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Autore: Yuichan    08/03/2015    1 recensioni
Ciò che meno ti aspetti si presenta all'improvviso, quel sentimento che provi a reprimere per paura di essere nuovamente ferita viene comunque a galla e ormai non puoi più farci nulla...
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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15. Un ricordo sbiadito

Entrò lentamente, tutti i sensi all'erta, ma allo stesso tempo compiaciuto di un'eccitazione senza eguali. Finalmente tutti i suoi desideri si sarebbero avverati, avrebbe riottenuto nuovamente il suo angelo perfetto e tutte le ombre sarebbero sparite, persino quelle del suo cuore.
Respirò profondamente, stringendo più saldamente il coltello e si fece avanti. Era semplice, l'avrebbe trovata ancora addormentata, sarebbe riuscito ad immobilizzarla e, per impedire alle macchine di registrare qualche anomalia, avrebbe legato il pulsiossimetro al suo dito e lo avrebbe risistemato solo dopo aver concluso il lavoro.
Ci aveva ragionato molto e sebbene non riuscisse ancora a staccarsi dal coltello, non era quello l'oggetto che avrebbe usato per concludere quel lavoro. Nonostante avesse una gran voglia di farle del male, se avesse lasciato troppi segni evidenti sul suo corpo sarebbe stato troppo pericoloso, quindi avanzando piano raccolse uno dei cuscini sulla poltroncina della stanza. Si avvicinò al letto e staccò con delicatezza lo strumento al dito della ragazza e lo legò al suo dito indice, la macchina emise un leggero segnale, ma riprese a funzionare in pochi secondi. Jun guardò il monitor, le sue pulsazioni erano regolari e stabili. Facendo attenzione a non urtare nulla e a non tirare troppo i fili della macchina, portò il cuscino proprio sul viso di Kyoko, ma non riuscì a muoversi. Rimase semplicemente immobile a fissare quegli occhi, chiusi fino a poco prima, che lo guardavano con determinazione e senza un briciolo di paura.

Si alzò lentamente, riuscendo a fatica a sedersi e sistemarsi in una posizione che non le avrebbe dato dolore. Lui rimase immobile, ritirandosi appena e senza lasciare quella che aveva scelto come arma finale. Il momento delle lacrime e delle mezze parole era finito, ora doveva essere forte e determinata e fargli capire che ora non le avrebbe più fatto del male.
- Sei ancora viva quindi? E io che speravo di averti eliminato una volta per tutte.- Nonostante il cinismo e la freddezza con cui parlava, Kyoko stavolta era conscia che quella fosse tutta una maschera. Voleva capire, voleva assolutamente conoscere quel ragazzo e capire quale fosse il reale sentimento che lo spingeva a tanto.
- Credo sia venuto il momento di parlare.-
- Parlare?- sputò quella parola fuori dalle labbra quasi fosse veleno e lasciando cadere il cuscino estrasse il coltello, puntandolo dritto contro il viso della ragazza, ma Kyoko stavolta non si mosse.
- Non mi farai del male, questa volta non posso proprio permetterti di toccarmi.- Alzò la mano e spostò delicatamente quella di Jun portando la lama del coltello verso il basso.
Quella era forse la prima volta, da quando lo aveva incontrato, che non mostrava verso di lui alcun segno di debolezza, non si stava facendo intimorire ne dall'arma ne da quegli occhi di ghiaccio. Era come se, tutto ad un tratto, Kyoko fosse cambiata, esattamente come accadeva quando interpretava i suoi personaggi, ma stavolta non era finzione, era esattamente come doveva essere, come avrebbe dovuto comportarsi fin dall'inizio.
