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Autore: Eril    11/12/2008    12 recensioni
“…Ognuno di noi ha determinate e specifiche ossessioni: c'è chi è un maniaco delle pulizie, c'è chi fa della guerra la sua ragione di vita, c'è chi ama più della sua stessa esistenza le donne e c'è chi non vede altro che cibo ogni dove. Beh, sappiate che Edward Elric ne aveva addirittura due ossessioni! Una era conosciuta con l'appellativo di "Natale", festa che il ragazzo vedeva come la cosa più futile ed ipocrita che la mente umana avesse mai concepito, l'altra, invece, portava il nome di quel dannato, fottuto, maledetto, donnaiolo, lavativo Colonnello di merda, alias Roy Mustang. Ora amalgamate per bene il tutto e conciliate le due cose: secondo voi cosa fece il famoso alchimista d'Acciaio quella volta in cui, sotto il periodo delle feste, si ritrovò improvvisamente coinvolto nell'epica ricerca di un regalo di Natale per il nostro Colonnello preferito? Facciamo un passo indietro, l'equivalente di tre se consideriamo i passi di Fullmetal (RoyEd)...”
Genere: Romantico, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ognuno di noi ha determinate e specifiche ossessioni

PREFZIONE:

 

Sono tornata con un’altra fic sul tema “Natale”. Che vi posso dire? Come avrà capito chi mi segue da un pezzo, è un tema che mi sta particolarmente a cuore e che mi piace moltissimo trattare. E’ troppo divertente! Quindi adesso vi dovrete sorbire un’altra delle mie one-fic assurdamente lunghe (che ci posso fare? Quando mi lascio prendere dalla mano combino davvero disastri…). In ogni caso sono FINALMENTE riuscita a scrivere qualcosa che abbia un lieto fine e sia di carattere comico: non ne potevo più di scrivere fic malinconiche, era terribilmente deprimente… Comunque senza dilungarmi ulteriormente vi lascio alla fic, spero abbiate la forza di leggerla tutta fino in fondo: credo che sia una di quelle meglio riuscite, aspetto vostri pareri naturalmente. Buona lettura! Ci vediamo in fondo come al solito.

 

 

 

 

 

 

 

“Ognuno di noi ha determinate e specifiche ossessioni.

C'è chi è un maniaco delle pulizie, c'è chi fa della guerra la sua ragione di vita, c'è chi ama più della sua stessa esistenza le donne e c'è chi non vede altro che cibo ogni dove.

Beh, sappiate che Edward Elric ne aveva addirittura due ossessioni!

Una era conosciuta con l'appellativo di "Natale", festa che il ragazzo vedeva come la cosa più futile ed ipocrita che la mente umana avesse mai concepito,

l'altra, invece, portava il nome di quel dannato, fottuto, maledetto, donnaiolo, lavativo Colonnello di merda, alias Roy Mustang.

Ora amalgamate per bene il tutto e conciliate le due cose: secondo voi cosa fece il famoso alchimista d'Acciaio quella volta in cui, sotto il periodo delle feste, si ritrovò improvvisamente coinvolto nell'epica ricerca di un regalo di Natale per il nostro Colonnello preferito?

Facciamo un passo indietro, l'equivalente di tre se consideriamo i passi di Fullmetal...”

 

 

 

 

 

Cercasi Regalo Di Natale Disperatamente

 

 

 

 

 

 

 

Una delle solite giornate, la solita noiosa routine.

Edward entrò alla sede dell'esercito scrollandosi la neve dal cappotto e dai capelli, imprecando contro la signorina delle previsioni del tempo che la sera prima aveva annunciato un domani soleggiato dalle temperature miti.

Ma d'altro canto non avrebbe dovuto stupirsene più di tanto, no? Dopotutto il Natale era alle porte... un'altra volta!

Che l'Alchimista d'Acciaio odiasse quella festività, era una cosa risputa persino dai muri, all'interno dell'esercito: era il classico tipo che si proiettava avanti nel tempo pensando che l'anno successivo ci sarebbe stato un altro Natale, e poi ancora un altro e un altro ancora, prima ancora che quello di quest'anno fosse passato.

Sospirò accantonando un istante l'idea del Natale e si concentrò sul motivo per cui era lì: la rabbia, se possibile, aumentò ancora di più.

Cosa diavolo poteva volere quel dannato Colonnello la vigilia di Natale? Eppure gli aveva detto che si sarebbe preso una settimana di ferie...

"Spero che per quel maledetto sia una questione di vita o di morte, altrimenti mi sentirà!" Imprecò mentalmente avviandosi a passo spedito verso l'ufficio dell'uomo.

Spalancò la porta con un calcio poderoso provocando un rumore assordante.

<< Mi ha cercato Colonnello? >> Domandò visibilmente seccato spostando gli occhi da destra e a sinistra per la stanza, sorprendendosi di non trovare l'uomo, come al solito,  dietro la scrivania ad oziare, bensì in cima ad una scaletta, intento a decorare un albero di Natale con l'aiuto degli altri soldati. Persino Hawkeye sembrava essersi fatta contagiare dalla spirito natalizio e, mentre studiava con attenzione e serietà diversi documenti, passava diverse palline all'uomo che le prendeva canticchiando qualcosa spensieratamente per poi appenderle all'abete.

Il Taisa indossava addirittura un cappello da Babbo Natale!

<< Sei in ritardo Acciaio... >> Constatò il moro con voce pacata, mentre scendeva dalla scaletta.

Edward fece una smorfia.

<< Signore, vorrei ricordarle che ha ancora i documenti da parte del Comandante Supremo da firmare... >> Esclamò la bella Tenente con tono di voce autoritario.

<< Dopo, dopo... >> Borbottò svogliatamente l'uomo accompagnando le parole con un gesto della mano teatrale, poi si voltò verso il ragazzino andando a sedersi dietro la sua scrivania.

<< Se mi ha chiamato per aiutarla a decorare il suo ufficio, sappia allora che ha sbagliato completamente persona dannato Colonnello! >>

Mustang ignorò le parole furiose dell'altro e afferrò svogliatamente delle buste, spulciandole a una a una.

<< Tranquillo Acciaio, non è niente di tutto questo, volevo solo consegnarti questa... >>

Tese una busta giallina al ragazzo, sulla quale era riportato il suo nome scritto dal Taisa: avrebbe riconosciuto quella calligrafia pulita e spigolosa tra migliaia, simile a quella d'altri tempi ormai andati...

Curioso, afferrò il pezzo di carta che quello gli stava porgendo e lo analizzò diffidente, ignorando i bisticci alle sue spalle di Havoc e Breda, i quali si erano messi a discutere animatamente sulla punta dell'albero e su quale decorazione avrebbero dovuto apportarci sopra.

<< Cos'è? >> Domandò.

<< Ogni anno io e i miei sottoposti festeggiamo il Natale tutti insieme a casa di Maes e della sua famiglia, diciamo che è diventata una specie di tradizione: la sera del 24 ci riuniamo tutti a casa sua, ceniamo e aspettiamo la mezzanotte. Visto che l'anno scorso tu non eri reperibile, in quanto in missione nelle terre dell'Est, quest'anno sei invitato a festeggiare il Natale con noi, i dettagli li trovi tutti sull'invito che tieni in mano. >>

Edward impallidì non sicuro di aver capito bene quello che l'uomo gli aveva detto.

Festeggiare il Natale con quell'uomo e i tutti gli altri? Non bastava doverlo sopportare tutti gli altri giorni dell'anno?

<< Ovviamente è invitato anche tuo fratello Alphonse, purtroppo avevamo finiti gli inviti quindi non siamo riusciti a scrivergliene uno... >> Continuò l'uomo tranquillamente.

