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Autore: roxy_xyz    05/03/2015    3 recensioni
|Oneshot|!Peter!centric|What if...?|
Peter Bishop non si arrende mai, neanche se la sua vita è stata rovinata, forse per sempre. Un'ombra dal passato di Olivia spingerà Peter a prendere una decisione drastica che potrebbe persino distruggere il suo mondo.
Dal testo:
Nessuno sa della follia che sto per compiere, nemmeno Walter, l’unica persona che non solo capirebbe il mio gesto, ma che mi accompagnerebbe sino alla tua porta. Perché noi Bishop siamo fatto così: non riusciamo a vivere senza le persona che amiamo, e allora andiamo a prenderla senza pensare minimamente alle conseguenze.
L’umanità potrebbe finire anche oggi per me, perché eri tu quella altruista che non faceva altro che pensare agli altri, anche a discapito di te stessa.
Io sono egoista e ho bisogno del tuo sorriso.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Peter Bishop
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick: roxy_xyz

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Titolo: Rewind

Genere: Oneshot (1202 parole), introspettivo, What if…?

Introduzione: Nella prima serie, Olivia ci racconta della notte in cui sparò a suo padre per proteggere la propria famiglia e delle lettere che riceve dal suo patrigno per i suoi compleanni. La mia storia nasce dal what if…? ossia dall’idea (molto malsana) del patrigno che torna per vendicarsi di Olivia e che intende a tutti i costi prendersi la sua rivincita, riuscendoci e uccidendola. Peter Bishop non si arrende mai, no? E quindi… rewind!

Non mi resta altro che ringraziare Lights per il fantastico banner e augurarvi una buona lettura!






 

 

 

 

Rewind

 

 

 

 

 

Finché morte non ci separi.

Quando il prete scandì quelle poche parole non pensai minimamente a come mi sarei comportato; era il giorno del nostro matrimonio quindi perché mai avrei dovuto pensare a certe cose? E poi,  c’eri tu: fasciata in quell’abito bianco e con un sorriso che non potrò mai dimenticare, e in quel momento m’importava solo di averti accanto.

Nessuno sa della follia che sto per compiere, nemmeno Walter, l’unica persona che non solo capirebbe il mio gesto, ma che mi accompagnerebbe sino alla tua porta. Perché noi Bishop siamo fatto così: non riusciamo a vivere senza le persona che amiamo, e allora andiamo a prenderla senza pensare minimamente alle conseguenze.

L’umanità potrebbe finire anche oggi per me, perché eri tu quella altruista che non faceva altro che pensare agli altri, anche a discapito di te stessa.

Io sono egoista e ho bisogno del tuo sorriso.

 

 

 

 

§

 

 

Continuo a vedere il sangue nelle mie mani, e nulla riuscirà a toglierlo. Forse, non era solo Walter ad essere folle, magari sono come lui ed era una cosa che aveva bisogno di tempo per emergere.  Mi scappa da ridere perché da bambino, sin dal giorno in cui mia madre ci ha lasciati, ho voluto essere diverso da lui; vedevo quell’uomo strano che faceva piangere e disperare mia madre invece di starle accanto, e sentivo urla e poi pianti perché l’amore non era abbastanza per sopportare quell’abbandono. Sono cresciuto con un padre assente e con una madre che non faceva altro che correre dietro al vento.

La tempesta è passata e sono riuscito a capire Walter perché, nonostante tutti i miei sforzi per essere diverso da lui, sono la sua perfetta copia. E non perché entrambi troviamo più affascinante un numero primo rispetto a un semplice e banale tramonto, ma perché non possiamo calmare il fremito delle nostre mani quando veniamo colpiti da un’idea geniale.

Noi possiamo osare là dove gli altri sono costretti a fermarsi e a piangere, e io sono così stanco di versare lacrime quando ho tutto qua, nel mio cervello. Ho visto la soluzione e da quel giorno non ho fatto altro che pensarci e mettere in atto il mio piano.

Perché tu riuscivi a fare l’impossibile quando pensavi a me e io non sarò da meno.

Non posso e non voglio.

Ho letto gli appunti di Walter e credo di aver capito come fare, anche se una vocina nella mia testa continua a ripetere che non ho le competenze necessarie, che è impossibile riuscirci, eppure le mie mani si muovono sempre più veloci, come se sapessero già ogni mossa.  Mi basta sapere che ti vedrò domani, seduta su quella poltrona a leggere gli appunti di qualche strampalato caso.

Ti ho perso una volta, perché qualcuno ti aveva strappata da me, portata in un altro universo, il mio vero universo a dire il vero, ed è anche buffo a pensarci, perché se Walter non mi avesse rapito quella notte, ti avrei incontrato lo stesso.

Non posso sopportare di non vederti oggi, domani o mai. L’universo o qualsiasi maledetta realtà potrebbe esistere senza di me, senza un Peter Bishop, ma non senza di te.