- Ti senti al sicuro solo perchè sei in ospedale? Credi che non ti farò nulla solo per paura di essere scoperto? Non mi interessa se mi prendono, non mi interessa se andrò in prigione, mi interessa solo che tu sparisca da questo mondo.-
- So che riusciresti a sopportarlo, ma saresti in grado di sopportare l'odio di Ren?-
- Odio? Un angelo non può odiare nessuno.-
- Ma Ren non è un angelo, è un essere umano proprio come te e me. Tu forse conosci solo il Ren brillante e luminoso, il Ren gentile ed educato, ma non è solo questo. Ren è meraviglioso e posso capire bene perchè tu sia così innamorato di lui, ma ci sono colori del suo carattere che tiene ben nascosti, ma ci sono. Come qualsiasi altra persona perde il controllo e si arrabbia, si ingelosisce e si offende. Sai all'inizio era proprio quel suo modo di porsi, sempre perfetto, che non riuscivo proprio a sopportare, poi invece l'ho conosciuto meglio e tutte le sue sfumature mi sono sembrate stupende. Io credo che se tu ti fossi approcciato a lui in modo diverso le avresti conosciute e amate davvero. Mi dispiace, ma io non posso accettare questo tuo modo di comportarti ne posso accettare che tu mi dica che lo ami.-
- Non puoi permetterti di dire questo!- lo gridò e per un secondo Kyoko sussultò, ma fu brava e attenta a non darlo a vedere. Da fuori invece Ren iniziò a tremare. ogni muscolo del suo corpo era teso e vibrava ad ogni minimo rumore. Aveva accettato la decisione di Kyoko, anche se non la condivideva e se fosse stato solo, se a trattenerlo non ci fossero stati Fuwa e l'ispettore, sarebbe gia entrato in quella camera e lo avrebbe eliminato. - Tu non hai la minima idea di chi sia io, di quello che ho sopportato e di quello di cui ho bisogno. Sei solo una stupida ragazzina che si è aggrappata ad un uomo pur di andare avanti, non puoi assolutamente comprendere come io mi senta!-
Ormai Jun aveva completamente abbandonato ogni difesa, stava gridando senza pensare alle conseguenze, avrebbe perso il controllo in pochi secondi e Kyoko era ben consapevole di dover stare molto attenta.
- Non pensi di essere troppo presuntuoso a credere di essere l'unico con un passato complicato? Magari ciò che ho sopportato io non è paragonabile a ciò che avrai superato tu, ma sono fermamente convinta che il tuo atteggiamento di ora non sia giustificabile in nessun modo.-
Lo schiaffo giunse veloce e la guancia prese fuoco, ma Kyoko rimase impassibile. Jun era sconvolto, aveva abbandonato tutti i lineamenti che fino a quel momento l'avevano terrorizzata e ora era come trovarsi davanti ad un bambino capriccioso. Così decise di agire lei, spostò le lenzuola del letto e provò ad alzarsi, le era stato caldamente sconsigliato di fare sforzi, alzarsi poi era escluso almeno per qualche giorno e ora Kyoko era consapevole del perchè. Le gambe non rispondevano nel modo adeguato, ne possedevano abbastanza forza per sorreggerla, ma strinse i denti, affaticandosi e soffrendo, ma si alzò. Si sbilanciò leggermente verso destra e dovette appoggiarsi ad una delle macchine per evitare di cadere, ma pian piano si mise eretta e fiera di ciò che stava facendo.
- Che vuoi fare?-
- Dimostrarti che per quanto sia doloroso o difficile, per quanto sembri impossibile ci si deve rialzare sempre e in ogni circostanza. Bisogna stringere i denti e i pugni, piangere un pò e andare avanti, così ho fatto io e continuerò a fare. Voglio dimostrarti che posso essere degna di stare con Ren, che posso renderlo felice. Non sarò bella o forse per te non sarò mai all'altezza, ma sono determinata e questo è ciò che conta. Se lo ami come hai detto non dovrebbe renderti felice solo sapere che anche lui lo è?-
Quando le forze iniziarono ad abbandonarla e la vista prese ad offuscarsi si sbilanciò in avanti verso di lui. Un monitor cadde a terra e il rumore diede la spinta a Ren e agli altri di entrare. L'ispettore fu lesto e puntò la pistola contro il ragazzo intimandogli di lasciar cadere a terra l'arma, mentre Ren e Sho si avvicinarono cauti cercando di non farlo innervosire proprio ora che Kyoko era inerme tra le sue braccia.
- Ragazzo non rendere le cose ancora più complicate, butta a terra il coltello!- Serio e composto, l'ispettore cercò di convincerlo, ma si era reso conto che l'attenzione del ragazzo era rivolta solo ad una persona e, guardandolo di tralice, provò a capire se anche lui se ne fosse accorto.
Ren avanzò bloccando Fuwa, a cui ancora tremavano le mani, respirò profondamente e provò a recuperare quella lucidità che in quei giorni era volata via come i frutti di un dente di leone.
Con una Kyoko tra le braccia, ancora debole per lo sforzo, Jun si fece coraggio e puntandole il coltello alla gola intimò a tutti di rimanere fermi. Ren trasalì, ma qualcosa nel viso della compagna lo fece calmare. Kyoko non aveva perso la sua determinazione e non sembrava neanche spaventata, era come se con gli occhi lo stesse rassicurando e lui si fece forte di quel sentimento portando a termine la richiesta che la ragazza aveva espresso qualche ora prima.
