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Autore: Natsuki Nagoya    05/03/2015    3 recensioni
Koala sorrise, e Dio quanto avrei voluto fermare il tempo per vederla sempre così.
« Sai, in alcuni momenti sei quasi carino… »
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koala, Sabo
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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* IMPORTANTE: Ci terrei particolarmente che prima di iniziare la lettura andaste a leggere il commento che ho scritto alla fine della storia, più che altro per capire alcune cose che altrimenti non verrebbero comprese. Grazie!

 
Un desiderio sotto i fuochi d'artificio
 

Sabaody Park, l’unico posto al mondo che probabilmente detestavo più di qualunque altra cosa: affollato, rumoroso, colorato, tipico posto da femmine. E non solo ero stato costretto a seguire gli altri in quello stupido posto ma con l’inganno Koala era anche riuscita a farmi salire sulla ruota panoramica.
« Me l’avevi promesso! E poi devi farti perdonare… » disse quasi in lacrime, e sapeva bene che non potevo resistere quando la vedevo così, oh sì che lo sapeva. Stupido io che l’avevo baciata all’improvviso, dopo che aveva passato un’intera giornata a gironzolare con un pirata da due soldi che aveva appena conosciuto. Sapeva benissimo che stravedevo per lei dannazione, e come se non bastasse mi aveva picchiato a tal punto da rompermi quasi un braccio.
Ero io che dovevo tenere il muso, non lei.
Non mi rivolge la parola da quella sera e dal canto mio ero del tutto convinto a portare avanti il nostro silenzio: prima o poi sarebbe venuta da me a parlarmi per prima… questo era il piano, ma ovviamente non ha funzionato. Anzi, si è addirittura portata dietro quell’impiastro di pirata.
E adesso eccomi qui, a tremare come una foglia, sospeso a quasi 100 metri d’altezza… ero terrorizzato, una vergogna per il primo ufficiale dell’Armata Rivoluzionaria. Certo, avevo promesso di portarla a Sabaody, ma questo tanti anni fa quando ancora non sapevo cosa significasse non avere la terra sotto i piedi.
Ma come potevo resistere a quel faccino? Voleva passare una giornata in un parco di divertimenti da tantissimo tempo e adesso che ne avevamo la possibilità non potevo di certo rovinare tutto. Ma perché la ruota panoramica!? E poi non si poteva aspettare una giornata estiva per farlo!? Quassù il freddo era raggelante.
Indossai i guanti neri e cercai con lo sguardo un punto fisso davanti a me, ma ovunque guardassi vedevo solamente il vuoto: una ruota panoramica le cui cabine erano fatte di bolle di Mangrovia, completamente trasparenti, non mi sembrava esattamente un’idea sicura e intelligente ma avevo come l’impressione di essere l’unico a preoccuparmene e quindi deglutii, facendo finta di niente. Se Koala se ne fosse accorta sarebbe stata la mia fine, probabilmente preso in giro per il resto della mia vita come quella volta che rischiai di soffocare con dello zucchero filato. Il mio odio per i Luna Park cominciò proprio all’ora, ma l’aria profumava di mele candite ed ero seduto davanti alla ragazza più bella che avessi mai visto, quindi tanto male non poteva andare questa volta.
Mi voltai lentamente dietro di me, per cercare gli altri ragazzi saliti prima di noi, e li trovai nella cabina opposta alla nostra che sorridevano beffardi verso la nostra direzione.
Capii all’istante il motivo e di tutta risposta mostrai il dito medio, per poi rigirarmi velocemente verso la ragazza che avevo di fronte.
Come osavano prendermi in giro!? Li avrei scassati di botte non appena saremmo scesi di lì! E poi per quale motivo mi sentivo arrossire!?
Sbuffai rumorosamente e avvicinai le mani al viso, per accendere la sigaretta che tenevo tra le labbra.
L’aria si riempì velocemente di fumo.
La cabina oscillò appena e nello stesso istante le luci del parco si accesero, illuminando l’intero Luna Park.
Da non poco lontano arrivavano le urla e la musica dell’Horror Show.
Sbuffai nuovamente, sperando che tutto questo finesse presto, e sentii lo sguardo di Koala posarsi su di me. Lo cercai ma stava già guardando in un’altra direzione, perso nei fuochi d’artificio che stavano iniziando ad illuminare il cielo. Decisi di seguirlo e un’esplosione di luci, simili a peonie viola, catturò la mia attenzione, riportandomi indietro nel tempo.

