Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Ashera_Hiden    08/03/2015    2 recensioni
In ogni parte del mondo esistono persone con poteri incredibili, queste capacità derivano dai Frutti del Diavolo, che se ingeriti donano capacità fuori dal comune, seppur ad un prezzo.
Molti di questi Frutti sono tuttora ignoti, ma quello che li accomuna sono tre semplici dogmi:
1. Chiunque mangi un Frutto del Diavolo perde la capacità di nuotare;
2. Esiste solo un frutto per tipo, e dona un potere unico;
3. Il potere scompare alla morte e non è ereditato dalla discendenza.
Come ogni regola esiste un’eccezione.
Io sono questa eccezione, io sono un Demone nato dal mare.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Barba bianca, Ciurma di Barbabianca, Marco, Portuguese D. Ace
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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9 - 9

La luce del sole filtrava dall'oblò della camera del Primo Ufficiale: erano passati diversi giorni dalla gita a Brene, e il giorno prestabilito per la missione era arrivato.
Ace era stato nominato comandante della seconda flotta.
La ragazza si stava vestendo in modo metodico, quasi rituale: portava dei pantaloni larghi fino al ginocchio, una canotta con sopra una camicia a quadri; i suoi capelli candidi le ricadevano sulla schiena sciolti.
Lentamente aprì il baule che conteneva il Tara, lo prese e uscì dalla stanza.
Erano circa le sei del pomeriggio, mancavano poche ore al tramonto.
Il ponte della nave era deserto ad eccezione di Barbabianca, Marco ed Ace.
- Eccomi, padre! - si annunciò la ragazza.
- Ti senti pronta? - chiese il vecchio capitano.
- Prontissima! - rispose con sguardo serio.
- Come da accordo loro verranno con te, non ho alcuna intenzione di negoziare. - concluse il capitano.
- Va bene. - disse Enji con un sorriso tirato - Ma non sono sicura che riusciranno ad entrare! -
Come a scandire il passare del tempo, il sole iniziò a tramontare sull’orizzonte ad ovest.
Marco ed Ace si avvicinarono alla ragazza. Senza fiatare le tre figure si posizionarono sulla superficie dell’acqua illuminata dal potere di Enji.
- Ascoltate… - iniziò la ragazza - …non so cosa troveremo, cercate di non mettervi nei guai! - nel pronunciare quelle parole la ragazza si taglio il palmo della mano con una lama di luce - Cercate di sopportare! - con il suo sangue blu segnò il corpo dei due ragazzi.
- Perché questo? - chiese Marco.
- Dobbiamo ingannare la chiave, altrimenti voi non riuscireste ad entrare. -  spiegò lei.
Subito dopo con la mano insanguinata iniziò a ricoprire il Tara con il suo sangue, il quale penetrò nelle incisioni; quando il processo terminò la chiave brillò di un azzurro cielo e le incisioni color argento spiccarono sullo sfondo.
Ancora pochi minuti e il sole sarebbe tramontato.
- Posate le mani sulle mie - disse la ragazza tenendo il cilindro parallelo alla superficie dell’acqua tenuto ai margini da entrambe le mani.
Immobile scrutava il tramonto.
- Cosa aspettiamo? - chiese Ace mettendo voce ai pensieri di entrambi i ragazzi.
- Ray Glas. - rispose la ragazza con voce piatta.
- Cosa scusa? - chiese Marco.
- Raggio Verde - disse lei senza spostare lo sguardo - Non vi è mai capitato di vederlo? -
- Mai! - risposero all’unisono i due giovani.
- Una prima volta allora! - concluse la ragazza con un sorriso.
Il sole ormai era quasi del tutto scomparso sotto il mare: appena prima di scomparire sotto l’orizzonte un raggio di brevissima durata di colore verde-azzurro illuminò il cielo rosso, in quel esatto momento Enji tirò le estremità della chiave, così facendo svelò il cilindro più piccolo al suo interno.
Una luce viola li avvolse.
 
