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Autore: Alyssa Black    04/03/2015    1 recensioni
Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy, gli opposti. Ma si sa che gli opposti si attraggono. In un mondo dove Voldemort è stato sconfitto, potrà sbocciare questo amore?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il lago nero era il loro posto segreto. Si incontravano lì ogni giorno, all’alba, quando i contorni non erano nitidi, quando buio e luce combattevano tra di loro per la supremazia, quando non c’era bene e male ma solo infinite sfumature. Quello era il loro momento. Ogni giorno si incontravano all’alba per baciarsi, toccarsi, annusarsi. Lei con il suo dolce profumo di vaniglia e lui che sapeva di menta e tabacco. Loro che stavano così bene insieme e che erano costretti a nascondersi. I loro amici non avrebbero mai approvato, Hermione Jane Granger e Draco Lucius Malfoy, uno scandalo di dimensioni enormi. La migliore amica di Harry Potter e il figlio di un Mangiamorte, il purosangue e la sangue sporco per eccellenza, Serpeverde e Grifondoro, insieme. In molti, alla vista di questa strana coppia, avrebbero sicuramente urlato al sacrilegio e mormorato contro incantesimi. Ma loro si amavano anche se non se lo erano mai detto apertamente, entrambi troppo orgogliosi per ammettere di provare un sentimento così forte che ti rendeva così invincibile e così fragile allo stesso tempo. Avevano faticato molto entrambi nel rendersi conto che provavano qualcosa per l’altro e altrettanto tempo che quel qualcosa era amore e non semplice attrazione fisica. D’altra parte erano entrambi abbastanza avvenenti. Lui con i suoi capelli quasi bianchi, la carnagione molto chiara e quei suoi occhi che avevano il colore del mare in tempesta d’inverno era sempre stato molto apprezzato dalla popolazione femminile che sospirava ogni volta che entrava in Sala Grande. Lei invece era sbocciata solo recentemente. Aveva perso quei capelli indomabili, molto simili alla criniera di una leonessa, per ricaderle sulla schiena in ordinati boccoli. Il suo incarnato pallido non aveva imperfezioni e i suoi occhi marroni, che a detta di molti sembravano color dell’oro a volte, risplendevano sempre ed erano sempre il movimento, quasi volessero cogliere tutto nello stesso istante e immagazzinare tutto nel cervello acuto della ragazza. Sarebbero stata davvero una bella accoppiata se solo non fossero stati loro. Loro che avrebbero dovuto odiarsi, loro che litigavano pubblicamente ogni giorno per poi amarsi segretamente ogni mattina, all’alba. Tutto era nato lì, un giorno ormai lontano. Entrambi avevano passato la notte insonne dovuto a vari incubi che colpivano entrambi appena abbassavano le palpebre. Scene di guerra, di dolore, di rimpianti, di perdite e di paura. Voldemort era morto e la guerra ormai lontana ma rimaneva il ricordo straziate di tutto quello che era successo. Si erano rigirati nei propri letti per tutta la notte per poi decidere di andare a fare una passeggiata, incuranti delle regole che avrebbero infranto. Erano arrivati insieme al lago, da due strade opposte. Si erano guardati, si erano scrutati e si erano semplicemente seduti sulla panchina, uno di fianco all’altra, con i gomiti che si sfioravano a fissare l’acqua del lago che, placida, si muoveva mossa da un leggero vento che si era alzato. Erano rimasti lì così per chissà quanto tempo, ma a loro non importava. A nessuno dei due non importava più niente. L’uno aveva perso tutto nella guerra, le persone non avevano più rispetto di lui e della sua famiglia e tutti i suoi beni erano stati confiscati del Ministero, suo padre stava scontando la sua pena ad Azkaban e sua madre viveva a casa di sua sorella Andromeda che era stata nominata tutrice in quanto membro dell’Ordine della Fenice. L’altra, l’eroina del mondo magico, sembra invece non avere motivi per cui stare sveglia la notte. E infatti non ne aveva. I suoi genitori stavano bene, era infatti riuscita a ritracciarli in Australia e a ridar loro la memoria, e viveva una vita apparentemente felice. Il problema era però dentro di lei. Si sentiva vuota, senza uno scopo, una bambolina vuota. Prima si era imposta il dovere di salvaguardare la vita di Harry Potter, studiano e imparando nozioni che le sarebbero potute tornare utili nel momento del bisogno. Ma ora che Voldemort era morto? Ora chi doveva