Kyoko aveva raccontato tutto ciò che ricordava a lui, a Sho e all'ispettore, ma aveva anche chiesto a tutti un enorme favore. Voleva si parlare con Jun e comprenderlo, ma forse la cosa migliore per tutti era che il giovane si confrontasse con Ren e anche se lui non ne sembrava affatto intenzionato, ora Kyoko lo aveva messo alle strette.
- Non è con lei che devi riversare il tuo odio, ma contro di me.- Lo disse all'improvviso e Jun iniziò a tremare, Kyoko se ne rese conto, ma non si mosse. - Se ti ho fatto un torto in qualche modo o se ti ho deluso, io ti chiedo scusa.- Era delicato e supplichevole, mascherato dietro uno sguardo gentile e mite, ma era finto e Kyoko lo sapeva benissimo, per questo si spostò e lo rimproverò dapprima con lo sguardo, poi con le parole.
- Ren non fingere, non prenderlo in giro.-
Completamente spiazzato e confuso, Jun lasciò la presa sulla ragazza che si appoggiò al letto riuscendo a riprendere un regolare respiro. Fuwa si mosse rapido aggirando il letto e prendendola tra le braccia per allontanarla dall'aggressore.
- Kyoko mi ha detto che sei infatuato di me.-
- Non è un'infatuazione la mia, ma di certo non credevo che quel demonio potesse capire quello che provo.- La indicò con fervore, con ancora l'arma ben stretta nel pugno.
- Kyoko non è un demonio, io lo sono. Tu forse ammiri il Ren Tsuruga della televisione, ma io sono tutt'altro che quell'uomo. Dal primo momento che l'ho vista non ho fatto che stuzzicarla e infastidirla, poi ho iniziato a pensare che fosse mia e sono diventato geloso e possessivo, perdevo la testa ogni volta che la vedevo con qualcuno, se poi era Fuwa non riuscivo a trattenermi. Le facevo scontare i miei malumori e Kyoko si adoperava come una pazza per cercare di compiacermi e io ci avevo preso gusto arrivando persino ad approfittare del nostro ruolo come fratelli Hell, cercando di toccarla e di averla vicina il più possibile. Sono una persona orribile e violenta, ho nel cuore più oscurità di quella che tu pensi di avere nel tuo e per questo ti capisco, ma non posso in nessun modo accettare che tu le faccia del male. Per lei sono disposto a trattenermi, sono disposto a non farti del male nonostante la mia anima nera gridi con tutta se stessa, ma se oserai toccarla di nuovo, se oserai di nuovo metterla in pericolo, non sarò più capace di frenare la mia ira. Questo è il vero Ren.-
I tremori di Jun divennero impossibili da mascherare e il coltello gli cadde dalle mani rotolando sul pavimento accanto ai piedi di Fuwa, che prontamente lo scaraventarò il più lontano possibile dal giovane.
- Non è vero! Pensi che possa credere a simili bugie, che possa solo pensare che la persona buona e gentile che mi ha teso la mano quella sera sia così meschina! Mi hai aiutato nonostante ti sia venuto addosso, non ti sei arrabbiato al contrario ti sei preoccupato per me e mi hai anche fatto un complimento. Chi si comporterebbe così con una persona che neanche conosce? Sei stato gentile, non ti ricordi?-
No non lo ricordava assolutamente, Provò a riportare alla mente l'accaduto, ma non ci riuscì perchè infondo per lui era una cosa normale, mantenere le apparenze a qualsiasi costo, anche sembrare gentile quando magari dentro esplodeva di rabbia.
- Davvero hai dato importanza ad una sciocchezza simile?-
- Sho!- Kyoko provò a zittirlo, ma il cantante non aveva più intenzione di rimanere in disparte.