<< M-ma... quando? Perchè? >>

Mustang alzò divertito un sopracciglio.

<< Quale parte di "festeggiare il Natale tutti assieme" non ti è chiara Fullmetal? Comunque sappi che non sarebbe molto cortese da parte tua declinare l'invito: Glacier ha già cominciato a cucinare per questa sera, devi sapere che è un'ottima cuoca! Fa dei dolci che... >>

<< Ho capito, la pianti! >> Lo interruppe Edward a metà fra il rassegnato e il frustrato: non riusciva a dare altro nome alla situazione che non fosse "fregatura".

E tanti saluti ai suoi buoni propositi di starsene buono e tranquillo, solo con suo fratello, barricato in casa, ad attendere che il 25 Dicembre passasse il più velocemente possibile.

<< Sii puntuale, stasera alle otto a casa di Maes... >> Gli ricordò l'uomo afferrando un altro scatolone di palline e dirigendosi nuovamente verso l'albero, già sovraccarico e piegato dalle altre decorazioni.

<< ... e ricordati i regali! >> Esclamò di punto in bianco Havoc saltellando allegramente al fianco del biondino.

Edward sgranò gli occhi puntandoli increduli contro l'uomo, che teneva tra le labbra l'immancabile sigaretta.

<< Che... regali? >> Domandò spostando lo sguardo verso l'Alchimista di Fuoco.

Quello sorrise appena, arrampicandosi con una certa eleganza sulla scaletta e sporgendosi verso l'albero con in mano una pallina rossa e dorata.

<< Non mi dirai che ti devo raccontare la storiella di Babbo Natale Acciaio! La cosa sarebbe piuttosto imbarazzante per entrambi... >>

<< Cosa centra adesso Babbo Natale? E cos'è questa storia dei regali? >> Domandò furioso specchiandosi negli occhi d'onice dell'altro.

Un brivido freddo salì rapido sulla sua schiena, che ignorò deliberatamente, troppo era impegnato ad odiare il soggetto di tutte le sue disgrazie.

<< Non mi dirai che non conosci la storia di Babbo Natale! >> Lo canzonò l'altro voltandosi verso Riza e afferrando le altre decorazioni che quella gli porgeva.

<< E' solo una stupida storiella che si racconta ai bambini, la considero una presa in giro nei confronti della scienza e dei suoi principi! Innescare certe frivolezze prive di senso nella mente dei bambini è quasi un delitto, oltre che una perdita di tempo! Ma andiamo: un vecchio signore, vestito di rosso, a bordo di una slitta che consegna in una sola notte regali a tutti i bambini del mondo! Va contro ogni logica! >>

<< E immagino che tu da piccolo la pensassi esattamente come la pensi adesso, vero Acciaio? Dovresti essere meno rigido e lasciarti andare di più ai piaceri della vita... >> Replicò il Colonnello stancamente.

Edward sbuffò annoiato.

<< Lei considera il consumismo un piacere della vita? >> Domandò sprezzante.

Mustang non rispose, si limitò semplicemente a guardare negli occhi il ragazzo facendolo sentire leggermente a disagio.

<< Penso che al di là dei regali ci sia qualcosa di molto più profondo, qualcosa che neanche la tua adorata scienza può quantificare... >> Fu la risposta lapidaria dell'uomo. << Conosci il detto: "Basta il pensiero"? >>

Edward si morse il labbro inferiore leggermente indispettito.

<< Mi sta dicendo che dovrei fare un regalo a tutti quanti? Compreso lei? >> Domandò falsamente divertito dalla prospettiva della cosa.

Roy sospirò scuotendo la testa.

<< Acciaio non ti ho convocato qui per spiegarti e raccontarti il significato della parola "Natale", quindi fa come ti pare e non sentirti in obbligo... >> Sbottò l'uomo tornando a concentrarsi sulle decorazioni.

<< Parla così perchè lei non regala mai niente a nessuno! >> Esclamò Havoc puntandogli un dito contro.

<< Vero... siamo solo noi a fargli il regalo... >> Ribadì il concetto Breda annuendo con la testa.

<< SILENZIO!! >> Tuonò il Colonnello lanciando delle palline contro i due.

Riza sospirò assistendo a quella scenetta da bambini dell'asilo: a volte il Taisa aveva un comportamento a dir poco infantile...

Edward sghignazzò divertito dalla scoperta.

<< Ma davvero? Allora nemmeno io le farò un regalo Colonnello di merda! Perchè dovrei fargliene uno se poi lei non me ne fa uno? >>

Mustang scosse la testa guardando esasperato il biondino: possibile che quel ragazzo mancasse di ogni più umana regola morale? Che per lui fosse tutto dettato dalle leggi dell'Alchimia e della scienza?

<< Non dovrei essere io ad insegnartelo, ma sappi che non si fanno i regali per riceverne altri in cambio, prova a leggerti qualche libro di favole Acciaio, non solo quelli di scienze... >>

Edward arricciò il naso indignato all'affermazione dell'altro.

<< Ti conviene andare Fullmetal e ricorda: alle 20:00 davanti alla casa di Maes, chiaro? >>

Quello annuì bofonchiando qualcosa di incomprensibile e, senza rispondere, si avviò verso la porta.

<< Sii puntuale! >> Ribadì un'ultima volta il moro all'indirizzo del ragazzo.

La porta sbatté rumorosamente mentre dall'altra parte Edward si incamminava a passo veloce verso l'uscita dell'esercito.

Brutta gatta da pelare questa!

Guardò l'orologio da taschino nervosamente accorgendosi con orrore che erano già le tre del pomeriggio! Aveva solo cinque ore di tempo per trovare un regalo a tutti e passare a prendere Alphonse a casa! non faceva neppure in tempo ad avvertirlo che quella sera avrebbero cenato fuori!

Uscì per strada avvolgendosi nel suo cappotto rosso mentre il vento gli sferzava i capelli e la neve glie li dipingeva di bianco: ok, era cominciata la caccia al regalo all'ultimo minuto!

Rabbrividì anche se non per il freddo: al confronto, i viaggi alla ricerca della pietra filosofale e i combattimenti contro gli homunculus suonavano come sciocchezze se paragonati all'impresa epica che il ragazzo stava per compiere!

"Coraggio Ed, si comincia!"

 

**         ***       **

 

No, doveva ammettere che si era completamente sbagliato riguardo alla ricerca del regalo di Natale, non era stata un'esperienza epica come aveva creduto fino a tre ore prima... era stata semplicemente un impresa apocalittica, infernale, futile e patetica, peggio di quanto avesse mai potuto immaginare!

Uscì dal negozio di vestiti per donne cercando di reggere tra le mani gli innumerevoli pacchetti che portava con sé e cercando di non scivolare sulla neve fresca.

Nevicava ancora e la cosa non facilitava affatto la situazione già critica di per sé: se Edward avesse potuto avrebbe lasciato tutti i regali lì dove si trovava e se ne sarebbe andato, ma non voleva dare la soddisfazione a quel dannato Colonnello di merda.

Già... a proposito del Colonnello...

"Lo devo fare anche a lui il regalo?" Si domandò pensieroso continuando a camminare dritto, si fa per dire, davanti a sé.

Sapeva che l'uomo non gli avrebbe mai fatto un regalo, lo aveva capito chiaramente... dopotutto, pensò, se non lo aveva mai fatto nemmeno al Tenente Hawkeye, quante possibilità aveva lui di riceverne uno?

Per qualche strano ed incomprensibile motivo, pensarlo lo fece sentire male: un dolore gli si attanagliò improvvisamente al petto mentre incomprensibilmente cominciava a sentirsi giù di corda.

