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Autore: weareasecretcantbeexposed    08/03/2015    5 recensioni
Alla fine ci trovammo su una panchina, lui a gambe incrociate verso di me, io che leggevo.Mi metteva in soggezione.
Ecco perchè odio gli occhi addosso.
"Mi sento osservato"borbottai, imbarazzato.
Lui boccheggiò
"E' che sei bello".
Le mie guance si tinsero di rosso e sorrisi, girandomi verso di lui
"Anche tu non sei male"
Eighteen!Louis Sixteen!Harry
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Wont stop to surrender




"Non sempre va tutto come desideriamo, Louis"
Lo so, Harry.
L'ho pagato a mie spese purtroppo.


Ero un diciottenne abbastanza sfacciato all'epoca. Non che sia cambiato molto, da allora. Avevo una certa ossessione per i libri e mi rifugiavo sempre in uno di quei caffè letterali.Non prendevo mai caffè, mi basta solo l'odore. 
Avevo la mia routine:mi svegliavo e andavo in università, poi verso le quattro andavo al piccolo caffè. Sempre lo stesso tavolo, in fondo, per non essere osservato.
Odio gli occhi critici.
Mi fermavo, con una matita tra l'orecchio e la testa, e leggevo.Romanzi, gialli, scritture classiche.Non mi importava il contenuto, se non il libro stesso.
Il fascino della carta impregnata d'inchiostro.
Non parlavo molto al caffè, con nessuno.C'ero e basta.Facevo parte dell'arredamento, ormai.Se non c'ero, qualcosa andava storto, me lo ripetevo sempre.
Che assurda convinzione, che se non ci fossi io il mondo non girerebbe.E' queSto che ci tiene legati alla vita, crediamo di essere cardini fondamentali per qualcuno



"Louis mi dispiace, io non volevo..."
"Dispiace anche a me.E' la natura delle cose però, curly"
Singhiozzi disperati.



Amavo quel caffè.
C'era silenzio.
Amo il silenzio.
Quel silenzio un giorno venne interrotto da un ragazzo, sui sedici anni.Alto, ben piazzato.Cadde sulla zampa della mia poltroncina prediletta e urlò dal dolore.
Alzai gli occhi dal libro e mi limitai a fissarlo da sopra dei miei occhiali da lettura, con uno sguardo perplesso.
"Beh, puoi aiutarmi?"
Annuii.
Mi chinai e gli porsi la mano, che lui prese con una stretta delicata ma forte.
Un contrasto.
Mi guardò un attimo, di sfuggita e da lì capii che aveva gli occhi verdi.Poi si voltò e andò verso la cassa, dove acquistò un paccchetto di gomme da masticare.
Mi sorpresi quando tornò da me e mi sedette di fronte, mettendo il pacchetto aperto malamente sul tavolo, in mezzo.
"Ti hanno tagliato la lingua?"
Chiusi il libro con un tonfo.
Omero mi avrebbe di certo aspettato, per sapere cone avrebbero agito Ettore e Achille.
"No, leggevo"
Mi guardò con occhi critici.Sembrava che mi stesse spogliando e stesse leggendo i miei pensieri
"Pensavo stessi solo guardando la carta stampata"
Sorrisi.
Sorrise pure lui.
Si presentò
"Harry Styles"
Gli presi la mano che mi porgeva
"Louis Tomlinson"



"E' una battaglia, Louis"
Peccato che entrambi sapevamo chi avrebbe vinto già in partenza.



"Cosa leggevi?"quel ragazzino parlava troppo in fretta. 
Era logorroico.
Mi aveva parlato di quanto amasse le mentos, alla fragola.Di quanto amasse quel caffè letterario.Di quanto gli piacessero i miei occhi-e qui sorvoliamo sul mio rossore-.
"Iliade. Sai, guerra di Troia, Achille"
Harry fece una faccia disgustata
"Non mi piacciono i classici sono...antiquati"
Mi feci scappare una risatina
"Beh...sono classici...sono antichi"
"Appunto, noi siamo giovani.Dovremmo leggere libri della nostra epoca!"
Lo disse con ovvietà, con tenerezza.Con inconsapevolezza.
"A questo punto non dovremmo studiare la storia.Tanto é passata"
Fece spallucce
"Vedi? Hai capito tutto"
Mi sorrise.
Quel sorriso mi mandò a puttane il cervello, per la prima volta.Si resettò.
Un tilt totale del sistema nervoso.
Aveva le fossette.Un fottuto ragazzino con le fossette, gli occhi verdi e un cespuglio in testa che mi mandò a puttane il cervello!
Mi alzai, ormai si erano fatte le otto ed era ora di tornare a casa, altrimenti mia madre mi avrebbe fatto la solita ramanzina.
"Ci vediamo, Harry"
Vidi un attimo di esitazione nei suoi occhi, poi fece cadere lo sguardo in basso
"A presto Lou"
Lou.Mi aveva chiamato Lou.
Sorrisi tra me e me e aprii la porta cigolante davanti a me.
Sentii dietro di me una sedia strusciare e un pianto, che ignorai perchè in quel momento avevo messo i The Fray al massimo.
Questa sì che é vita.



