Scoloriti i corpi dei giganti sfumosi,
che ululano sospiri freddi e pungenti.
Piangono gocce di tocchi acquosi,
mentre diventano ora incobenti.
Si agitano, si lanciano, le loro anime fondono.
Serpeggiano e coprono l'orizzonte,
dal vicino fiore, dal lontano monte,
i loro colori prendono e nascondono.
Vento rabbioso eclissa la fievole brezza,
smuove i rami, scuote la nuda terra
della luce scompare la sua gentilezza.
La natura scopre lenta la sua parte nera.
Mi muovo veloce, seguo eterea voce
dell'aria e gioco coi rivoli dorati,
mi canta melodie dai suoni agitati
la polvere che schiva goccia martellatrice.
Sono freddo e pesante, mi nascondo,
riparo il mio cuore tremulo e teso.
Il calore mi trova, il suo braccio prendo
e saluto delle nuvole il pianto rabbioso.