« Se esprimiamo un desiderio durante i fuochi d’artificio questo si avvererà! »
« Rufy, sei proprio una femminuccia! »

« Eh!? » rispose deluso il ragazzino.
« Queste sono cose da femmine! » obiettò il bambino con le lentiggini.
« Dai Ace, non essere così duro con lui. »
« Ma… ma… »
singhiozzò Rufy.
« Ehi cosa fai, piangi!? » chiesi guardando il mio fratellino con aria stupita.
« Cosa!? Di nuovo?! »
« Non è vero, non sto piangendo! »


Sorrisi appena.
I fuochi d’artificio della Città Alta del Regno di Goa… quanti anni erano passati da allora, una decina? Forse di più. Non avevo più visto dei fuochi d’artificio da quel giorno e chissà come se la stavano cavando in questo momento Ace e Rufy… sicuramente stavano entrambi a riempirsi di cibo da qualche parte o a dormire sereni. Erano proprio uguali quei due.
Cercai lo sguardo di Koala nel riflesso della bolla e notai che mi stava guardando.
I capelli arancioni avevano uno strano riflesso sotto le luci del parco.
« Ti piacciono? » chiese dopo una risata quasi soffocata.
Rimasi a fissarla un attimo, prima di rispondere. « Siamo qui per te, non per me. »
« Oh, a me piacciono molto » disse allegramente. « Ma non c’è niente di strano se lo ammetti anche tu! »
« Ammettere cosa? »
« Che ti piacciono i fuochi d’artificio! »
esclamò felice.
« Ma che dici!? Non mi piacciono queste cose da femmina! »
« Sei proprio un timidone! »
« Stai zitta che è meglio! »

La ragazza trattene una risata e inspirò profondamente, per poi stiracchiarsi le braccia. Non sembrava affatto la stessa persona arrabbiata che teneva il muso fino a poche ore prima.
« Sai, ho sentito che se esprimi un desiderio guardando i fuochi… »
« Anche tu con questa storia? »
dissi pensando a voce alta, interrompendola.
Lei mi guardò confusa.
« Se esprimi un desiderio sotto i fuochi d’artificio, questo si avvererà… esatto? » dissi rivolgendo nuovamente lo sguardo verso il cielo. « Qual è il tuo desiderio? » Sorrisi sarcasticamente. « Avere una montagna di vestiti nuovi? »
Koala non rispose, ma potevo sentire il suo sguardo sul mio.
In realtà non era poi una ragazza così superficiale e probabilmente i vestiti erano l’ultima cosa a cui pensava sotto uno spettacolo pirotecnico come questo, ma dovevo pur prenderla in giro in qualche modo. « O forse essere circondata da bei ragazzi per il resto della tua vita? »
La ragazza scoppiò a ridere e per un attimo il suono cristallino della sua risata riuscì a coprire quello fastidioso e assordante dei fuochi.
« Credo che questo tipo di desiderio si avvicini più al tuo stile di vita che al mio! »
« Che intendi? »
chiesi alzando un sopracciglio.
« Beh, sei sempre circondato da un sacco di donne… » disse sospirando. « Vengono tutte a chiedermi di te… Sabo di qua, Sabo di là… »
Arrossii appena. « Mpf, quelle non sono donne, sono le amichette di Iva! Starebbero attaccate a qualsiasi uomo. E poi l’unica ragazza che mi interessa è qui davanti a me… » terminai, spostandomi i lunghi capelli da davanti il viso.
Koala sorrise, e Dio quanto avrei voluto fermare il tempo per vederla sempre così. « Sai, in alcuni momenti sei quasi carino… »
I fuochi d’artificio si fermarono per un attimo, e io rimasi imbambolato a quelle parole come se il tempo avesse rallentato.
Quasi carino? Avevo sentito bene? Che voleva dire?
Quasi. Carino.

