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Autore: Princess Kurenai    05/03/2015    1 recensioni
Hajime aveva incontrato per la prima volta Tooru quando avevano entrambi tre anni, una settimana dopo il trasferimento degli Ooikawa nella casa accanto alla loro.
Era stata sua madre a trascinarlo lì, aveva pensato che sarebbe stata una buona idea quella di portarlo a conoscere il figlio minore dei nuovi vicini - « Vedrai, sono certa che farai subito amicizia con Tooru-chan!», gli aveva detto fiduciosa -, ed in men che non si dica si era ritrovato dentro quella casa sconosciuta, davanti alla signora Ooikawa, che li aveva accolti con un sorriso, e ad un bambino aggrappato alla stoffa della gonna di quest'ultima.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Hajime Iwaizumi, Tooru Oikawa
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Marry me, I’ll be your Queen Bee
Fandom: Haikyuu!!
Personaggi: Ooikawa Tooru, Iwaizumi Hajime
Pairing: IwaOi
Genere: Introspettivo, Fluff
Rating: SAFE
Avvertimenti: OneShot, Missing Moments, What if? (E se…)
Conteggio Parole: 2540
Note: 1. Dopo tutto il dolore dell’ultimo capitolo avevo bisogno di un po’ di fluff çAç
2. 5+1. Le cinque volte in cui Hajime si è reso conto, inconsciamente e non, di amare Tooru e la volta in cui è stato Tooru a capire di essere innamorato di lui. 3. Ispirata alla canzone di Krista Siegfried “Marry me”. 4. Non betata ç_ç


I.
Hajime aveva incontrato per la prima volta Tooru quando avevano entrambi tre anni, una settimana dopo il trasferimento degli Ooikawa nella casa accanto alla loro.
Era stata sua madre a trascinarlo lì, aveva pensato che sarebbe stata una buona idea quella di portarlo a conoscere il figlio minore dei nuovi vicini - « Vedrai, sono certa che farai subito amicizia con Tooru-chan!», gli aveva detto fiduciosa -, ed in men che non si dica si era ritrovato dentro quella casa sconosciuta, davanti alla signora Ooikawa, che li aveva accolti con un sorriso, e ad un bambino aggrappato alla stoffa della gonna di quest'ultima.
Lì per lì, Hajime, non rivolse neanche uno sguardo alla signora Ooikawa, perché i suoi occhi erano stati subito catturati dalla figura di Tooru, un bambino poco più basso di lui, con folti capelli castani e le guance piene ed arrossate. Aveva un'espressione intimidita a causa di tutti quei cambiamenti - nuova casa e nuova città -, e quando incrociò lo sguardo indagatore e curioso di Hajime, cercò di nascondersi ancor di più dietro la gonna della madre.
Hajime, ovviamente, si piegò leggermente di lato per continuare ad osservarlo, perché in fin dei conti era stata una novità anche per lui l'avere un bambino della sua stessa età con il quale poter giocare, e di conseguenza tutto in Tooru lo affascinava.
« Perché non fai vedere ad Hajime-chan la tua cameretta?», aveva proposto la signora Ooikawa, spingendo suo figlio con una mano verso l'altro bambino, strappandogli dei vaghi versi lamentosi.
Tooru cercò di fare resistenza poi, annuendo, si era dovuto arrendere ed aveva semplicemente teso la manina verso l'altro bambino, che non esitò ad afferrarla. Hajime si lasciò guidare in silenzio lungo i corridoi della casa, superando alcuni scatoloni che non avevano ancora trovato il loro posto nella nuova dimora, fino alla cameretta di Tooru.
« Ecco...», mormorò questo, una volta entrato nella sua stanza che apparve sin da subito bellissima gli occhi di Hajime.
Era grande ed ordinata, con un cielo di stelle sopra il letto che, così richiamando il soffitto, aveva una trapunta decorata da pianeti e astronavi.
