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Autore: AbbyHolmes    04/03/2015    4 recensioni
"Scusa Kate."
[...]
“Forse è tardi per scusarsi.”
Lui spalancò gli occhi per una frazione di secondo, come se avesse potuto sentire ciò che pensavo e ne provasse meraviglia. Cercai di scacciare via quella frase che mi risuonava in testa come una minaccia, ma non riuscii.
“Forse è troppo tardi per scusarsi” ripeteva meccanica la mia mente.
Genere: Introspettivo, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caitlin Todd, Leroy Jethro Gibbs, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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IS IT TOO LATE TO APOLOGIZE?

 


 

Era strano vedermi così, sdraiata, immobile, con una strana smorfia di sorriso sul volto, con un’aria quasi serena, come se stessi dormendo, come se fossi in bilico su un sottile filo di cristallo che divide la vita dalla morte, come se fossi appesa ad una corda a dieci piedi dal suolo, ultima mia speranza di tornare tra i miei amici e colleghi.
Ma purtroppo non potevo fare più nulla: nelle bare, eccezion fatta per Abby, non ci si sdraia per un riposino.
 
[I’m holding on your rope
Got me ten feet off the ground]
 
Era il tramonto e il sole cadeva dietro le colline tingendo tutto di rosso.
Rosso come il sangue che era colato dalla mia fronte colpita da un proiettile partito dal bravo 51 di quel bastardo di Ari.
Un Bravo 51, un “Kate”.
Morire per opera di un arnese che porta il mio stesso nome è a dir poco paradossale.

Uno dopo l’altro vedevo avvicinarsi i miei amici e colleghi ancora molto scossi per l’accaduto. Avrei voluto consolarli, dire una parola di conforto, ma non riuscivo; sentivo solo le loro parole e il loro pianto rotto dai singhiozzi.
 
[And I’m hearing what you say
But I just can’t make a sound]
 
 Li vedevo avanzare verso il corpo nella bara con le lacrime agli occhi e una rosa tra le mani. Ducky,  Tony, Tim, Abby, il direttore Shepard e infine Gibbs. Sentivo che ognuno, nel posare il proprio fiore, aveva ricordato un momento passato insieme a me, bello o brutto che fosse. Tutti tranne il capo.
“Sei in ritardo per il mio funerale, Gibbs” Dissi.
E non solo era una frase per rompere il ghiaccio, era vero.
Vidi un lampo di spavento nei suoi occhi, non si aspettava di scorgere ancora il fantasma che ora sono.
Indugiò qualche secondo, poi con mia grande sorpresa pronunciò quelle parole:
Scusa Kate
Sapevo che ero importante quanto una figlia per lui e che aveva avuto bisogno di me per la risoluzione di molti casi, a partire da quello dell’Air Force One. Sapevo che ero un importante elemento della sua squadra: anche se non me l’aveva mai detto, l’avevo capito, ma non mi spiegavo ancora il fatto che non aveva saputo dare una risposta alla mia rabbia.

“WHY DID I DIE INSTEAD OF YOU?”
“I don’t know.”

Ripenso a quel momento.
Era come se mi avesse fatto cadere da quel filo di cristallo, da quella corda che mi teneva ancora legata a loro.
 
[You tell me that you need me
Then you go and cut me down
But wait
You tell me that you’re sorry]
 
Ricordando quel momento tutta la mia rabbia tornò a galla e il pensiero illuminò la mente come un lampo di un temporale estivo:
“Forse è tardi per scusarsi.”
Lui spalancò gli occhi per una frazione di secondo, come se avesse potuto sentire ciò che pensavo e ne provasse meraviglia. Cercai di scacciare via quella frase che mi risuonava in testa come una minaccia, ma non riuscii.
“Forse è troppo tardi per scusarsi” ripeteva meccanica la mia mente.
[Didn’t think I’d turn around and say…
That it’s too late to apologize, it’s too late
I said it’s too late to apologize, it’s too late.]
 
In fondo sapevo che non era colpa sua se non era riuscito a rispondermi; ero io che mi ero sacrificata per lui due secondi prima di essere colpita, non era lui ad avermi ordinato di proteggerlo, avevo preso io l’iniziativa.
Avrei fatto di tutto per lui, il mio cervello, ma ancor di più il mio cuore gli avrebbe dato una seconda opportunità, in modo che io capissi che quello che mi è accaduto era destino e non dipendeva in alcun modo da lui.
Gli avrei fatto di nuovo da scudo, mi sarei fatta colpire.
Di nuovo.
 