Merda, stavo arrossendo di nuovo. Sono cose da dire ad un uomo queste!? E perché lei era così dannatamente bella mentre le diceva!?
Il cuore iniziò a battermi forte ma non ero sicuro se fosse per l’altezza sempre più alta o per la presenza così vicina di Koala. Ipotizzai per entrambe.
« Però solo in alcuni momenti! » disse agitandosi. « Non montarti la testa! »
La ragazza tolse il cappello e lo usò per coprirsi il viso, quasi imbarazzata.
Montarmi la testa… merda, ma se non sapevo nemmeno cosa dire! Per quale motivo mi imbarazzavo come un ragazzino di 13 anni!?
Incrociai le braccia e mi voltai verso gli altri, cercando di cambiare discorso.
« Hai visto che da qui si vedono i ragazzi!? »
Koala non rispose e rimase per qualche istante in silenzio, prima di sospirare. La sua espressione si fece appena più annoiata.
« Si, ma non vedo Senzou con loro. »
Mi irrigidii all’istante. « Chi? »
« Senzou, il ragazzo che… »

« So chi è Senzou. » dissi interrompendola e girandomi nuovamente verso di lei. « Non lo vedi perché l’ho riempito di pugni prima di salire » dissi spegnendo la sigaretta con un piede.
Koala si fece più tesa. « Dici sul serio? »
« Non so se te ne sei accorta ma stava escogitando un trucchetto per salire con te al mio posto. »
« E pensi che glielo avrei lasciato fare? »
« Beh, nel caso tu non te ne fossi accorta ci sono un sacco di cose che gli stai lasciando fare. »
« Ma di che parli? »
chiese la ragazza guardandomi preoccupata. « Si può sapere cosa ti prende in questo periodo? Sei sempre così nervoso… »
Sbuffai, piegando la testa all’indietro.
Eccola che ricominciava. C’era un solo argomento che mi mandava fuori di testa, e lei lo sapeva bene. E chissà perché ci ritrovavamo sempre a parlare di questo. Di lui. Soltanto pensare al suo nome mi faceva vomitare.
« Lo sai che cosa mi prende. Devo spiegartelo per forza? La ragazza che amo passa le sue giornate con un uomo che aspetta solo il momento giusto per allungare le mani su di lei ma non ci arriva perché è troppo ingenua per capirlo! » alzai il tono della voce, visibilmente seccato. « E stupida… » dissi sospirando. « Molto stupida. »
E anche io mi sentivo un po’ stupido ad ammetterlo così. Non era necessario che lo facessi, non serviva. Koala era a conoscenza dei miei sentimenti da anni e odiavo dire qualcosa che risultava ovvia a chiunque.
Ripresi il pacchetto di sigarette e ne estrassi un’altra con i denti, fissandola negli occhi.
« Non ha mai allungato le mani su di me » disse in sua difesa.
Ah, eccola.
La stavo aspettando una cazzata come questa.
« Non dirmi bugie, Koala. E’ un uomo dannazione, lo vedo come ti guarda. Tu non hai idea dei discorsi che gli ho sentito fare con gli altri! Quello stronzo… se la rideva come se stesse parlando di cose normali! »
I botti dello spettacolo pirotecnico sostituivano il silenzio che ora si era creato all’interno della cabina.
Koala era visibilmente infastidita.
« Guarda che non è come dici tu, te l’ho detto tante volte. Ci sta dando una mano per alcune missioni ed è stato affidato a me, è un tipo particolare e non riesce a socializzare con nessuno… »
Mi tirai su con la schiena, all’improvviso teso. E preoccupato, preoccupato davvero.
Sul serio non capiva cosa stava succedendo, il pericolo a cui sarebbe andata incontro se avesse continuato a girare intorno a un tipo così?
« Tu non ti rendi conto… non va d’accordo con nessuno perché tutti hanno capito che razza di tipo è. »
« Parli così solo perché sei geloso! »
disse improvvisamente alzando il tono della voce.
Rimasi a guardarla in silenzio, cercando di restare calmo.
Stava scherzando.
Stava scherzando, non è vero?
« E quindi? » chiesi quasi a sottovoce tra me e me, senza capire. « Si lo sono, ma perché hai cominciato a tenermi nascosto tutto! Pensi che ti parli così solo per questo? Sarei comunque preoccupato per te, anche se non provassi nulla! E poi da quando lo difendi in questo modo!? Adesso è diventato così importante per te, nonostante quello che ti ha fatto?! »
« Ma di cosa accidenti stai parlando!? »