« È forte!», esclamò sincero, con il naso puntato verso l'alto per osservare meglio tutte quelle stelle che sembravano così tante e lontane, strappando in quel modo un primo, luminoso, sorriso a Tooru. Hajime riuscì solo in quel modo a distogliere lo sguardo dal soffitto, ritrovandosi ad osservare con la stessa intensità le guance ancor più rosse di quel bambino e gli occhi castani che brillavano di felicità.
Restò a bocca aperta, stupito da quell'espressione così estasiata che sarebbe stato in grado di giurare di avere la pancia vuota, ma quando Tooru gli strinse più forte la mano, quella strana sensazione sembrò quasi scomparire.
« Hajime-chan giochiamo insieme?»
Sorrise a sua volta, spontaneo e felice.
« Sì!»

II.
Hajime e Tooru avevano entrambi sette anni quando Masami, la sorella maggiore di quest'ultimo, annunciò il proprio fidanzamento. Stavano entrambi giocando in giardino, Tooru con il suo nuovo pallone da pallavolo mentre Hajime inseguiva degli insetti, quando sentirono delle risate provenire dall'interno della casa.
Sul momento non avevano dato molto peso alla cosa, e solo il giorno dopo Tooru fu in grado svelare al suo migliore amico il perché di quell'aria di festa.
« Masa-chan mi ha detto che quando finirà di studiare si sposerà con Akio-chan!», spiegò serio.
« Ehw... che schifo!», esclamò Hajime.
« Perché?! Deve essere divertente invece!», ribatté Tooru, ricordando la felicità della sorella e dei suoi parenti, « Significa che ora possono vivere insieme! Come i nostri genitori!»
« Dici che è divertente? Essere come i nostri genitori è noioso! Non ci fanno mai restare in piedi fino a tardi!», si lamentò, Tooru non poté non dargli ragione su quell'argomento.
« Vero!», annuì con convinzione, « Ma io voglio vivere con te, Hajime-chan! Ci sposiamo?», propose di punto in bianco, ricevendo in risposta un'occhiataccia confusa da parte del suo migliore amico.
« Perché?»
« Perché così potremo mangiare panini al latte tutti i giorni, giocare a pallavolo e stare svegli fino a tardi! Poi a me piaci davvero tanto, Hajime-chan! Voglio vivere con te!!»
« Allora d'accordo!», sorrise l'altro, facendo una smorfia quando Tooru tirò fuori dalla borsa di scuola un cartoncino giallo con un'ape disegnata sopra.
« Questa è la nostra promessa!», esclamò.
« Eh?»
Hajime prese il biglietto, leggendo confuso il messaggio di quell'ape grassa e sorridente: " Sposami e sarò la tua Ape Regina".
« Masa-chan mi ha detto che lei e Akio-chan sono fidanzati! Significa che è una promessa! Che si sposeranno, lo capisci Hajime-chan?», spiegò parlando a raffica, « Ho trovato questo biglietto al market! Tanemura-san mi ha detto che sarebbe sicuramente piaciuto anche alla bambina che mi piace! E a te piacciono gli insetti, no?»
« Non sono una bambina!», si lamentò Hajime, « Ma mi piace!», aggiunse poi, incapace di sentirsi quasi estasiato all'idea di poter vivere con Tooru per sempre.
Era il suo migliore amico e gli piaceva tantissimo stare con lui, ed era certo che si sarebbero divertiti davvero tanto! Per non parlare del fatto che avrebbero mangiato quel che volevano e sarebbero andati a letto anche a mezzanotte!
« Davvero?», domandò Tooru, con quel sorriso che, spesso e volentieri, faceva sentire Hajime con un buco nella pancia.
« Davvero!»

III.
« Ho dato il mio primo bacio ad una ragazza».
