It’s
Women’s Day also for you?
- Mamma! Mamma!
–
Un
bambino di circa quattro
anni, correva verso una giovane donna dai capelli lisci e neri per il
tranquillo
cortile del Quartier Generale degli Eruditi.
-
Eric, fai piano! – lo
rimproverò la madre, abbassandosi sulle ginocchia per vedere
cosa servisse al
più scalmanato dei suoi due bambini.
Il
bambino ignorò il
rimprovero della madre e tirò fuori dalla tasca destra dei
pantaloncini un
ramoscello verde con tanti pallini gialli e se la rigirò tra
le mani per qualche
secondo, studiandola con il viso imbronciato.
-
Che c’è tesoro? Che hai in
mano? – chiese la donna avvicinando il bambino per capire
cosa avesse in mano.
-
Si è sciupata… - brontolò
imbronciato facendole vedere cosa teneva in mano.
-
Dove stai andando con
questa mimosina? – gli domandò passandogli
teneramente una mano tra i capelli
neri, tutti scarmigliati.
-
Papà mi ha detto che sei
una femmina… -
mormorò il piccolo guardandola
come se si aspettasse di essere smentito.
Elizabeth
sorrise. – Papà ha
ragione, temo. – gli sussurrò, divertita
dall’espressione contrariata e
imbronciata del
figlioletto.
-
Mi volevi dire qualcosa,
Eric? – chiese dopo un po’ vedendolo distratto.
Per
tutta risposta il
bambino le mise in mano un ramoscellino di mimosa.
-
Grazie, tesoro. È per me?
– chiese tenendo il palmo aperto per non rovinare il fiore e
guardando il
bambino annuire convinto.
-
Oggi è la festa delle femmine!
– la informò, con l’aria di chi
la sa lunga.
Senza
fare troppo caso alle
occhiate di disapprovazione che le venivano lanciate prese il bambino
in
braccio e lo sbaciucchiò su tutto il viso, facendolo ridere.
Tra i suoi due
figli Eric era il più introverso e il meno incline a farsi
coccolare, e se
tanto le dava tanto, con il crescere sarebbe solo peggiorato: meglio
approfittarne finché era piccolo e aveva bisogno di lei.
Improvvisamente
Eric si
rabbuiò, colto da un dubbio, secondo lui, terribile.
-
Mamma? – la chiamò
incerto, dopo che la madre l’aveva la rimesso giù
e aveva ripreso a camminare.
-
Sì? –
-
Will e papà non sono femmine,
vero? – le chiese guardandola
con un’ombra di preoccupazione negli occhioni grigi,
così simili ai suoi.
Elizabeth
rise, ma si ricompose
non appena vide l’espressione preoccupata del bambino.
-
No, tesoro. Will e papà
sono dei maschietti, come te.
– gli
spiegò, mentre il bambino le trotterellava accanto tenendole
la mano e
guardandola concentrato.
-
Anche papà? Sei sicura? –
gli chiese con il tono cantilenante e vagamente incerto dei bambini di
quell’età.
-
Ma certo tesoro. Perché me
lo chiedi? – gli domandò sedendosi su una panchina
e facendo sedere il bambino
sulle sue gambe: ancora non aveva avuto modo di cambiarsi, dato che il
supervisore dell’aula adibita ai bambini, l’aveva
chiamata infuriata per dirle
che uno dei suoi figli si era, testuali paralo “dato
alla fuga” e non erano riusciti a riacciuffarlo;
per questo
indossava ancora il camice da medico e i capelli erano legati
ordinatamente
dietro la testa in modo che non le dessero fastidio mentre operava o
visitava
un paziente. L’unica cosa che la contraddistingueva da buona
parte degli
Eruditi era l’assenza di occhiali. Non le interessava
sembrare più intelligente
delle sue colleghe, perché secondo lei erano molto
più importanti i fatti, rispetto
alle varie congetture
fatte su quella o l’altra malattia.
Il
bambino sembrava ancora
pensieroso, sulla risposta da dare a quella domanda: prima o poi
avrebbe dovuto
fare, a lui e al fratello, un discorsetto..
In
genere le sue risposte a
quel genere di domande erano piuttosto creative: più cercare
di dare le
risposte esatte, come facevano gli Eruditi.. se le inventava!
Il
bambino la guardò per un
secondo, indeciso se esprimersi oppure no.
-
Pecché sennò
devo fare i fiori anche a lui oggi! -
Salve
a tutti! So che dovrei
aggiornare “Braveheart”, ma non ho resistito. E
anche se è tardi, e penso che
sia più una gioranta per ricordare, piuttosto che per
festeggiare, quando mi è
venuta in mente questa scenetta non ho resistito ed ho dovuto
scriverla… e poi
pubblicarla, per tediarvi un po’ mentre mi riguardo il nuovo
capitolo della mia
fic!
Passiamo alle cose importanti: vi piace la caratterizzazione dei
personaggi? La
mamma di Eric? Oddio, mi mette più in agitazione questo
capitolino che il
pensiero di dover scrivere ancora quasi tutta
la fic che ho in cantiere!
Insomma?
Che dite? Avevo, ho in
realtà, la mezza idea di scrivere
un raccolta, o comunque una fic su questo “Little
Eric” o comunque sulla vita
di questo personaggio prima che entrasse nei nostri amatissimi
Intrepidi, ma
vorrei sentire anche voi cosa ne pensate dell’idea e se vi
piace come rendo
questi personaggi… Vi sembrano credibili?
Vi
dico subito che il titolo
non mi convince molto, ma non mi è venuto neinte di
meglio…grazie per essere arrivati
fin qui, spero abbiate comunque
apprezzato questo sprazzo di infanzia Ericosa (O.o?)! ^.^
(Sì, lo so, devo farmi vedere da uno molto
bravo!)
Niente
da aggiungere, smetto
di opprimervi con i miei ragionamenti da autrice esaurita, e spero
vogliate
farmi sapere cosa ne pensate, nel bene e nel male!
A
presto, Kaithlyn.