- No deve aprire gli occhi e capire. Siamo celebrità è normale comportarsi gentilmente con i fan e con le altre persone. La prima cosa che ci insegnano è sorridere anche se si è in lutto e tu davvero hai creduto che Tsuruga ti stesse trattando in modo speciale? Neanche davanti a questo vedi la realtà, neanche ora vedi che non è Tsuruga che si sta trattenendo, ma che è solo grazie a Kyoko che sei ancora in grado di reggerti sulle tue gambe?-
- Silenzio! Non è così! Che cos'ha lei di speciale che entrambi le state dietro come degli animaletti? Come fa a farsi amare in questo modo?-
- Kyoko ci conosce, ci vede come siamo e ci ama per come siamo ed è questo che la rende speciale. Mi dispiace Jun, ma anche se lei non fosse mai esistita io non ti avrei comunque notato ed è giunto il momento che tu...-
- No! - Gridò di nuovo e cadde in ginocchio, in quel momento l'ispettore, che per tutto il tempo non aveva mai abbassato la guardia, neanche quando ormai sembrava disarmato, si avvicinò e prendendolo per i polsi lo ammanettò. - Tu mi hai salvato la vita, almeno questo dovresti ricordarlo.-
- Io mi sono solo comportato come mi è stato insegnato, come è educazione fare. Ora mi ricordo di te, mi sono ricordato i tuoi occhi e del fatto che fossero davvero molto belli, ma ora non vedo che la persona che ha tentato di far del male alla donna che amo.-

In poco tempo la stanza si riempì di dottori e di ufficiali di polizia, Kyoko tornò a letto e si addormentò come una bambina, con accanto Ren e Sho. Per qualche giorno nessuno osò riportare a galla quegli avvenimenti, tentarono con tutto se stessi di vivere nel modo più semplice e normale possibile. Dovendo rimanere a letto e a riposo per ancora qualche tempo, la casa di Ren divenne affollata e viva. Mattiniero e sempre sorridente, Yashiro si presentava da loro con la colazione pronta e pieno di energie, sviolinava il programma del divo come se fosse una canzone e se doveva portarlo via da casa, era già pronto un sostituto che fosse Kanae, la signora Duruyama o persino lo stesso Shotaro. Arrivava baldanzoso e arrogante come al solito se in giro c'era Ren, ma stranamente si trasformava in apprensivo e scrupoloso se erano soli.
- Non credo tu abbai mangiato abbastanza.-
- Ho la nausea Sho, non posso proprio fare di meglio. Non hai da lavorare?-
- Sono libero fino alle cinque, poi tornerà Tsuruga. Ad ogni modo hai scelto?-
- No mi dispiace!- Si fece piccola e rotonda, come un pallone e si schermò dietro agli occhioni lacrimanti, non ci sarebbe mai riuscita da sola e di questo ne era certo persino Sho.
- Ti devi sposare per la miseria, almeno scegli un abito visto che non ti stai occupando di altro. Sai che molte donne vanno in depressione per colpa dei preparativi del matrimonio?-
- Il problema è che non ho idea, avrò il pancione e se invece di una sposa dovessi sembrare un cocomero metterei solo in imbarazzo Ren.-
- Non sarai un cocomero e non metterai in imbarazzo nessuno. Almeno scegli un tipo di abito che può piacerti, poi devi solo provarlo. Devi anche nominare un testimone e...-
- Voglio che sia tu!- Sho rimase a bocca aperta e il boccone che tentava in tutti i modi di mandar giu rimase bloccato dov'era.
- Non credi che sia più appropriato una ragazza, come la tua amica?-
- Voglio te e basta, non mi importa se è appropriato o meno. Sei la mia famiglia, litigi a parte e voglio condividerlo con te e voglio anche una canzone.-
- Ora ti stai allargando troppo, perchè dovrei dedicarti una canzone?-
- Perchè mi vuoi bene.-
Era vero e non poteva negarlo in nessun modo. Le aveva sempre voluto bene, anche quando si comportava da perfetto idiota, o si sfidavano o litigavano. Quel sentimento non era mai cambiato in tanti anni, era stato soppresso, ma mai mutato e la paura, anzi il terrore di perderla, lo aveva convinto a buttare via quella stupida maschera da idiota e a comportarsi finalmente come doveva, come un fratello.
Poi il telefono squillò, Shotaro corse a rispondere, lasciando la ragazza alle prese con i dépliant dei vestiti da sposa che continuamente lui le propinava. La voce all'altro capo del telefono era conosciuta e per un attimo dovette riflettere bene se passare l'apparecchio a Kyoko, poi cedette.
- L'ispettore. Vuole parlare con te.-
Kyoko prese il telefono e rispose allegra, finchè un leggero velo scuro non le coprì gli occhi. Dovette pensarci su, passarono minuti di silenzio che a Sho sembrarono anni e alla fine annuì.
- Cosa voleva da te.-
- Jun vuole parlare con me. Ho accettato.-

   
 
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