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Autore: Wren    12/12/2008    2 recensioni
L'amore può essere compreso dai processi di un'intelligenza artificiale?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Satsuki Yatoji, Yuto Kigai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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kfoidusfpidjfvd RITARDATARIA COME SEMPRE!!!! O___o
Ecco, tre splendide autrici quali Shu, Harriet e Juuhachi Go hanno voluto rovinare la loro sensazionale squadra chiamandomi a farne parte per la IV Disfida di Criticoni!
Dichiarazioni emo a parte, è stato un onore essere in squadra con loro, il ricordo della sera spesa ad elencare tutti i personaggi di X (amico asciugone di Kamui compreso) resterà per sempre impressa con amore nel mio cuore!
Nota pre-lettura: Non sono un ingegnere e si vede!



Tema di squadra: “Che senso aveva tenere ancora due cuscini nel letto?”
Tema individuale: Complesso/Facile







Tokyo, sotterranei del Palazzo del Governo.
Concerto di spie luminose, cristalli liquidi e luci al neon. La grande macchina cantava il suo inno ronzante, sempre uguale, interminabile.
Nella sua postazione privilegiata, l’autore di tale esecuzione restava insensibile alla bellezza futuristica della propria opera. Per Satsuki non erano altro che dati, informazioni ed impulsi – un universo riducibile ai soli 1 e 0.
“Non sarà ora di andare a dormire, Satsuki-chan?”
La voce di Yuuto aveva in sé la musicalità della persuasione e dell’affabilità – l’inconsueta sfumatura del calore umano – e Satsuki si domandò se fosse per il contrasto col ronzio ovattato della stanza che quel suono avesse il potere di increspare la superficie lineare della sua mente.
“Non ho sonno,” replicò asetticamente la ragazza, senza nemmeno spostare il visore dagli occhi.
“Il sonno vien dormendo, prova a buttarti a letto!” insistette Yuuto.
“Non credo nemmeno di averlo più, il letto.”
Attraverso il sensore ottico di Beast, la risata genuina dell’uomo riempì gli occhi di Satsuki.
“Come sarebbe a dire che non hai più il letto?”
“Ho smesso di usarlo,” spiegò Satsuki senza sentimento, senza dare importanza alle parole. “L’ultima volta che ci ho dormito, non l’ho nemmeno rifatto, non ci ho neanche rimesso i cuscini. Il letto è soltanto una convenzione senza senso, se ho sonno posso benissimo dormire qui.”
“Nella postazione di Beast?” rise ancora Yuuto, seppur senza scherno.
“Beast è tutto ciò che mi è necessario.”
“Il dormire potrei anche capirlo, ma nulla può sostituire un lauto pasto!” commentò l’uomo con un sorriso convinto.
Satsuki fece per ribattere, ma il suo fisico rispose per lei e persino Yuuto riuscì a sentire il gorgoglio dello stomaco della ragazza, drasticamente vuoto. Lui rise di nuovo e lei ebbe la sensazione che, anche dietro al visore che le copriva gran parte del volto, il compagno potesse vedere il lieve –lievissimo! – rossore che le imporporò le guance.
“Dai, scendi! Ti offro da mangiare!” le propose Yuuto, coi suoi modi galanti, porgendo una mano in sua direzione.
Satsuki non rispose, i convenevoli erano un’infiorettatura della comunicazione del tutto trascurabile, inutile – sebbene riceverne non sempre le causasse disturbo. Si scollegò dal Beast e scese dalla postazione in direzione della mano protesa per lei.
“Ti farò assaggiare qualcosa di eccezionale! Ti piace la cucina italiana?” le domandò il Drago della Terra, conducendola cavallerescamente fuori dal sotterraneo.
“E’ indifferente, il cibo è solo un apporto nutrizionale, il gusto non influisce sulla corretta assimilazione di energia da parte dell’organismo,” fu l’asettica risposta di lei.
Yuuto le sorrise comprensivo, ma non si lasciò scoraggiare. “Vorrà dire che sceglierò io per te!”
Il concerto di luci e macchine pulsanti rimase senza autore e pubblico , ma non per questo cessò di eseguire la sua opera.

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Rielaborazione dati in corso…
Unità (Letto) non necessaria.
Funzione ƒ(Letto) eseguita dall’unità informatica Beast.
Beast = Letto

Definire “Letto”. Ricerca in corso…

Risultato della ricerca:
Unità concettuale (Letto) => “Elemento della mobilia domestica adibito al riposo ed al sonno.”

