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Autore: Levinelovespeluches    07/03/2015    1 recensioni
Non me ne vogliate fan di Adam Levine e Directioners, ma ho voluto scrivere questa roba. Non ho un motivo preciso, però pensateci bene: Adam Levine e Harry Styles. Non vi intriga un po'? Su, leggete.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Saaaaalve. Finalmente mi sono decisa a srivere una one-shot. Ora, ovviamente non mi assalite per aver scritto questa stupidaggine su di loro. Ovviamente i due cantanti non mi appartengono come personaggi e la "relazione" è frutto della mia fantasia. Recensite se vi va! Buona lettura!



Non si era capito il perchè, ma si guardavano da un po'. 
Occhi verdi contro occhi verdi e bellissimi entrambi. L'unica differenza? L'uomo più barbuto e più alto e, per di più, pieno di tatuaggi era 15 anni più grande dell'altro, al contrario più esile, poco più basso e riccio.
L'uomo tatuato continuava a guardarlo insistentemente, nonostante sua moglie ogni tanto lo strattonava, come a richiamare la sua attenzione. Si stava annoiando veramente tanto, ma per un cantante di fama mondiale come lui, era necessaria l'attenzione a quegli stupidi Awards. 
Il riccio, d'altro canto, non aveva smesso nemmeno un istante di guardarlo, anche quando l'altro aveva voltato la testa verso il palco dopo i ripetuti richiami della moglie.
Non si conoscevano, per niente, eppure il ventunenne aveva l'impellente desiderio di baciare il quasi trentaseienne fino allo sfinimento. 
L'uomo tatuato, aveva voglia di trovare una scusa per potersi alzare ed uscire, sperando di essere seguito dal riccio. Una scusa stupida come una sigaretta o, ancora più stupida, come il semplice bisogno di andare in bagno. 
Pausa e, come si suol dire, carpe diem. Doveva per forza alzarsi, uscire, sperando di essere seguito. Si alza e sussurra qualcosa all'orecchio della moglie, mentre osserva negli occhi il riccio, il quale trova anche lui una scusa con i compagni e si alza dissimulando il fatto che stesse seguendo l'uomo tatuato. 
Il più grande esce dalla sala avviandosi verso i bagni e ripensandoci subito dopo: troppo rischioso, troppi artisti avrebbero approfittato della pausa per andare al bagno. Prosegue lungo il corridoio e guarda diverse didascalie sulle porte, entrando poi in un ripostiglio pieno di accessori per le pulizie: di certo nessuno avrebbe avuto bisogno di un secchio per lavare a terra durante lo show. 
Una volta dentro, chiude la porta, aspettando appoggiando con la schiena contro il muro.
1...2...3...4...5...6...7..
Alcuni passi.
8...9...10...
Passi sempre più veloci e vicini.
11...12...13...14...
Ed ecco che il riccio entra nella stanza, sfoderando uno dei suoi più bei sorrisi, chiudendo delicatamente la porta alle propri spalle.
L'uomo tatuato ride e si scosta dal muro, avvicinandosi al ragazzo e poggiando le proprie mani sui suoi fianchi coperti dalla camicia, camicia che al tatto sembrava di una qualità eccellente.
- 14 secondi, ho aspettato 14 secondi. Devi per forza porre rimedio. -
Mormora l'uomo al ragazzo con l'aria di chi aveva aspettato quel momento per tutta la serata.
- Il tuo fastidioso accento americano potrebbe sempre farmi cambiare idea, sai? -
Il riccio ci scherza, consapevole però del fatto che non avrebbe mai cambiato idea, non in quel momento. 
L'uomo si avvicina con il viso a quello del ragazzino, sfiora il proprio naso fino contro quello del ragazzo, poco più grosso, fino a poggiare delicatamente le proprie labbra sulle sue. 
Il riccio è impaziente e lo dimostrava la sua lingua che, senza fare complimenti, guizza dentro la bocca dell'uomo tatuato, che la accoglie, con piacere, intrecciando con essa anche la propria. 
Un bacio lungo, passionale, che avrebbe voluto continuare ancora per molto. 
