Alza lo sguardo dalla folla sotto di me.
Guardami!
Perché non ti vedo?
Perché, se sei là, non vieni qui a fermarmi?
Salvami!

Ricordi per caso delle dolci parole sussurrate all’orecchio come solo gli amanti possono fare?
Le tenere carezze e dei gentili baci che ti privai più di una volta a scuola prima o dopo gli allenamenti?
Il calore quasi insopportabile della nostra pelle l’una nell’altra, a pronunciare il nome dell’altra in ansiti, nel cuore di certe notti fredde?

Cosa c’è di così sbagliato in questo?!

Non è una prova del nostro amore?
Allora perché lo stai negando così fermamente?
È forse perché è sbagliato?

Ti prego, non dirmi che mi stai lasciando perché non puoi sopportare questo. 
Non con quelle lacrime che ti scendono sul volto diafano che mi sembrano così finte in questo momento.
Non dirmi che mi hai amato se poi non riesci a sopportare il peso di questo amore. 
Non puoi farmelo dopo che ho sacrificato ogni cosa per te.
So bene che una volta diplomata tu hai sofferto, ma non puoi poi uscirtene ora che non sopporti la nostra distanza. 
Non sei l’unica che soffre a causa di ciò:
Non credere che non ti ami e che non soffra la tua mancanza!

Come siamo finite in questo punto?!

Ricordo ancora il nostro primo appuntamento.
Ricordo il tuo sguardo timido e le tue gote arrossate. 
Come se la mia presenza ti avesse ridato quel colore che solo quando eravamo con le altre su un palco, anche se ti comportavi sempre in modo così strafottente.
I tuoi occhi simili all’ametista che erano comunque carichi di passione, di un amore che se ci ripenso ora, sento ancora il mio cuore palpitare dentro il petto con forza.
I tuoi fini capelli come il fuoco scoppiettante che ardeva dentro di me e che veniva rispecchiato nei miei occhi, e quelle labbra…
Quelle labbra che non ho mai smesso di amare tutt’ora come ogni cosa di te.

Perché è successo tutto questo?!

Cosa ti ha impaurita?
La società?
I tuoi genitori?
Il tuo dovere come erede dell’ospedale di famiglia?
Che cosa?
Ti supplico, non lasciarmi così senza una spiegazione plausibile, non farlo.

Mi manchi!

Ti scongiuro, torna da me.
Torna qua e stringimi tra le tue forti braccia, sussurrami che non puoi vivere senza di me e che non vuoi lasciarmi.
Te ne prego:
Ritorna!

Ed invece non sei qui con me.

Sei andata via e mi hai lasciata sola con queste lacrime scarlatte che colano dai miei occhi e che guardano per l’ultima volta tutto ciò.
Guardo il vuoto sotto di me e stringo con forza le mani sulla ringhiera, chiudo poi gli occhi e mi lascio cadere giù.
Sempre più giù.

Prima di provare un gran dolore e perdere definitivamente ogni cosa, ti vedo.
Ti vedo tra la folla.
Tenti di prendermi al volo.
Oramai è troppo tardi:
Perdonami, Maki-chan.