« Sono due settimane che non mi rivolgi la parola e l’altra sera ti ho sentita piangere nella stanza di Eiko! Perché non sei venuta da me come hai sempre fatto? Cosa mi stai nascondendo!? Se Senzou ti ha fatto ancora qualcosa… io giuro che… » Cercai di controllarmi e inspirai profondamente, buttando la sigaretta a terra e spegnendola nuovamente.
Odiavo mostrarmi in questo modo.
« Guarda che sei tu che non mi parli, non io. »
La guardai, per capire se stesse scherzando o fosse seria, ma con lo sguardo stava seguendo un palloncino che andava veloce verso il cielo, probabilmente scappato a qualche bambino un attimo prima.
« Quindi sarei dovuto venire da te dopo che mi hai riempito di pugni? Ti aspettavi questo? »
Koala incrociò le braccia sul petto. « E io cosa avrei dovuto fare allora? Dopo quello che hai combinato ero imbarazzata da morire e non sapevo come guardarti in faccia! Pensavo saresti venuto perlomeno a scusarti ma non l’hai fatto. E… » Fece un respiro profondo, guardando fuori. « Mi sentivo sola senza di te. Maledizione, stiamo sempre insieme ventiquattro ore su ventiquattro e all’improvviso ti comporti in questo modo e non ti fai più sentire! Pensavo non volessi più saperne niente di me dopo l’ennesimo rifiuto, e sono andata a sfogarmi con Eiko. Contento adesso?! »
La ragazza terminò, facendomi capire che non aveva intenzione di dire altro a riguardo.
E io rimasi in silenzio, mentre una folata di vento gelido faceva oscillare la cabina.
Koala mi fissava in attesa di una risposta ma io non parlai, perché non sapevo cosa dire. Mi si stava stringendo il cuore rendendomi conto di come mi ero comportato. Cosa accidenti avevo fatto? Era vero che i suoi continui rifiuti non mi facevano star bene ma non mi faceva stare bene nemmeno stare continuamente con lei così… da amici.
Amici.
Odiavo questa parola. Io e Koala eravamo tutto fuorché amici ed ero sicuro che anche lei la pensasse così. In realtà non sapevo nemmeno se il nostro tipo di legame avesse un nome, l’unica cosa di cui ero consapevole era che non riuscivo a stare in sua compagnia senza desiderare di baciarla o di stringerla a me, quando durante una missione notturna si addormentava al mio fianco invece di prestare attenzione a quello che poteva succedere intorno a noi.
Non volevo stare lontano da lei, nonostante avessi quasi pensato che questo periodo di lontananza, se così si poteva chiamare, mi avrebbe fatto bene. Ma con la mente tornavo continuamente a quella sera, a quel bacio, a quel suo sguardo ferito. E adesso l’unica cosa che riuscivo a pensare era che ne volevo ancora. Ne volevo di più, perché l’amavo, e sentirgli dire che gli mancavo senza poterla abbracciare come desideravo era una tortura che mai mi sarei immaginato, mai.
Ma non avevo motivo di arrabbiarmi con lei, almeno questo l’avevo capito. Il problema era solo lui, lui che girava intorno alla mia donna come se avesse anche solo il permesso di guardarla in quel modo viscido!
Dovevo sistemare la faccenda in qualche modo.
« Ascolta, mi dispiace, ma nell’ultimo periodo siamo stati sempre lontani » dissi piano, cercando le parole giuste. « Al tuo ritorno ti sei portata appresso quel tipo e non ti allontanavi da lui nemmeno per un attimo. Non riuscivamo nemmeno a parlare perché si intrometteva continuamente ed ero sempre nervoso… ma anche tu mi mancavi, ok? E’ stata dura anche per me… molto dura » sospirai, imbarazzato. « Non ti ho mai vista dare così tante confidenze ad un uomo che non fossi io e questo mi ha mandato su di giri e mi manda su di giri tutt’ora, se ci penso. »
Koala ascoltava attentamente, cambiando varie volte espressione. Sembrava cercasse a tutti costi di controllarsi, e questo non presagiva nulla di buono.
« Soltanto… non riesco a capire se il problema è veramente lui o… sono io » ammisi infine, distogliendo gli occhi da lei.
La musica dell’Horror Show, che fin’ora aveva accompagnato i fuochi d’artificio, scomparve.
« Il problema sei tu che hai un problema con lui » disse diretta la ragazza.
Io la guardai, capendo ancora meno. « Questa risposta non mi aiuta per niente. »
Mi fulminò con lo sguardo. « Beh adesso stiamo litigando a causa sua, no? »
« Perché non ho ancora capito che intenzioni ha, te l’ho detto. Non mi sembra una brava persona. »