Avrebbe dovuto fare un regalo al Colonnello?

"Chissà il Tenente cosa gli regalerà, sicuramente lei azzeccherà il regalo perfetto per lui... passano assieme molto tempo..."

Era combattuto: se avesse fatto un dono all'uomo glie l'avrebbe data vinta, ma se non glie ne avesse fatto uno avrebbe solamente dato conferma alle sue parole, cioè avrebbe comunque vinto di nuovo e lui se ne sarebbe uscito con la coda tra le gambe.

A questo punto non gli rimaneva altra scelta... doveva trovare un regalo anche per Mustang, ma non un regalo qualsiasi, uno speciale, uno che lo avrebbe lasciato a bocca aperta, uno che... che...

Non trovò le parole: chissà poi perchè era così importante cercare un regalo perfetto per lui? Sarebbe potuto bastare anche del cibo per cani no?

"..."

Sospirò continuando a passeggiare, sempre cercando disperatamente nelle vetrine dei negozi che passava, ma nulla attirava particolarmente la sua attenzione.

Doveva sbrigarsi, anche perchè rischiava da un momento all'altro di morire congelato.

Passavano i secondi, i minuti, più velocemente di quanto Edward si ritrovò improvvisamente a constatare quando, voltando l'angolo, trovò tutti i negozi chiusi.

L'ansia si impossessò di lui mentre cercava di prendere l'orologio da taschino per guardare l'ora, ma nel farlo perse l'equilibrio e cadde a terra rovesciando tutti i pacchetti.

Rimase fermo immobile, guardando stancamente e deluso dritto davanti a sé, mentre sentiva qualcosa di fastidioso e colpevole salirgli in corpo e farlo sentire in colpa: aveva fatto tardi, i negozi ormai erano chiusi... non era riuscito a trovare un regalo per Mustang! Chissà perchè poi gli interessava così tanto fargliene uno, o meglio, gli era interessato...

Batté il pugno per terra accecato dalla rabbia e dalla delusione: era riuscito a trovare il regalo a tutti, si era impegnato per cercare di trovare qualcosa che potesse piacere e essere apprezzato e alla fine non era riuscito comunque a trovare un regalo per il Colonnello, senza contare che se avesse avuto ancora un giorno a disposizione non sarebbe riuscito comunque a trovarne uno decente e presentabile. Non sapeva nulla di quell'uomo, di cosa gli piacesse o quali fossero i suoi hobby, quindi gli sarebbe stato semplicemente impossibile trovare qualcosa di adatto a lui.

Con che faccia si sarebbe presentato quella sera a casa di Maes sapendo di aver miserabilmente fallito "la missione" e con che occhi avrebbe guardato il suo superiore, soprattutto considerando le varie e incomprensibili emozioni che di lì a qualche tempo avevano cominciato ad evolversi e farsi velocemente e prepotentemente strada in lui, sfociando in una miriade di sentimenti confusi e forti ai quali non riusciva a dare un nome? A volte gli sembrava che tutto quel groviglio senza capo né coda fosse in realtà una cosa sola, altre invece no.

Solo di una cosa era certo: malgrado cercasse di non darlo a vedere, né tanto meno ammetterlo a sé stesso, ogni volta che incrociava lo sguardo del suo superiore una miriade di emozioni e scariche elettriche gli facevano perdere il controllo della bussola, proprio come era successo qualche ora fa all'esercito.

Quel brivido freddo...

Scosse la testa cupo alzandosi da terra, afferrò tutti i suoi pacchetti e si diresse verso casa a passo lento e trascinato: non aveva fatto un regalo a Mustang e, alla fine della fiera, solo quello era ciò che contava... oltre al fatto che doveva cercare di trovare, il più presto possibile, il nome di tutti quei sentimenti strani che provava nei confronti dell'uomo e fare finalmente ordine.

Sbuffò sentendosi quasi patetico: la scienza era lontana anni luce da cose astratte e prive di logica come i sentimenti...

Scacciò dalla testa quei ridicoli pensieri e l'immagine dell'uomo: tutto questo non aveva senso!

 

**         ***       **

 

<< Fratellone dobbiamo andare o arriveremo in ritardo! >> Chiamò Alphonse bussando alla camera del fratello.

Nessuna risposta.

Sospirò sconsolato voltandosi a guardare il piccolo appartamento nel quale vivevano da qualche tempo: era confortevole e tutto su un piano, proprio come piaceva ad Edward... inutile dire che non ci fosse nemmeno una microscopica decorazione, neanche la più piccola pallina o luce!

Decise di entrare comunque nella camera del fratello senza riprovare a bussare.

Alzò lo sguardo ritrovando il ragazzo appoggiato alla finestra ad osservare il panorama fuori: nevicava ancora e anche se il fratello gli dava le spalle, poteva mettere la mano sul fuoco che in quel momento avesse un volto furioso.

<< Nii-san, dovremmo andare, altrimenti il Colonnello non... >>

Un grugnito da parte dell'altro lo fece zittire.

Edward si voltò di scatto e corse verso il letto gettandocisi sopra di peso, nascondendo il volto nel cuscino.

Alphonse scosse la testa andandosi a sedere accanto al biondino: a volte si chiedeva chi tra i due fosse il fratello maggiore...

<< C'è qualcosa che non va Nii-san? >> Domandò gentilmente.

L'altro voltò la testa verso il ragazzo.

<< Alphonse... cosa devo regalare al Colonnello? >> Domandò con un sussurro.

Il minore sgranò gli occhi incredulo: Edward che si preoccupava di dover fare un regalo al Colonnello Mustang? Quale alieno aveva preso il posto di suo fratello?

<< Perchè dovresti fargli un regalo? >> Domandò Al confuso.

Edward ringhiò.

<< Quel cane... mi ha COSTRETTO a fargli un regalo, ma non sono riuscito a prendergli nulla... non posso presentarmi davanti a lui a mani vuote e dargliela vinta! >>

Alphonse sospirò visibilmente sollevato: ora sì che lo riconosceva... almeno in parte...

<< Cosa posso regalargli Alphonse? >> Domandò con voce supplichevole il biondino mettendosi seduto e incrociando le gambe.

<< E io che ne so scusa? Sei tu il suo diretto sottoposto, non io... prova a pensare a qualcosa che gli piaccia particolarmente... >> Gli suggerì.

Edward fece una smorfia sarcastico.

<< Le donne... >>

<< Va bene... a parte le donne fratellone, non ti viene in mente nient'altro? >>

Ed scosse la testa sconsolato.

Il più piccolo studiò attentamente il volto e le espressioni del fratello maggiore: possibile che quello non si fosse ancora reso conto dei sentimenti che nutriva per il Taisa? Se non gli fosse importato niente, gli avrebbe regalato anche uno stuzzicadenti, invece eccolo lì, il famoso Alchimista d'Acciaio, con la testa tra le mani a logorarsi nella ricerca disperata di un regalo perfetto... se glie lo avessero detto non ci avrebbe creduto.

<< E se provassi a regalargli qualcosa che ti piacerebbe ricevere? Qualcosa che ti piaccia molto? >>

Edward alzò un sopracciglio perplesso.

<< Un libro? >>

Parve pensarci sopra qualche istante, poi chinò la testa scuotendola appena.

<< Dubito che a Mustang potrebbe interessare un libro di scienza o Alchimia... >>

<< Certo che no! Insomma Nii-san, non parlavo di qualcosa di così materiale, intendevo qualcosa di più... personale! >> Spiegò pazientemente Al alzando gli occhi al cielo: dire che suo fratello era un caso disperato era riduttivo!

