Just a dream
Cornelia aspetta l’autobus alla fermata, tra venti minuti arriva e non ne può più di aspettare.
Sono le dieci e mezza di sera ed è così stanca, vuole solo andare a casa e dimenticare.
E’ stufa della sua testa in cui bene o male c’è sempre lui e davvero non capisce com’è possibile che siano passati sette mesi e lei è ancora lì, appoggiata al muro con la mente annebbiata dall’erba e tutti quei ricordi così limpidi, chiari, potrebbe quasi toccarli con mano, a darle il tormentosempre.
Si guarda intorno in attesa di qualcosa che tanto non succederà perché lo sa che sarà tutto sempre uguale e anche quella fottuta sera non succederà niente, lo sta aspettando invano perché non arriva, non arriveràmai e lei lo sa e non capisce se è il suo cuore o il suo cervello che la odia così tanto da non permetterle di andare avanti.
Sospira forte, scuote la testa e chiude gli occhi, li stringe nella speranza che riaprendoli qualcosa cambi e questo dolore al centro del petto si affievolisca almeno un po’.
Lui arriva da dietro, prendendola di sorpresa, le circorda il corpo con le braccia e la tiene stretta, non le da il tempo di percepirlo così vicino che le sussurra all’orecchio: ‘’Non mi scappi’’
Adesso sono in cima ad una scogliera, l’uno accanto all’altra, i cuori che battono all’unisono,
‘’Saltiamo al trè?’’ le mani che si incastrano perfettamente e poi giu insieme.
Il mare è agitato per l’intrusione, si sente solo lo scroscio forte dell’acqua, i respiri affannosi e profondi. Lui riemerge per primo e non vede niente, tutto è annebbiato, sente una mano sfiorargli la pancia e fargli il solletico, sorride e si volta perché è lei. Ora sono distesi in un campo di margherite, il sole splende sul cielo azzurro e li riscalda, il vento invece li rinfresca, e si guardano e gli occhi ridono e sono stretti in un abbraccio che sa di qualcosa come una piccola casa, che ti riempe e va bene così. Cornelia alza gli occhi e incontra i suoi ed è contenta da far schifo: c’è questa sensazione al centro della pancia di completezza, di caldo confortevole, di giusto, ed è così felice adesso perché si è spento tutto e sente solo lui che è li con lei, è suo davvero e vaffanculo per una volta va tutto bene.
Sono le dieci e mezza di sera ed è così stanca, vuole solo andare a casa e dimenticare.
E’ stufa della sua testa in cui bene o male c’è sempre lui e davvero non capisce com’è possibile che siano passati sette mesi e lei è ancora lì, appoggiata al muro con la mente annebbiata dall’erba e tutti quei ricordi così limpidi, chiari, potrebbe quasi toccarli con mano, a darle il tormento
Si guarda intorno in attesa di qualcosa che tanto non succederà perché lo sa che sarà tutto sempre uguale e anche quella fottuta sera non succederà niente, lo sta aspettando invano perché non arriva, non arriverà
Sospira forte, scuote la testa e chiude gli occhi, li stringe nella speranza che riaprendoli qualcosa cambi e questo dolore al centro del petto si affievolisca almeno un po’.
Lui arriva da dietro, prendendola di sorpresa, le circorda il corpo con le braccia e la tiene stretta, non le da il tempo di percepirlo così vicino che le sussurra all’orecchio: ‘’Non mi scappi’’
Adesso sono in cima ad una scogliera, l’uno accanto all’altra, i cuori che battono all’unisono,
‘’Saltiamo al trè?’’ le mani che si incastrano perfettamente e poi giu insieme.
Il mare è agitato per l’intrusione, si sente solo lo scroscio forte dell’acqua, i respiri affannosi e profondi. Lui riemerge per primo e non vede niente, tutto è annebbiato, sente una mano sfiorargli la pancia e fargli il solletico, sorride e si volta perché è lei. Ora sono distesi in un campo di margherite, il sole splende sul cielo azzurro e li riscalda, il vento invece li rinfresca, e si guardano e gli occhi ridono e sono stretti in un abbraccio che sa di qualcosa come una piccola casa, che ti riempe e va bene così. Cornelia alza gli occhi e incontra i suoi ed è contenta da far schifo: c’è questa sensazione al centro della pancia di completezza, di caldo confortevole, di giusto, ed è così felice adesso perché si è spento tutto e sente solo lui che è li con lei, è suo davvero e vaffanculo per una volta va tutto bene.
Apro gli occhi improvvisamente e mi sveglio. Cos’è successo? Dove sono? Dov’è? Cosa?
La consapevolezza mi colpisce un istante dopo come uno schiaffo in pieno viso che poi brucia terribilmente e lascia il segno rosso: un sogno, il frutto della mia stupida immaginazione.
Niente di vero, solo surrealtà e finzione.
Stupida, stupida, stupida.
Il comodino vibra:
un nuovo messaggio, ore 9.47 am
da: Diana
continua a chiedere di te
Lo sento chiaramente il mio cuore rompersi ancora: è il rumore preciso del cellulare che si disintegra contro il muro in mille minuscoli pezzetti.
La consapevolezza mi colpisce un istante dopo come uno schiaffo in pieno viso che poi brucia terribilmente e lascia il segno rosso: un sogno, il frutto della mia stupida immaginazione.
Niente di vero, solo surrealtà e finzione.
Il comodino vibra:
un nuovo messaggio, ore 9.47 am
da: Diana
continua a chiedere di te
Lo sento chiaramente il mio cuore rompersi ancora: è il rumore preciso del cellulare che si disintegra contro il muro in mille minuscoli pezzetti.