"Torna a casa Louis"
"E se succedesse stanotte?"



Tornò dopo due settimane, quel ragazzino.Aveva lo sguardo smunto ed era dimagrito, tanto. Era disidratato.Serrai le labbra quando mi passò vicino e gli osservai la schiena.Si vedeva la spina dorsale.
Cristo, perchè era ridotto cosi?
Lo vidi ordinare un cappuccino e quando lo ebbe in mano si girò e vagò con gli occhi per la stanza,come un cucciolo smarrito. Mi vide e un piccolo sorriso gli si formò sulle labbra.
Prese posto di fronte a me
"Tomlinson"mi salutò, la voce più roca del solito
"Buon pomeriggio Harry"
Chiusi sempre l'Iliade con un tonfo, per prestargli attenzione, sembrò appagato
"Sempre battaglia di Troia eh?"
Chiese,sporgendosi con la testa e facendo vedere le vene del collo
"Già"
Spinsi il volume verso di lui, che lo fermò con le dita ossute.Lo guardò con scetticismo
"E ora, Louis Tomlinson, perchè hai spinto tra le mie braccia un libro che sai, sicuramente non apprezzerò? Perchè devo leggere un libro che migliaia di persone hanno già letto?"
"Uhm?"borbottai confuso
"Vorrei che qualcuno scrivesse un libro per me, in modo che possa leggerlo solo io.Un piccolo segreto.Non é più affascinante?"
Ci pensai e sì, annuii.
Intanto lui si portò alla bocca la bevanda calda e la sorseggiò con calma, guardandomi negli occhi.
Sostenni lo sguardo
"Che hai fatto in queste due settimane, Louis?"
Che ho fatto? beh.
Non é che fossi partito per la Nuova Zelanda alla ricerca di pinguini, ero rimasto a fare sempre le stesse cose
"Sono andato in università, poi qua.E tu?"
Harry poggiò la tazza di cartone plastificato e mi guardò le mani, che erano intrecciate sul tavolo
"In ospedale"
Non risposi.
C'era qualcosa che non andava.
"Non ti stanchi di fare sempre le stesse cose Louis?"
Il suo vizio, era, ripetere il mio nome alla fine di ogni frase.Devo dire che la cosa mi piaceva.
"In realta, sì"
"Dovresti godertela, la vita"
E lo disse con una consapevolezza che mi disarmò.
Poi, successe tutto in un nanosecondo, lui che si alzava e correva verso il bagno, la mano sulla pancia.Gemiti trattenuti.
Lo raggiunsi.
Aveva praticamente la faccia nel cesso, i ricci che andavano un po' al di fuori della tazza.
Piangeva, mentre rigurgitava fuori l'anima. 
Mi inginocchiai accanto a lui, lasciando Omero e la sua battaglia su un tavolo di marmo.Cominciai a massaggiargli la schiena e dopo cinque minuti, risollevò il busto e si poggiò alla parete.
Presi un pezzo di carta, sfilandolo da un distributore si salviette, e la bagnai con l'acqua.Gli pulii la bocca dal vomito con lui che mormorava
"Mi dispiace"
Poi c'ero io, che non capivo e intanto gli dicevo che non faceva niente.

"Harry, che succede?"
Non ero abituato a farmi gli affari degli altri.Ma mi interessava, e tanto.
Ricordai, quel momento pensai che avrei potuto aiutarlo.Se avessi saputo la verità mi sarei autocommiserato da solo, penso
"Ho vomitato, penso"
Tremava, visibilmente.Ma non era per il freddo. C'era qualcosa che non andava.
Ora, posso dire, che era lui che non andava.Una falla nella fabbrica delle vite di Dio.
"Harry, non sparare cazzate.Sai che c'é qualcosa che non va"
Harry strinse le labbra.Sapevo, che ero andato un po' oltre
"Sono uno schifo Louis.I miei organi fanno schifo, le gambe fanno schifo.Mi sto uccidendo da solo"
Non capii all'inizio. Annuii e lo aiutai ad alzarsi, mentre lui tratteneva un gemito di dolore quando mosse la gamba sinistra.Cercai di non farci caso.
"P-puoi chiamare mia madre?"Harry lo chiese, con la paura di sembrare inopportuno.
Sorrisi e presi il cellulare che mi porgeva.
Chiamai sua madre
"Harry? Che succede?"la sua voce era agitata, affannata
"Signora sono ehm, sono un amico di Harry.Si é sentito male qua al caffè letterario"
Alla parola amico Harry si illuminò e mi accarezzò il dorso della mano, come per chiedere se fosse vero.Annuii
"Okay, vi raggiungo subito.E grazie"
"Si figuri"
Chiusi la chiamata e solo allora mi accorsi che Harry mi aveva stretto la mano destra. Come una promessa.