Koala sbuffò rumorosamente, sistemandosi nuovamente il cappello nella testa. « Non ha nessuna intenzione ti dico! »
Rimasi ad osservarla un attimo, stanco di continuare quella conversazione, e sospirai.
Se non aveva nessuna intenzione, allora perché aveva allungato le mani su di lei? E perché lei continuava a difenderlo, nonostante tutto? Forse ero veramente io che non capivo. Il mio cervello stava definitivamente andando in tilt ma prima ebbe un’intuizione. Un’intuizione che non mi piaceva per niente.
« Si ok, ma… tu? Tu che intenzioni hai? » chiesi piano, forse perché avevo troppo paura di sentire veramente la risposta.
« Io non ho nessunissima intenzione! Devo già sopportare i tuoi attacchi di gelosia improvvisi, non me ne servono altri! » sbottò all’improvviso furiosa.
La cabina oscillò e io cercai di trattenermi, un po’ per la rabbia e un po’ per la nausea che quel movimento lento e pesante mi stava causando.
Volevo scendere, dannazione.
« Beh, allora forse è meglio se non ci parliamo per un altro po’ di tempo così non dovrai più sopportarmi, io non dovrò più vedere quel bastardo e siamo tutti più contenti, che ne dici?! »
Koala sobbalzò alle mie urla e si appoggiò con la spalla alla bolla trasparente che costituiva la cabina, quasi per allontanarsi anche solo di mezzo centimetro da me.
« Io… non è questo che voglio » disse con un filo di voce.
« Che novità, tu non dici mai quello che vuoi ed è questo l’unico problema di tutta la faccenda. »
Presi un'altra sigaretta, nella speranza di calmare i nervi, ma in qualche modo mi sentivo già sollevato dalle sue parole. Stare ancora lontano da lei mi avrebbe ucciso, questa volta.
Il fumo riempì all’istante la bolla e vidi la ragazza trattenere il respiro, infastidita.
Era carina anche in momenti come questi, dannazione.
« Ascolta, vorrei che voi due andaste d’accord… »
« Impossibile
» risposi all’istante, interrompendola.
Koala alzò lo sguardo e storse il naso.
« Allora vorrei che tu non ti arrabb… »
« Impossibile, Koala. »
« Oh accidenti! »
si lamentò. « Mi sono stancata! Lo sai che devo sopportare Senzou ancora per un sacco di tempo, vorrei solo che andassimo tutti e tre d’accordo, perché non vuoi venirmi incontro? »
« Ti sono venuto incontro un sacco di volte. »
Fece una smorfia, ripetendo la mia frase sottovoce e imitando le mie movenze.
« Cos’è, non te lo ricordi? » chiesi. « L’ultima volta che siamo stati a cena tutti insieme non faceva che parlarti all’orecchio, pensi che non l’avrei voluto strangolare in quel momento? Invece sono stato zitto e ho fatto finta di niente. Dovrebbe solo ringraziarmi. »
Koala mi prese la sigaretta dalle dita e la spense a terra, irritata.
« Ehi! » protestai.
« Quello non era ‘venirmi incontro’, ti sei trattenuto perché con noi c’era anche Dragon. E infatti poche ore dopo sei esploso e hai rovinato tutto! »
« Rovinato tutto? »
chiesi alzando un sopracciglio. « Avrei rovinato che cosa, per l’esattezza? »
« Il nostro rapporto, idiota! Mi hai baciata come se niente fosse! »
esclamò la ragazza, tremando dalla rabbia.
« Stammi a sentire, io non ho rovinato proprio un bel niente, conosci bene i miei sentimenti e sei tu che non li rispetti! Se sei innamorata di lui… » Mi fermai, la voce tremante. « Se lo ami, Koala… allora sei libera di fare quello che vuoi. Ma non mi va di vederti flirtare con altri uomini se non provi niente per loro, sono anni che aspetto una tua risposta, pensi sia corretto nei miei confronti!? »
« Proprio il fatto che tu aspetti ancora una risposta non ti ha autorizzato a baciarmi come se niente fosse! »
urlò in lacrime.