L'uomo spinge il ragazzo verso il muro emettendo un flebile gemito, predendo poi il suo labbro inferiore tra i denti e tirandoglielo appena, accompagnando il tutto con una risatina alquanto maliziosa. 
Poi gli applausi. L'uomo interrompe il bacio e si allontana appena, sospirando. Poggia la fronte contro quella del ragazzo, anch'egli visibilmente deluso. 
- Dobbiamo rientrare, vero? -
Mormora il riccio tenendo ancora gli occhi chiusi e sperando invano in una risposta negativa.
- Esattamente, dobbiamo. Ma come ben sai il DOVERE solitamente si oppone al VOLERE. -                                                L'uomo si allontana dal corpo del ragazzo e allunga una mano accarezzandogli il viso, continuando però a sorridere dolcemente. 
- Sai, io non sono una ragazzina che ascolta all'impazzata le vostre canzoni, quindi potresti anche dirmi come ti chiami. -
Il riccio scoppia in una fragorosa risata e da uno spintone all'uomo di fronte a sè.
- Così mi offendi, però. Avevi questa smania di baciarmi senza sapere il mio nome? -
- Sì, insomma, la smania mi è venuta stasera appena ti ho visto e sono sicuro che dopo questo avvenimento l'avrò ancora. Anche se gli inglesi mi sembrano piuttosto scialbi. Molto probabilmente tu sei un'eccezione. -
Il riccio scuote la testa con un sorriso e si avvicina all'uomo, baciandolo a stampo, aprendo poi la porta ed uscendo. L'uomo tatuato lo segue e si schiarisce la voce mentre si sistema la giacca.
- Entra prima tu ed io aspetterò qualche minuto fuori mentre fumo una sigaretta. -
Il riccio si volta a guardarlo annuendo con un sorriso e porgendogli poi la mano, come se tutto quello accaduto in quello stanzino non fosse mai successo. -
- Mi chiamo Harry Styles. -
L'uomo tatuato alza un angolo delle labbra in un mezzo sorriso e stringe la mano del ragazzo: una presa salda e sicura.
- Io sono Adam Levine. -
Harry sorride ancora, un sorriso da mille punti, come si suol dire. 
- Io ti conoscevo già, ma tu non sei una ragazzina che ascolta le nostre canzoni, no? -
Detto questo l'inglese si volta e torna in sala: tutti erano già seduti ad assistere allo show e la moglie di Adam aveva tanto l'aria di una che avrebbe preso a pugni qualsiasi cosa in quel momento.
Adam aspettava fuori, aveva anche buttato la sigaretta a metà e dopo circa una decina di minuti era rientrato, prendendo posto accanto alla moglie che continuava a lamentarsi sotto voce.
Harry alza appena gli occhi cercando di incontrare lo sguardo di Adam e trovandolo nel giro di pochi secondi. Un sorriso, niente di più e poi nessun'occhiata per il resto della serata. 

                                                                                                        ***

Una volta tornati a casa, Behati era veramente furiosa. Urlava mentre si cambiava, ma Adam sembrava proprio in un altro mondo. Era già sotto le coperte -nudo, come sempre- e scorreva la home di Twitter. 
Quando pensava agli One Direction, gli veniva in mente solo una canzone che aveva ascoltato casualmente alla radio parecchio tempo addietro: Best Song Ever.
Arriccia appena le labbra e, nel giro di pochi secondi, twitta: "It was the best night ever."

                                                                                                          ***

Anche Harry era ormai a letto, fortunatamente senza nessuna moglie da sentir lamentare.
Anche lui scorreva la home di Twitter, quando un'idea lo sorprende: seguire Adam su Twitter. 
Lo cerca e lo trova nel giro di pochi istanti, sfiorando lo schermo dello smartphone su "Follow" e leggendo subito il suo ultimo tweet. Sorride ed esce dall'applicazione, bloccando il cellulare e mettendosi a dormire. 
Sperava di incontrarlo di nuovo, sperava di baciarlo di nuovo e sperava anche di non provare mai nulla di particolare nei confronti di quell'uomo.
  
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