Non la mantenne quella promessa.



Il giorno dopo, lo trovai uscito di casa, Harry.
Aggrottai le sopracciglia.Sembrava un ramoscello, in mezzo al vento, coperto da tonnellate di maglioni infilati dopo un po' di proteste immaginai.Quando mi vide, si guardò la punta delle scarpe e si morse il labbro.
Adorabile.
"Che ci fai qua?"forse lo dissi con un tono un po' acido, sicuramente non volevo
"Sapevo che avresti reagito così.Mia madre mi ha detto-ho chiesto al barista dove abita Louis, vai da lui e fatevi una passeggiata ristoratrice-scusa", vidi la sua faccia delusa. 
Non so perchè, lo presi a braccetto
"E allora andiamo a farci questa passeggiata ristoratrice"
Sorrise e si sistemò meglio accanto a me.

Alla fine ci trovammo su una panchina, lui a gambe incrociate verso di me, io che leggevo.Mi metteva in soggezione.
Ecco perchè odio gli occhi addosso.
"Mi sento osservato"borbottai, imbarazzato.
Lui boccheggiò
"E' che sei bello".
Le mie guance si tinsero di rosso e sorrisi, girandomi verso di lui
"Anche tu non sei male"
Lo vidi sorridere e mi abbracciò.
Non aveva senso.Forse si sentiva un po voluto bene? O forse era stato spontaneo? Fatto sta che mi irrigidii.
Lui lo avvertì e mormorò uno scusa.
Dopo cinque minuti lo abbracciai io, di sorpresa.Odorava di buono,Harry.Di vestiti appena lavati e di zucchero.


Di quei mesi mi rimangono i ricordi e inchiostro annacquato, probabilmente.


Non seppi come succese .Quella sera, io ed Harry ci trovammo dietro a un cespuglio e guardare la gente che passava, commentando l'abbigliamento. 
Dopo un po' di battutine acide lanciate verso una signora, passò un senzatetto.
Quella volta tacqui.Mi sembrava irrispettoso.Harry stava già cominciando a fare una battutina, ma io gli tappai la bocca con la mano.
Quando lo liberai mi disse"Ecco perchè mi piaci. Tu sei diverso Louis, non fai commenti su dei barboni ma lo fai sulle ragazze che sono alla moda, perchè per te si vestono troppo sconcie.Non so come é successo Lou, ma penso di essermi innamorato di te"
E poi, successe.
Ci trovammo distesi sull'erba, a baciarci, a contemplare il cielo, a contemplare noi stessi.Le sue labbra erano morbide e sapevano di zucchero.Sorrise sulle mie.Poi si stacc e mi abbracciò.Gli baciai la nuca
"Anche io, Harry"
Potei sentirlo sorridere, mentre si stringeva addosso perchè aveva freddo.Mi tolsi la giacca e gliela posai sulle spalle.
Mi sorrise ancora e mi diede un piccolo bacio sulla guancia.
Non capii perchè, ma a un certo punto mormorò un"Scusa.Non volevo illuderti".
Gli baciai i ricci mentre piangeva, una mano sul mio petto e la maglietta sporca di lacrime.Lo strinsi a me con tenerezza, con amore.
Sentii che si era rilassato, dopo un po'


Lo rividi una settimana dopo.
Lo aspettai, con ancora il suo sapore sulle labbra.
Quando sentii la porta cigolare, quel pomeriggio, non potei credere ai miei occhi.
Era entrato un ragazzino calvo, con un cappellino che copriva la parte glabra.Gli occhi verdi.Le fossette.
Ordinò un cappuccino e si sedette davanti a me.
Mi sorrise
"Harry cosa ti é successo?"
"Intendi questa settimana o a"e si indicò la testa.
"Se vuoi spiegarti, entrambi"
Mi prese una mano da sopra al tavolo e sospirò
"Louis ho un cancro terminale.Alla gamba.Ho fatto la chemioterapia e sono caduti i capelli"
A quel punto avrebbe dovuto piangere lui.
Invece piansi io, non so perchè. Forse già lo amavo
"Non piangere Louis"
Mi pulii il naso con la manica
"M-mi dispiace"
"Lo dicono tutti, ma non fanno niente per dimostrarlo"
Era quella l'amara verità. Ma io, che potevo fare? Potevo combattere il suo cancro?
Perchè il cancro era suo.Lo diceva pure lui.Il mio cancro sta crescendo. E' una parte sbagliata del tuo corpo, infetta. 
"Facciamo così Harry, io ti scriverò un libro.Lo giuro "
Non so come mi uscì. 
Lui parve sorridere
"Okay Lou, Okay"
"Harold"
"Sì?"
"Ti amo"



Il mese dopo fu un susseguirsi di baci affrettati, dati al primo scalino di una scala.Mani che si rincorrono su corpi.Voci.Pianti.Crolli.Cristi isteriche.
Una volta Harry mi disse che la vita era una gabbia e che lui voleva uscirne al più presto.
Ha detto che non dovevo innamorarmi di lui, che mi avrebbe ferito.
Gli ho detto che ho scelto bene da chi farmi ferire.