Puntò gli occhi su quello e si accorse che era completamente immerso nei suoi pensieri e stava osservando il muro davanti a sé con le braccia conserte.

<< Qualcosa di... personale... personale...!!! Ci sono!!! >> esclamò improvvisamente balzando in piedi e quasi inciampando nelle lenzuola del letto.

L'altro aggrottò la fronte osservando i movimenti goffi del fratello mentre si muoveva da destra a sinistra nella stanza in cerca di qualcosa.

Passarono diversi minuti quando finalmente Edward, riemergendo dall'armadio, sventolò sopra la sua testa un vecchio libro impolverato che il più giovane riconobbe immediatamente.

<< Ma quello... >> Disse avvicinandosi con passo veloce. << Vuoi davvero regalargli quel libro? >> Domandò perplesso.

Il biondo sorrise teneramente accarezzando la copertina rigida del vecchio libro impolverato, aprendolo e sfogliandolo attentamente: le pagine erano diventate col tempo gialline, tuttavia miracolosamente non c'era la minima traccia di odore spiacevole.

Quanti ricordi...

Si alzò in piedi prendendo sotto braccio il libro, senza rispondere al fratello: ovviamente la risposta era affermativa.

<< Va bene, ora sbrighiamoci a fare il pacchetto e andare... >> E così dicendo corse veloce fuori dalla stanza.

Alphonse scosse la testa sospirando sconsolato: quanta pazienza...

 

**         ***       **

 

<< Alla buon'ora Acciaio, come al solito mai che tu obbedisca ai miei ordini! >> Esclamò Mustang aprendo la porta di casa di Maes e accogliendo i due fratelli.

Edward arrossì lievemente guardando il Colonnello: non indossava come al solito la divisa, bensì un maglioncino nero a collo lungo, dei pantaloni di velluto del medesimo colore e al collo portava una sciarpa bianca di seta fine.

Sembrava quasi un angelo...

<< Io arrivo quando mi pare e piace! Credeva per caso che sarei arrivato puntuale perchè è Natale? >>

<< Più che crederci ci speravo... >> Disse con tono di voce drammatico lasciando passare i due.

Edward si tolse il cappotto mentre Alphonse si scrollava di dosso la neve accumulata sull'elmo dell'armatura, poi raggiunsero gli altri di là in salotto.

Quando Edward vide la stanza si sentì scoppiare la testa: non c'era un angolo che non fosse decorato a festa, ogni dove c'erano palline, luci, ghirlande, trifogli, vischi, l'immancabile albero di Natale con sotto, Edward deglutì, un sacco di regali.

Questo significava che anche lui doveva mettere lì sotto i suoi regali...

<< Bene arrivati Edward, Alphonse! >> Li accolse Maes sbucando da dietro l'angolo.

Il biondino fece un salto di tre metri osservando orripilato l'uomo: indossava un abito da babbo Natale e persino i baffoni e la barba bianca.

<< Buon Natale!! >> Esclamò zampettando intorno ai ragazzi allegramente. << Potete mettere sotto l'albero i vostri regali... >>

<< Dubito che Acciaio abbia fatto dei regali Maes, lascia perdere... >> Esclamò Roy avvicinandosi all'amico con un bicchiere di spumante in mano.

Sorseggiò elegantemente la bevanda e Edward, per un insano e inspiegabile momento, desiderò ardentemente essere quel bicchiere che le labbra di Mustang stavano sfiorando. Dovette lottare duramente per allontanare dalla mente quei ridicoli pensieri.

<< E invece ne ho fatti Colonnello di merda, Alphonse valli a prendere!! >> Ordinò arrossendo il ragazzo.

Il minore guardò un brevissimo secondo male il fratello, poi annuì allegramente dirigendosi verso l'entrata e tornando poco dopo con mille pacchetti tra le braccia, che depositò sotto l'albero.

Mustang sorrise visibilmente sorpreso.

<< Questi sì che sono progressi, sono stupito Fullmetal... >>

<< Vedi che avevi sbagliato Roy? Ero sicuro che il giovane Edward avrebbe portato regali per tutti, specialmente per mia figlia vero? Oh la mia piccola bambina diventa ogni giorno più bella, hai visto quanto è cresciuta dall'ultima volta che l'hai vista Edward? >> Domandò l'uomo euforico.

Il biondino alzò un sopracciglio pensieroso.

<< Ma se l'ho vista l'altro ieri... >> Disse confuso, ma quello se n'era già andato verso la piccola , l'aveva presa in braccio e ora stavano giocando assieme.

Edward osservò tristemente la scena: a lui tutto quello era mancato, probabilmente se avesse avuto un padre come Maes lui non sarebbe stato una persona così... così...

"ipocrita? Insensibile?"

<< Che razza d'idiota... >> Borbottò il moro terminando di bere tranquillamente e appoggiando il bicchiere vuoto sulla tavola elegantemente apparecchiata: al centro della stanza c'era un tavolo enorme apparecchiato per undici persone.

Edward si guardò in giro stringendosi le spalle: seduti attorno a una tavolino c'erano tutti gli altri, intenti a giocare a carte o guardare la televisione.

Rimase a bocca aperta quando il suo sguardo si posò sul Tenente Hawkeye: aveva lasciati sciolti i capelli, indossava una gonna elegante e non i soliti pantaloni della divisa militare, una camicia bianca che ne faceva risaltare le perfette forme, il volto disteso e sorridente, dolce anche se pur sempre marcato da un pizzico di serietà che la contraddistingueva.

Era davvero bella... anche Roy quella sera era davvero bello, tutti avevano curato il loro aspetto per festeggiare il Natale...

Si guardò imbarazzato: indossava i soliti vestiti neri, i soliti anfibi, il solito cappotto rosso appeso in corridoio...

<< Ehilà Edward, Alphonse! Venite a giocare a carte con noi!! >> Esclamò Breda salutandoli con un gesto cordiale e vivace della mano.

Il biondino ricambiò il saluto avvicinandosi a loro, sempre tenendo d'occhio il Colonnello con la coda dell'occhio: si era avvicinato alla bella bionda e ora stavano discorrendo amichevolmente del più e del meno.

Qualcosa di velenoso e spinoso attanagliò all'improvviso il suo cuore.

Gelosia... ma per cosa?

Si sedette assieme ad Alphonse e cominciarono a giocare a carte, anche se il ragazzo non prestava alcuna attenzione al gioco bensì al Colonnello, con evidenti e pessimi riscontri e sconfitte.

Sospirò cercando di concentrarsi su quel maledetto gioco: non era mai stato un amante delle carte, ma se in quel momento lo potevano aiutare a ignorare i due piccioncini, beh, allora ben venisse! Peccato solo che aumentassero a dismisura il nervosismo e la sua rabbia.

Alla quindicesima sconfitta consecutiva, l'Alchimista gettò all'aria le carte furioso decretando che ne aveva abbastanza, sotto lo sguardo divertito di Breda e Havoc.

<< Siamo forti Breda! >> Esclamò allegramente Havoc.

<< Dobbiamo ringraziare la tua proverbiale sfortuna con le donne se abbiamo vinto, conosci il detto no? Sfortunato nel gioco, fortunato in amore e viceversa... >>

Quelle parole fecero paralizzare e deprimere l'altro mentre invece procurarono una gran risata a tutti gli altri, meno che Edward. Che ragionamento del cavolo! Lui era sfortunato in entrambe!

<< Beh, esistono pur sempre le eccezioni... >> Esclamò Mustang sedendosi accanto ad Edward, accavallando le gambe e poggiando le braccia aperte come un angelo sullo schienale del divano.

