Martina era una ragazza solare e sorridente seppur la vita fosse stata maligna e cattiva con lei. I suoi genitori l'avevano abbandonata in un orfanotrofio quando aveva pochi mesi, ed ora all'età di 17 anni, non era ancora stata adottata, ma lei non perdeva la speranza. Era una ragazza dolce dal cuore gentile, sempre pronta e disponibile ad aiutare le altre ragazze dell'orfanotrofio, soprattutto una bimba di 3 anni a cui era molto affezionata. I suoi genitori erano morti in un incidente stradale e lei si era subito offerta di accudire la piccola per i primi giorni. Da qualche giorno aveva però scoperto che una famiglia era interessata ad adottarla e quindi aveva un po perso il sorriso contagioso che aveva sempre sul volto. La direttrice, la Sig.ra Rastin, l'aveva avvertita che in quei giorni sarebbe arrivata la famiglia per conoscere la bimba, e quel giorno era tristemente arrivato. Martina camminava freneticamente in su e giù per la stanza, contando quanti minuti sarebbero rimasti prima dell'arrivo della famigliola. -Dong, dong-. Erano le 15.00 in punto e a breve sarebbe arrivati. -Timi, pechè sei agitata?- a parlare fu la piccola Azzurra. La bimba notò l'evidente preoccupazione di Martina, e quando quest'ultima tentò di rispondere fu salvata dalla direttrice che entrò come un tornado nella stanza... -Azzurra, piccola di là ci sono dei signori che ti vorrebbero conoscere!-. La bimba annui contenta -Timi credi che mi adoterano?- chiese curiosa. -Ma certo amore, si innamoreranno di te subito!- rispose la grande con un sorriso malinconico. Seppur Azzurra avesse 3 anni si era subito resa conto della sua condizione e non ci aveva messo molto a capire che non avrebbe più visto i suoi genitori.
 
Siamo arrivati davanti all'orfanotrofio... mamma e papà hanno deciso di adottare una bimba di 3 anni, mi hanno detto che si chiama Azzurra. Io sono tremendamente in ansia, ho paura di non piacerle, per cui mi sono fatto accompagnare dal mio migliore amico Francisco. Non mi sono ancora presentato scusate, mi chiamo Jorge Blanco, detto anche complicazione. - Ehi Jorge ti vedo perplesso, cos'hai? - la voce del mio migliore amico mi fa sobbalzare. - Sono agitato Fran, ho paura di non piacerle, di non essere all'altezza del compito che dovrò svolgere... ho paura di fallire, di fare un buco nell'acqua. - dissi alquanto preoccupato. - Non hai nulla da temere, sarai un fratello perfetto -mi rispose lui con la sua solita calma... me l'ero portato apposta dietro, Fran sapeva sempre calmarti. - Eccoci, ci siamo ragazzi! Jorge tesoro, sei pronto a conoscere Azzurra? - la voce di mia madre era sempre stata melodiosa, ed oggi lo era più del solito. - Certo mamma, sono preparato! - risposi con poca convinzione, infatti mio padre mi lanciò un occhiataccia. Io e Fran entrammo seguiti da mamma e papà, che appena entrarono vennero subito accolti da alcune bimbe, che mia mamma ha quanto pare doveva conoscere poiché le salutò una ad una. - Signori Blanco siete arrivati! Per di qua, accomodatevi prego, io vado a chiamare Azzurra -. La Sig.ra Rastin aveva sul volto un'espressione compiaciuta. Ci fece accomodare in una stanza delle pareti azzurre. Alle pareti c'erano appesi dei quadri tutti raffiguranti delle signore ( a quanto pare devono essere le direttrici precedenti ). Senti un rumore di passi segno che qualcuno che sta arrivando; il mio cuore inizió a battere... Stavo per conoscere Azzurra, la mia futura sorellina.
 
