Mio
signore
“Mio
signore?”.
Lo
youkai alzò le iridi ambrate dal prato, abbozzando un
sorriso alla giovane.
“Cosa c’è, Izayoi?”, chiese,
curioso. “Qualche preoccupazione?”.
Lei
sospirò, sedendosi. “No, nulla di questo genere,
mio signore”, biascicò – un
tenue rossore coprì rapidamente le sue gote pallide, mentre
abbassava lo
sguardo, imbarazzata. “Non ho alcuna preoccupazione, quando
sono al vostro
fianco”.
“Siete
troppo ingenua, Izayoi”,
la ammonì
lui. Non v’era traccia di rabbia, nelle sua voce –
unicamente tristezza. “Dovreste
prestare maggiore attenzione a ciò che dite”.
Lei
rise, genuina, coprendosi leggermente le labbra con una manica del
kimono,
prima di trovare il coraggio di osservare lo youkai innanzi a lei negli
occhi.
“E voi, mio signore? Non credete che le vostre frasi siano un
po’ equivoche?”.
Gli
fece cenno di sedersi accanto a lei, poggiando poi il capo sulla sua
spalla.
Era rilassante, il calore del suo
signore. Ed era così raro,
poter
stare al suo fianco senza temere il giudizio altrui!
“Izayoi,
siete troppo ingenua”, ripeté lui, carezzandole i
capelli castani e scostandoli
dal volto. L’intenso odore della pelle della donna
– intensificato dall’umida
neve – lo mandò in estasi, e ringraziò
mentalmente il suo autocontrollo
demoniaco. “Siete troppo ingenua. E bella, Izayoi. Dovreste
temermi”.
“Temerla,
mio signore?”. Izayoi sorrise, dolce, ingenua.
“Mai. Non potrei mai temerla, mio signore”,
assicurò, sedendosi sui talloni e
stringendo tra le dita una mano dell’uomo, per spingerlo ad
alzarsi. “Sta
nevicando, mio signore. Che ne dice di rientrare?”.
Le
fece cenno d’assenso con il capo, seguendola per il giardino,
sino all’ingresso
delle sue stanze. “Sapete benissimo che non posso superare
questa soglia. Me lo
sono ripromesso tempo fa, e non desidero rompere il giuramento. Non
ora”,
borbottò lui, inarcando un sopracciglio.
Lei
abbassò gli occhi. “Sì, mio
signore”, mormorò, arrossendo. “Non
dovete
preoccuparvi”, aggiunse, cercando di sorridere. Quel
sottilissimo rifiuto non
la feriva. Non doveva ferirla.
Lo
youkai carezzò la guancia della giovane, sospirando.
“Con queste mani potrei
ferirvi, Izayoi”, disse, a mo’ di spiegazione.
“Potrei ferirvi, Izayoi, e non
lo desidero”.
“Non
mi ferirete”.
Lui
sorrise della contrariata replica della ragazza. “Ne siete
così certa?”,
domandò, premendo leggermente un artiglio sul volto della
donna, e godendo nel
sentirla irrigidirsi. “Siete sicura che non vi ferirei, Izayoi?”.
“Sì,
mio signore. Ne sono sicura”. Izayoi portò una
mano a coprire quella dell’uomo,
desiderosa di impedirgli di
ritrarla. “Non mi ferireste mai. E, seppure lo faceste, non
potrei mai odiarvi,
mio signore”.
Lui
sbatté le palpebre, confuso. “Siete ingenua”.
Rise, stringendo la donna contro di sé, con forza.
“Siete eccessivamente
ingenua, Izayoi. E forse…”.
Lei
inclinò il capo di lato. “Forse, mio
signore?”.
“Forse questa notte potrei fare un’eccezione, Izayoi…”.
*\* Parto dalla cosa più stupida: il finale è da chi vuole intendere, intenda. ù.ù Siete di liberi di interpretare la frase di Inu no Taisho come volete.
Poi... In Inu-Yasha, purtroppo, questa coppia è brutalmente relegata in un angolino, e - solo a pensarci mi viene da piangere - non si sa quasi nulla, su di loro: come si sono incontrati? Come si sono innamorati?
Domande come queste sono lasciate ai fan, senza una vera e propria spiegazione... -.- E così, non appena Elisa ha detto di desiderare una storia su questa coppia, il mio cervellino bacato ha subito ideato questa storia... Ed eccola qui. ù.ù
Non so se sia plausibile. Non so se sia IC, o assurdamente OOC, perché, con la scarsa caratterizzazione che la sensei Takahashi ha dato a questi personaggi, non potevo basarmi su nulla. XD Quindi, spero vi sia piaciuta.
E' un momento della loro vita, quando Inu-Yasha doveva ancora essere generato e loro erano ancora vivi entrambi. ù.ù
Spero vivamente che l'abbiate gradita, e che mi lascerete qualche commento. XD Baci, alla prossima! */*