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Autore: Julietds    08/03/2015    1 recensioni
Ne andava della sua reputazione? Ai tempi neanche tanto: ai tempi Courtney – che ci crediate o no – era divertente, giovane e tirava delle gomitate micidiali. E se lo dice un batterista fidatevi.

Il rapporto tra due amici di vecchia data, Courtney Love e David Grohl, raccontato per come me lo sono immaginata io negli anni attraverso interviste e fatti successi realmente, partendo dagli inizi del grunge per arrivare al fatidico abbraccio alla Rock And Roll Hall Of Fame di quest'anno. Il titolo è preso da Big Me (Foo Fighters), canzone che mi sembrava potesse descrivere bene il modo in cui bene o male, tra amicizia e litigi, le vite di Dave e Courtney si sono incontrate, o meglio, scontrate.
Con la partecipazione di: Nirvana, Hole, Soundgarden, Melvins, Foo Fighters, L7, Red Hot Chili Peppers e chi più ne ha più ne metta.

"Qual è la cosa più carina che puoi dire di Courtney?
Uhm..Beh.. Immagino il fatto che sia una persona veramente singolare. Non ho mai incontrato qualcuno come lei in tutta la mia vita."
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era primavera.

Non ho mai avuto un granché di memoria in quanto a date, ricordo solo fosse primavera perché gli uccellini cinguettavano e gli alberi erano in fiore, stronzate così.

Me ne stavo sdraiata su una collina dietro a un drive-in di una piccola città vicino a Seattle, un buco di culo in cui eravamo stati invitati dai Soundgarden, un'altra band spacca timpani amica di vecchia data dei Nirvana. Li avevo conosciuti il giorno che avevo conosciuto Kurt e la sua band, un paio di mesi prima, e da allora c'eravamo frequentati ogni qualvolta che ne avevamo occasione. Successivamente l'amicizia degli Hole con i Soundgarden non sarebbe durata molto con granché di intensità, sebbene nel giro non avessimo poi gran cazzo di novità in quanto a band. Sempre le stesse solite brutte facce in giro.
Fatto sta che Kurt scoprì che i Melvins avrebbero suonato quella sera in un posto a poche miglia da lì così volle a tutti i costi andare a sentirli per l'ennesima volta anche se prima avremmo dovuto aspettare quell'altra band di menomati mentali.
« Guarda quella » Grohl puntò l'indice per aria e mi diede una capocciata espirando fumo bianco davanti ai miei occhi. Eravamo sdraiati per terra a guardare le nuvole, teoricamente. Io mi stavo solo riposando dopo una corsa per raggiungere dei tizi che non erano lì; così mentre Kurt e Chris erano scesi a cercare i loro amici ritardatari, io, Dave e Philip eravamo rimasti lì a cazzeggiare testa contro testa.
« Ha la forma del tuo culo » dissi appena dopo avergli strappato la sigaretta dalle mani e aver preso una bella boccata densa di nicotina.
« La solita signora » fece sarcastico Philip seduto a un paio di metri da noi, appoggiato a un tronco. Dave rise mentre strappavo dei fili d'erba da terra e glieli tiravo addosso.
« Esatto, una gran cazzo di signora, niente che tu vedrai mai altrove comunque! » lo sfottei a mia volta. Quel Philip mi era sempre stato un po' in culo ma girava perennemente intorno a Kurt come un sacco di altra gente, così dovevo sopportarlo volente o nolente.
Da lì a una manciata di minuti ci arrampicammo in cima alla collina o almeno, Dave si arrampicò e mi picchiettò sulla testa invitandomi a fare lo stesso.
« Guardate qua » disse anche se Philip non si mosse di mezzo millimetro e Dave sembrò non prestarci attenzione.
Stavo per tirargli un cazzotto in testa prima di decidere che non ne avevo voglia. Sbuffai comunque, era un rompipalle.
Mi trascinai fin dove era lui e misi fuori le antenne. Il drive-in era una gran noia di giorno però qualcuno c'era sempre, i ragazzi ci andavano a suonare spesso e le ragazze vendevano sigarette e altro alle bande in giro perennemente in auto.
« Guarda guarda » dissi levando un sopracciglio, dopo aver seguito con lo sguardo la traiettoria degli occhi di Dave. « E il premio 1991 tette d'oro va alla rossa in penultima fila. » Poi aguzzai la vista. « Ah beh… qui qualcuno ha nastrato le bimbe! Hai capito la ragazza? E non è nemmeno venerdì sera. »
Dave mi guardò con la sua tipica espressione di disappunto dipinta in volto. Lui alzava leggermente il labbro, comprimeva le narici e alzava un sopracciglio e aveva detto tutto. Odiavo quell'espressione, infatti si beccò una gomitata.
« Che c'è? Andiamo, quelle sono palesemente nastrate. Sono brave tutte così. »
« A me non dispiacciono » si intromise Philip. Mi voltai e scocciata risposi semplicemente: « Grazie al cazzo, ci mancavano i tuoi commenti inutili. »
Non sapevo come Dave la pensasse su di lui, non che mi interessasse granché ma probabilmente se ne fregava.
Grohl continuò a fissarmi con quell'espressione del cazzo per poi dichiarare: « Hai ragione, fatto sta che io gliele comprerei tutte le sigarette. »
A quelle parole percepì un sorriso saccente colorirmi il viso e squadrai per qualche secondo la vittima mentre l'idea che avevo avuto istantaneamente prendeva a delinearsi nella mia testa. « Venti dollari che non ti caga neanche di striscio. »
« Andata » fece lui con un ghigno da sfida, prima di tirarsi in piedi, darsi una scrollata e dirigersi verso la rossa in bikini e pantaloncini. Camminava tutto convinto giù per quella collinetta, un paio di volte si sistemò persino il chiodo con aria da villano, atteggiamento che non si addiceva per niente a lui e che mi fece ridere a crepapelle con la faccia spiaccicata nell'erba.
Non appena rialzai la testa mi potei godere appieno la fatidica scena: Dave fermò per un braccio la ragazza indicando un pacchetto di sigarette e dopo averlo ottenuto aggiunse altro, probabilmente i soliti complimenti da cascamorto ai quali lei sorrise guardandosi intorno. Lui si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, lei rise arrossendo. Quello stupido ragazzo ci stava riuscendo, a farle pietà. Dave si comportava sempre come un povero cucciolo sorridente e innocente, mi faceva proprio venir voglia di prenderlo a pizzicotti perché era lo stesso soggetto che magari poi si dimenticava completamente di lasciare gli ultimi tiri di una canna alla signorina presente. Improvvisamente mi tornò in mente una volta in cui mi aveva preso le sigarette per sbaglio; nonostante me ne avesse sempre offerte e io avessi sempre, volentieri scroccato, non mi aveva ricomprato il mio pacchetto. Me l'ero legata al dito, così decisi che il momento di far valere quel debituccio era arrivato. Senza pensarci due volte presi ad urlare, con le mani attorno alla bocca come un megafono, in direzione del ragazzo: « Grohl, porco maniaco del cazzo, torna qui e concludi il tuo lavoro almeno una volta nella vita! »
Mi nascosi dietro la collinetta non appena alzarono le loro due testoline; quando la rialzai vidi solo la rossa che se ne andava a grandi passi e Dave tornare verso di me con una mano che si massaggiava una guancia rossa e una finta espressione offesa da 'sei una sporca traditrice' che però non riusciva a nascondere una mezza risata. Me la ridacchiai anch'io sdraiata nell'erba finché una voce familiare alle mie spalle non chiese cosa stesse succedendo. Mi voltai e vidi Kurt in piedi a pochi passi da me con un sacchetto di carta in una mano, una bottiglia di birra nell'altra, la solita espressione annoiata in volto e Chris affianco che mi guardava vagamente seccato. Dave rispose per me, naturalmente fingendosi offeso e premendosi tragicamente la mano sulla ferita di guerra prima di lanciarmi un'occhiata complice sorridendo.
« La tua ragazza mi ha fatto picchiare da una venditrice di sigarette, banalissima quotidianità! »