[I'd take another chance,
 take a fall, take a shot for you]
 
Lo guardai. Da quegli occhi di ghiaccio, ora avrei potuto capire ogni cosa, ogni domanda sul perché avessi preso io quel colpo al suo posto, perché non l’avessi lasciato a lui che aveva già avuto una carriera, interrompendo la mia che era appena iniziata, ogni preoccupazione sul se avessi sofferto o come mi sentissi ora, ogni minima cosa che prima, probabilmente, non avrei potuto o non sarei riuscita a cogliere.
Ma la risposta era semplice: avevo fatto tutto questo per la forte ammirazione che nutrivo nei suoi confronti.
E questa non sarebbe svanita, non sarebbe stata offuscata dalla rabbia, non sarebbe stata spenta come un fuoco si spegne con un secchio d’acqua. D’altronde chi non avrebbe difeso quello che considera un padre o un mentore?
 
[And I need you like a heart needs a beat
(But that's nothing new)
I loved you with a fire red, now it's turning blue]
 
Non potevo lasciare che la collera prendesse il sopravvento. Lui, mettendo da parte ogni suo principio morale che si era posto con le sue cinquanta regole, mi aveva chiesto scusa, quando non era nemmeno colpa sua.
Era sopraffatto dai sensi di colpa, ma, da duro qual era, non traspariva la benchè minima emozione dalla sua espressione, ma i suoi occhi non mentivano.
Il ghiaccio non rimane sempre e solo ghiaccio, prima o poi si scioglie e diventa acqua.
Ora era il ghiaccio dei suoi occhi che si stava sciogliendo, lasciando intravedere un’impercettibile lacrima.
Mi aveva chiesto scusa con la purezza di un angelo, ma chiedere scusa non si addiceva a Gibbs, così come a un diavolo non si addice il paradiso.
 
[And you say
Sorry like an angel, heaven’s not the thing for you]
 
Ma la rabbia si impadroniva di me come l’alta marea con la scogliera. E questa volta il pensiero si tramutò in parole, impetuose come un fiume in piena che travolge tutto ciò che gli sta intorno.
“È troppo tardi per scusarsi.”
[But I’m afraid
It’s too late to apologise, it’s too late.
It’s too late to apologize, it’s too late.]
 
Lo vidi in balia dei suoi pensieri, probabilmente si era reso conto che ora era troppo tardi per chiedere scusa. Aveva ragione, ora era troppo tardi per scusarsi, oramai i giochi erano fatti.
Fu allora che il ghiaccio si sciolse completamente e vidi. Una minuscola, impercettibile e velocissima lacrima che gli rigò la guancia e poi scomparve senza lasciare traccia.
 “Come?” mi chiese l’uomo che avevo davanti non avendo capito le parole che avevo pronunciato poco prima.
“È troppo tardi per scusarsi.” Pensai ancora.
“Niente Gibbs.” Invece dissi. Non potevo addossare a lui il peso delle mie azioni, non potevo far soffrire ulteriormente i miei più cari amici. “Semper Fidelis” aggiunsi.
Lui mi sorrise, poi vidi che si allontanava: da una parte il direttore Shepard, dall’altra Abby, che nel frattempo aveva azionato un piccolo registratore a cassette da cui proveniva una lieve musica.
Per me.
Sorrisi. Non ero affatto in bilico su un filo come sembrava, non stavo per cadere nel baratro dell’oblio. Il filo immaginario che mi legava a loro era più integro che mai.
Ed ero sicura che loro, i miei amici, i miei colleghi non mi avrebbero mai dimenticata.
 
[I’m holding on your rope
Got me ten feet off the ground.]
 

Mi ero sbagliata, forse non era troppo tardi per scusarsi.
 
 
 





____ABBY’s LAB____
Buondì a tutti!    *saluta con la manina*
Questa storia è stato un esperimento, probabilmente il primo e ultimo che pubblico (nonostante ce ne siano altri),  nato nella mia testolina –pazza e malata- esattamente otto mesi fa e lasciato sedimentare nei meandri dell’hard disk del mio adorato computer.
Stavo ascoltando “Apologize” (link: https://www.youtube.com/watch?v=ZSM3w1v-A_Y  ) a ripetizione per cercare di imparare a suonarla (ma con scarsi risultati) quando *PUF!* mi viene in mente questa “cosa”. 
Kate è sempre stato uno dei miei personaggi preferiti e mi è sembrato carino dare voce al suo fantasma, anche se non sono molto convinta del risultato. :/
Nota: volutamente il testo, in alcuni punti, riprende le parole della canzone.
Ringrazio Jen98, splendida personcina che ha letto e corretto questa non-so-se-definirla-storia-od-obbrobrio quest’estate e che sopporta i miei scleri quotidiani <3
Critiche, insulti, uova, pomodori e altri ortaggi sono ben accetti!
Semper fi,
 
Abby ^^
   
 
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