« Ancora con questa storia!? Dannazione è stato solo un bacio! Mi è venuto spontaneo, non ci ho pensato su! Ero incazzato nero, sono un tipo impulsivo, tu mi conosci e non mi interessava dove mi trovassi e chi ci stesse guardando! Pensi che abbia voluto mancarti di rispetto, è questo che pensi?! »
Mi agitai, facendo oscillare la cabina.
Ringraziai il cielo per i fuochi d’artificio che non permettevano alle nostre urla di raggiungere qualcun altro.
« Quindi se fossi stato in te e avessi avuto il tempo di pensarci non mi avresti baciata? » chiese all’improvviso con gli occhi lucidi. « E’ questo che stai dicendo? »
Mi fermai un attimo, per comprendere meglio il significato di quella domanda. Ma non ci riuscivo. Non ci riuscivo mai, con lei.
Decisi di accendere l’ennesima sigaretta, l’ultima del pacchetto.
Non capivo. Ma come cavolo ragionano queste donne?! Perché non riusciamo a comprenderci?!
« Merda, non ci sto capendo più niente… » dissi lasciando cadere la testa all’indietro, pesante. Mi passai una mano tra i capelli e restai con gli occhi coperti per un po’.
« Io… ti bacerei in qualsiasi momento mia piccola Koala, in qualsiasi momento… »
Sospirai nuovamente, e rimasi così, in quella posizione, in silenzio.
Ero esausto.
Capire le donne era impossibile… capire Koala era impossibile. E in quel momento non avrei capito niente a prescindere da tutto. Cosa avrei dovuto fare? Cosa voleva sentirsi dire?
Forse avevo davvero rovinato tutto e basta.
« Quanto manca alla fine del giro? Voglio scendere » dissi senza pensarci due volte.
« Ah… » balbettò Koala, ancora singhiozzando. « Siamo quasi alla fine… »
Ritornai con lo sguardo su di lei. Perché continuava a piangere, adesso? Avevamo terminato, no? Ero io quello frustrato, quello che non capiva.
Che confusione, cazzo!
Ma che mi forzavo di capire a fare? Tanto litigavamo anche quelle poche volte in cui diceva chiaro e tondo cosa voleva.
« Perché stai piangendo? » chiesi confuso, ma la ragazza si coprì il volto con le mani e non accennò a smettere. « Ehi… » dissi allungando una mano verso di lei. « Dai scherzavo, ok? Non ti bacerò più, ma non piangere. »
Koala smise di singhiozzare un po’, guardandomi sospettosa.
« Ma che dici? Vai al diavolo accidenti, ti detesto quando fai così! Cos’è adesso questa improvvisa preoccupazione nella tua voce? Non eri così preoccupato in queste due settimane però! Io… » si fermò, riprendendo fiato. « Non volevo discutere di nuovo… volevo soltanto ricominciare a parlare con te e dirti una cosa importante! Sei tu quello che non fa che pensare a Senzou, non io! Sai quanto mi importa di lui!? Se fosse così importante pensi che ci saresti tu qui davanti a me!? »
Rimasi un attimo spiazzato di fronte al suo tono; solitamente non urlava, non con me almeno.
« Io non penso a Senzou, Koala… non penso a Senzou… » dissi esausto, quasi senza voce. « Penso a te. »
Sentivo la testa esplodermi.
« Dimmi questa cosa importante » aggiunsi poi, fissandola negli occhi.
« Dimmela, Koala. Tutto il resto non mi importa più. »
Koala sospirò, cercando di calmarsi.
« Ti interessa veramente o vuoi soltanto prendermi in giro? »
Alzai un sopracciglio. « Per quale motivo dovrei farlo? »
Scosse un attimo la testa, quasi intimidita. « E’ una cosa un po’ particolare… »
Il cielo si illuminò nuovamente, questa volta di verde.
« Particolare? » domandai confuso, notando che non riprendeva il discorso.
Annuì. « Credo ti farà arrabbiare… »
Sospirai, trattenendo una risata. « Ancora più arrabbiato di così? Non credo. Dai stai tranquilla, dimmi. »
La ragazza iniziò a guardarsi intorno, agitata, e spostò i capelli dietro l’orecchio con un gesto veloce. « Da un po’ di tempo mi sono resa conto di una cosa » disse tanto velocemente da meravigliare anche se stessa.
« Che sei una stupida? »
« Sabo… »