******
Quando riaprirono gli occhi si ritrovarono su una piattaforma di pietra delimitata da diverse colonne, oltre le quali si poteva vedere una piccola radura circondata da un boschetto.
- Devi smetterla di farmi viaggiare così! - disse Ace tra un lamento e l’altro.
I tre ragazzi si guardarono  attorno.
- Dove siamo? - chiese Marco rivolto alla ragazza.
Lei sembrava perplessa ma in realtà era sorpresa, guardò il cielo: un cielo viola.
- Siamo a Fáilias! - rispose con un sorriso - È inconfondibile! -
- Per via del cielo? - chiese Ace.
- Esatto! - si limitò a dire.
- Eh?! - Marco fece una strana espressione - E il mal di terra? Stai bene?! - chiese visivamente sbalordito, mai in tutta la sua vita aveva visto Enji restare così retta sulla terra ferma.
- Ora che me lo fai notare… sto bene! - disse scioccata la ragazza, poi lentamente posò una mano al suolo.
“Fuinneamh mara!!”
- Dovevo aspettarmelo!! - concluse senza dare troppe spiegazioni.
- Non per rompere le uova nel paniere… - disse Ace - …ma siamo noi quelli che stanno male! -
In effetti i due ragazzi sembravano spossati e decisamente poco in forma.
- Incredibile! Per una volta che sto bene io, state male voi… senza speranza! - appena conclusa la frase posò una mano sulle spalle dei due ragazzi. Un fumo azzurro evaporò dai loro corpi, subito dopo si sentirono pieni di energie.
- Come hai fatto?! - chiesero insieme.
- Segreto! Ah, non usate i vostri poteri, sappiate che non ci riuscireste comunque, quindi... state attenti! -
Entrambi perplessi fecero un cenno di assenso.
Il silenzio sull’Isola Fáilias era inquietante.
Il gruppetto iniziò a muoversi verso la parte centrale del boschetto, dirigendosi verso quella che secondo Enji era il centro dell’isola.
- Dì un po’… - iniziò Ace - …quello che usi per spostarti e tipo un teletrasporto? - dopo la missione a Brene la ragazza non era più uscita dalla sua stanza e lui era pieno di domande e dubbi.
- Beh… puoi anche vederla in quel modo… ma non  è proprio così! - disse pensierosa - In realtà mi muovo solo ad una velocità spaventosa, utilizzo i punti di luce delle sfere come ponti, poi grazie all’energia del mare parto a razzo! - concluse agitando le mani come a simulare un percorso.
“ Spaventosa è lei!!” pensò Ace scioccato.
Marco preferiva restare in disparte.
- E la storia del mal di terra? Anche tua madre ne soffriva? -  chiese ancora Ace.
- Mia madre?! - la ragazza fece una lunga pausa - No, lei non soffriva la terra ferma! -
Dopo alcuni minuti videro un laghetto di acqua lilla, con al centro un albero immenso.
“Fearn… un Ontano! È collegato al mondo degli spiriti!”
- Siamo arrivati! Dobbiamo raggiungere quell’albero. - la ragazza senza fermarsi creò un ponte di luce sotto i suoi piedi fino a tronco.
Una volta arrivati, Enji toccò la corteccia della pianta.
“ Cosa?!?!”
- Scapp… - un lampo la tramortì e le fece perdere i sensi.
 