Hajime aveva quattordici anni quando il suo migliore amico, durante il tragitto palestra-casa, decise confidargli quel piccolo segreto. Non poté impedirsi di rimanere sinceramente spiazzato nel sentire quelle parole, e senza poter far niente per evitarlo riuscì ad avvertire chiaramente lo stupore venire sostituito da un qualcosa che non riuscì ad identificare... forse era rabbia?
In quegli anni erano cambiate tante cose, come ad esempio il fatto che Tooru-chan fosse diventato semplicemente Ooikawa - o Idiokawa, o Stupikawa o altri insulti a seconda dell'occasione -, perché da quando quest'ultimo aveva scoperto di essere popolare tra le ragazze, il suo quoziente intellettivo si era abbassato notevolmente.
E per quanto Iwaizumi tenesse a lui, risultava davvero complicato riuscire a sopportarlo con uno stuolo di ragazzine urlanti e adoranti al seguito.
Tuttavia, per quanto la cosa fosse fastidiosa, Iwaizumi sapeva suo malgrado che quell'affermazione non era stata dettata dalla voglia di Ooikawa di darsi delle arie, ma dalla necessità di confidarsi.
« E allora?»
« Come 'e allora'?», domandò Tooru stupito, « Non mi chiedi niente?»
«Bene! Come è stato?», domandò esasperato, dandosi poi dello stupido per aver pronunciato quella domanda. Perché in fin dei conti, non gli importava assolutamente come era stato quel bacio, non voleva proprio saperlo! Eppure la sua bocca si era mossa da sola.
« Ehw… umido? Sinceramente, non mi è piaciuto granché», ammise Tooru, ricevendo una gomitata da parte di Hajime.
« Ti sembra una cosa carina da dire su una ragazza che ha avuto il coraggio di sopportarti?», lo riprese.
« Ma ho solo detto la verità, Iwa-chan! Spero che la prossima non sia così… umida e appiccicosa!»
Ed in men che non si dica il sollievo che Iwaizumi aveva provato solo qualche attimo prima, quando lo colpiva sullo stomaco con il gomito, sembrò svanire come una stella cadente.
« Perfetto. Allora vai a riprovare dalla tua ragazza. Magari impari anche tu qualcosa, Stupikawa!», esclamò con le sopracciglia aggrottate e la forte necessità di spaccare la faccia di Tooru a suon di testate.
Perchè doveva dargli così fastidio sapere quelle cose?
Ooikawa però ridacchiò, circondandogli poi il collo con il braccio.
« Sei geloso, Iwa-chan?»
« Perché dovrei essere geloso, Idiokawa?!», gracchiò, scostandolo con un gesto stizzito.
« Non devi preoccuparti!», lo ignorò Tooru, dandogli un rumoroso ed umido bacio sulla guancia, « Nessuna ragazza potrà mai prendere il tuo posto!»

IV.
Iwaizumi aveva diciotto anni quando, mettendo in uno scatolone dei vecchi giocattoli da vendere al mercatino dell'usato, trovò un cartoncino giallo con un'ape disegnata sopra tra dei vecchi libri delle elementari.
Lo rigirò tra le mani confuso, soffermandosi poi su un’unica frase accanto a quell’insettone grasso e sorridente.
« "Sposami e sarò la tua Ape Regina"...», lesse tra sé e sé aggrottando le sopracciglia, sentendo poi le guance colorarsi di rosso e la forte necessità di nascondersi.
Ricordava quel cartoncino, lo ricordava fin troppo bene nonostante fossero passati ormai anni da quell’episodio. In realtà, pensava di averlo rimosso, mentre invece era lì: pronto ad imbarazzarlo a morte.
Perché quando lui e Ooikawa avevano sette anni, si erano "fidanzati" utilizzando quel cartoncino. Avevano fatto progetti sull'andare a vivere insieme, mangiare quel che volevano e andare a letto all'orario che andava a loro, ed Iwaizumi in quei momenti ci aveva creduto per favvero: aveva sperato di poter stare con Tooru per sempre.