Il biondino rimase paralizzato, o almeno la parte destra del suo corpo, quella a stretto contatto con quella del Taisa.

<< Già, c'è chi è fortunato in entrambe... >> Ribadì Maes sedendosi sulla poltrona e prendendo in braccio la piccola Eliciya. << Come me ad esempio... >>

<< Ma se quando giochiamo perdi sempre! >> Lo canzonò Roy con un ghigno divertito.

L'altro alzò il naso in segno di superiorità.

<< Chiaramente imbrogli, con la fortuna smisurata che hai con le donne, non puoi avere una fortuna così grande anche nel gioco! >>

<< Perchè no? Io ritengo che sia tutta una questione di volontà... >> Ribatté pacatamente quello inclinando la testa di lato.

Edward, sentendosi punto nel vivo da un affermazione così scorretta e priva di logica, intervenne prontamente.

<< Non è vero! Secondo la scienza, la fortuna è solo un caso dovuto alla probabilità degli eventi! Prendiamo il caso delle monetine: se lanciamo una monetina... >>

<< Acciaio possibile che tu non riesca a non fare un discorso nel quale non rientri la scienza? Solo per stasera, potresti gentilmente evitare l'argomento e goderti la festa? >> Lo interruppe il moro lasciando il ragazzo a bocca aperta, non poco offeso.

<< Ma io... >> Protestò arrossendo per la rabbia.

Mustang alzò la testa al cielo inarcando la schiena.

<< Comunque io non mi stavo riferendo alla fortuna, bensì alle donne... >> Spiegò con voce melliflua.

Edward avrebbe tanto voluto rimettere al tono strascicato della voce dell'altro.

<< Se sta per cominciare un altro monologo sulle sue vittorie in campo amoroso e il numero incontabile delle sue ex ragazze, la prego eviti! >> Piagnucolò Havoc disperato.

Tutti si lasciarono sfuggire una risatina, a parte Edward e Roy che rimasero seri e impassibili.

<< Quello che volevo dire è che basta prefissarsi una meta in testa e preparare un piano d'attacco per catturare la propria vittima... >>

<< Sembra che stai parlando di guerra cretino! >> Lo riprese Maes mentre la piccola gli scendeva dal braccio e si aggirava incuriosita tra i presenti, soffermandosi naturalmente davanti ad Edward.

La bimba si tese saltellando verso il biondino che, imbarazzato, la prese alla meglio in braccio facendola accomodare sulle sue ginocchia: non sapeva come comportarsi coi bambini, in fin dei conti anche lui in parte lo era ancora no?

<< Beh, in fin dei conti non c'è molta differenza tra combattere una guerra e conquistare una donna... >> Affermò convinto il moro passandosi una mano tra i capelli.

<< Già, il Colonnello ha ragione... >> Esclamò Havoc aggrappandosi a Breda e Fallman. << Conquistare una donna è anche più dura che combattere! >>

<< Veramente io mi riferivo al fatto che ci volesse una ferrea volontà per riuscire in entrambe, attenersi a un piano predefinito e volerlo... >>

Mustang si voltò verso Edward puntando i suoi occhi petrolio nei laghi dorati del ragazzo, guardandolo così intensamente e seriamente da metterlo in soggezione.

Il maggiore dei fratelli venne scosso da un tremito quasi impercettibile che venne notato solo da suo fratello, senza sorpresa da parte di quest'ultimo.

Strinse a sé la piccola e quella, pensando a un gioco, si aggrappò ai capelli del ragazzo tirandoglieli forte.

<< Ahi! >> Esclamò strizzando gli occhi.

Roy sorrise appena tranquillo e allontanò le manine della piccola dai capelli dell’altro poi tornò a guardare quello intensamente.

<< ...E io ottengo sempre ciò che voglio... >>

<< Oh, sono arrivati anche Edward e Alphonse... ciao ragazzi! >>

Tutti si voltarono verso Glacier, che era appena arrivata nella stanza con un vassoio tra le mani.

<< Buonasera signora... >> Salutarono cortesemente i due ragazzi.

Quella sorrise gentile e poi poggiò il vassoio sul tavolo, voltandosi a guardare tutti i presenti.

<< Bene, tutti a tavola, non vorrete mica che si raffreddi? >>

 

**         ***       **

 

Edward si massaggiò la pancia leggermente rigonfia: aveva mangiato come mai prima d'ora, si sentiva letteralmente scoppiare. Il Colonnello aveva ragione: Glacier era davvero un'ottima cuoca...

Si guardò in giro leggermente spaesato: Breda e Havoc stavano giocando nuovamente a carte, Fury e Fallman stavano parlando del più e del meno con Maes e la moglie mentre Hawkeye stava seduta a guardare la televisione con accanto il Colonnello.

Edward fece una smorfia disgustata: cosa potevano trovarci quei due di così interessante in quel maledetto filmino da quattro soldi sul Natale?

Sospirò sconsolato notando che suo fratello gli si stava avvicinando con la figlia di Maes sulle spalle.

<< Ehi fratellone, c'è qualcosa che non va? >> Domandò allegramente.

Il biondino scosse la testa poco convinto: in realtà avrebbe voluto andarsene il prima possibile, si sentiva terribilmente a disagio in quell'atmosfera così serena e distesa... così natalizia!

Si sentiva come un pesce fuor d'acqua...

<< Sì... va tutto bene... >> Mentì il ragazzo sforzando un sorriso.

Il fratello lo guardò tristemente, ma prima che potesse dire qualcosa Maes balzò improvvisamente al centro della stanza.

<< Ladys and Gentlemen, è arrivata la mezzanotte! Il momento di aprire i regali è finalmente arrivato! Eliciya vieni qua dal papà! >>

Edward inghiottì cercando di darsi una calmata: il momento era giunto...

Si alzò da tavola raggiungendo tutti gli altri, che si erano riuniti ai piedi dell'albero di Natale, e si inginocchiò lentamente.

<< Bene gente, datemi tutti i miei regali!! >> Esclamò Maes sfregandosi le mani eccitato.

<< Abbi un attimo di pazienza Maes, dai la precedenza ai tuoi superiori... >> Esclamò Mustang con voce pacata voltandosi verso tutti i suoi sottoposti e tendendo le mani.

<< I regali... >> Disse con un ampio sorriso da bambino sulle labbra.

Tutti scossero la testa sconsolati.

<< Non cambierà mai Colonnello... >> Esclamò Riza consegnando un piccolo pacchetto tra le mani dell'uomo.

<< Il Tenente Hawkeye ha ragione... è irrecuperabile... >> Aggiunse Havoc consegnando un regalo all'uomo, leggermente più grande di quello della donna.

<< Buon Natale vecchio mio! >> Esclamò Maes allegramente consegnando un regalo gigantesco all'amico.

Roy lo afferrò faticosamente: era davvero enorme!

<< Sempre il solito esagerato... >> Disse alzando gli occhi al cielo...

Tutti si lasciarono sfuggire una risata sincera, fino a quando l'uomo non si voltò verso Edward tendendo la mano sfacciatamente e tranquillamente.

Cadde il silenzio mentre il ragazzo osservava sconcertato la mano dell'uomo mentre una rabbia incredibile cominciava ad investirlo velocemente: perchè quel bastardo dava per scontato che lui gli avesse fatto un regalo?

<< Perchè crede che io le abbia fatto un regalo? >> Mentì il giovane lasciandosi prendere dalla furia: quell'uomo era troppo sfrontato, lo infastidiva quel suo comportamento.

L'uomo sorrise ritraendo la mano tranquillamente.