******
- Ahi!! Dove sono? - quando la ragazza riaprì gli occhi intorno a lei c’era il nulla, un’immensa distesa bianca.
- Conosco questo posto… Ace… Marco? - nessuna risposta giunse alle sue orecchie.
Solo all’idea di averli persi per sempre, di averli portati alla morte, la fece calare in uno stato di immensa tristezza.
- Benvenuta Oidhre! Benvenuta a Fáilias! Io sono Lias, qual è il tuo nome Oidhre? -
In torno a lei non c’era nessuno, ma sentiva una presenza.
- Mi chiamo Enji, dove sono i miei amici? -
- Non temere Oidhre, loro sono al sicuro. -
“Meno male!”
- Perché dici il falso, non è questo il tuo nome! -
- Non ho mentito, il mio nome è Enji! - disse cercando di scrutare lo spazio bianco.
- Non è quel nome che voglio sapere, Oidhre, tu sai qual è il tuo vero nome, tua madre te lo ha dato prima di morire. -
- Lo conosco! - 
- Quindi, non vuoi dirmi il tuo nome?! Il nome di una Oidhre rappresenta il suo destino, forse tu temi il tuo fato?! -
- No! Ti sbagli! - fece una pausa - Sono orgogliosa del nome che mi è stato dato, e non lo temo! -
- Ti ascolto. -
Enji chiuse gli occhi, nella sua mente rivisse gli ultimi istanti di sua madre, il suo sorriso tirato, i suoi occhi colmi di tristezza.
- Il mio nome è Tethra Manannan Mac Lir! - disse tutta d’un fiato.
- Tethra?! Un nome non comune tra le Oidhre, tua madre ti ha lasciato un grande peso sulle spalle. -
- Conosco bene quella storia! Cerchiamo di concludere! Ora conosci il mio nome, sono venuta qui a Fáilias per aprire il primo cancello! -
- Molto bene. -
Nella distesa bianca lentamente iniziarono a comparire due figure in trasparenza, col passare dei secondi divennero solide. La ragazza rimase seria nel vedere la scena che le si presentava davanti agli occhi, ma in cuor suo sentiva un peso.
- Perché? - riuscì a chiedere con la voce roca.
Le due figure davanti a lei erano lei stessa.
“Hanno il mio aspetto, ma non sono io!”
- Perché?! Che domande fai?! - disse la prima figura.
Enji rimase in silenzio ma il suo sguardo la fulminò sul posto.
- Cosa guardi? - continuò l’ombra - Ah, guardi questa?! - con la mano si tirò la divisa che aveva indosso, la divisa della marina - Bella vero! Tu invece, come sei conciata?! -
- Sono vestita comoda! - rispose impassibile.
- Su su, non litigate! - si intromise la seconda ombra. Questa aveva un bel vestito a fiori.
Le due ombre iniziarono a discutere tra loro.
- Queste sono due verità non nate, Oidhre. -
“Due verità non nate?! Sono due futuri infranti… io nata nella Marina… ma l’altra?”
Sul filo di quel pensiero i suoi occhi incrociarono quelli della Marine e vide un passato mai esistito.
 
**
“Eh?”
Davanti agli occhi di Enji un’immensa distesa di sabbia la circondava.
- Contrammiraglio, la missione è compiuta con successo! -
- Cosa? - disse Enji.
“Eh? Perché ho parlato? Questo non è un mio ricordo!”  la ragazza si guardò le mani sospettosa. Sgranò gli occhi dal terrore, erano sporche di sangue.
- Contrammiraglio? -
Alzò lo sguardo lentamente: intorno a lei c’erano centinaia di corpi senza vita.
- No… - disse con un filo di voce.
Poco distante riconobbe i corpi di alcuni suoi amici, il tempo si fermò.
- Ace! - sussurrò - Li hai uccisi tutti! - fece una pausa - Questa non sono io! -
“Certo che sei tu! Ti assicuro che non avevo nessun rimpianto, meritavano di morire!”
- Perché? -
Una risata echeggiò nella sua mente.
“Noi possediamo un cuore di tenebra, lo hai dimenticato, siamo demoni! Credi di essere diversa da me solo perché chiami qualcuno padre o fratello? No, noi non abbiamo nessuno! Noi siamo odio, e l’odio porta dolore, e non ho nessuna intenzione di soffrire da sola!”
Enji non sapeva come rispondere, in cuor suo sapeva bene che Barbabianca non era suo padre, ne Marco suo fratello, ma quella piccola illusione le rendeva la vita più sopportabile.
“Ti ucciderò e prenderò il tuo posto, farò vedere a tutti quanto sia profondo il nostro dolore!”
- No! - disse Enji con voce convinta e seria.
“Non mi fermerai!”
- Non devi farlo! -
“Perché no?!”
- Hai ragione, noi abbiamo un cuore di tenebra, ma infondo ad ogni tenebra c’è la luce. Io odio molte persone, lo ammetto, però ne amo molte di più! -
“….”
- Amo anche te, ti capisco meglio di chiunque altro, non essere triste, staremo insieme per sempre, ti mostrerò quanto sia luminosa la luce che abbiamo nel cuore! -
Detto questo lo spazio tornò bianco, davanti a lei la se stessa vestita con la divisa della marina sorrise.
- Non vedo l’ora! - disse porgendole la mano.
- Anche io! Vedrai, saremo libere! - si strinsero in un tenero abbraccio ed Enji senti un calore entrarle dentro.
 