Risi appena e sorrisi. « Ok scusa, continua. »
Koala arrossì. « Beh… è una cosa che riguarda anche Senzou, in un certo senso… »
Mi irrigidii di nuovo. Avevamo appena finito di parlare di lui, possibile che dovessimo subito ricominciare? Non volevo saperne niente dannazione, era tanto impossibile da capire come concetto?
Una cosa importante poi. Cosa mai poteva esserci di tanto importante che riguardava un essere simile e Koala?
Mah.
Poi l’idea di prima passò di nuovo fugace nella mia testa.
No.
NO.
Stava per dirmi che si era veramente innamorata di lui!? Di quel… dannato pirata da due soldi!?
Cominciai improvvisamente a sentirmi male.
Feci un paio di passi in avanti, piegandomi su di lei in modo tale che il suo viso fosse all’altezza del mio e appoggiai le mani vicino ai suoi fianchi, per bloccarla.
« Aspetta » dissi a pochi centimetri da lei.
Koala ebbe appena il tempo di rendersi conto della mia vicinanza ma ero sicuro che avrei pagato le conseguenze di questo gesto.
« Non voglio sentirlo. Io… non lo accetterò mai! »
Avvicinai i nostri volti e senza rendermene conto le mie labbra avevano già toccato le sue.
Dannata impulsività. Beata impulsività.
Sentivo che era così che doveva essere, fin dal primo momento in cui ci siamo incontrati, dieci anni fa, quando seppur bambini i nostri sguardi si incrociavano continuamente e io mi sentivo arrossire, o quando sgattaiolava di nascosto nel mio letto, qualche anno più tardi, perché aveva paura del temporale ed io ero costretto a fingere di dormire per non ritrovarmi abbracciato a lei e con una gamba rotta. L’ho sempre amata, in qualunque momento, anche quando non voleva saperne niente di me. E adesso l’amavo troppo per lasciarla andare via. Non mi importava della sua reazione, non mi importava più di niente. Volevo solo amarla ed essere amato da lei, da lei e nessun’altra.
E in quell’istante, in cui tutti i rumori del parco erano spariti, ero sicuro che anche per lei fosse così.
« Non posso sopportare l’idea che qualcuno che non conosci nemmeno ti porti via da me. Io... ti amo, maledizione! »
Koala, prima confusa e poi furiosa, mi allontanò con una spinta decisamente troppo forte, facendo oscillare velocemente la cabina.
« Ma che cavolo fai!? » chiese con voce tremante. « Mi hai ascoltata poco fa o facevi finta!? Che accidenti ti metti in testa? Non mi hai neanche lasciata finire! »
Strofinò velocemente un braccio sulle labbra, riprendendo a piangere. « Non ti sopporto più… »
« Nemmeno io. Pensi troppo
» dissi secco.
« Allora non avvicinarti a me e vai al diavolo! Non ti è bastata la lezione dell’ultima volta? »
« No » risposi deciso. « E non mi basterà nemmeno quella di oggi. »
Mi riavvicinai a lei, con l’intenzione di baciarla nuovamente, ma con un bracciò si coprì il viso, pronta a difendersi.
Mpf, iniziava a fare seriamente allora.
« Non te lo consiglio, rischi di far bloccare l’attrazione. E visto che siamo ancora abbastanza in alto temo che dovresti passare un po’ più tempo del previsto qui dentro… da sola con me » conclusi sogghignando e passandole un dito sulle labbra. « Quindi non agitarti e fai la brava, d’accordo? » le sussurrai all’orecchio.
Koala strinse le unghie nel mio braccio sinistro, visibilmente nervosa.
« Dai Sabo, non scherzare… allontanati. »
« Pensi che sia uno scherzo? »
« Non mi piacciono queste cose improvvise, lo sai… »
disse piano. « Se tu fossi meno impulsivo e ascoltasti un po’ di più chi ti parla avresti scoperto che Senzou non c’entrava con… »
La baciai nuovamente, interrompendola.
Merda, che fastidio! Non faceva che parlare di lui nonostante l’avessi appena baciata… cosa aveva lui più di me!? Quel bastardo me l’avrebbe pagata, oh sì, e gli sarebbe passata la voglia di giocare con le persone a cui tenevo.
Passai un braccio dietro il collo della ragazza, per impedirle di allontanarsi e stringerla ulteriormente a me, e fu in quel momento che la sentii finalmente ricambiare il bacio.
Stavo forse impazzendo? Si, doveva essere così.
Rallentai un attimo, baciandola più delicatamente, mentre il bacio si faceva più salato a causa delle sue lacrime.
Mentre catturavo la sua lingua sentii Koala fare forza sulle braccia per cercare di allontanarmi e la accontentai.
« Smettila di nominarlo. Non voglio sentire il nome di quel bastardo mai più. Ti zitterò in questo modo tutte le volte che oserai farlo! » dissi sentendomi arrossire. « E visto che non hai nessuna intenzione di dirmi quello che stavi per dire poco fa… lo faccio io al posto tuo. »
Koala rimase in silenzio, continuando a stringere il mio braccio con forza. « Eh? »
Mi guardò sempre più confusa.
« Dimmi che mi ami, Koala. »
« Eh?
» ripeté la ragazza.
« Dimmelo e basta! »
Arrossì appena. « Ma… cosa… un minuto fa pensavi che io fossi innamorata di Senzou! »
« Smettila di nominarlo! »

