzuola di dosso e se la caricò su una spalla dirigendosi in cucina.
Clary si aggrappò alla sua schiena e cominciò a dimenarsi ridendo. "Mettimi giù!"
"Mmm...no, ho una bella vista da qua," e le diede un'amorevole pacca sul fondoschiena.
Quando arrivarono in cucina Jace la mise giù facendola sedere su una sedia. "Bel pigiama comunque."
Clary arrossì imbarazzata e lui le arruffò ancora di più i capelli con una mano ridacchiando.
"Hai preparato tu la colazione?" chiese la ragazza mentre si portava alla bocca una forchettata di uova strapazzate.
"Sì."
La forchetta le si bloccò a mezz'aria e si ricordò dell'ultima volta in cui Jace aveva cucinato le uova.
Il ragazzo notando la sua espressione aggiunse, "Mi sono esercitato con Maryse, sono migliorato molto. Assaggia."
Con riluttanza Clary addentò il boccone e masticò. Decisamente meglio rispetto alla volta prima.
Mentre Clary continuava a mangiare, Jace appoggiò i gomiti sul tavolo e unendo le mani ci posò sopra il mento. La guardò. "Stasera passo a prenderti alle sette. Fatti carina."
Lei gli rivolse uno sguardo interrogativo smettendo di masticare. "Cosa?" chiese a bocca piena.
Jace ridacchiò. "È il nostro primo San Valentino insieme. Non avrai mica intenzione di trascorrere tutta la serata sul divano a divorare pop corn. Ti porto fuori."
La rossa addentò una fetta di bacon croccante. "Credevo che gli Shadowhunters non festeggiassero San Valentino."
"E in effetti è così, ma essendo stata una mondana ho pensato che avresti voluto festeggiarlo comunque."
Clary sorrise e si sporse verso di lui per posargli un bacio sulle labbra. "Sei così tenero," sussurrò. "Dove hai intenzione di portarmi?"
"Questa è una sorpresa. Sappi solo che dovrai indossare un bel vestitino," disse lui alzandosi. "Ora devo proprio andare, il lavoro mi chiama." La baciò e si avviò alla porta della cucina. Le lanciò un ultimo sguardo e sorridendo scomparì nel corridoio.

Era davanti a quell'armadio da ore ormai e non aveva la minima idea di che cosa indossare. Sarebbe stato tutto molto più semplice se Jace le avesse detto dov'erano diretti quella sera, ma lui non aveva accennato parola e questa era la conseguenza: una ragazza disperatamente alla ricerca di qualcosa da indossare. Lui le aveva consigliato di mettersi un vestitino, ma era febbraio, per l'Angelo, avrebbe tremato tutta la sera! Sarebbero andati in un ristorante elegante? In un posto tranquillo? Al parco a fare una passeggiata?
Dopo vari minuti di pensieri finalmente decise. Avrebbe optato per un vestito semplice, non elegante ma nemmeno troppo casual. Era rosso e le arrivava poco sopra al ginocchio. Due sottili spalline lo sorreggevano e le fasciava il corpo nei punti giusti dandole l'illusione di avere delle curve. Sotto all'abito indossò anche un paio di collant per tenere al caldo le gambe.
Per quell'occasione si truccò leggermente. Si mise del mascara nero per far risaltare le ciglia color rame e un velo di lucida labbra rosso.

Jace arrivò puntualissimo alle sette precise.
Clary corse ad aprire la porta e rimase di stucco. Indossava una leggera camicia bianca di lino arrotolata sugli avambracci, i primi due bottoni erano aperti e lasciavano intravedere le rune che risaltavano scure sul petto muscoloso. Portava un paio di jeans neri fermati sui fianchi da una cintura e ai piedi aveva i suoi soliti scarponi scuri. I capelli biondi erano scompigliati dal vento pungente che soffiava in quella sera di metà febbraio e i raggi della luna rendevano il suo viso ancora più intrigante, sottolineando la mascella squadrata e gli zigomi appuntiti. Era bellissimo.
"Mica male la rossa," notò guardando Clary dall'alto al basso e incrociando le braccia. "Hai intenzione di venire così?" domandò indicando i suoi piedi nudi.
"No." Clary si passò una mano tra i capelli. "Vado a mettere le scarpe, entra."
Lo fece entrare e lui la seguì nella sua stanza. Clary aprì il suo armadio e prese un paio di scarpe nere con il tacco alto che teneva di scorta per le occasioni speciali.
Jace le si avvicinò e si chinò ai suoi piedi guardandole le gambe. Lei deglutì. "Cosa stai facendo?"
Lui le fece correre le mani dalle caviglie fino alle cosce mandandole scariche di brividi su per la schiena. Le sue dita si fermarono sotto al vestito,   sui fianchi, afferrandole il bordo dei collant. Con un movimento rapido abbassò le mani e con loro anche le calze.
"Non avrai bisogno di queste stasera," disse lui rialzandosi e sventolandole davanti agli occhi i collant. "Ti aspetto in corridoio," e con questo uscì dalla stanza lasciando dietro di sé una Clary in pieno subbuglio ormonale che con la bocca semi aperta fissava il punto in cui poco prima si trovava il suo ragazzo.
Si mise in fretta le scarpe e lo raggiunse nell'ingresso.
"Non avremo freddo così? Siamo a febbraio," fece notare lei scoccando occhiate ai vestiti leggeri di entrambi. 
"Non se usiamo questa," rispose Jace scostando un lembo del colletto della camicia. Sulla sua pelle color miele risaltava una runa in particolare. Clary se la ricordava benissimo: era stata lei a crearla poche settimane prima. Una mattina si era risvegliata con il barlume di un'immagine in testa e si era subito messa a disegnare. Il risultato era quello, un'autentica runa del calore.
Jace le prese un braccio ed estrasse lo stilo dalla tasca dei jeans. Lo premette sulla pallida pelle lentigginosa dalla sua ragazza facendone scaturire linee nere e rivoletti di fumo. Quando ebbe terminato, allontanò lo stilo per ammirare la sua opera.
"Ora siamo pronti per andare."
Diede a Clary il suo stilo. "Apri un portale," le ordinò gentilmente.
Lei si avvicinò alla parete dietro di loro e cominciò a tracciare la runa sull'intonaco bianco. Jace le prese la mano e insieme varcarono il portale.