**
Quando riaprì gli occhi davanti a lei era rimasta la ragazza con il vestito a fiori che la osservava sorridendo.
- Sei stata brava, immagino non fosse facile convincerla. Però con me sarà diverso! -
- Chi sei tu? - chiese sospettosa.
- Io sono un sogno… lasciato da nostra madre. - lentamente iniziò ad avvicinarsi.
- Vuoi vedere quanto è profondo l’oceano dei sogni? Alcuni spesso confondono sogno e realtà, vuoi scambiare la tua realtà con il mio sogno? - un caldo sorriso le comparve sul viso - Posso darti tutto quello che hai sempre desiderato, devi solo lasciarti andare. -
Gli occhi di Enji iniziarono a vedere sfocato, subito dopo il buio.
 
**
- Mi stai ascoltando?! Allora?! -
Lentamente la ragazza iniziò a mettere a fuoco cosa le stava intorno e soprattutto chi le stava parlando.
Era seduta su un prato verde, ricco di fiori. Alcune farfalle le volavano intorno facendo attenzione a non scontrarla.
- Stavi di nuovo dormendo, Tethra? - la persona che aveva appena concluso la frase era davanti a lei.
Enji rimase senza parole.
- Cosa c’è, hai visto un fantasma? - chiese la nuova figura.
- Credo di si! - rispose la ragazza con voce roca, davanti a lei c’era sua madre. Portava i capelli corti, neri e un paio di occhiali sui suoi brillanti occhi azzurri.
- Hai preso un colpo di sole forse, devi stare attenta a queste cose. - continuò la madre.
Era invecchiata, ma non c’erano dubbi, lei era Selyn.
- Mamma! Sei tu?! - lentamente si alzò per andarla ad abbracciare, quando lei la fermò alzando una mano.
- Tethra, non è per questo che sei qui! -
Una consapevolezza la riscosse.
“ È vero! Questo e solo un sogno!”
- Perché allora sono qui? - chiese Enji.
- Ti sei lasciata andare, ora devi tornare indietro o resterai bloccata qui per sempre. -
Un pensiero la travolse.
- E se non volessi tornare? -
- Piccola mia, anche se reale questo è pur sempre un sogno. -
- Ma qui ci sei tu! -
- Non fare la sciocca, tu sei molto più di questo, tu sei Tethra Manannan Mac Lir, non è questo il tuo posto! - disse la madre alzando la voce.
Un brivido scosse la ragazza.
- Forse vedere lui ti farà tornare il senno. -
- Lui chi? -
- Tuo padre, il tuo vero padre. - fece una pausa per osservare le reazioni della figlia - Io sono solo l’ombra di tua madre, questo posto è stato costruito allo scopo di testare la tua anima, è anche vero però che chi lo ha creato conosce molto bene il tuo presente, e al contrario di Selyn, conosce l’identità di tuo padre. -
- Chi? -
- Lias. -
“ Ovviamente, questa è l’isola che custodisce il portale degli spiriti.” Si guardò le mani “Lei conosce a fondo la mia anima, e quindi riesce a vedere i fili che mi legano agli altri.”
- Vuoi conoscere il suo volto? -
“Certo che voglio!” disse a se stessa Enji mascherando un conato.
- Vieni allora. - la incoraggiò l'ombra.
Camminarono per quel che sembrò un’eternità, poi Selyn si fermò, mentre Enji continuò per qualche metro.
- Guarda chi è venuto a trovarmi, pensavo non avresti preso in considerazione di incontrarmi! - disse una figura di fronte a lei.
La ragazza rimase senza parole: tremava ed era senza parole.
- T… tu… - iniziò a balbettare - Se… sei... tu? -
- Non dirmi che non te lo aspettavi?! - continuò l'estraneo.
“In tutta sincerità, no!” pensò Enji.
- Allora, ti decidi a tornare indietro adesso? -
Enji abbassò il volto: un’aurea oscura la avvolse.
- Certo che torno indietro, e sappi che ti gonfierò di botte appena ti becco!! -
Una risata la tranquillizzo.
- Bene, è quello che voglio. Me lo merito, e pensare che dall’altra parte io non so neppure di avere una figlia tanto carina! - concluse con un occhiolino l’uomo.
Un lieve sorriso comparve sul viso della ragazza.
- Tranquillo, te lo faccio sapere io, a suon di sberle! -
- Tutte con un carattere decisamente alla mano nella tua famiglia, vero?! - l’uomo si avvicino ad Enji - Qualunque cosa accada, non cambiare mai te stessa. Anche se solo in un sogno, sono felice ti averti incontrata. -
La ragazza rimase in silenzio per pochi secondi, come a cercare le parole.
- Anche io, padre! - sussurrò, subito dopo cambiò tono - Sappi che ti batterò, vedrai, sarò un grande pirata! -
- Piccola, lo sei già! - rispose l'uomo.
Dopo quella frase, lentamente l’uomo davanti a lei iniziò a sparire, il paesaggio perse colore, fino a che il bianco non la circondò.
 