« E’ il suo nome, accidenti! » disse lasciando finalmente andare la morsa alla mano.
La guardai, sghignazzando piano.
« L’hai ricambiato » dissi sarcasticamente.
Koala fece finta di non capire, arrossendo. « Di… che cosa stai parlando? »
« Del bacio. »
« Io non… »
« Non scenderai da questa attrazione finchè non me l’avrai detto » minacciai. « Quindi spara! »
« Te lo puoi scordare! »
Riavvicinai il mio viso al suo, il tempo di farle capire che non stavo scherzando, ma cercò di pararsi nuovamente.
« Appena scenderemo ti romperò entrambe le braccia, lo giuro. »
« Appena scenderemo sarai troppo occupata con me per pensare a picchiarmi. »
« Sei un maniaco!
» esclamò arrabbiata.
« E tu un’idiota! Guarda che il giro sta per finire, vuoi dirmelo si o no!? »
« No! »

« Grrr… » imitai una tigre. « Sei proprio una testa dura! » dissi allontanandomi con l’intento di tornare a sedermi.
Ma Koala mi fermò, facendo una lieve pressione verso di lei per farmi capire di non muovermi.
Arrossì appena e distolse lo sguardo.
« Il desiderio che volevo esprimere… » disse cercando di respirare regolarmente. « Era di poter stare tutti i giorni con te! Ma per colpa tua mi sono distratta e adesso i fuochi stanno finendo! »
Guardai verso il cielo, effettivamente buio. Possibile che ci tenesse così tanto? Queste donne sono proprio strane.
« Dillo adesso, allora. » Le alzai il mente con le dita, incatenando i nostri sguardi.
Se avessi potuto fermare il tempo in questo istante, l’avrei fatto.
« Hm… beh… io… » iniziò a balbettare. « Voglio stare sempre con te… per sempre » disse, ricominciando a piangere. « Perché ti amo… ti amo, Sabo. »
Trattenendo il respiro, adesso più agitato di lei, riavvicinai le mie labbra alle sue.
Per quanto tempo avevo aspettato di sentirle dire queste parole? Non riuscivo a ricordarlo, ma tutto il tempo del mondo era valso la pena.
« Ehi… guarda laggiù » dissi attirando l’attenzione della ragazza. « Si vede Senzou. »
« Sembra stare bene… »
« Certo che sì. Non l’ho veramente riempito di pugni, anche se avrei voluto. »
Koala mi guardò, imbronciata.
« Cosa? » domandai alzando un sopracciglio.
« Mi hai raccontato una bugia? »
« Non era una bugia, era il mio desiderio. »
La ragazza mi guardò confusa.
« Vederlo morto » riconfermai con un gesto della testa.
Koala non disse nulla.
« Che c’è? Non tutti hanno desideri romantici come i tuoi! » esclamai mentre la ruota finalmente stava per fermarsi.
Era ora.
Koala si alzò sbuffando e si diresse verso l’uscita della cabina.
« Anche io non ti ho detto una cosa importante, comunque » dissi attirando la sua attenzione.
« Hm? »
« Mi piacciono » ammisi girandomi nella direzione opposta. « I fuochi d’artificio, intendo… »
A quella confessione, mi sentii arrossire.
Koala sorrise e salutò il resto del gruppo che ci aspettava giù.
« Allora ci torneremo ancora! » esclamò sorridendo.
La guardai correre verso di loro, felice, e ne approfittai per mostrare i pugni a quel bastardo.
La ragazza si voltò, intuendo qualcosa, e correndo nuovamente verso di me si gettò tra le mie braccia, mentre i ragazzi, da lontano, ci sorridevano felici.
Di una cosa sola ero sicuro: non l’avrei lasciata andare mai più.

 
Commento dell'autrice: 
Ciao a tutti! Solitamente non pubblico mai commenti sotto le mie storie ma questa volta mi sembrava doveroso per specificare un paio di cose. I caratteri di Sabo e Koala sono stati completamente stravolti e non rispettano gli originali, ma infondo sappiamo ancora così poco di loro due che non mi sembrava un'idea tanto brutta. Inoltre Eiko e Senzou sono due personaggi che nel mondo di One Piece NON esistono, gli ho inventati io soltanto per dare "uno sfondo" alla storia, e tutto il racconto è ambientato prima della morta di Ace.
Spero che vi piaccia ☆ ~
  
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