- Dai, El muoviti!- urlo per le scale dell'appartamento della mia amica, che ovviamente anche oggi doveva confermare il suo essere ritardataria. Sono le otto e cinque e dovremmo essere all'aereoporto tra soli venti minuti, per peggiorare la situazione l'ascensore é rotto e dovremmo scendere sette piani insieme alle troppe, grosse, pesanti valigie di El.

-Sí Kim ci sono, ci sono!- strilla El, causando tantissimo rumore con i tacchi delle sue Loubotin, poi silenzio assoluto. Ok, El si é bloccata, ció significa... -Oh cazzo la mia valigia dei trucchi!- Sbuffo sconfortata -Che palle El, anche una valigia per i trucchi!- Era molto strano che non si fosse ancora dimenticata niente. -Kim, faccio subitissimo, tu intrattieni il tassista -Certo, sempre che non se ne sia andato giá.

Dopo un quarto d'ora stiamo aspettando che ci facciano salire sull'aereo e durante quell'attesa penso a cosa sono sul punto di fare. E mi sorgono dubbi su dubbi. Sto facendo la cosa giusta? Stará bene la mamma senza di me? Staró bene lí? Sto forzando in un certo senso El a seguirmi in questa pazzia? Ella é mia amica da quando eravamo ancora degli spermatozoi, ok forse no, peró eravamo destinate ad essere amiche in quanto le nostre famiglie hanno sempre avuto un rapporto molto stretto. All'inizio io ed El non ci sopportavamo perché essendo nate nello stesso periodo eravamo dell'idea che gli altri davano piú attenzioni all'una anzicché all'altra, ma con il passare del tempo abbiamo iniziato ad apprezzarci, a volerci bene, infinitamente bene. Abbiamo imparato a rialzarci, lei mi ha sempre sostenuta e confortata durante i miei periodi piú scuri. E viceversa. E ora é qui con me e ne sono grata. Mi accorgo che la sto fissando e istintivamente mi spunta un sorriso timido e sincero sulle mie labbra, lei se ne accorge e senza dire nulla mi abbraccia e mi schiocca un bacio sulla tempia, dopo mi sussurra un "staremo bene: El e Kimb contro il mondo, ricordi?" scioglie il suo abbraccio alzando una mano e io colpisco il suo palmo con un pugnetto, il nostro saluto esclusivo. Una voce robotica rimbomba nella sala immensa e ci informa che il volo per Sydney stava per decollare. Cosí io ed El ci avviammo verso il tunnel che ci avrebbe portato sull'aereo.

Undici estenuanti ore di viaggio e mi ritrovo con gambe indolenzite, una testa a penzoloni sulla mia spalla, e capelli biondo cenere lisci appiccicati alla mia faccia, che appartengono ovviamente ad El che ora si ritrova con una faccia non poco buffa: bocca spalancata, naso spiaccicato alla mia spalla e un'espressione arrabbiata. Ovviamente non perdo tempo a scattarle una foto ricordo. Il flash della fotocamera la sveglia. - Buongiorno fiorellino!- la saluto con falso entusiasmo - hai finito di strusciarti al tuo materasso vivente?- Ricevo come risposta un mugolio scocciato. -Su su che una nuova avventura ci aspetta, siamo arrivati sulla bella Australia!- la punzecchio con un dito.

Dopo aver finalmente rianimato El, aver recuperato i bagagli e essere salite su un taxi, ci ritroviamo davanti ad una casetta piccola e carina dalle pareti giallo ocra e tetto spiovente, circondata da un praticello verde recintato da una staccionata in legno. -Kim é stupenda, dal vivo é piú bella! Ok sei pronta per una nuova vita? Canguri, onde, sabbia, surf, soprattutto surfisti muscolosi ci accompagneranno in questa stupenda avventura!- urla entusiasta nel mio orecchio la mia amica saltellando come un canguro, evidentemente si é giá adattata alla vita da australiana. -Sí El, che ne diresti di entrare in questa tanto carina casa e sfogare il nostro entusiasmo dentro cosí il vicinato non ci uccide, dato che sono le 2 di notte?- ribatto tutt'un fiato a bassa voce incamminandomi per il vialetto che porta alla porta blindata bianca della nostra nuova casa. Stupenda. Devo dire che la signora Woody, l'arredatrice di fiducia di mia madre, si é data da fare. Dinanzi a me c'é un vasto salotto moderno con tv, divano con la penisola come la desideravo da tanto tempo e un tappeto bianco peloso e soffice, alla mia destra c'é la cucina e poi una scala. Mi volto verso destra e - wow- diciamo insieme io ed El allungando l'esclamazione. Difronte a noi abbiamo la perfetta visuale della costa australiana in piena notte, l'oceano nero che abbraccia la sabbia scura e lungo la costa tante lucine che illuminano la cittá di Bellevue Hill a 4 chilometri dalla stupenda Sydney, si intravede un porto in lontananza e alcune coppiette che camminano sul lungomare.

Io ed El decidiamo di disfare le valige il giorno a seguire. Perció andiamo a dormire ognuna nella cameretta propria. La mia é semplice: ha pareti rosa antico e mobili bianchi, c'é un letto nell'angolo alla mia sinistra e difronte una finestrella. Subito dopo c'é un immenso armadio e una scrivania.

Mi tuffo letteralmente sul letto e sento il mio respiro rallentare e diventare piú profondo, gli occhi si appesantiscono e... -Kim!- sento una vocina che mi chiama, sono troppo stanca e ho le allucinazioni, perfetto. -Kim, dormi giá, ho paura a dormire da sola, posso?- Niente allucinazioni per fortuna.-Va bene El, vieni qui.- Mi sposto verso la fine del letto per lasciarle spazio.

El si stende affianco a me e ci addormentiamo abbracciate.

Ciao ragazze!

E' la mia prima storia quindi ho poca esperienza ma voglio provarci, fatemi sapere cosa ne pensate, commentate, criticate!

Grazie a chi legge, un bacio! :*