Ovviamente, le loro speranze erano state cancellate dalle risate dei loro genitori che, davanti all'annuncio del 'loro fidanzamento', avevano spiegato loro che le cose non funzionavano in quel modo, e che visto che erano due maschietti non potevano fidanzarsi e sposarsi.
Ooikawa aveva pianto tantissimo, dicendo che avrebbe sposato in ogni caso il “suo Hajime-chan”, smettendo poi di fare il moccioso solo quando Iwaizumi era arrivato a promettergli che, matrimonio o meno, sarebbero ugualmente andati a vivere insieme e che avrebbero mangiato tantissimi panini al latte.
Sbuffò, dandosi dell'idiota per averlo conservato per tutto quel tempo... continuando però ad insultarsi quando, incapace di buttarlo, lo infilò nel libro che stava utilizzando per il test d'ammissione all'università di medicina di Tokyo.
In fondo, si disse trovando impossibile non accennare almeno un sorriso, era pur sempre un ricordo della sua infanzia con “Tooru-chan”.

V.
« Ancora non ci credo!», esclamò Ooikawa, incapace di trattenere il proprio entusiasmo una volta varcata la soglia dell’appartamento.
« Datti una calmata, idiota di un Ooikawa», lo riprese Iwaizumi, lasciando cadere davanti all'ingresso le loro ultime valigie.
« E lasciati andare, Iwa-chaaaan!», ribatté Tooru, rivolgendogli un sorriso luminoso e felice, « Siamo nel nostro appartamento di Tokyo e siamo studenti universitari! Non sei eccitato?»
Hajime sospirò.
« Ancora mi chiedo perché ho accettato...», borbottò esasperato, chiudendo la porta alle sue spalle.
« Perché sentiresti la mia mancanza?», provò Ooikawa, ricevendo un grugnito in risposta, « Perché sono un bel ragazzo, e lo sai che lo sono, e temi che qualcuno possa approfittarsi di me in questa grande e pericolosa città?», tentò ancora.
« Credo sia per evitare che un bamboccio di cinque anni nel corpo di un diciannovenne faccia qualche cazzata come fottersi del tutto il ginocchio».
« Quindi ti preoccupi per me! Quanto sei dolce, Iwa-chan!», cinguettò Tooru.
« Piantala e svuota queste valigie!», esclamò, facendo scattare sull’attenti Ooikawa in una stupida imitazione di un militare - con tanto di “Sissignore!”.
Decise di ignorarlo per dedicarsi a sua volta ai propri bagagli, salvo poi bloccarsi quando sentì Tooru canticchiare un qualcosa di… familiare.
« Oh, baby come on take a shot! Marry me, I’ll be your Queen Bee! I’ll love you endlessly»
« Cosa… stai dicendo?!», esalò con il volto rosso, ma non era certo fosse per l’imbarazzo o per la rabbia.
« Mh? Cosa?», Tooru si voltò verso di lui, con un’espressione che poteva significare tutto e niente al tempo stesso.
« Non fare l’idiota! Hai detto…»
« Marry me, and I’ll be your Queen Bee», canticchiò ancora Ooikawa, piegando le labbra in un sorrisetto malizioso, « Per caso ti ricorda qualco-ahia!», si lamentò poi il ragazzo quando ricevette in piena fronte una delle ciabatte di Iwaizumi.
« Idiokawa!», sbottò.
Non pensava che Ooikawa si ricordasse di quell'episodio, ed era imbarazzante... anche perché vivevano insieme: come avevano desiderato da bambini.
« Non ho fatto niente, Iwa-chan! È il verso di una canzone!», si difese Tooru, massaggiandosi la fronte, « Se poi ti ricorda qualcosa… non è colpa mia!»
« Sei un idiota».
« Te lo dico sempre: dovresti ampliare il tuo repertorio di insulti».
Iwaizumi non rispose, se non per lanciargli la seconda ciabatta - prontamente afferrata da Ooikawa.
