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Autore: Adeia Di Elferas    08/03/2015    4 recensioni
Poirot viene convocato al nord per la lettura di un testamento in cui è stato citato. Anche la sua storica amica, la scrittrice Ariadne Oliver, è stata chiamata per l'occasione. I due si troveranno in un ambiente molto particolare e dovranno unire la forze per risolvere un enigma che li coinvolgerà da molto vicino.
Genere: Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 “Ah, oui.” disse Hercule Poirot, guardando fuori dal finestrino la campagna innevata che correva accanto al treno.
 Ariadne Oliver cercò nella borsa una mela, la pulì in fretta contro la manica e soffiò, esasperata: “Vedete, amico mio? Se l'assassino è il tenente Brown, allora Sven si sbaglia, ma se l'assassina è la signorina Moore, Sven ha ragione, ma a quel punto, cosa c'entrava la lettera trovata sul luogo del delitto?”
 Poirot strinse le labbra, pensieroso, senza rispondere. Vedeva la sua immagine vagamente riflessa nel vetro che gli stava davanti e notava con piacere che i suoi baffi neri e arricciati erano in perfetto ordine.
 Visto che Mrs Oliver sembrava in attesa di un qualche commento, Poirot soggiunse: “Ecco perchè preferisco risolvere crimini veri, invece che quelli dei romanzi gialli.”
 Ariadne alzò un sopracciglio, trovandosi d'accordo, stacco con un sonoro crac un morso dalla mela e sentenziò, a bocca ancora piena: “Se potessi, farei anche io come voi.”
 Poirot sorrise distratto, sempre guardando la neve bianca che ricopriva ogni cosa attorno a loro. Quel clima gli ricordava tremendamente quella volta in cui aveva percorso la transiberiana a bordo di un treno carico di assassini. Il solo ricordo lo fece rabbrividire.
 “Avete freddo, Poirot?” chiese Mrs Olvier, fissandolo divertita. “No, no...” si affrettò a dire lui: “Solo... Ricordi.” concluse, laconico.
 Mrs Oliver si accontentò della spiegazione e tornò a riguardare i fogli di appunti che teneva sul sedile accanto.
 Nello scompartimento si era creato un piacevole tepore, che rendeva molto gradevole la vista della neve sui campi. A Hercule sembrava di capire a fondo i versi latini che dicevano quanto fosse bello vedere una nave che affondava in lontananza, sapendo di non esservi sopra.
 Forse era un pensiero molto egoista, ma gli infuse un grande senso di pace.

 “Secondo voi perchè ci hanno chiamati?” chiese Ariadne, riunendo i fogli, stufa di cercare una scappatoia per il suo odiato protagonista Sven Hjerson.
 Poirot si lisciò il bavero della giacca e inclinò la testa verso destra: “Non saprei. Voi conoscevate bene la signora Thomson?”
 Mrs Oliver sbuffò: “L'avevo incrociata una sola volta a Londra, ormai più di vent'anni fa... Dubito che la nostra si potesse chiamare amicizia...”
 Hercule sporse in fuori il labbro: “Molto strano.”
 “E voi, Poirot? La conoscevate bene?”
 L'uomo scosse piano il capo: “Non l'ho mai vista in vita mia, Mrs Oliver.”
 “E questo non vi pare strano?” chiese Ariadne, infilando il plico di fogli nella borsa, non badando troppo a tutte le pieghe che infliggeva loro con quel gesto affrettato.
 “Oui, molto strano.” convenne Poirot: “Mais...” aggiunse, accigliandosi: “No, non saprei.”
 “Mh, qualcosa che il geniale Hercule Poirot non sa.” gongolò Mrs Oliver: “Da annoverare negli annali.”
 Poirot sorrise benevole e si abbandonò di nuovo contro lo schienale: “Spero solo che questo viaggio finisca presto.”
 “E che non succeda nulla di spaventoso.” fece Ariadne, incrociando le braccia sul petto.
 Poirot la guardò in tralice: “Il vostro sesto senso dice il contrario, forse, ma amie?”
 Mrs Oliver alzò le spalle in modo plateale: “Non saprei Poirot. Non mi piace muovermi con tutta questa neve, tutto qui.”
 Hercule la guardò ancora un momento, poi si concentrò di nuovo sul paesaggio. Ormai il sole stava calando e la luce dello scompartimento si rifletteva contro il vetro, rendendo quasi impossibile distinguere qualcosa.
 Stava ricominciando a nevicare, quello lo si capiva, e Poirot aveva il sentore che, più si fossero addentrati nel nord, più sarebbe nevicato.
 Mrs Oliver sospirò e chiuse gli occhi, così anche Poirot si decise a rilassarsi, benchè essere ancora in viaggio a quell'ora non fosse nelle sue corde. Per fortuna anche la sua amica Ariadne aveva dovuto prendere lo stesso treno e per il suo stesso motivo.
 'Un'eredità' pensò Poirot: 'di una donna che non conosco...'
 Approfittando degli inequivocabili segni di assopimento della sua compagna di viaggio, Poirot prese lo specchietto che teneva in tasca e si diede una sistemata millimetrica ai baffi.
 Lo rimise in tasca e ricominciò a pensare. Chi mai poteva lasciare una parte di eredità a uno sconosciuto? E soprattutto, perché?

 

   
 
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