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Autore: Lois Lane 89    08/03/2015    0 recensioni
Suo padre è appena stato eletto presidente degli Stati Uniti. Riuscirà Audrey a mantenere la sua vita così come è stata fino al momento dell'elezione? Per una persona che tiene tanto alla sua privacy non sarà una cosa facile
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giorno dopo Audrey lo passò a studiare, e nel tardo pomeriggio, si preparò per la serata.

Indossò un abito bianco impreziosito dalla collana e dal bracciale che le aveva regalto il padre.

Lei e suo padre salirono in macchina e si recarono al galà.

Audrey incontrò alcuni ragazzi e parlò con loro, ma quando uscì dal bagno ebbe un brutto incontro: si trovò Ryan davanti.

“Che ci fai tu qui?” domandò Audrey.

“Ti ho seguita. Era l'unico modo per poterti parlare.” rispose Ryan.

“Non abbiamo nulla da dirci. Sei solo un idiota. Vattene o chiamo la sicurezza.” disse Audrey.

Audrey si allontanò, ma lui la seguì.

Mentre stava scendendo le scale per uscire fuori e tornare alla festa, Ryan la prese per un braccio.

“Volevo chiederti scusa per l'altra sera. Non era una scommessa. Si sono inventati tutto. Dovevo esserci ieri sera.” rispose Ryan.

“Troppo tardi per tornare indietro. Ormai il danno l'hai fatto. Lasciami in pace e vattene.” disse Audrey.

Fece per andarsene, ma lui la prese per un braccio facendola girare verso di se.

“Tu adesso vieni con me. Ho bisogno di parlarti senza avere il tuo cagnolino in mezzo ai piedi.” rispose Ryan.

Audrey capì che si stava riferendo a Tom.

“Non abbiamo niente da dirci. Lasciami o mi metto a urlare.” disse Audrey, riuscendo a liberarsi dalla sua presa.

Era quasi arrivata vicino al padre quando Ryan la raggiunse e iniziò a parlarle davanti a tutti.

“Tu ora mi ascolti fino alla fine. È tutta colpa della squadra. Io non centro nulla.” disse Ryan.

“Non cercare di rovesciare la situazione a tuo favore. Sei solo un'idiota. Mi hai umiliato davanti all'intera scuola ieri sera. E se volevi rovinare questo galà, ci sei riuscito in pieno.” rispose Audrey.

Gli dette uno schiaffo in faccia e si allontanò di corsa.

La sicurezza si affrettò per cacciare Ryan, mentre il presidente seguì la figlia e la trovò seduta su una scalinata.

“Mi dispiace tanto papà. Non volevo farlo. Se hai intenzione di punirmi fallo pure.” disse Audrey.

“Non lo farò. Non è affatto colpa tua. Ho già preso provvedimenti. Vieni, c'è una cosa che solo mia figlia può darmi.” rispose il padre.

Tornarono alla festa e iniziò una musica dolcissima; Audrey ballò un lento con suo padre.

“Ti voglio bene papà.” disse Audrey.

“Ti voglio bene anche io tesoro.” rispose il padre.

Quando la festa finì, Audrey e il padre tornarono alla casa bianca.

Audrey si addormentò non appena toccò il cuscino.

Quando tornò a scuola, tutti quanti si voltavano a guardarla quando passava; lei teneva lo sguardo rivolto verso il pavimento e aveva Tom accanto.

Ad un tratto l'intera squadra di football (Ryan compreso), la vide accanto al suo armadietto e iniziarono a fischiare.

“Lasciali perdere e non dargli corda. ” disse Tom.

“L'intera scuola sta ancora ridendo per la mia festa. Vorrei sparire.” rispose Audrey.

“Col tempo si scorderanno tutto. ” disse Tom.

Per Audrey la giornata sembrò non passare mai; per cercare di non ascoltare gli altri studenti, pensava al pomeriggio che aveva passato con Tom nella casa nel bosco.

Dopo la scuola, tornò a casa e si mise a studiare.

Due anni dopo, quando Audrey si diplomò, le cose andarono tutte al loro posto: fu ammessa a Berkley (in California), e le cose con Tom andavano alla grande.

Tom dette le dimissioni dal suo incarico di guardia del corpo e trovò un appartamento vicino al campus per poterle stare vicino.

Il presidente accettò la situazione: l'unica cosa che gli importava era che Audrey fosse felice.

Al college tutti la trattavano come una ragazza normale, e questo le piaceva.

Tornava a Washinghton per le feste e durante l'estate.

Si laureò con il massimo dei voti; come premio, Tom la portò a Parigi.

Una sera al tramonto, Tom la portò in cima alla Tour Eiffel e si inginocchiò davanti a lei.

“Che stai facendo? Ci stanno guardando tutti.” disse Audrey.

“Faccio quello che fa un qualunque uomo innamorato. Ho già parlato con tuo padre e ho avuto il suo permesso.” rispose Tom.

“Il permesso per cosa?” domandò Audrey, leggermente confusa.

“Audrey Clifford, io ti amo e non voglio passare un altro minuto da solo. Mi faresti lo straordinario onore di diventare mia moglie?” domandò Tom prendendo una scatola fuori dalla tasca; la aprì e Audrey vide che conteneva un anello.

Le mancò il fiato a sentire l'ultima frase; tutti la stavano guardando in attesa di una sua risposta.

“Sì, ne sarei onorata.” rispose Audrey.

Tom si alzò e prendendola per i fianchi la sollevò in aria; quando la rimise a terra, le infilò l'anello all'anulare sinistro.

I due ragazzi si baciarono mentre tutte le altre persone applaudivano.

Un anno dopo successero due cose: il padre di Audrey venne rieletto presidente, e lei e Tom si sposarono.

“Ti amo Audrey. Ti amo dal giorno in cui hai messo piede alla casa bianca e cercavi di svignartela da una porta secondaria. Non smetterò mai di amarti.” disse Tom quando quella sera, furono nella loro stanza.

“Ti amo anch'io. Anche se a me è servito più tempo per capirlo.” rispose Audrey.

“Ora nessuno sarà più in grado di separarci.” disse Tom.

Passarono la loro prima notte da sposati l'uno tra le braccia dell'altra facendo l'amore.

Kyle nacque circa un anno dopo il loro matrimonio; entrambi erano al settimo cielo.

Il padre di Audrey non potè assistere al parto perchè si trovava all'estero, ma incontrò suo nipote un mese dopo la nascita.

Fu felicissimo di tenerlo in braccio.

Tom e Audrey avevano una famiglia e sarebbero stati per sempre felici e contenti.

 

THE END

ANGOLO DELL'AUTRICE: anche questa storia è giunta alla fine. spero che vi sia piaciuta, grazie a tutti coloro che l'hanno letta e recensita. Lois Lane 89

   
 
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