Finì a terra e i suoi polpastrelli accarezzarono qualcosa di soffice e granuloso. Sollevò una mano e una manciata di sabbia le scivolò tra le dita tornando a depositarsi per terra. Si guardò intorno rialzandosi e spazzandosi via la sabbia dalle ginocchia.
Poco distante da lei si trovava Jace che frugava dietro ad una roccia. Sentì un rumore scrosciante e girandosi vide un'enorme distesa d'acqua che faceva da specchio alla luna. Sull'orizzonte erano ben visibili alte montagne innevate e ricoperte da un fitto manto di bosco. Avrebbe riconosciuto quei rilievi ovunque. 
"Ci hai portati a Idris? Sul lago Lyn?" chiese a Jace mentre sbucava fuori da dietro la roccia. In mano aveva una coperta e un cestino da picnic.
"Mi è sembrato un posto tranquillo," rispose lui stendendo la coperta sulla sabbia e accomodandocisi sopra. Batté con una mano lo spazio vuoto di fianco a lui per invitare Clary a sedervisi. Lei accolse l'invito e si accomodò.
"Sai questo è il punto esatto in cui cinque mesi fa io sono morto," le fece notare lui togliendosi le scarpe e i calzini.
Lei si girò verso di lui e sgranò gli occhi. "Beh, mi sembra il posto adatto dove avere un picnic romantico," affermò. "Il posto dove il tuo cuore ha cessato di battere dopo essere stato trafitto da Maellartach."
Jace la guardò e le prese una mano fra le sue avvicinandosi. Le cinse la vita con un braccio. "Sì, ma è anche il posto dove tu hai sacrificato il tuo unico desiderio per riportarmi in vita. Questo è il posto dove sono rinato. Il posto dove noi siamo nati dopo aver creduto di essere destinati a non poter mai stare insieme." Si poggiò una sua mano sul petto. "Lo senti il mio cuore che batte? È solo merito tuo." Le scoccò un delicato bacio sulla fronte soffermandosi per inspirare il profumo dei suoi capelli color rame.
Si staccò da lei e le sfiorò la guancia con una mano, dopodiché prese a frugare nel cestino. "Allora, cosa vuoi da mangiare? Abbiamo panini al tacchino, al formaggio, ai pomodori..."

Avevano finito di mangiare e ora erano stesi sulla sabbia abbracciati l'uno all'altra guardando le stelle. Jace le accarezzava i capelli ritmicamente regalandole un profondo senso di pace.
"Sai, è curioso il fatto che il nome di uno dei più spietati assassini della storia Nephilim sia associato alla più romantica festa dell'anno," osservò Jace.
Clary ridacchio e si strinse ancora di più fra le sue braccia.
"Ho un regalo per te," le sussurrò lui all'orecchio.
La ragazza si mise a sedere. "Davvero? Non dovevi."
"Ma fammi il piacere, non cominciare. Lo so benissimo che lo volevi. " Jace si allungò all'indietro per frugare nel cestino da picnic e ne estrasse una scatolina di velluto blu scuro. "Questo è tutto tuo," sussurrò allungandole il contenitore.
Clary eccitata prese tra le mani la scatoletta e la aprì delicatamente. Appena vide cosa conteneva, la sua bocca si spalancò e gli occhi le si inumidirono. "Jace..."
Lui le accarezzò una guancia. "Fa' parlare me. Lo so che in genere un regalo simile si fa quando si vuole avanzare una proposta di matrimonio, ma non è questa la mia intenzione." Tirò fuori un anello degli Herondale dalla scatolina e glielo infilò al dito. "Voglio solo che tu sappia quanto immensamente io ti ami e ogni volta che guarderai questo anello ci penserai e sorriderai. Almeno, spero."
Clary sorrise guardando la lettera H incisa sul fronte e il motivo di uccelli in volo che decorava l'anello.
"E poi è anche un modo per prenotarti, sai, quando saremo in età da matrimonio. Tutti dovranno sapere che sei già di qualcun altro," ridacchiò accarezzandole la mano.
"Avevi detto che non ne esistevano più così al mondo, dove l'hai trovato?" chiese la ragazza curiosa guardandosi il dito.
"Il mio fascino incanta perfino le Sorelle di Ferro." Fece il gesto di soffiarsi sulle unghie e lucidarle sulla spalla.
Clary scoppiò in una risata fragorosa. "È il regalo più bello e significativo che mi sia mai stato fatto. Grazie." Gli rivolse uno sguardo adorante con la vista appannata dalle lacrime che minacciavano di scendere.
Si stesero di nuovo sulla sabbia.
"Non che ne avessi mai avuto uno prima d'ora, ma questo è stato il San Valentino più bello della mia vita."
"E possiamo renderlo ancora più indimenticabile."
Clary si spostò sui gomiti per guardarlo in viso. "Come?"
Un sorriso malizioso spuntò sul viso del ragazzo che afferrò la rossa e la trascinò giù. "Così," sussurrò sulle sue labbra. La prese tra le braccia e la rivoltò sulla sabbia stendendosi su di lei e sollevandole l'orlo del vestito sulle cosce. "Buon San Valentino, Clarissa."
  
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