Dentro di me sono fortemente combattuta, da una parte vorrei che Azzurra non fosse adottata, così potrei continuare ad abbracciarla, a tenerla con me, dall’altra volevo che fosse adottata... Sapere che nessuno ti vuole non è una bella sensazione, ormai l’orfanotrofio era diventato per me una seconda casa, e molto spesso questa frase rimbombava nella mia mente in negativo. Sentivo i piccoli passi di Azzurra allontanarsi, così presa da un momento di panico apro la porta di scatto ma ormai non c’era più traccia ne della piccolina ne della direttrice. Decisi di andare nell’unco luogo in cui riuscivo a calmarmi, la soffitta… Per me era un luogo magico, ci andavo quando ero triste, quando avevo voglia di sfogarmi… Era una bella stanza, o almeno per me lo era. Il primo giorno che iniziai seriamente a camminare venni quassù, mi ricordo che dopo i beccai una bella sgridata dalla direttrice… Per il mio 10* compleanno la direttrice mi regalo un paio di chiavi, io all’inizio non ne capivo il perché ma dopo poco ci arrivai: all’ingresso della soffitta avevano messo una porta, di cui solo io avevo le chiavi. L’avevano decorata tutta: c’era un bel puffo rosa, le pareti erano state dipinte di un bel color panna avevo persino una piccola tv, un bel cassettone con dentro molti giochi… Mi ero promessa che avrei donato la camera a tutte le ragazze dell’istituto appena mi avessero adottato; tutt’oggi non mi era ancora stato possibile; La piccola finestra sul soffitto mi dava luce a sufficienza per fare quello che stavo facendo… Il mio diario segreto, il mio più grande confidente… Mi era stato regalato da alcune bimbe dell’orfanotrofio l’anno precedente, era viola, ed era il mio miglior amico. Camminando sovrappensiero vado a sbattere contro qualcuno. - Scusa non ti ho vista, ti sei fatta male? - a parlare era stato un ragazzo dalla voce dolce. - No, non preoccuparti non mi sono fatta nulla - - Mi chiamo Francisco, e tu? - - Martina ma puoi semplicemente chiamarmi Tini -. Mi era simpatico questo ragazzo! - Cosa fai qui tutta sola Tini? - - Stavo andando nella soffitta dell’orfano, tu invece che stanza cercavi? - - Sono venuto ad accompagnare un mio amico, la sua famiglia dovrebbe adottare una bimba di 3 anni… Stavo cercando la stanza, dato che ero andato in bagno, ma mi sono perso. - - La bimba si chiama Azzurra vero? -. Nel frattempo io e Francisco eravamo andati in soffitta. - Si, come fai a sapere il nome? - - Anch’io vivo qui all’orfanotrofio, e mi sono presa cura di Azzurra fin da quando è arrivata - - Da quanto tempo stai qui dentro? - mi chiese lui insicuro… - Da quando sono nata, ma se vuoi gli anni con esattezza sono 17 - - A me sarebbe piaciuto avere invece una sorella, con cui confidarsi, chiedere consigli per rimorchiare una bella ragazza… - - Posso consolarti dicendo che potrei fare io la tua finta sorella, in fatto di ragazzi me ne intendo. - Francisco mi guardò con una faccia strana - Anche se vivo dentro un orfanotrofio non è che non so cosa succeda nel mondo! - risposi alquanto stizzita. - Non volevo offenderti, scusa -. Mi rispose sincero, per questo lo abbracciai saltandogli addosso. Ad un tratto ci staccammo poiché a Fran stava suonando il telefono… - Si fava arrivo, poi ti racconto. - Chiuse la telefonata e mi disse - Bene sorellina io vado, ci vediamo domani! - - A domani - gli risposi. Felice di quell’incontro scesi giù dalla soffitta per sapere come era andato il colloquio della piccola.
 
Francisco era sparito, ma io dico doveva andare in bagno! Comunque ho conosciuto Azzurra, è una bimba stupenda. - Joghe giochiamo insieme? - la vocina melodica di Azzurra mi fece riportare i piedi nella realtà - Certo, a cosa giochiamo? - - Mmm… non lo so - La storia di Azzurra era davvero triste, mi sono innamorata di lei subito, è una bimba deliziosa! - Jorge dobbiamo andare, su saluta Azzurra! - - Mmm… non possiamo restare altri 5 minuti? - - No dobbiamo andare a casa, chiama Franci - Salutai  Azzurra e le detti un baco sulla guancia. - Francisco Stoessel, dove ti sei cacciato? E cosa stai facendo? Datti una mossa sennò ti lascio qua! - - Si fava arrivo, poi ti racconto. – Chiusi la telefonata e mi avviai all’ingresso.
 
Fede's Corner
Salve popolo di efp! Eccomi qua, non ho scritto la perfezione, sorry è la mia prima storia😱 quindi recensite, vediamo cosa ne pensate😇 Premetto che la prossima volta il capitolo tenterò di farlo più lungo🙈 Anyway io vi saluto, alla prossima🆘🎀
Bye bye
                            -Fede🔥