proteggere? Certo, aveva fondato C.R.E.P.A, il Comitato di Riabilitazione degli Elfi Poveri e Abbruttiti, ma nessuno appoggiava la sua idea e gli elfi erano terrorizzati e si auto infliggevano punizioni ogni volta che parlava loro di questa associazione, quindi aveva senso continuare? Si sentiva vuota ore che tutto era finito, come un palloncino che, dopo aver perso tutta l’aria con cui era stato riempito volando per il cielo, cadeva a terra e lì si accasciava ormai privo di ogni mezzo per poter tornare a volare. Quella mattina nessuno dei due aveva parlato, erano semplicemente rimasti lì, uno accanto all’altra e fissare il lago. Quando era giunta l’ora di tornare al castello, si erano alzati e, dopo essersi fissati a lungo negli occhi, quasi volessero entrare nella testa dell’altro, si erano allontanati, ognuno nella direzione da cui era venuto. Erano andati avanti una settimana così, senza rivolgersi la parola, per poi iniziare a parlare, di qualsiasi argomento venisse loro in mente, trovando un'altra mentre acuta e ricettiva che stimolava l’altra a dare il meglio. Loro erano così, si sfidavano a vicenda, mettendoci fervore e infiammandosi nel descrivere il proprio punto di vista. Erano entrambi infiammati di quest’entusiasmo la prima volta che si baciarono. Erano uno davanti all’altro, che si fronteggiavano su un argomento che non ci è dato sapere e si ritrovarono a un respiro di distanza. Non ci fu tempo di pensare, si avventarono sulle labbra dell’altro come se da quello dipendesse la loro sopravvivenza. Si baciarono, si morsero, si toccarono, si scoprirono. Presero a incontrarsi nella stanza delle necessità quando il tempo non permetteva loro di uscire fuori dal castello e iniziarono a incontrarsi di sera, dopo la ronda, per parlare o per amarsi. Andarono avanti per mesi così, mentendo ai loro amici per incontrarsi. Ma tutto ciò che è bello non dura per sempre. Una mattina, mentre stavano uscendo dalla stanza delle necessità baciandosi, furono visti da Pansy Parkinson. Questa, dopo un momento di sorpresa, sorrise furba e, dopo essersi schiarita la voce, disse:” Dracuccio caro, ecco dove passi le notti ma non pensavo ti abbassassi a farti una sangue sporco. Sarà pure l’eroina del mondo magico, ma non è al tuo livello. Cosa diranno i tuoi amici quando lo sapranno? Quel poco rispetto che ti è rimasto svanirà. Ma sono stamattina sono magnanima e ti propongo un accordo: lascia la mezzosangue e fidanzati con me, come una volta, solo io e te, e in cambio non dirò niente di quello che ho visto”. Pansy era convinta di averlo in pugno, non pensava certo che Draco Malfoy potesse cambiare e che lo avesse fatto dopo la guerra. Ma così non era. L’unica cosa che ottenne fu uno schiantesimo potente in pieno petto e una minaccia sibilata. Hermione era ancora scossa e non riusciva a muoversi. Tutto quello che avevano costruito giorno dopo giorno, il loro castello di carte, stava crollando. Tutto questo per colpa di quella faccia da carlino di Pansy Parkinson. Si stava richiudendo in sé, stava tornando a essere la bambola vuota che era all’inizio dell’anno quando Draco la sorprese. La prese per mano e la trascinò verso la Sala Grande, ignorando gli sguardi sorpresi che molti rivolgevano loro quando li vedevano passare mano nella mano. Arrivati sulla porta della sala da pranzo, e dopo essersi accertato che tutti li stessero fissando, si chinò e la baciò con passione. L’apocalisse, secondo molti. Quando si staccarono Hermione aveva gli occhi lucidi. L’aveva baciata, lei, davanti a tutta la scuola. Lei che aveva pensato che volesse lasciarla. Era stata una stupida e aveva pensato che volesse agire come i vecchio Draco, colui per cui il rispetto era tutto. Intorno loro gli studenti gridavano, applaudivano, facevano scommesse, tentano contro incantesimi. La magia c’era sì, ma era quella dell’amore che li univa ormai indissolubilmente. 

Bene, sono arrivata alla fina di questa piccola storia. Non credo sia una di quelle storie mozzafiato ma mi è piaciuto molto scriverla e spero che qualcuno la apprezzi. Ho sempre amato questa coppia e ho letto tante di quelle fanfiction su di loro che ormai si sovrappongono tra di loro. 
Come avete notato il testo è tutto unito. Non sono proprio capace di dividerlo in parti, mi dispiace, ma prometto che ci lavorerò su.
Alla prossima
Alyssa
  
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