« Le tue ciabatte sono in mio possesso ora!», esultò, mostrando entrambi i suoi trofei, « E anche se fai così, lo so che mi ami!»
« Solo uno stupido ti amerebbe, Stupikawa!»
« Spero solo che quello stupido si ricordi anche di avermi promesso tantissimi panini al latte!», ribatté Tooru.

+1
Ooikawa aveva quasi undici anni quando aveva rischiato di svenire durante l’allenamento di pallavolo.
Ad essere sinceri, stava male sin dalla mattina, ma stupidamente aveva nascosto quella strana sensazione di stanchezza agli Iwaizumi, che lo ospitavano mentre i suoi genitori erano a Sendai da sua sorella… e quelle erano state le conseguenze, e come se non bastasse a Tooru bastava guardare il volto di Hajime per sapere che si stava addossando tutte le colpe.
Solitamente sarebbe anche riuscito a trarre vantaggio da quella situazione - aveva scoperto di essere particolarmente bravo nel comprendere le persone e far leva sulle loro debolezze -, ma non in quel momento. Non riusciva proprio a concepire l’idea di sfruttare il senso di colpa di Hajime… perché in fondo era stata colpa sua se era andato ad allenarsi nonostante l’influenza.
« Sei un idiota», borbottò Iwaizumi.
« Mhhh… non vedi che sto male?», bofonchiò Tooru in risposta a quell’insulto, tossendo un poco tra qualche parola e l’altra, « E non... dovresti neanche stare qui... poi ti ammali anche tu…»
Hajime scrollò le spalle, strizzando un panno bagnato per posarlo sulla fronte di Ooikawa.
« Al massimo mi prendo la tua stupidità».
« Non... credo sia contagiosa», ribatté debolmente Tooru, emettendo poi un lamento quando Hajime gli afferrò il naso tra l’indice ed il pollice, stringendolo un po’ come per punirlo.
« E poi chi si prende cura di te? Sei un totale disastro!», lo rimproverò, ignorando poi la leggera risata che l’altro di concesse qualche momento dopo.
« Va bene se… dici che sei preoccupato…», mormorò senza smettere di sorridere.
« Non lo sono!»
« Okay…», concesse Tooru, continuando ad osservarlo mentre, attento a quel che faceva, riprendeva il panno per immergerlo nell’acqua.
Era così serio e anche se diceva di non essere preoccupato, Ooikawa sapeva che era l’esatto contrario: conosceva Iwaizumi meglio di chiunque altro… e gli dispiaceva essere la causa di quella preoccupazione.
« Hajime…», mormorò piano, stupendosi quando avvertì il proprio cuore iniziare a battergli fortissimo nel petto, come se si fosse improvvisamente agitato.
« Mh?»
« N-niente…», balbettò.
« Sei diventato rosso… forse la febbre si sta alzando», commentò serio Iwaizumi, posandogli una mano sulla fronte, « Vado ad avvertire la mamma», aggiunse alzandosi, venendo però bloccato dalla mano dell’altro che, veloce, si era stretta sulla sua maglietta.
« Che c'è?!»
Ooikawa continuava a sentire il cuore battergli fortissimo nel petto, ma non era doloroso. In un certo qual modo, pur non essendo in grado di trovare una definizione per quella quella sensazione, era certo che non fosse del tutto spiacevole. Inoltre, sembrava quasi aumentare nell'osservare il volto di Hajime... e gli piaceva. Gli piaceva osservarlo e sentire il suo cuore impazzire, per quel motivo sapeva di non volerlo far andare via. Voleva che Hajime rimanesse lì, con lui.
« Non andartene…», lo pregò infatti con voce flebile.
Iwaizumi lo guardò stupito, pronto quasi a dirgli: “Non fare il bamboccio!”, ma qualcosa negli occhi di Tooru lo convinse a sedersi di nuovo, arrendendosi a quello strano capriccio.
« D’accordo…»



   
 
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