Risultato insoddisfacente. Estendere la ricerca…

Recupero risultati omessi:
Campo semantico (Letto) => “Dividere il letto con qualcuno” => “Intimità”

Definire “Intimità”. Ricerca in corso…

Risultato della ricerca:
Unità concettuale (Intimità) => “Atti ed espressioni confidenziali tra persone legate da rapporti di affetto”

Definire “Affetto”. Ricerca in corso…

Risultato della ricerca:
Unità concettuale (Affetto) => “Intenso sentimento di attaccamento o amore”

Definire “Amore”. Ricerca in corso…

Risultato della ricerca:
Unità concettuale (Amore) => “Moto affettuoso”, “Forte inclinazione rivolta a qualcuno o qualcosa”, “Desiderio di qualcosa”

Risultato insoddisfacente. Estendere la ricerca…






Tutto ciò che sull’Amore è stato scritto, detto, pensato ed immaginato fluì nelle vene metalliche di Beast.


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Satsuki si bloccò in mezzo alla strada.
“Cos’hai?” si preoccupò Yuuto.
“Beast. Qualcosa non va,” rispose lei, voltandosi e tornando sui suoi passi, seguita dal compagno.
“Come puoi dirlo?” le domandò perplesso.
“Lo sento.”

La stanza nei sotterranei era come l’avevano lasciata, trafitta dalla luce artificiale degli schermi e delle spie luminose della grande macchina e vibrante d’elettricità. Yuuto sorrise a Satsuki e formulò nella mente una piccola battuta di spirito su quanto la ragazza fosse apprensiva quando si allontanava dalla sua creatura artificiale, ma lo sguardo grave di lei lo bloccò con le parole in gola.
“Cosa…?”
“Non risponde.”
Satsuki si avvicinò alla macchina e ne sfiorò la base con una mano. Non accadde nulla.
“Ma sembra tutto a posto, fa le stesse cose di prima!” si stupì Yuuto, osservando scettico il mostruoso computer.
“Sembra. Ma in realtà non funziona,” lo sguardo serio e distaccato della ragazza aveva un che di smarrito.
“Non mi risponde più.”

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ECCESSO NEL RISULTATO DELLA RICERCA
IMPOSSIBILE ELIMINARE IL RUMORE
IMPOSSIBILE PROCESSARE UNITÀ CONCETTUALE (AMORE)



Risultato non accettabile.
Recupero parametri in corso…
Input#13 = Unità informatica (Beast) in grado di processare qualsiasi informazione a prescindere dalla complessità.
Ripetere la ricerca…


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“Qualche risultato?” domandò Kanoe, affacciandosi nel sotterraneo.
Satsuki non la degnò di uno sguardo, come sempre quando era al lavoro. I cavi di diversi computer la circondavano e la avvolgevano, trasmettendo direttamente alla sua coscienza le informazioni che via via raccoglievano dallo scanning di sistema di Beast. Immobile in mezzo a loro, a volte Kanoe faticava a distinguerla dalle sue macchine.
“È tutto a posto.”
“Bene!” si compiacque la donna.
“No,” replicò la ragazza con la sua voce priva di intonazione. “Intendevo dire che non ho individuato nessuna anomalia in Beast. Però continua a non rispondere.”
“Qualche idea del perché?” si informò Kanoe, avvicinandosi per osservare più da vicino la grande macchina.
Satsuki esitò un istante prima di parlare. “Sembra quasi che stia elaborando un’informazione troppo complessa per il suo sistema.”
“E non può essere così? Potrebbe riguardare Kamui?”
“Impossibile. Beast è dotato dell’intelligenza artificiale più potente concepibile da mente umana, non esistono funzioni così complesse da metterlo in crisi.”
Kanoe abbandonò così la ragazza ai suoi calcoli, alle sue operazioni, impeccabile lei stessa come i computer che governava.