Harry ebbe un crollo.
Ma non uno di quelli temporanei, uno di quelli seri.
Lo ricoverarono, era ancora cosciente per fortuna.
Gli diedero una settimana.Sua madre me lo disse con le lacrime agli occhi.

Io avevo quasi finito il libro.


Quelle furono le giornate più brutte della mia adolescenza. Vedevo l'amore cone qualcosa di platonico, quasi stucchevole.Perfetto. 
L'amore non é perfetto. 
Perchè il mio, di amore, stava soffrendo per il suo, cancro.
Gli tenevo la mano e gli leggevo Harry Potter.Mi aveva rivelato quanto amasse quella saga e ora la mia libreria si era riempita di libri contemporanei.Glieli leggevo e  a lui faceva piacere.
Omero l'avevo lasciato perdere.
Harry aveva sempre pensieri negativi.Sempre, perennemente. Erano come un sassolino nella scarpa.
Volevo zittirlo, ma lo lasciavo parlare.Mi sarebbe mancata quella voce.
Una notte mi costrinse a dormire con lui.
Mi tolsi pantaloni e mi lasciai riscaldare dal poco calore che emanava.
Ci baciammo un po', poi poggiai la testa sul sue petto e mi addormentai.
Quella notte vomitò per terra.


Appena mi svegliai Harry disse
"Amore, oggi é l'ultimo giorno.Me lo sento"
Lo abbracciai e piansi, fino a che non sentii la porta aprirsi e un'infermiera entrare.
"Come stai Harry?"gli chiese.Harry odiava le persone superficiali.
Le persone che facevano il loro dovere e basta. 
Odiava l'infermiera, che benché gli chiedeva come stesse, in realta se ne fregava.
"Morente"
L'infermiera lo guardò, cupa.Poi sbuffò.
Harry odiava un sacco di cose.
Ma io non facevo che amarlo, e amarlo e amarlo.
Harry era speciale.
Anche se stava morendo, sentivi che lui si sentiva vivo.
Harry era bello, una bellezza interessante.
Harry ti scrutava nell'animo. 
Harry aveva gli occhi verdi.
Io odiavo il verde, ma grazie a lui riuscii ad amarlo.
Harry era logorroico.
Se Harry si sentiva di troppo, lo faceva capire.
Harry era brillante.
Harry era scoordinatissimo
Harry aveva le fossette, ed io le amavo.
Harry era l'amore. 
Harry era il mio, di amore.
Harry donava il cuore a chi se lo meritava.Io non penso di meritarlo .
Harry era forte.
Harry anche se stava morendo, consolava me che avevo una vita davanti.



Il pomeriggio volò via.Purtroppo. 
Verso le nove mi richiamò verso il letto e mi mormorò
"E' quasi ora, Amore"
Mi chiamava amore da un po'.Mi piaceva.Mi piaceva il suono che produceva quella parola quando usciva dalle sue labbra.
Mi chinai e lo baciai fino alla sfinimento, senza andare troppo oltre.
Poi, pianse.Mi sdraiai accanto a lui e lo abbracciai, pulemdo quelle gocce salate con le labbra.
"Lou..."
sapevo cosa stava per succedere. 
Lo guardai, gli occhi stavano per cedere.La macchina per i battiti cardiaci balbettava.
"Lou ti amo.Scusami.Scusami se sentirai dolore.Sono uno..."
Mi chinai e lo zittii
"Harry, tu non mi ferirai mai.So che non lo faresti.Ti amo anche io curly.Ti amo come non ho mai fatto con nessun altro.Sei unico.Non é colpa tua okay? Mh?"
Harry quasi sorrise.
Poi prese un ultimo respiro.
Lo capii quando mi strinse la mano.
Urlai.
Lui mormorò un mi dispiace.
Poi più niente.

Si sentiva solo la macchina che prima balbettava.Ma ora produceva un fischio prolungato

Angolo autrice

E' da un po' che non scrivevo più os,quindi ho pensato di sciverne una.E' nata e si è sviluppata in un pomeriggio.
Ho preso come riferimento il libro "Colpa delle stelle",si sarà notato penso.
La voce narrante,avrete capito,è Louis.
Grazie per aver sprecato del tempo a leggerla.
Sara xx
   
 
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