Tutto crollerebbe come un castello di carta, o forse sarò io a distruggere tutto.

Il distruttore di universi paralleli: sarà questo il mio nome?

Io sono pronto ad accettare qualsiasi conseguenza del mio gesto, anche  perché in mezzo a tutti i miei scarabocchi non c’è nessun accenno a quello che potrebbe accadere una volta che ti avrò messa in salvo. Si aprirà una voragine in mezzo a New York? O l’oceano invaderà tutte le terre emerse?

Deliri, sono solo deliri di un uomo innamorato. E solo.

Ecco, basta mettere quel maledetto bullone lì. Come non ho fatto a pensarci?

Sarà che non dormo da due giorni, o tre? Ricordo di aver messo questi vestiti per rubare i pezzi che mi servivano e poi, il buio. Ho mangiato?

La mia lingua accarezza i denti e capisco che sì, l’ho fatto. Il sapore di qualcosa di agrodolce mi colpisce, un panino con cetrioli, pomodori e senape, Astrid?

Anche quella sera ero rimasto il laboratorio fino tardi, c’era un caso da risolvere e tu non avevi la minima intenzione di festeggiare il tuo compleanno senza prima aver arrestato l’assassino. Volevo fare le cose in grande stile, sai? Avevo prenotato un tavolo nel tuo ristorante preferito, quello in cui non sei mai andata, ma da cui passavi sempre davanti e ti fermavi a leggere il menù. Dovevamo essere là alle otto, sederci in fondo alla sala, proprio vicino alle finestre che danno sulla stradina interna, così avresti potuto guardare i passanti e controllare tutto, perché non riesci mai a stare tranquilla. Hai bisogno di controllare e pianificare ogni cosa. Scommetto che avrebbe chiamato Broyles e che non avremmo finito neanche di bere l’aperitivo.

Invece, avevo dovuto posticipare il tutto; ero seduto qui, quando mi avevi salutato. “Torno subito” , mi avevi detto. E io mi ero limitato a sorriderti, perché ero sicuro di rivederti a breve, perché non avevo visto quella maledetta lettera.

 

 

§

 

 

 

Ricordo quando mi parlasti di lui e di quello che ti aveva fatto. Ti immaginai in quella casa, così piccola e indifesa, ma con in mano una pistola e consapevole di quanto fosse pericoloso quell’uomo per la tua famiglia. Avevi sparato, prendendolo di sorpresa e proteggendo tutti dalla sua furia.

Eri andata avanti, crescendo forte e tenace, e finendo per proteggere anche tutti gli altri. Persino me. Sono un uomo, tuo marito e avrei dovuto farlo io, mentre non sono stato mai capace di fare qualcosa di buono nella mia vita.

Non aveva mai smesso di inviarti quelle lettere e tu le avevi conservate tutte dentro una scatola, per non dimenticare e perché non volevi che quell’uomo ti spaventasse ancora. Quella bambina era cresciuta e non avrebbe abbassato lo sguardo sotto quelle continue minacce. No, lei avrebbe letto quelle lettere e affrontato le sue paure a testa alta.

Non avevi letto l’ultima, rimasta sul pavimento di casa, in attesa del tuo ritorno. Era diversa dalle altre, per un particolare che tu avresti subito notato.

Lui era tornato per riprendersi quella rivincita, perché non poteva permettere che tu potessi continuare la vita di sempre quando lui si era dovuto fermare per colpa tua.

Mi avevi salutato e informato che saresti andata a casa per prendere dei fascicoli che avevi dimenticato sulla tua scrivania, ti sarebbero bastati venti minuti e invece, non eri più tornata.

Avevi aperto la porta e raccolto la posta da terra prima di vederla, prima di sentire il tuo cuore perdere un battito, e prima di poter agire in qualche modo eri finita distesa sul pavimento. Lui ti aveva osservato all'ombra e, codardo com'era, aveva agito subito perché non avrebbe sottovalutato quella bambina una seconda volta.

E tu non avevi potuto fare nulla, non c'era stato il tempo. Quegli attimi che avremmo potuto vivere insieme ci sono stati rubati da un vigliacco, ma non ho intenzione di stare qui e di continuare a piangere.

Non sarò quell'uomo dalla mentalità ristretta di cui mio padre si lamenta sempre, sarò quello che non ha esitato a ripresentarsi e a lottare per la propria identità quando ogni ricordo di sé era stato cancellato.

Le mie mani tremano mentre inserisco l'ultimo pezzo. Non è paura di non essere abbastanza intelligente per compiere l'impresa, non m'importa di nulla se non di rivederti al mio fianco. Tornerò indietro nel tempo e proteggerò la mia donna a tutti i costi e so per certo che, quando lo vedrò, smetteranno di tremare.

 

 

   
 
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