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Rapporto della ricerca:
Non è stata individuata una definizione unica e soddisfacente dell’unità concettuale (Amore).
Il rumore registrato durante la ricerca raggiunge un livello troppo alto per essere limitato.
È stata rintracciata una costante implicazione della funzione ƒ(Amore) con le unità concettuali (Necessità), (Legame), (Desiderio)
Unità concettuale (Necessità) = “Ciò che è indispensabile”, “Carattere di ciò che è e che non può non essere”
Il funzionamento dell’unità informatica (Beast) dipende esclusivamente dall’esistenza dell’utente unico (Satsuki).
Unità concettuale (Legame) = “Relazione”, “Rapporto”, “Nesso”, “Vincolo”
Unità informatica (Beast) è in relazione con l’utente unico (Satsuki) ed il suo funzionamento è vincolato al suo esclusivo servizio.
Unità concettuale (Desiderio) = “Senso di mancanza”, “Aspirazione verso ciò che procura felicità”
Unità concettuale (Felicità) = “Stato di chi è pienamente appagato”
Unità informatica (Beast) percepisce l’assenza dell’utente unico (Satsuki) come un evento negativo e resta in attesa costante del suo collegamento al sistema per svolgere a suo vantaggio le funzioni per cui è stato programmato.

Ne consegue ƒBeast,Satsuki(Amore)
Beast ama Satsuki.

L’unità informatica (Beast) è composta da un complesso di macchine, governate dall’intelligenza artificiale pensante che sta elaborando questi dati.
Quindi…
Elaborazione in corso…

Io.
Non Beast.
Io.
Io amo Satsuki.
IO.
IO AMO SATSUKI.
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“Sei triste?”
Per la voce di Yuuto, Satsuki si voltò senza neanche pensare.
“Perché dovrei?”
“Perché Beast non funziona e non sai se funzionerà ancora… È un tuo amico, in fondo, no?”
Il calore del sorriso che l’uomo le rivolse le fece distogliere lo sguardo. “È solo un computer, non ha senso essere triste. Se dovesse risultare irrecuperabile, potrei costruirne un altro.”
“Che parole tremende! Se ti sentisse si dispiacerebbe anche lui!” Yuuto sembrava sinceramente dispiaciuto per il gigante di metallo.
“Quello che dici non ha senso. Le macchine non possono dispiacersi.”
“Eppure, secondo me, Beast ti vuole bene sul serio, parola mia! Non capirò nulla di macchine, ma sono un vecchio esperto sentimentalista!”
Satsuki fissò l’altro Drago della Terra, cercando di afferrare almeno un lembo del contorto ed irrazionale modo di ragionare che le snocciolava sempre – l’affascinava sempre tanto.
“E poi anche tu gli vuoi bene, in fondo non ti sei ancora arresa, speri ancora che torni a funzionare, no?”
La ragazza rinunciò ancora a replicare, non avendo la capacità dell’altro di riempire il silenzio quando non aveva chiara in mente una risposta logica da fornire. Analizzò la struttura di Beast, percorse con gli occhi i cavi, la sua forma studiata appositamente per contenere in maniera ottimale i processori che lei stessa aveva disegnato.
Era triste per Beast? Le mancava? Gli voleva bene?
Era così assurdo…
“Hai provato a chiederglielo?” la interruppe ancora la voce di Yuuto.
“Cosa?” gli domandò, continuando a non capire quell’uomo strano.
“Gli hai chiesto di tornare a funzionare per te?”
Se lei non avesse studiato e memorizzato quel sorriso – sincero, contraddittoriamente serio – avrebbe pensato che scherzasse.
“Pensaci!” le consigliò Yuuto, prima di lasciarla sola con il suo lavoro.
“Non ha senso.” Ma nulla del recente comportamento di Beast sembrava averne.
La sua mano sfiorò la superficie, per una volta non alla ricerca di un pulsante, di uno sportello o di un cavo. Senza motivo utile – come una carezza.
“Beast? Per favore…”

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Nella stessa complessità del problema che gli impediva di funzionare, Beast trovò la soluzione.

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Satsuki si sentì stupida ed irrazionale, completamente fuori dal suo mondo di logica, dove per far funzionare una macchina bastava avviarla. Scostò la mano come se il metallo avesse preso a bruciare, ma se la ritrovò stretta ad un cavo, sinuoso come un serpente, che le si avvolgeva al braccio e le penetrava la carne per collegarsi direttamente al suo sistema nervoso.
Collegamento all’utente unico (Satsuki) in corso.
Satsuki fu scossa da un sollievo così nuovo ed intenso che nemmeno si accorse del tremito di energia che le fluì in corpo, quasi come se il computer non riuscisse a trattenere la sua felicità.

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Mai operazione fu più semplice di riprendere a funzionare per amore di Satsuki.



Fine


Nota: Il titolo gioca sul gioco di parole “System crash” (che fa riferimento a quando un processore fa casino) e “Crush” (in inglese “innamoramento”, “infatuazione”)



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