<< Beh, in fin dei conti è meglio così... immagino che se anche avessi deciso di farmi un regalo, mi avresti preso un libro, vista la tua scarsa fantasia Acciaio... >>  Disse cominciando a scartare i regali e distogliendo lo sguardo dall'altro.

Colpito.

Ferito.

Il ragazzo indietreggiò appena stringendo il pacchetto che nascondeva sotto la giacca nera, sgranando gli occhi mortificato e deluso da sé stesso.

Nessuno se ne accorse, tutti continuarono a scartare i loro regali allegramente.

Chinò la testa non preoccupandosi più di cosa gli accadesse intorno: non ascoltò i ringraziamenti da parte di Havoc per l'accendino artigianale che gli aveva regalato, non badò a quelli di Riza per la nuova pistola e per il paio di guanti, né tanto meno a quelli di Maes e di sua figlia che gli sventolavano davanti un orsacchiotto gigante e un computer portatile.

Niente, non badò a nulla...

Si sentiva come sospeso a metà tra realtà e sogno, come se quello che gli stava accadendo attorno non stesse accadendo davvero.

Ignorò gli auguri di Natale, persino quando Riza Havoc e suo fratello vennero ad abbracciarlo con vigore.

Solo una cosa notò: Mustang non aveva fatto regali a nessuno, proprio come aveva detto Havoc... e questo gli bruciò dentro come mille fuochi.

Improvvisamente si alzò in piedi rumorosamente, attirando l'attenzione di tutti quanti.

Era stata una pessima idea venire lì, avrebbe dovuto rimanere a casa con suo fratello e passare un altro infelice Natale all'insegna dello studio e della scienza. Dopotutto lui odiava il Natale.

Strinse le braccia al petto facendo appiattire ulteriormente il pacchetto contro la sua pelle nuda: avrebbe voluto consegnare il pacchetto a Mustang più tardi, per evitare che tutti vedessero, ma a questo punto si rendeva benissimo conto che era diventato impossibile.

Era stato un stupido. Aveva sbagliato. Si era illuso di...

Già... di cosa?

"Di sorpassare Hawkeye..." ammise a sé stesso chinando la testa sconsolato: forse finalmente quel groviglio di sentimenti insensati cominciavano a districarsi e farsi chiari, facendo emergere un nome...

<< Scusate dov'è il bagno? >> Domandò con voce apatica, cercando di nascondere la rabbia.

Il Colonnello fissò seriamente il ragazzo, cercando di capire i motivi di tale comportamento.

<< Su per le scale, in fondo al corridoio a sinistra caro... >> Gli rispose Glacier preoccupata. << Tutto bene? >>

Il ragazzo si voltò senza rispondere e si incamminò verso la direzione indicatagli dalla donna e scomparve ben presto dalla vista dei presenti.

Salì le scale, percorse il breve tragitto, arrivò in bagno, sbatté la porta e si guardò in giro scorgendo una porta che dava all'esterno.

La aprì uscendo in terrazza, ignorando il freddo e la neve: nonostante la terrazza fosse coperta, capitava che ogni tanto i cristalli gelati gli bagnassero il volto, confondendosi con le lacrime di vergogna che il giovane cominciò a versare...

Era furioso, ce l'aveva col mondo intero e ancora più con sé stesso per essere stato così stupido da crederci...

Si appoggiò sul corrimano guardando in giù: il suolo innevato non era distante, occhio e croce cinque metri da terra.

Sospirò stringendosi le spalle e tremando per il freddo: persino i suoi automail sembravano implorare pietà...

Osservò tristemente il panorama che aveva davanti, appoggiando il mento sul bordo della terrazza: le mille luci che decoravano la città gli facevano venire solo un gran mal di testa, le canzoni natalizie e tutte le decorazioni non facevano che peggiorare ulteriormente la situazione... se avesse potuto, avrebbe usato l'Alchimia per disfarsene all'istante!

<< Idiota... >> Borbottò tirando fuori da sotto la giacca il libro incartato e ponendolo davanti a sé a braccia tese, sempre rimanendo appoggiato con la testa al freddo corrimano ferreo.

<< Sei un idiota Mustang... >> Ripetè tra sé e sé osservando accigliato il pacchetto.

<< Considerando tutti gli appellativi con i quali ti rivolgi a me, lo prendo per un complimento Acciaio... >> Esclamò pacatamente una voce ben conosciuta alle sue spalle.

Edward sobbalzò per lo spavento nascondendo il pacchetto dietro la schiena e voltandosi di scatto verso l'uomo alle sue spalle.

<< Cosa... cosa ci fa lei qui? >> Domandò cercando di darsi una calmata.

Il Colonnello fece spallucce.

<< Non farti strane idee Fullmetal, diciamo che mi hanno obbligato a vedere che fine avevi fatto, anche se ho provato a protestare dicendo che ormai avevi i tuoi anni e che sapevi benissimo vedertela da solo... >>

<< Che gesto caritatevole da parte suo... immagino che non volesse scomodarsi a venirmi a cercare: chissà quanto le è pesato alzare il suo regale fondoschiena da quel divano per venirmi dietro... >> Esclamò il ragazzo sarcastico, non nascondendo una punta di risentimento e rabbia nella voce, cosa che ovviamente non mancò di notare l'altro.

<< Cos'hai detto Acciaio? >>

Il ragazzo strinse il regalo dietro le sue spalle chinando lo sguardo: era troppo arrabbiato per riflettere...

<< Lei è uno stupido Colonnello di merda... >>

L'uomo guardò seriamente il ragazzo restando in silenzio: non riusciva a capire di cosa stesse parlando il giovane, né il motivo per cui ce l'avesse con lui.

Cadde il silenzio durante il quale nessuno dei due si mosse di un solo passo.

Mustang sospirò inclinando leggermente la testa: cercare di capire qualcosa di quel ragazzo era fatica sprecat... e quello cos'era?

Sgranò gli occhi a metà tra l'incredulo e l'incerto mentre osservava lo strano pacchetto che sporgeva appena da dietro le spalle del giovane... no, non ci poteva credere! Assolutamente contro ogni previsione!

Che fosse...?

<< Acciaio cosa nascondi dietro la schiena? >> Domandò l'uomo ancora sconvolto per la scoperta fatta.

Il ragazzo si affrettò a nascondere il pacco arrossendo notevolmente: allora aveva visto giusto!

<< Nient... >> Ma prima che potesse terminare la frase, l'uomo gli si era avvicinato velocissimo e gli aveva preso il regalo dalle mani prima che potesse replicare o accorgersene.

Maledizione!

<< Lo lasci, non è per lei! >> Esclamò furioso tendendo le mani verso il pacchetto, mentre l’altro lo alzava al cielo impedendo al ragazzo di arrivarci.

<< E immagino che con la scritta "Per il Colonnello" tu intendessi dire la piccola Eliciya, vero Acciaio? >>

Il ragazzo smise immediatamente di saltellare e guardò come congelato l'uomo che gli stava davanti, con quel ghigno in faccia vittorioso: quanto sapeva essere odioso Roy Mustang, quanto lo odiava, quanto...

...lo amava!

Si voltò dando le spalle all'uomo, troppo imbarazzato per poter aggiungere un'altra parola: avrebbe preferito sprofondare sotto terra piuttosto che affrontare nuovamente gli occhi di quel bastardo!

<< Allora è per me Acciaio? >> Domandò divertito l'uomo stringendo il pacchetto ancora incredulo: non avrebbe mai scommesso nemmeno un soldo bucato che Edward gli avrebbe fatto un regalo, anche se prima aveva teso la mano per reclamarne uno , ma lo aveva fatto solo per irritarlo.. e invece...

