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Autore: LightBlue99    05/03/2015    2 recensioni
Era così piccola tra le mie braccia mentre la stringevo, i suoi occhi erano chiusi, rilassati, sognanti, sentivo il suo respiro, fra di noi solo un lenzuolo separava le nostre pelli, nude.
Sentivo il suo profumo, guardavo i suoi capelli sparpagliati per il cuscino, il suo profilo, così tranquillo, un viso angelico.
Mi era difficile pensare che la notte prima non era solo frutto di un bellissimo sogno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Era così piccola tra le mie braccia mentre la stringevo, i suoi occhi erano chiusi, rilassati, sognanti, sentivo il suo respiro, fra di noi solo un lenzuolo separava le nostre pelli, nude.
Sentivo il suo profumo, guardavo i suoi capelli sparpagliati per il cuscino, il suo profilo, così tranquillo, un viso angelico. 
Mi era difficile pensare che la notte prima non era solo frutto di un bellissimo sogno.

E' partito tutto con un acio a stampo, leggero, sulle sue labbra, così morbide che mi sembrava di baciare velluto.
Continuavo a carezzarle il viso, gli zigomi, leguance, il collo, ogni mio gesto era un suo sorriso e questo mi riempiva di gioia.
Non smetteva di sorridere neppure mentre la baciavo, distesa sulla schiena ed io su un fianco sopra di lei, le sue braccia cingevano il mio collo, le sue mani, tra i miei capelli, giocavano con i ricci.
Con una gamba la afferrai e la tirai ancora più vicina a me, la ribaltai quasi, se non fosse stato per il fatto che i nostri bacini si scontrarono rimanendo uno attaccato all'altro, le nostre bocche si infuocarono e le lingue cominciarono a cercarsi.
Passai con le mani dal suo viso alla schiena, la carezzai dalle spalle ai fianchi, più volte finchè non cedetti alla tentazione di sentire la sua pelle nuda tra le mie mani, il senso del tatto si allertò immediatamente facendomi venire la pelle d'oca, lei era così calda e le mie dita erano ghiacciate.
Non appena la sfiorai gemette mordendomi il labbro inferiore, salii verso le scapole passando sotto la maglietta, le slacciai il reggiseno che mi era di intralcio, non appena i ganci si separarono riprese a sorridere sussurrandomi sulle labbra.

'' Sei gelato '' mormorò dolcemente, non era un rimprovero ma una giustificazione al verso che le era scappato poco prima che poteva essere frainteso.
Cosa che io non feci, la malizia era l'ultma cosa che volevo trapelasse in quel momento.
Cercai i suoi occhi disperatamente, quando i nostri sguardi si incrociarono sentii un vuoto nello stomaco creatosi istantaneamente e riempito nello stesso momento da quelle che sono le famose farfalle... Possibile innamorarsi sempre più della stessa persona?
Quel sorriso, di una dolcezza divina pian piano si rilassò, senza però sparire dal suo volto.
Le labbra si socchiusero e il respiro si mozzò di colpo, non staccavo i miei occhi dai suoi, come se tutto intorno a noi mutasse tranne che quelle iridi blu.
Stavo per congungere le nostre labbra quando sussurrò appena una frase che non udii quasi, ma che compresi comunque

''Voglio fare l'amore con te'' Era udiibile una sottile intenzione di chiedermi come il permesso, altrettanta paura, un grande sfiato di una cosa tenuta troppo tempo dentro che un'enorme insicurezza non lasciava uscire. 
Tutto si pietrificò all'istante, sentivo solo il mio ed il suo battito accellerarsi, il resto avvenne in un breve lasso di tempo.
Privai i nostri corpi di qualsiasi cosa che mi impedisse di mantenere un cottatto costante con lei, non riuscivo a staccare le mie mani dalla sua pelle, lavoravo su di lei come fosse una bambola di pura porcellana che avevo il terrore di spezzare.

Il suo viso si contrasse in una smorfia, neppure cominciai a spingere che già avvertivo il suo dolore.
Le afferrai il viso cercando di distrarla in qualche modo, la baciai e la lasciai trasportarsi rimanendo concentrato, ma sentivo ancora il suo cuore che batteva forte, l'atmosfera era densa come le emozioni che provavo, un contrasto ben definito  le delineava in modo tale che fossero chiare nella mia mente, specialmente l'ansia che iniziò a pesare più delle altre.
Come potevo fare del male alla ragazza che tanto amavo?
Non c'era modo di evitare quello che successe pochi istanti dopo, prolungare il tempo ancora sarebbe stato inutile e scomodo ad entrambi, la sua espressione contenuta di dolore mi procurò una fitta al cuore, quando una lacrima fece capolino dai suoi occhi strettamente chiusi, riavvicinai le mie labbra il più possibile alle sue sussurrando le mie scuse, dovevo strappare quel cerotto che continuavo a stuzzicare.
Un solo urlo che soffocai con un bacio, altre lacrime che bagnarono anche il mio viso, in stretta forte sulle mie braccia che cercavano di sorreggermi sopra di lei senza pesarle, respiri che ben presto si mescolarono fra di loro, diventando successivamente ansimi, ben presto sentii ogni sua emozione diventare parte di me, come se lei fosse parte di me, lei era parte di me.

Mentre continuavo a fissarle le labbra non riuscivo a pensare a quei morsi sulla mia pelle, a quelli sulle sue labbra, a quei segni che ci marchiavano ancora dopo una notte come quella che era appena passata con lei fra le mie braccia.
Il suo sapore, la sua presenza così goffa nei primi movimenti, che si lasciava guidare in ogni piccola azione.
Per un attimo quella notte mi sentii un mostro che stava violando una bambina, ma non mi sarei mai approfittato della sua innocenza, così ben presto quella sensazione svanì.

Le scostai i capelli dal viso, rilassato, morbido, le lasciai un bacio leggero sulla guancia, calda, strinse in mio braccio che teneva come un peluche, sembrava felice, soddisfatta, era talmente vulnerabile in quel momento che mi sentii quasi in dovere di proteggerla persino da me stesso.

Evitai pensieri poco casti anche quando, con cura, le infilavo piano la mia felpa.
L'avrebbe tenuta al caldo quando mi sarei alzato per andare a preparare la colazione.

E proprio mentre stavo mettendo il latte a riscaldare in un pentolino, sull'uscio della porta vidi lei, scalza, con le gambe nude, il corpo coperto dalla mia felpa rossa che le arrivava alle cosce, le maniche lunghe da nasconderle le mani, gli occhi strizzati che ancora dovevano abituarsi alla luce del giorno, a mettere a fuoco le immagni di fronte a lei.
Emanava tanta dolcezza specialmente quando con un filo di voce sussurrò un buon giorno arruffandosi i capelli disordinati.
Il mio cuore non smetteva di rimbombarmi in petto, sembrava aumentare sempre più di intensità.

Si strinse nella felpa mentre sgambettava verso di me, i suoi piedini non facevano alcun rumore sul pavmento, molleggiava allegra.
Ero ancora paralizzato a guardarla quando mi baciò leggermente, inspirai un secondo dopo, tratenendo l'aria, all'improvviso mi sentivo io malleabile tra le sue mani, quando incrociai ancora una volta i suoi occhi celestiali rientrai in uno stato di trance assoluta.
Solo quando mi ri baciò poggandosi sulle mie spalle ripresi a respirare davvero.




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