MinatoKushina nata mentre ascoltavo Neo Universe
dell'ARC~EN~CIEL - infatti la fic è tratta da una strofa di quella canzone.
L’avvertimento spoiler è stato inserito perché in Italia non siamo ancora giunti
ai capitoli che trattano dei genitori di Naruto, mentre quello What if è perché
ciò che ho scritto è solo opera della mia fantasia in quanto Kishimoto non ci ha
ancora fatto sapere come si sono conosciuti Minato e Kushina.
Altra nota, qui Kushina ha i capelli corti in quanto la fic è ambientata tempo
prima della nota immagine con Minato e Jiraya.
Auguro a tutti una buona lettura.
Questa fic partecipa al contest indetto sul Forum di AMGA
http://anime.manga.gdr.adventures.forumcommunity.net/?t=21814947
.: Sono Felice di Averti Incontrata per Caso :.
Sono te wo hanasanaide mezameru
Kono sekai wo kanjite
[...]
Higeki da to shite mo anata ni
Meguriatte yokatta
(Mi risveglio senza lasciare la tua mano
Sento questo mondo
[...]
Anche se tutto è tragico,
sono felice di averti incontrata per caso)
{Neo Universe, L'ARC~EN~CIEL}
Lenta la donna si svegliò.
La sua pelle veniva accarezzata dal leggero vento della mattina e alle sue
orecchie - allenate a percepire ogni singolo rumore - già giungevano le
esplosioni.
Guerra.
Da mesi quegli scontri imperversavano per le grandi terre ninja e da mesi lei
combatteva per la libertà di Uzu.
Forse non era una grande kunoichi.
Non aveva abilità nel sangue né era dotata di una intelligenza oltre la norma,
ma si era sempre fatta sotto e in ogni situazione si era sempre rimboccata le
maniche combattendo anche a mani nude.
Mani che in quel momento stringevano quelle di un uomo.
Uno sconosciuto incontrato per caso qualche giorno prima ma che a Kushina
Uzumaki pareva di conoscere da una vita.
C’era una leggenda del suo Paese, una leggenda che parlava di anime legate dallo
stesso destino che, pur non incontrandosi percorrevano la stessa strada fino al
loro scontro.
Non ci aveva mai creduto, ma quando aveva incontrato Minato Namikaze si era
ricreduta.
Infondo, avevano percorso la stessa strada - quella degli insegnamenti ninja e
poi della guerra - e alla fine si era decisamente ‘scontrati’.
Con una risatina si accoccolò sul petto dell’uomo, quasi dimentica della
tragedia che imperversava nel mondo.
Quello era il suo piccolo sprazzo di paradiso e non voleva rinunciarci così
presto.
“ Che ridi, Kushina?”, la voce di Minato, assonnata, la raggiunse facendola
sorridere ancor più ampiamente.
“ Ben svegliato.”, rispose lei, alzando gli occhi su quelli azzurri dell’uomo.
“ Grazie.”, il Namikaze accennò un sorriso a sua volta. “ Allora, cosa c’è di
così divertente da ridere?”
“ Il nostro primo incontro.”
“ Non fa ridere.”, rispose Minato arricciando il naso. “ Fa male. Mi hai dato
una capocciata.”
“ Dettagli.”, tagliò corto Kushina. “ A me fa ridere. Pensaci: sono caduta da un
albero tra le tue braccia. È romantico e anche divertente.”
“ Non braccia. Sulla mia testa.”
La donna sospirò lanciandogli un’occhiataccia ammonitrice che sembrava dire: “
Stai smorzando il romanticismo.”, e che subito il biondo recepì come chiara
minaccia.
La conosceva da pochi giorni ma già l’aveva inquadrata.
In effetti, tutto di lei ispirava ‘pericolo’ a partire dai brillanti occhi
verdi, dai corti capelli rossi, dagli occhiali da aviatore che portava in fronte
e dai muscoli sempre pronti a scattare.
“ D’accordo. D’accordo!”, rispose lui. “ La smetto e dovremo anche alzarci. I
nostri compagni ci aspettano...”
Kushina assentì abbassando appena la testa.
“ Sì. Vero.”
Non era tanto felice di riprendere a combattere e di lasciare Minato - lui era
di Konoha e lei di Uzu, anche se erano alleati non sarebbe stato semplice stare
insieme.
“ Ehi... tutto bene?”
“ Più o meno.”, la sua stretta alla mano dell’uomo aumentò, poi in un moto di
coraggio si alzò aiutandolo. “ Andiamo.”, gli sorrise.
Minato osservò quel sorriso triste.
Era tremendamente forzato e la capiva.
Neanche lui voleva abbandonarla.
Non aveva mai creduto al destino o ai cosiddetti colpi di fulmine, ma Kushina
era entrata nel suo cuore con la sua energia, simpatia e forza.
Come una droga della quale non su può fare a meno e lui avrebbe fatto di tutto
per non separarsi dall’Uzumaki sarebbe andato anche contro a quel tragico mondo
che li circondava.
Né la guerra né la distanza tra i loro villaggi li avrebbe separati.
“ D’accordo.”, assentì prendendo la sua sacca e sciogliendo, a malincuore, la
stretta tra le loro mani.
Kushina lo imitò, pensierosa venendo poi risvegliata dalle parole dell’uomo: “
Nonostante tutto sono felice.”
“ Eh?”, lo guardò confusa. “ Che c’è da essere felici?”
“ Beh, tu non eri felice del nostro incontro? Non posso esserlo anch’io?”
“ Stupido.”, concluse lei saltando su un ramo di uno degli alti alberi che li
avevano protetti per quella notte.
Minato la seguì ridendo - e soprattutto compiaciuto dal leggero rossore che
aveva causato nel viso della donna.
“ Testata o no... sono felice di averti incontrata per caso.”