"Invece..."

<< Cosa aspetta ad aprirlo, si sbrighi no? Tanto non le piacerà... >>

<< E come fai a dirlo? >>

Edward si voltò verso l'uomo sorridendo ironicamente: Mustang lesse anche tristezza in quegli occhi furenti e falsamente divertiti.

<< Se non fosse antiscientifico lo chiamerei "sesto senso"... >> Esclamò ironicamente incrociando le braccia al petto per cercare di riscaldarsi.

<< Il tuo senso dell'umorismo lascia parecchio a desiderare... >> Rispose l'uomo cominciando a scartare il regalo e gettando la carta a terra: le avrebbe dato fuoco più tardi.

Rimasero in silenzio mentre il Colonnello scartava il suo regalo con una lentezza straziante: Edward si trattenne dallo strappargli di mano il pacco e aprirglielo di persona.

La carta cadeva a terra, la neve la seguiva.

Finalmente tutta la carta che avvolgeva il libro finì a terra e l'uomo osservò stupito il libro che Fullmetal gli aveva regalato: si sarebbe aspettato qualsiasi libro da lui, uno di scienze, biologia, Alchimia, chimica, storia... ma quello che reggeva in mano era davvero una sorpresa, non riusciva a spiegarsi il significato di un regalo del genere... se ne avesse uno..

Guardò il tomo analizzandolo seriamente: un vecchio libro di favole e canti di Natale dalla copertina logora e dall'aspetto vissuto.

Che significava?

<< Un libro... di favole? >> Domandò incerto ricordando improvvisamente ciò che aveva detto poco prima in salotto, quando Edward gli aveva fatto capire che non gli aveva fatto un regalo.

"…Immagino che se anche avessi deciso di farmi un regalo, mi avresti preso un libro, vista la tua scarsa fantasia Acciaio..."

Deglutì sentendosi per la prima volta, come tanti lo chiamavano, un cane: era stato davvero uno stupido... un bastardo...

<< Mi sorprende Colonnello, non pensavo fosse dotato di così tanto acume... >> Lo canzonò il ragazzo tristemente.

Mustang annuì appena con la testa.

Edward sospirò appoggiandosi alla parete della casa: faceva davvero freddo...

Guardò incuriosito l'altro stupendosi della reazione di quest'ultimo: eccolo lì, il grande Alchimista di Fuoco, con la testa china sul libro, perso in chissà quali pensieri... sembrava quasi si sentisse in colpa...

Il biondino alzò un sopracciglio per nulla convinto: Mustang era troppo bastardo per potersi sentire in colpa...

<< Era di mia madre... ricordo che quando io e Al eravamo piccoli, la notte di Natale, ci leggeva le favole di quel libro... non ho molti ricordi di quei tempi, non rammento nemmeno una di quelle favole... ma ci sono comunque molto affezionato, visto che è una delle poche cose che mi restano di lei... >>

Si voltò dando nuovamente le spalle all'uomo.

<< ...ma immagino che non era questo il regalo di Natale che le sarebbe piaciuto ricevere... ho sbagliato completamente genere vero? >>

Cadde per qualche istante il silenzio, fatto di tensione e dispiacere.

Il giovane alzò la testa al cielo mettendosi le mani in tasca: in fin dei conti era meglio così no? Meglio non farsi troppo illusioni su una storia che non sarebbe mai potuta nemmeno nascere...

Sospirò sconsolato voltandosi in direzione della porta.

<< Vabbè, sarà meglio rientrare, comincia a far fred...!!! >>

Non riuscì a realizzare bene quello che accadde.

Un tonfo provocato da qualcosa che cade.

Il libro di sua madre per terra.

Qualcosa di pesante e piacevolmente caldo che lo avvolgeva completamente...

Sgranò gli occhi mentre un odore familiare cominciava ad inebriargli i sensi: avrebbe riconosciuto il profumo del Colonnello anche tra mille, si schifò quasi di sé stesso e di quanto patetico fosse... ma se l'odore del Colonnello era così vicino, questo voleva dire che...

Improvvisamente si accorse che si trovava stretto tra le braccia del suo superiore, che stava piegato su di lui avvolgendolo completamente e facendogli venire i brividi, non di freddo bensì di caldo e...

Piacere?

...Forse.

Sgranò gli occhi incredulo avvertendo ogni suo centimetro del corpo paralizzarsi e le mani del Colonnello così grandi e calde avvolgerlo come se fosse un bambino: la cosa non gli diede fastidio. Per la prima volta in vita sua, Edward si ritrovò a ringraziare la sua discutibile "altezza".

<< C-Colonnello... cosa sta facendo? >>

<< Acciaio sei proprio senza speranze... >> Gli sussurrò all'orecchio l'altro, facendolo arrossire.

<< Cosa... vuole dire? >> Domandò con voce tremante.

Il moro sorrise appena portando una mano tra i capelli dell’altro.

<< La voce ti trema per il freddo o perchè ti sto abbracciando? >> Domandò maliziosamente sempre al suo orecchio.

Edward arrossì ulteriormente.

<< Per il freddo naturalmente, che razza di domande sono?! Mi lasci andare!! >> Ordinò furioso, ma la stretta  si fece ancora più forte.

Improvvisamente si ritrovò contro il muro, imprigionato tra questo e il Colonnello, senza via di fuga: in trappola...

L'uomo si scostò appena dal ragazzo e lo guardò dritto negli occhi, ponendo tra il suo volto e quello dell'altro solo pochi centimetri.

Portò una mano, che Edward scoprì con grande piacere essere caldissima, sulla guancia del biondino.

<< Sai Acciaio, è vero che in genere non gradisco ricevere libri come regali... >> Cominciò, ma venne immediatamente fermato dal giovane.

<< Che fa? Rigira il coltello nella piaga? >>

Il Taisa sopirò sconsolato.

<< Mi fai finire Acciaio? >>

Il ragazzo si morse il labbro inferiore puntando occhi spavaldi contro l'altro.

<< Prego, continui... >>

Mustang sorrise appena saggiando coi polpastrelli la morbida pelle del volto del ragazzo, godendo della coloritura cremisi che andava via via tingendo le sue gote.

<< ...però il regalo che mi hai fatto stasera è uno dei più belli che io abbia mai ricevuto... >>

Il biondino guardò scettico l'uomo: che si stesse facendo beffe di lui?

<< Un libro di favole? Che razza di regali potevano essere gli altri allora? Mi sta prendendo in giro? Non aveva detto che odiava ricevere libri? >>

Roy sorrise davanti a così tanta ingenuità.

<< La tua innocenza mi lascia sempre più perplesso Acciaio... e mi affascina sempre più... >>

Ed arrossì ancora di più: cosa diavolo volevano dire quelle parole?

<< In ogni caso... >> Proseguì l'uomo sorridendo malizioso. Brutto segno... << ...non mi stavo riferendo al libro di per sé, ma a quanto valga per te ciò che mi hai regalato... è come se tu, con quel gesto, mi avessi regalato il tuo cuore... >>

<< Il... mio cuore? M-ma... >> Protestò il ragazzo senza sapere bene cosa rispondere, quando improvvisamente si ritrovò le dita di Mustang poggiate delicatamente sulle sue labbra... ma che diavolo stava facendo quel maniaco...

...anche se... doveva ammettere che quel tocco, quelle attenzioni, gli facessero particolarmente piacere.

<< Chiudi gli occhi Fullmetal... >> Gli ordinò dolcemente l'uomo sorridendo in modo rassicurante.

Edward lo guardò intimorito, quasi volendo sottrarsi a quel contatto, ma l'uomo lo bloccò prendendogli il mento con la mano e voltandolo verso di lui con un gesto deciso.

