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Autore: TheWolfWillEatMe    11/12/2008    5 recensioni
«Amici? Vuoi farmi ridere? Credi davvero di fottermi con questa pietosa definizione? Balle. Sono tutte balle. Non mi rispondeva. Scontato. Lurido e schifoso e scontato.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci Siamo Solo Io e Te...

 

 

 

«Amici? Vuoi farmi ridere? Credi davvero di fottermi con questa pietosa definizione? Balle. Sono tutte balle.

Non mi rispondeva.

Scontato. Lurido e schifoso e scontato.

Mi lasciai scivolare sul tavolo, poggiando il viso sugli avambracci, unendo le mani, quasi fosse una preghiera.

I miei disordinati capelli neri mi solleticavano la pelle chiara e tatuata delle braccia.

«Perché mi hai fatto questo, eh? Dimmi perché me l'hai fatto. Dimmelo.

E il silenzio persisteva. 

Inutile dire, che ogni secondo di silenzio, mi perforava il cranio, il cuore.

Sfiancata lasciai scivolare la fronte sul piano del tavolo, tirando indietro con le mani le ciocche annodate.

Alzai esitante lo sguardo, e incrociai i suoi occhi verdi, il suo viso smunto, inespressivo.

«Vaffanculo...

mormorai abbassando nuovamente lo sguardo, sentendo bruciare dentro un alto colpo netto.

E da quel calore così doloroso, fra le costole mi bruciava qualcosa di ancor più potente.

Rabbia, troppa rabbia.

Rabbia che aveva un sapore amaro, che mi portava alla bocca il sapore del vomito.

Con un ringhio, sbattei le mani sul tavolo, e mi sollevai con uno scatto:

«Gerard! Cazzo, rispondimi! Fa uscire uno stramaledettissimo suono da quel cesso che ti ritrovi per bocca!

Strillai, spingendo di lato il tavolo che fino ad allora mi aveva tenuta in piedi.

Eppure, eppure rimaneva lì, capo chino, muto, immobile.

Con la bocca ancora socchiusa, lasciai ciondolare le braccia lungo i fianchi.

Mi sentivo stanca. Terribilmente stanca.

Ma il sapore di vomito e il senso di bruciore fra le costole restava.

Mi sentivo frustrata, ma anche vuota, svuotata da ogni energia.

Lasciai scivolare svogliatamente lo sguardo sulla mano sinistra, più precisamente sull'anulare snello e un po' rovinato dalle corde dei miei strumenti, dove risiedeva il sigillo di un promessa oramai inutile.

Alla sola vista di quella – anche se rappresentata solo da un cerchietto d'oro bianco – enorme bugia, mi tornò tutta l'adrenalina scatenata dalla rabbia,  il sapore acido del vomito tornò più acuto,  con velocità mi sfilai l'anello, e con violenza lo lanciai in faccia a mio.... marito.

Lui, accusò il colpo, con un sottile gemito, regredendo di un mezzo passo. Ma niente, nient'altro.

Né un “ Sei pazza?” o un ringhiato “Che cazzo hai nella testa!”.

L'unica che dentro aveva qualcosa, ero io lì.

Mi alzai, nuovamente ustionata, e scostando per la seconda volta il tavolo che mi divideva da lui con una manata ,gli diedi una spinta. E un'altra e ancora.

Fino a che non sbatte contro il ripiano consunto della cucina.

Le mie braccia continuava imperterrite a picchiare contro il suo petto, a tirare colpi al viso, alle braccia.

Lui?.. lui non faceva nulla per difendersi. Restava immobile, incassava i colpi, con sottili gemiti, senza muovere un muscolo.

All'ennesima spintonata pronunciò un sottile e quasi impercettibile “Lyndsey...”.

Io bruciavo, io bruciavo dentro, e mi ardeva la gola per gli urli soffocati che continuavo a lanciare, mentre lo colpivo e lo colpivo e lo colpivo.

«Lyndsey..! Disse, questa volta un poco più forte.

«Stai zitto, stai zitto, stai zitto, cazzo! gli urlai in faccia dandogli uno schiaffo sulla bocca.

«Lynz... la voce gli tremava. E gli occhi verdi gli si facevano umidi.

Chiusi gli occhi in due sottili fessure.

«Tu... osi piangere? sibilai un centimetro dalla sua faccia «Tu, schifosissimo ricchione del cazzo, come ti permetti di piangere? Qui, davanti a me? Io, io dovrei piangere, hai capito?  e con questo lo colpì sull'occhio, come a voler cancellare le sue stupide e bagnate lacrime.

Di nuovo, provò a pronunciare il mio nome.

Ma non volevo più sentire nulla. Non volevo più sentire niente.

Volevo solo sfogare l'amarezza che mi cresceva all'altezza della gola, e ardeva.

Piano, la mia rabbia, perdette vigore.

E lentamente, scivolai per terra, ai suoi piedi.

«Vai via. sussurrai.

«Lynz... piagnucolò.

«Stai zitto, per l'amor di Cristo, Gerard. STAI ZITTO! mi presi il capo fra le mani, e mi tappai le orecchie, per rendere più evidente il messaggio «Non voglio più sentire le tue stupide scuse. Vattene. sussurrai, di nuovo.

Sentì un suo singhiozzo silenzioso, poi un altro. Ma lo conoscevo troppo bene, e sapevo che non avrebbe rinunciato.

Pur sapendo di ferirmi, non avrebbe rinunciato. Perchè lui, lui era maledettamente egoista.

Infatti, neppure dopo troppo tempo sentì la porta di casa sbattere.

Mi accarezzai lentamente il ventre, scossa dai singhiozzi senza lacrime.

«Ci siamo solo io e te mormorai fra un sobbalzo del mio petto e l'altro.

«Solo io e te ribadii, mentre silenziose lacrime, iniziavano finalmente a scendere.

Non dissi mai nulla a Gerard. Ma sono sicura, sono sicura che sapesse, che il figlio era il suo.

Ma non l'ha mai cercato, non l'ha mai voluto, come per la verità non ha mai voluto me.

Quella sera, continuai ad accarezzare il mio ventre ancora piatto, consapevole di ciò che conteneva all'interno.

Consapevole , che avrei sempre odiato cosa stava crescendo dentro di me.

Consapevole , che l'avrei sempre amato, più di qualsiasi altra cosa.

Consapevole , che mi restava solo lui.


Una breve One shot. 

L'ho scritta basandomi sul punto di vista della moglie di Gerard ( Che se non l'avete capito le ha appena detto che se ne va con Frank, infatti questa fondamentalmente è una Frerad, ma sotto il punto di vista di Lyn-z). 

Non sono una sua fan ne una di quelle che la odia a morte, semplicemente ero curiosa di sperimentare. 

Spero davvero che questo esperimento vi abbia garbato, e accetto volentieri anche delle critiche. 

PS:

La povera Lyn-z è molto sboccata in questa One-shot, ma sapete com'è, se siete incinte, e il vostro maritino vi molla per il suo chitarrista.... diciamo che non penso ci si curi molto dell'educazione.

Vi ringrazio, in qualsiasi caso, 

. C l a r a .

  
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