*Sangue e disperazione.
Ecco ciò che vedevano i miei occhi in quel momento.
La luce di migliaia di spade angeliche dava allo scenario un tocco macabro.
Infatti con la loro luce, anche se flebile, mostravano tutto ciò che stava accadendo.
Valentine aveva aspettato che scendesse la notte per attaccarci, ma noi eravamo pronti.
Per la prima volta Nephilim e Nascosti erano uniti in battaglia.
Gli accordi però centravano poco.
Anzi, la motivazione della loro unione era data dal nemico comune.
Valentine aveva sempre odiato i Nascosti, quindi la possibilità di un accordo tra quelli della sua specie e la’’feccia’’, come li chiamava lui, gli dava il voltastomaco.
Mi ripresi da quei pensieri.
Dovevo combattere!
Dovevo aiutare i miei amici!
Cercai la spada, ma appena la trovai mi resi conto che era inutilizzabile.
Il sangue di demone era riuscito a corroderla, così mi guardai intorno.
Sentivo continue urla e tra esse potevo sentire distintamente il rumore dei demoni che tornavano alla loro dimensione naturale.
Era un suono sordo, ma allo stesso tempo crepitante.
Come lo scoppiettio del fuoco in una teca di vetro.
Misi a fuoco una spada davanti a me e mi alzai di scatto per recuperarla.
Anche se ero una nascosta, mi era stata assegnata una tuta identica a quelle dei Nephilim.
In passato ero stata addestrata, nell’Istituto di Londra, nell’arte del combattimento.
Avevo seguito lo stesso allenamento dei Nephilim e lo avevo concluso con successo.
Presi l’elsa della spada e la misi dritta davanti a me sostenendola con entrambe le mani.
Con la coda dell’occhio notai che una figura scura si stava sollevando dietro di me.
Prontamente mi girai e conficcai la spada nella gola di un demone.
Non avevo riconosciuto che razza fosse, ma a quanto pareva la gola era il suo punto debole.
Lo vidi accasciarsi a terra, purtroppo però io non potevo mandarlo nella sua dimensione originale.
Infatti cercai un Nephilim vicino a me e gli feci segno di colpire il demone con la sua spada angelica, in modo da non farlo più rigenerare.
Mi ributtai nella mischia, con un turbinio di emozioni che esplodevano dentro me.
Paura, determinazione, orrore e un pizzico di follia si stavano instaurando nella mia mente.
Furono proprio queste a farmi calare la difesa.
Un demone mi colpi con il suo artiglio al viso ferendomi l’occhio.
Io anche se un po’ in ritardo reagii e lo colpii con tale violenza da scagliarlo a qualche metro da me.
Avevo la faccia completamente ricoperta di sangue a causa della mia ferita sull’occhio.
Strappai un lembo della tuta e lo tenni spinto forte sull’occhio in modo da fermare la possibile emorragia.
Ad un tratto un demone che aveva assistito alla scena prima, si avventò su di me dal mio punto cieco.
Sentii i suoi denti affilati infilarsi uno a uno nel mio braccio.
Urlai dal dolore, ma cercando di riprendere un po’ di fermezza colpii il demone per far si che si staccasse da me.
Un Nephilim venne in mio aiuto e dopo qualche fendente mi liberai dai suoi denti.
Il dolore era indecifrabile, non sentivo più il braccio, così mi accasciai a terra.
Cercai di guardare la ferita e di sistemarla al meglio e mi accorsi che alcun denti erano rimasti conficcati nella mia carne.
Li tolsi cercando di non urlare e quando me ne mancava solo uno, sentii un suono che non c’entrava niente con la battaglia.
Era un suono metallico, ma non era una spada, né una sciabola.
Cercai la fonte di quel rumore e quando la trovai per poco non mi venne un tuffo al cuore.
Era proprio lei.
Era la coppa mortale rubata da Valentine.
Ma cosa ci faceva li in mezzo al campo della battaglia?
Perché Valentina l’aveva portata con se?

*E’ un allucinazione, Tessa.
Il sangue di demone può dare anche questo effetto.*

Dissi ad alta voce come per rassicurarmi, anche se la mia voce era sopraffatta dal fracasso della battaglia che continuava ad infuriare intorno a me.
Mi trascinai verso l’oggetto e lo presi in mano, per constatare che era reale e non un allucinazione.
Era vera!
Non stavo sognando!
Ma adesso come portarla fuori dalla battaglia?
Dovevo cercare Clary.
Lei era l’unica che mi avrebbe potuta aiutare.
Così arrancando mi misi a cercare la ragazza che aveva il potere di creare nuove rune.
Brandendo dal braccio buono la spada e coprendo la coppa mortale con l’altro, mi feci strada verso il punto in cui era stata assegnata Clary.
Sentivo continue fitte al braccio e all’occhio, ma cercai di non farci caso.
La mia meta sembrava così lontana, che stavo per rinunciare, quando in lontananza vidi la chioma rossa tipica dei Fairchild.
Urlai il suo nome, ma non mi sentì così cominciai a correre verso di lei.
Appena mi vide si liberò di un demone e mi corse incontro.

*Clary la copp…*

Dissi a fatica allungando verso di lei la coppa.
Appena sentii la sua presa sull’oggetto mi accasciai a terra priva di forze.
Dunque era così che doveva andare?
L’immortale Tessa Gray sarebbe morta salvando i Nephilim?

-Bhè- Pensai. 
–E’ un buon modo per morire.
Will amore mio stò arrivando-
Questo fu l’ultimo pensiero che attraversò la mia mente prima di svenire.
Quando rinvenni, la battaglia doveva essere terminata perché mi trovavo in una stanza di ospedale con una flebo ne braccio.
Seduta su una sedia di fianco a me c’era Clary, che subito mi sorrise dicendomi che li avevo salvati tutti.
Io le sorrisi a mia volta, appena prima di ri crollare in un sonno senza sogni.*




NdA
Eccomi qui di nuovo a rompervi le balle :3
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Un bacio.