**
- Sapevo che saresti tornata, Oidhre. -
- Basta giochetti Lias! -
- Ovviamente. -
Nel bianco assoluto una figura iniziò a prendere forma, non era molto definita.
- Il tesoro di Fáilias è vostro. -
- Tesoro? Io voglio solo aprire il cancello. - rispose Enji.
- E per farlo dovete accettare il tesoro, il suo nome è ‘Karma’. -
- Accetto! - disse la ragazza senza esitare.
- Molto bene. -
Un bruciore intensissimo iniziò a invaderle la pelle del braccio destro, Enji cadde in ginocchio tenendosi il polso.
- Brucia! -
- Passerà presto. - rispose Lias.
Quando il dolore si attenuò notò che sul braccio, poco sotto la spalla, era comparso un cristallo liscio e ovale di colore viola; da quel cristallo partiva un tatuaggio color azzurro che girava intorno al braccio per poi concludersi sulle dita della mano destra. Ai suoi occhi era un disegno stupendo, unico e in qualche modo antico.
- ‘Karma’ è vostro. -
A quelle parole un’ondata di informazioni le attraversarono la mente.
“Questo è ‘Karma’!”
- Ne farò buon uso. - rispose la ragazza.
- Ne sono certa. Però, loro ritorneranno, più forti e terrificanti di prima. Addio Oidhre. -
“ Incubi, in realtà non sono mai scomparsi!”
- Aspetta, i miei amici? -
- Li troverai vicino al Fearn, hanno fatto un bel sogno. -
“Poveretti!!”
Quando Enji tornò sotto il cielo viola notò due figure sospese a mezz’aria sopra al lago. Afferrò Ace e Marco e li condusse sulla terra ferma.
- Sveglia principini! - disse toccando la fronte ad entrambi, subito riaprirono gli occhi.
- Mi sono addormentato?! - chiese Ace.
- Io ricordo solo… - Marco rimase interdetto.
- Tranquilli, spero che il sogno fosse piacevole almeno! - concluse la ragazza con un sorriso.
- Il tuo braccio? - chiese Ace afferrandole il polso.
- Non è niente, vuol dire che ho aperto il cancello. - rispose cercando di divincolarsi - Dobbiamo tornare, o rischiamo di finire in un altro sogno. - concluse.
Enji faceva strada davanti al gruppetto.
- Non so tu Ace, ma il mio sogno era piacevole. - sussurrò Marco all’amico.
- Io non sono sicuro che vorrei ripetere l’esperienza. - rispose Ace con tono piatto.
Una volta arrivati alla piattaforma di pietra, la ragazza posò le mani sulle braccia dei due capitani e in un batter d’occhio il mondo iniziò a girare. Il trio si ritrovò sul ponte della Moby Dick.
 
******
Da qualche parte nel Grande Blu.
- Che strano sogno. -
- Ha detto qualcosa, signore? -
- Nulla, credo che presto qualcuno mi prenderà a sberle. - disse l’uomo con un lieve sorriso.

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Eccomi.. scusate il ritardo.. XD
Allora in questo capitolo si è aperto il primo cancello ed Enji ha dovuto accettare se stessa..
Capiterà spesso che usi termini in un’ultra lingua, e spesso lei neanche se ne accorge, ma tranquilli metto tutte le traduzioni.. ^^
Fuinneamh mara --> Energia marina
Oidhre --> Erede
Cosa ne pensate???
Grazie mille a tutti quelli che seguono la mia storia..
Baci Hiden
 
   
 
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