<< Cosa vuole... fare? >> Domandò spaventato il biondino.

<< Tu parli troppo per i miei gusti... giuro che non ho cattive intenzioni... >>

<< E come faccio a fidarmi di lei?!? >>

<< Chiudi gli occhi Acciaio e stai tranquillo... >> Ripetè tranquillamente il militare sospirando. << ... voglio solo consegnarti il mio regalo di Natale... >>

Il biondino sgranò gli occhi increduli: Mustang.. gli aveva fatto un regalo di Natale? Ma lui non ne faceva mai a nessuno, nemmeno a Hawkeye... che fosse uno scherzo?

<< Chiudi gli occhi, è un ordine. >> Ripetè nuovamente il moro, questa volta ricorrendo alla sua posizione all'interno dell'esercito e facendo quello che gli riusciva meglio, ovvero dare ordini.

Riluttante, il ragazzo chiuse gli occhi e attese.

Passarono i secondi, uno dopo l'altro, e Edward continuava a rimanere in silenzio, con gli occhi chiusi e il volto rivolto verso l'uomo: attendeva, ma l'altro rimaneva immobile, continuando ad abbracciarlo e a scorrere le sue dita sul suo volto... quando improvvisamente qualcosa di caldo si posò sulle sue labbra, qualcosa di morbido e terribilmente piacevole che non gli permise di respirare, qualcosa che si spinse verso di lui con un certo impeto, sentendosi stringere ancora più forte tra le braccia del Colonnello.

Spalancò gli occhi incredulo: Mustang... lo stava baciando!

Che stesse sognando?

Sentì improvvisamente la lingua dell'uomo penetrare tra le sue labbra schiuse e cercare la sua, mordicchiandogli le labbra con una certa e riconosciuta maestria.

Cosa doveva fare? Non era portato per quel genere di cose, non aveva mai baciato qualcuno in vita sua, come si faceva? Rimpianse di non aver letto qualche romanzo rosa: gli sarebbe tornato davvero utile in quel momento!

<< Rilassati Acciaio... >> Sussurrò a fior di labbra l'altro con voce roca. << Segui i miei movimenti... >>

Edward annuì con la testa facendo sorridere l'uomo: così ingenuo...

Timidamente, senza esperienza, mosse appena la sua lingua cercando quella dell'altro, spingendosi appena, incerto, verso le labbra piene ed esperte del Colonnello: chissà se stava andando bene...

Ben presto si accorse che non stava più rispondendo delle sue azioni: abbandonato alle emozioni e a quel vortice di sensazioni, le sue labbra si muovevano ormai da sole, rispondevano agli stimoli di quelle dell'altro, si accorse che avrebbe potuto continuare all'infinito se avesse avuto altro ossigeno a disposizione.

Si staccarono guardandosi negli occhi: Mustang poteva leggere benissimo l'imbarazzo in quelli dell'altro, accompagnati da una infinita tristezza e rabbia...

<< Perchè lo ha fatto? >> Domandò il ragazzo mentre una lacrima dispettosa rigava il suo volto. << Perchè? >>

<< Perchè? >> Ripetè confuso l'uomo: che razza di domande erano quelle?

<< Perchè si diverte a umiliarmi così tanto? Non si è divertito abbastanza? >> Domandò nuovamente il giovane mentre un'altra lacrima gli rigava dispettosa il suo volto.

Il moro si fece serio, prendendo il volto dell’altro tra le mani e baciandolo con più impeto.

<< Non ti sto prendendo in giro Acciaio... >> Sussurrò serio a fior di labbra. << Pensi che ti stia mentendo? Che i miei sentimenti siano falsi? >>

<< Lo sono... >> Mormorò il ragazzo cercando di sottrarsi ai baci dell'altro: troppa fatica e troppa poca buona volontà...

<< No Acciaio, non ti sto mentendo... Edward io ti amo. >>

Le parole che fecero crollare ogni difesa del ragazzo arrivarono con la potenza di una scarica elettrica pari a milioni di volt, anzi no, miliardi.

Non si rese conto delle sue lacrime, dei baci, delle carezze, ripensava solo alle parole che gli aveva appena detto l'uomo.

Ti amo... nessuno glie lo aveva mai detto... nessuno...

Si staccarono nuovamente e si guardarono nuovamente negli occhi, Roy attendendo una risposta.

Edward chinò la testa imbarazzato: quanto era difficile dichiararsi? Come diavolo aveva fatto quel dannato a dirlo con così tanta facilità? Come?

No, lui non doveva essere da meno, che fine avrebbe fatto la sua reputazione altrimenti?

<< Anch'io... la amo Colonnello... >>

<< Roy... >>

<< Quel che è. >>

Mustang alzò gli occhi al cielo sospirando.

<< Il tuo romanticismo mi tocca nel profondo Acciaio... non c'è che dire... >>

<< Ma la piant... ma finiscila... >>

Roy sorrise serenamente facendo arrossire Edward.

Baciò ancora una volta le labbra rosee del ragazzo, gustandone quel sapore così invitante: avrebbe potuto continuare all'infinito, ma il tempo che avevano a loro disposizione stava terminando: presto sarebbero dovuti scendere e ritornare dagli altri...

Si staccò nuovamente dal ragazzo e lo guardò vivacemente negli occhi.

<< Buon Natale Acciaio... >>

Il ragazzo sorrise sadico.

<< Buon Natale a lei, Colonnello di merda! >>

 

**         ***       **

 

<< Insomma, mandiamo Roy a vedere dove si è cacciato Edward e sparisce anche lui! Ma guarda te! >> Esclamò seccato Maes rivolgendosi agli altri presenti nella stanza.

<< Oh andiamo caro, non essere così severo! >> Lo riprese la moglie con un sorriso gentile.

<< Ma stanno rovinando la serata! Ora vado a cercarli e li trascino giù di pes... >>

<< BANG! >>

L'uomo cacciò un urlo terrorizzato, irrigidendosi sul posto e voltandosi verso Hawkeye, la quale teneva ancora in mano la pistola con cui aveva sparato.

<< Riza... ma cosa...? >>

<< Che nessuno si muova da questa stanza chiaro? Nessuno deve disturbare il Colonnello mentre... ehm... dialoga con Edward Elric... >>

<< Perchè? E' successo forse qualcosa di grave? >> Domandarono Maes e tutti i presenti.

Riza e Alphonse sospirarono scuotendo la testa.

<< No, ma lasciamoli in pace, torneranno da soli quando avranno finito... >> Esclamò Riza sedendosi sul divano, ma sempre tenendo sotto mano la sua pistola.

Alphonse sorrise riconoscente all'indirizzo della donna e quella annuì serenamente facendogli l'occhiolino, sotto lo sguardo sempre più confuso di tutti i presenti.

Chi li capiva era bravo... 

 

 

 

 

 

 

[The End]

 

 

 

 

 

 

ANGOLINO

 

 

Allora, se siete arrivati fin quaggiù vi faccio le mie più sincere congratulazioni.

Come vi è sembrata?

A me ha fatto una gran tenerezza, ma vorrei sapere anche il vostro parere.

Ringrazio in anticipo tutte quelle persone che leggeranno e, magari, lasceranno qualche commentino.

Spero di tornare presto, magari potrebbe essere la volta buona che scrivo una RoyAi: sto solo aspettando l’ispirazione…

In ogni caso per il momento vi saluto e, nel caso non dovessi più riuscire a postare, auguro i più sinceri auguri di Natale a tutti i lettori.

Augurosi e felici feste!

 

 

 

Eril

  
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