 

 
* * *

 
Negli ultimi mesi si era parecchio accanita contro di me, erano volati paroloni veramente grossi – anche detti stronzate – da quelle sue labbra rifatte ed ero perfettamente a conoscenza del motivo: rivoleva la sua fetta sui diritti dei Nirvana, la fetta di Kurt; nonostante ciò non riuscivo a comprendere quella sua cattiveria gratuita nei nostri confronti. Lei non era neanche mai stata nei Nirvana...sebbene troppe canzoni degli Hole fossero farina del sacco di Kurt, non mi importava, erano affari loro. Era una questione di soldi? Veramente non riuscivo a concepire come una persona potesse essere così spregevole, soprattutto per soldi.
Il suo sorriso plastico sfiorì leggermente non appena mi ebbe davanti agli occhi. Impacciato tentai comunque di abbozzare un sorriso e allungai le braccia verso di lei.
« Ciao Courtney » dissi cordiale. Lei sorrise, mi sembrò sincera anche se…
Anche se di quella donna mi ero fidato troppe volte sbagliando, in passato.
Inizialmente non potei trattenere un'espressione leggermente schifata nell'abbracciare quella cosa quasi completamente rifatta… ma sotto tutti quegli strati c'era pur sempre Courtney e Courtney strinse forte. Il calore di quell'abbracciò non mi scaldò però pensai che per una volta fosse stanca di combattere e che forse, dopo vent'anni di guerriglia, avremmo potuto fare una tregua.
Non appena si fu allontanata dalle mie braccia, si passò i polpastrelli sotto gli occhi quasi come se si fosse commossa. Quasi ci restai secco. Lei evidentemente notò il mio irrigidirmi e sorrise. Era uno di quei sorrisi sinceri che urlano 'ho bisogno di altri mille abbracci così'.
« Tutto bene? » inizialmente lo chiesi leggermente stupito ma non ebbi risposta così addolcii il mio tono di voce rendendolo caldo e avvolgente quasi come quando parlavo con Jordyn o con Taylor di argomenti delicati che sapevo li facevano star male e ripetei la domanda.
D'accordo, quest'ultimo paragone l'ho sparato un po' grosso ma vederla non in posizione di attacco, per una volta, mi smosse qualcosa. Una speranza forse. Ero pronto a deporre l'ascia di guerra se lei avesse deciso di fare altrettanto.
Si lasciò scappare una mezza risata contenuta. « Metti sempre un quintale di acqua di Colonia anche dopo tutti questi anni. Terribile » disse sorridente storcendo il naso, poi rise coprendosi il volto con le mani e non potei impedirmi di lasciarmi andare ridendo insieme a lei per qualche breve istante. Quando smise di farlo – ridere della mia acqua di colonia che sapevo esattamente quanto odiasse –, prese a guardarmi negli occhi con un sorriso malinconico e mi sentii di nuovo a faccia a faccia con la vecchia Courtney che vent'anni prima mi affidava la sua scatola a forma di cuore da consegnare al ragazzo che le piaceva.
« Mi sei mancato, Dave. »
   
 
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